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martedì 30 luglio 2024

RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE RELOADED - Il figlio del cimitero

 




RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE RELOADED -
AVVENTURE TRA LE PAGINE PER RAGAZZI CURIOSI -
romanzi segnalati e recensiti da Elisa Caccavale


Il figlio del cimitero - Neil Gaiman

Oggi vi presento un libro per il quale dovrebbe bastare il nome dell’autore (una garanzia): Il figlio del cimitero di Neil Gaiman.

Il romanzo racconta la storia di Bod, un bambino (prima), ragazzo (poi) che, da infante, sopravvive miracolosamente all’assassinio della sua famiglia; per puro caso si rifugia in un cimitero e qui viene “adottato” e cresciuto dagli spiriti dei trapassati e da altre creature misteriose che popolano il piccolo e tranquillo cimitero sulla collina. La vita di Bod però è ancora in pericolo: chi ha ucciso la sua famiglia lo sta ancora cercando per concludere l’opera…

Libro consigliatissimo per davvero molti aspetti:

📚romanzo di una dolcezza e profondità rare; la storia, pur se inverosimile, riesce ad essere realistica e ricca di spunti di riflessione. Non traggano in inganno il titolo e l’ambientazione: non ha nulla del racconto di paura, anzi, i temi trattati sono inerenti all’amicizia, al rispetto, al senso di giustizia, allo spirito di sacrificio per il prossimo.

Non manca la suspense, anche se non è la parte più pregevole del romanzo: lo scioglimento del mistero e la risoluzione dell’enigma “dei Jack” sono sì piacevoli, ma sono più a contorno del senso profondo del testo che non il cuore.

🧍È anche un romanzo di formazione: il percorso di crescita di Bod è ricco e pieno di suggestioni e riflessioni.

🔮La fantasia di Neil Gaiman è un portento: i ragazzi verranno trascinati in un mondo fantastico tratteggiato con sapienza e vividezza.

📌L’originalità: l’autore vi porterà a stravolgere la vostra percezione; tutto ciò che ci fa paura in questo libro è portatore di amore e dolcezza, mentre tutto ciò a cui siamo abituati cela l’inganno, il pericolo reale, portando un messaggio molto chiaro per i ragazzi per riflettere su cosa bisogna temere davvero nella vita. In questo libro si piange quando le persone escono dal cimitero, non quando vi entrano …

📖Romanzo dolcissimo che ha molti elementi che lo rendono un libro di pregio, adatto anche per gli adulti e, pertanto, perfetto da leggere insieme in un bel rito serale di famiglia.

Spero di esservi stata utile e che corriate in libreria con i vostri ragazzi a comprare Il figlio del cimitero.

P.S: se doveste acquistare la versione con la prefazione di Margaret Atwood, vi suggerisco di non leggere tale introduzione, o di leggerla una volta terminato il romanzo perché, personalmente, ritengo che riveli un po’ troppo del contenuto del romanzo …

genere: narrativa per ragazzi

anno di pubblicazione: 2022

 


lunedì 29 luglio 2024

LA FAVOLA DI AMORE E PSICHE

 




La favola di Amore e Psiche - Apuleio - 

recensione a cura di Patrizia Zara



L'ho cercato in lungo e largo.
Ho smantellato la mia piccola biblioteca. Niente si è affacciato all'orizzonte.
Eppure ero certa di possederlo e di averlo anche letto nei giorni del vigore degli anni miei.
Chissà dove si era intanato.
In preda al desiderio, esacerbato da una infruttuosa ricerca, di rileggere la famosa fiaba/favola di Apuleio e approfittando delle offerte Feltrinelli, l'ho ricomprato.
Ed ecco che, mentre risistemavo le mie creature cartacee, boom, salta a bella vista il libro "Apuleio, la favola di Amore e Psiche" edizione tascabili economici Newton 1000 lire.
Così ho letto per due volte, nella vecchia e nella nuova edizione, la favola più famosa del mondo.
E mi sono veramente divertita. E sapete perché?
Perché la scrittura è piacevole, dinamica, moderna, capricciosa, curiosa, anfibologica, innovativa e flessibile in tutte e due le edizioni.
La storia presumo sia conosciuta ai più e quindi è inutile ripercorrerla (per chi non la conoscesse consiglio la lettura).
Qui voglio soffermarmi sulla vivacità del linguaggio, sulla capacità di Apuleio di creare un continuo e sorprendente cortocircuito fra fiabesco e realistico, serio e burlesco, di suscitare un lampo di autentica meraviglia, tanto da trascinare il lettore in un susseguirsi di colpi di scena.
Ricca di allitterazioni e assonanze (più nella nuova che nella vecchia edizione), di termini militari e giuridici la favola/fiaba non arriva mai a scadere nel patetico lirismo sentimentale a cui siamo abituati dalla produzione americana che riadatta fiabe rendendole sdolcinate, prive di mordente poiché sempre più distanti da un realismo immaginario (Cenerentola, La Bella e la Bestia, La bella d’addormentata nel bosco, Pretty woman e via dicendo).
La fiaba/favola di Apuleio è cruda, erotica, voluttuosa. Non stanca mai.
"Era scesa la notte e il marito era già a casa e, dopo aver combattuto le battaglie di Venere, era piombato in un sonno profondo") appagante.
La definirei tosta e gagliarda
Qui siamo di fronte a un capolavoro linguistico: Apuleio si è divertito a smascherare l'Amore in un percorso di maturazione, di espiazione e di vendetta, a manipolare i termini a suo piacimento: un abile giocoliere di parole.

I sentimenti belli e brutti ci sono tutti e non risparmiano né dèi né mortali.
Lo spirito magico aleggia dall'oracolo al gabbiano ciarliero.
La bellezza ci schiaffeggia a ogni passo, la vendetta ci soddisfa, la curiosità incuriosisce per le curiose forme di narrazione e interpretazione.
Poi ognuno tragga la sua morale.
Se Psiche rappresenta la nostra anima che deve tribolare per raggiungere la sua maturità amorosa; per afferrare e fare suo l 'Amore bizzarro imprevedibile, mostruoso nella sua giocosità.
Ben venga.
Se l'ingenua Psiche (l'anima incontaminata) deve percorrere gli inferi per ottenere l'oggetto/soggetto del suo desiderio, deve accecarsi di curiosità (ricordo che la curiosità è donna) per capire che l'amore non è soltanto piacere fisico ma identificazione con il soggetto amato. Ben venga.
Se Amore (Cupido) dovrà mettersi contro Venere, dea, madre e suocera, per unirsi a Psiche. Ben venga.
Sta di fatto che dall'unione tra Amore e Psiche nasce Voluttà, il piacere estremo, il frutto della soddisfazione massima degli impulsi materiali e spirituali.
La fiaba/favola di Apuleio si plasma alle voglie dei lettori, aprendosi alle più svariate interpretazioni sia sulla morale che nel semplice piacere della lettura.
Cosi Apuleio non dispiace nessuno.
Il bene, nelle vesti di un Amore arricchito dagli effluvi dell'Anima, trionfa sempre e cosi, noi comuni mortali imbevuti di divino, godiamo per quel chimerico “vissero tutti felici e contenti”, almeno sino alla chiusura del libro.

"Ma Psiche, rimasta sola - sola si dalle Furie moleste -, ondeggia in balia del dolore come un mare increspato dai flutti, e, per quanto la decisione sia ormai presa e l'animo ben risoluto, tuttavia, al momento di porre mano al misfatto, vacilla, ancora indecisa, perché quell' immane sciagura le smuove dentro sentimenti contrastanti.
S'affretta rimanda, ardisce s'allarma, dispera s'infuria e - questo è il colmo - nello stesso corpo odia la bestia e ama il marito". Ma ormai la sera porta con sé la notte, e Psiche, in preda al l’impazienza, corre a preparare tutto l'armamentario per quell'infame delitto".

NB: Mi hanno insegnato, già dall’elementare, che c'è differenza fra le favole e le fiabe.
Perché Amore e Psiche è considerata una favola, se la favola ha protagonisti animali, e non una fiaba?

 


domenica 28 luglio 2024

OSSICODONE

 




Ossicodone - Fabio Manelli -

recensione a cura di Gino Campaner

 

📖Spiccioli di trama: non è facile parlare della trama senza rivelare nulla che possa poi rovinare la sorpresa e la suspense nel leggere il romanzo. Posso dire che inizialmente, almeno per me, ciò che viene raccontato appare sconnesso, senza un apparente filo logico che colleghi i vari eventi che si susseguono, ma piano piano tutto diventa più chiaro e la storia diventa come una droga dalla quale non ci si riesce piu a staccare fino al termine. 

 

🔥Punto di forza: non ne cito uno solo o una serie perché a mio parere è il romanzo nel suo insieme ha rappresentare un ottimo noir. I personaggi ad esempio sono perfetti per questa storia. Sono personaggi assolutamente sopra le righe, nessuno escluso, ma in questo noir estremo le loro gesta ed il loro percorso è logico. Anche la scrittura mi ha conquistato. Confesso che non ho letto i precedenti romanzi di Manelli. Lo farò. Ad ora non posso paragonare questo ai suoi precedenti lavori. Ma credo che in questo abbia trovato l'amalgama perfetta tra i vari componenti della storia per costruire una vicenda avvincente e coinvolgente. 



🙁Punto debole: per chi non ama questo genere di romanzi di punti deboli ne può trovare diversi. Io lo amo e per me non ne ha. È probabilmente questo il limite maggiore: un romanzo che si rivolge a molti ma non a tutti. Intendiamoci non si tratta di fantascienza, è tutto plausibile, ma neppure di un romance.... Forse un ricontrollo ulteriore del testo avrebbe evitato qualche piccola imperfezione di scrittura. Nulla comunque di così clamoroso da dover essere evidenziato. 

 

🏁Finale: finale in linea col resto del racconto. Giusto, logico. Forse sentiremo ancora parlare del Mulo e del farmacista. Per me non sarebbe un male. 



🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐💫
Mezza stella in più perché se la merita e per distinguerlo dalla "massa". Come da sempre sostengo il self publishing non è il rifugio degli incompetenti, a dispetto di qualcuno che da ignorante ancora lo pensa. Nel mare delle proposte, anche improponibili, che ci sono ammetto che non è facile arrivare agli autori meritevoli di attenzione, ma per chi ha voglia di cercare può trovare gemme inaspettate. Non è mai corretto fare di tutta l'erba un fascio. La grande ingiustizia a mio parere è che questi autori vengono snobbati dalle librerie se non da eccezionali casi di lungimiranza. Un vero peccato. Discorso infinito che chiudo qui. 


genere: noir

anno di pubblicazione: 2024


sabato 27 luglio 2024

BASTA UN PEZZO DI MARE

 



Basta un pezzo di mare - Ludovica Della Bosca -

recensione a cura di Alice Bassoli


💔 🦞 "Basta un pezzo di mare" di Ludovica Della Bosca è un romanzo d'esordio che si distingue per la sua profondità emotiva e la delicatezza con cui affronta temi complessi e universali. La storia segue le vicende di Agata e Sara, due giovani donne di Monza, ciascuna alle prese con le proprie irrisolutezze e sofferenze.

 🌊 Agata, segnata dalla perdita della madre e da un blocco personale che l'ha portata ad abbandonare gli studi per un lavoro come commessa, e Sara, che ha dovuto affrontare il rifiuto familiare della sua omosessualità e ha scelto di vivere viaggiando, si ritrovano per caso dopo anni. Il loro incontro avviene in un momento peculiare: Agata ha deciso di liberare in mare un astice ancora vivo, acquistato al supermercato, in un gesto tanto bizzarro quanto simbolico. 🌊

 💔 La trama si sviluppa attraverso una narrazione in flashback che esplora il passato delle protagoniste, rivelando i legami profondi e le fratture che le hanno portate dove sono oggi. È una storia che parla di lutto, amicizia, e della ricerca della propria identità, temi trattati con una sensibilità straordinaria che riesce a toccare il cuore del lettore. 💔

 🦞 L'astice, che Agata desidera liberare, diventa una potente metafora di liberazione e speranza. Rappresenta il desiderio delle protagoniste di sfuggire alle gabbie invisibili della società e dei propri traumi personali. Questo piccolo crostaceo diventa il simbolo del loro percorso di crescita e accettazione. 🦞

 🌸 "Basta un pezzo di mare" è un romanzo che colpisce per la sua capacità di mescolare malinconia e tenerezza, creando un quadro emotivo ricco e complesso. La narrazione è intima e riflessiva, capace di affrontare con tocco lieve e talvolta spiritoso argomenti pesanti come il lutto, l'amore e la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. 🌸

 👭 Le protagoniste, Agata e Sara, sono personaggi ben delineati e profondamente umani, con cui è facile empatizzare. La loro amicizia, interrotta ma mai dimenticata, è il fulcro del romanzo e rappresenta una speranza di riconciliazione e guarigione. 👭

 📖 "Basta un pezzo di mare" è una lettura dolce, straziante e commovente, consigliata a chi cerca un romanzo che sappia toccare corde profonde con una narrazione delicata e intensa. Ludovica Della Bosca, con questo suo primo libro, si afferma come una voce promettente e sensibile nel panorama letterario contemporaneo. 📖


genere: narrativa 

anno di pubblicazione: 2024

 


venerdì 26 luglio 2024

ON WRITING

 




On writing – Stephen King

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

 "I libri possiedono la straordinaria caratteristica di essere una magia portatile".

 

"On Writing" non è un manuale per scrittori ma l'autobiografia di un mestiere.

Un romanzo forgiato dalla storia personale e professionale di uno dei più grandi maestri dell'horror.

King è un grande professionista che ha il pieno controllo del suo talento.

 Il libro inizia raccontando del suo curriculum vitae, di come sono nati i suoi romanzi, del rapporto speciale con la moglie. 

Poi, descrive la sua idea di scrittura (il potere della comunicazione e la telepatia); l'importanza della Cassetta degli attrezzi di questo mestiere straordinario (il vocabolario, la grammatica, gli elementi di stile).

Ho inoltre, trovato molti consigli utili e pratici sulla scrittura e persino sull'ambiente ideale dove coltivare il proprio estro creativo.

 Ma ciò che più mi ha affascinato è la sua vita quale fonte inesauribile di tutte le sue storie, ma soprattutto le sua abilità nel raccontarle.

 

“Gli amatori si siedono e aspettano l’ispirazione, il resto di noi si alza e va al lavoro”.

Alla fine del libro, c'è persino una lunga lista di libri letti, perché "La lettura è il centro creativo di uno scrittore".

 

Ho intrapreso questo viaggio da fan curiosa di scoprire i retroscena, le storie, gli aneddoti legati ai suoi più grandi successi di tutti i tempi.

Ma ho avuto di più.

Catapultata nel mondo di King ho assistito ad un processo straordinario: il momento in cui si accende la scintilla creativa di uno dei mestieri più antichi e affascinanti del mondo, il guizzo di eccitazione di un genio che scova parole giuste e le dispone in fila.

"Scrivere è magia, acqua di vita, al pari di qualsiasi attività creativa".

Così come Leggere è dissetarsi. O meglio, Leggere è vivere.

Alla fine di questo viaggio ho ancora sete, non mi rimane che bere, bere per dissetarmi.


genere: biografia

anno di pubbligazione: 2021

 


giovedì 25 luglio 2024

BARABBA

 





Barabba - Pär Fabian Lagerqvist

Recensione di Miriam Donati


“Dio è morto”

L’autore, premio Nobel, ce lo dice con una scrittura cupa, scostante, essenziale. La scrittura indugia su brevi scene “teatrali”, semplificando situazioni complesse, fissando in lampi pittorici che richiamano Caravaggio per i chiaroscuri e fondali affollati come quelli di Brueghel o Hieronymus Bosch per le azioni del protagonista e degli altri personaggi.

Bar-abba, vuol dire figlio del padre e il nostro diventa nel racconto un parricida inconsapevole riportando come ricordo dell’avvenimento una vistosa cicatrice, un segno di riconoscimento indelebile.

Lagerqvist sceglie Barabba come simbolo dell’uomo che, nonostante sia permeato dalla voglia di credere, non può e non ci riesce, per dimostrare la sua teoria: si può credere in Dio solo per cieca fede.

In sole 142 pagine, però densissime, caratterizza un personaggio che, condannato a morte, è salvato una prima volta dal Cristo – lo sarà una seconda – si interroga, osserva, spia, cerca di capire per tutta la vita il motivo per cui è stato salvato. Dalla resurrezione di Gesù in poi, attraverso molteplici incontri con i discepoli e con chi ha conosciuto Gesù, sarà testimone del loro comportamento caritatevole e avrà tutti gli elementi per una conversione, ma non rinuncerà mai alla sua logica e, in fondo, alla sua solitudine.

Ha modo di rivedere i suoi atteggiamenti precedenti alla luce di quanto accadutogli, ma le sue reazioni sono sempre o tardive o controproducenti o inutili.

Ci sono passaggi particolarmente strazianti e toccanti come il trasporto notturno attraverso il deserto del corpo dilaniato dell’amica lapidata e la sua sepoltura in una caverna, già tomba del suo bambino. Passaggi che sono messi ancor di più in risalto confrontati con la scrittura generale che è asettica e con una struttura e uno stile del testo molto scabri ed essenziali, a volte, secondo me, un po’ troppo semplicistici, forse dovuti alla traduzione.  

Barabba, raggiunta Roma a vent’anni dalla crocifissione di Gesù, è scambiato per cristiano senza essersi mai convertito ed è condannato. L’unica sua certezza infine è quella della morte a cui si affida.

Se non ha potuto credere Barabba con le occasioni avute, come può farlo un “credente senza fede” e “ateo religioso” come si definiva Lagerqvist con un efficace ossimoro o un ateo attuale che ha smesso di interrogarsi sul senso della vita e che non può, come Barabba, confrontarsi con i discepoli di Cristo? Lagerqvist sembra dirci che il tempo delle domande su Dio sia purtroppo irrimediabilmente finito insieme all’uomo.

In un particolare percorso di lettura che affronti la storia di Gesù raccontata da scrittori non credenti, ma “spirituali”, accompagnerei questo libro con Giuda di Amos Oz, Il vangelo secondo Gesù Cristo di Josè Saramago e Penultime notizie circa Jeshu/Gesù di Erri De Luca.


Genere Narrativa

Anno di pubblicazione 1950

Versione italiana 2004


lunedì 22 luglio 2024

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

 




La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano

recensione a cura di Patrizia Zara



Quanto è importante il titolo per il successo di un libro? Molto, soprattutto quanto la combinazione riesce a penetrare nell'inconscio colpendo la parte più sensibile e narcisistica di ognuno di noi.
L'accostamento della parola "solitudine", già di per sé romanticamente malinconica, fluida e laconica, con i "numeri primi", numeri speciali divisibili solo con se stessi, fondamentali nei processi matematici, risulta vincente e, insieme allo sguardo grande, enigmatico e inquietante della foto di copertina, sembra già preludere la grandezza di un romanzo dotato di tutti i crismi della sofferenza interiore.
Chi non ha mai provato il senso della più profonda solitudine nell'incomunicabilità, nella mancanza di condivisione, il senso del vuoto, del dolore indivisibile? Chi non ha mai avvertito quel senso di estraneità, ergendosi a dio dell'Olimpo nel vagare sospeso in un mondo di comuni mortali etichettati in anonimi cliché?
Il libro di Giordano è la solitudine di tutti noi confusi nell'ammasso di numeri che si rincorrono e si ammucchiano in un groviglio esasperato. Sebbene, nella presunzione di essere speciali, pochi in realtà sono, poi, in definitiva, quelle teste e quei cuori che risultano inconciliabili con la massa, appunto "numeri primi".
Il romanzo di Giordano fa leva sul lettore, quest'ultimo scioccato dal fatto di sentire e dividere il dolore dei due protagonisti, Alice e Mattia, struggenti esseri romantici, calpestati dalla società, stritolati dalle masse, dai desideri altrui e dai sensi di colpa .
Personaggi che risultano comunque aridi, spettrali, i quali malgrado non riescono a lenire le ferite di un'infanzia segnata da tragedie irreversibili non si piegano a cercare compassione e perdono, anzi velando la loro esistenza con un atteggiamento sterile e svuotato di umana pietà.
Simili nel percorso formativo, i due personaggi s'incontrano dal richiamo di un' eco speciale, si scrutano, specchiandosi con l'aridità della sofferenza. Si riconoscono, tentano di unirsi nel gioco matematico della condivisione, ma si accorgono che ognuno può dividere soltanto con il proprio io il senso della vita sino a questo punto raggiunta. Non si tratta di far scoccare la scintilla di un distratto Cupido per creare una banale love story, è soltanto la certezza matematica che un numero primo non può essere né divisore né dividendo di un altro.
Così i due protagonisti diventati adulti si ricompongono nelle loro caselle speciali separati inevitabilmente proprio dal fatto di essere entità speciali, gemelli, fondamentali soltanto in un processo composto di numeri scomponibili e divisibili.
Alice, volutamente storpia per sfuggire alla tirannia paterna, Mattia macchiato dalla colpa nell'aver abbandonato la sorella disabile: due percorsi, due vite, un' unica anima numerabile con due distinti numeri primi.
Scritto con la leggerezza della poesia, sembra che le pagine scorrono placide lungo un tortuoso percorso fluviale, estremamente dolce, senza mai raggiungere la foce in quell'impeto di getto che giunge in un mare, estremamente salato.

"Succede nei film e succede nella realtà, tutti i giorni. La gente si prende quello che vuole, si aggrappava alle coincidenze, quelle poche, e ci tira su un’esistenza"


genere: narrativa

anno dipubblicazione: 2008

 

 


sabato 20 luglio 2024

TUTTO SU DI NOI

 




📚Tutto su di noi - Romana Petri - 📚

recensione a cura di Alice Bassoli

 

"Tutto su di noi" di Romana Petri è un libro che colpisce dritto al cuore. Racconta la storia di Marzia, una protagonista dal carattere forte e indomabile. La sua voce, narrata in prima persona, risuona con furia e spudoratezza, svelando un'esistenza segnata dalla violenza e dalla disperazione.

 

Cresciuta nella periferia di Roma, Marzia si ritrova intrappolata in una famiglia disfunzionale: un padre crudele e codardo, una madre devota sino allo strazio, e un fratello che si estranea dalla realtà. La sua lotta per sopravvivere in questo ambiente malsano è senza sosta.

 

Eppure, nonostante i suoi sforzi, Marzia non può sfuggire al conflitto familiare che la circonda. Ha visto la perfezione in un cane che non è riuscita a difendere e in un ragazzo incontrato su un sentiero di montagna, ma questi momenti di bellezza sono minacciati dalla volgarità e dalla crudeltà della vita quotidiana.

 

La scrittura di Romana Petri è magistrale, e accompagna Marzia sull'orlo di un abisso emotivo con una prosa disincantata, fluida e disarmante. Il libro è onesto e genuino, dà spazio ai sentimenti in modo sfacciato e senza filtri. Il desiderio di vendetta e l'odio che Marzia nutre nei confronti del padre sono il perno attorno al quale ruota tutta la storia, un odio viscerale che le impedisce di avere relazioni sane e facendole disprezzare l'umanità intera.

 

Personalmente, ho amato soprattutto la prima metà del libro, quando Marzia è ancora bambina e maggiormente succube della cattiveria dei genitori. In questo periodo, i suoi sentimenti sono descritti in modo particolarmente intenso e toccante.

 

"Tutto su di noi" è un libro che vi consiglio caldamente: un viaggio emotivo che, nonostante la sua durezza, apre la porta a una possibile redenzione e a una nuova esistenza. Una lettura imperdibile per chi ama storie profonde e autentiche.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024


venerdì 19 luglio 2024

I BAFFI

 




I baffi - Emmanuel Carrère

recensione a  cura di Carmen Nolasco


Ci tengo molto ai consigli dei librai che conosco. In particolare, vado spesso a trovare due libraie che leggono davvero – non solo il riassunto in copertina.

Così accade che una di loro, giovane e letterariamente onnivora, mi dice che sta leggendo un romanzo di Emmanuel Carrère: I Baffi. E che, se all’inizio la lettura le ha strappato qualche sorriso, proseguendo è entrata in una dimensione di incredulità e inquietudine. Addirittura. Sì, dice: è spiazzante, ma non ho ancora finito di leggerlo.

Allora lo compro! Esclamo. Mi basta questa sua descrizione.

Detto fatto. Mi ritrovo tra le mani 149 pagine, come dire, perturbanti. Scopro che il romanzo è stato pubblicato nel 1986 e che − mi riprometto di andarlo a cercare − ne è stato tratto un film omonimo nel 2005 interpretato, tra gli altri, da Vincent Lindon ed Emmanuelle Devos.

Emmanuel Carrère, l’autore, è nato a Parigi dove attualmente vive, Adelphi ha già pubblicato dodici dei suoi libri.

La storia parte, in effetti, in modo piuttosto divertente: un giovane architetto decide una mattina di tagliarsi i baffi. L’incipit è proprio questo:

«Che ne diresti se mi tagliassi i baffi?». Agnès, che sfogliava una rivista su divano, diede in una risata leggera, poi rispose: «Sarebbe una buona idea»”.

Poi la moglie esce a fare la spesa e il nostro personaggio resta solo. L’operazione di rasatura è accompagnata da sentimenti contradditori: l’eccitazione per la novità del suo cambiamento d’immagine e la preoccupazione per la reazione di Agnès al suo rientro. Ma quando la moglie torna, pare non accorgersi di nulla e non fa alcun riferimento alla questione. I due si recano a cena a casa di amici e anche loro non notano niente. L’architetto si sente in bilico tra un risentimento infantile e un godereccio divertimento per quello che, a questo punto, ritiene essere uno scherzo ideato dalla moglie, del resto avvezza a burle del genere.

La burla però, se di questo si tratta, si protrae oltre il previsto.  Una volta a casa Agnès, interrogata, gli risponderà che lui non ha mai avuto i baffi. Inizia a questo punto un corposo e sconvolgente rimuginare che porterà il nostro uomo a ipotizzare non più uno scherzo innocente della moglie con la complicità degli amici, ma un vero complotto a suo danno che acquisterà, via via, dimensioni sempre più considerevoli e risvolti sgradevoli fino a condurlo al temere per la propria incolumità.

Ciò che il lettore si domanderà per grande parte della lettura, scorrevolissima e sorprendente, è se il protagonista sia un folle paranoico oppure la vittima di una macchinazione di larga portata.

La soluzione arriverà nel proseguo e sarà sempre più sbalorditiva fino a condurci dentro un finale assolutamente imprevedibile.

Come non associare questa lettura al folgorante “Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello?

  “Mia moglie sorrise e disse: – Credevo ti guardassi da che parte ti pende. Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: – Mi pende? A me? Il naso? E mia moglie, placidamente: – Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra”.

Il viaggio allucinante del protagonista nei meandri tortuosi della mente al fine di sciogliere il dilemma sui presunti baffi è davvero, per tantissime pagine, un incubo senza soluzione che ci rimanda alla questione identitaria non solo pirandelliana, ma anche kafkiana della Metamorfosi, dove la situazione paradossale mette alla prova l’intero equilibrio esistenziale del personaggio.

Nel caso de “I baffi”, a soccorrere il protagonista c’è però un legame amoroso con Agnès così intenso che pare, almeno in un primo tempo, sorreggere l’affanno:

Andrò da uno psichiatra, disse lei. Perché tu? Se c’è qualcuno che è fuori di testa, rispondeva lui, quello sono io. Perché? Perché gli altri la pensano come te, anche secondo loro non ho mai avuto i baffi, quindi sono io che do i numeri. Ci andremo entrambi, disse lei baciandolo, forse alla fin fine è una cosa comune. Tu credi? No. Nemmeno io. Ti amo. E si ripeterono che si amavano, che si credevano, che si fidavano l’uno dell’altra, anche se era impossibile, ma cos’altro potevano ripetere?”.

Senza voler spoilerare nulla, ritengo che la parte più imprevedibile e intensa risiede nel finale: vi farà chiudere il libro con un sopracciglio alzato e la sensazione, terribile e affascinante al tempo stesso, di aver fatto un viaggio, trattenendo il fiato, lungo 149 pagine, attraversando i meccanismi psicologici dell’uomo per il quale la fuga da tutto e da tutti, non rappresenta, come spesso si crede, la salvezza, ma un punto di non ritorno.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2020

giovedì 18 luglio 2024

LE RIVE DELLA COLLERA

 




 LE  RIVE  DELLA  COLLERA - Caroline Laurent -

ewcensione a cura di Edoardo Todaro


Ecco un saggio storico che dobbiamo assolutamente leggere. Un romanzo sulla volontà di sopravvivere. Una vicenda che non solo riguarda l’impero britannico, ma di sicuro tutte le lotte anticoloniali che si sono succedute in questi anni. Le isole Chagos, l’indipendenza delle Mauritius, e l’isola di Diego Garcia, che come un qualsiasi oggetto viene data in affitto dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Il futuro per Diego Garcia? Una grande base militare e per far questo gli abitanti saranno cacciati dalla propria terra. Un dramma storico poco conosciuto riportato alle cronache da 337 pagine. Un romanzo che mette in evidenza  la lotta tenace e determinata di chi come Marie si oppone con tutta se stessa  all’esodo obbligato, alla deportazione,  e che si affida alla giustizia, sorella cattiva, della speranza ed al coraggio. Coraggio che è l’unica arma in mano a chi non ha altra scelta e che può mettere in discussione l’impero coloniale britannico. La decolonizzazione è un vento che soffia inarrestabile dall’India alla Nigeria, al Kenia. Il referendum, del 1967,  sancisce l’indipendenza nonostante le minacciate ripercussioni economiche. Ma , c’è un ma che condiziona il futuro di Diego Garcia: gli inglesi non tengono conto del risultato e le Chagos restano alla Gran Bretagna che raggiunge un accordo segreto con gli Stati Uniti lasciando Diego Garcia in locazione agli americani per 50 anni, con altri probabili 20. Gli abitanti che si oppongono a questa sorte, si trovano di fronte condizioni impossibili: 1) partenze volontarie ma senza che sia esplicitato un possibile ritorno; 2) viveri e merci vengono bloccati per far sì che  i “ riottosi “ se ne vadano; 3) nel caso il blocco non ottenga gli obiettivi previsti, gli occupanti faranno ricorso all’uso della forza. Marie non accetta di essere sradicata dalla propria terra. Essere nati a Diego Garcia, morire a Diego Garcia: non può essere messo in discussione. Gli occupanti per ricondurre alla ragione i nativi, mettono in campo l’uso della fame. La fame diviene un’arma a tutti gli effetti per piegare la resistenza di chi non accetta di andarsene. Una vera e propria politica  della fame portata avanti contro i locali. Oltre a questo, assistiamo ad un qualcosa di estrema attualità ( vedi il genocidio in corso in Palestina ): abitazioni rase al suolo, magazzini distrutti, diritto al ritorno negato, e ad alla dignità che non è in vendita. Alle Chagos  viene sradicato un modello di vita che non prevedeva disoccupazione; la vita quotidiana era scandita dall’essere pacifica; dove ognuno ha la sua casa e la vita non è basata sull’economia e nessuno ha documenti. L’essere costretti ad andarsene mette in discussione tutto questo. Viene persa la tranquillità, la felicità, la dignità, la cultura e l’identità. Marie ha, oltre alla rabbia, un principio fondamentale che la fa andare avanti: mai mollare, nonostante la consapevolezza di avere a che fare con una lotta impari, a tu per tu con Usa e Gran Bretagna. Marie ingiustamente strappata dalla sua isola, venduta come una schiava, gettata in una bidonville, tradita dal proprio uomo che è al servizio dell’amministrazione coloniale, e quindi un amore impossibile, Marie che possiede solo una cosa, come tutti i poveri: se stessa e che mette in atto l’arma di coloro che non hanno altro su cui contare e cioè lo sciopero della fame. Marie ci insegna una cosa fondamentale: la giustizia non viene dalle leggi degli stati, viene solo dagli uomini. Marie ci accompagna in tutte le tappe di un percorso che arriverà fino al ricorso al tribunale dell’Aja. Caroline Laurent ha fatto un’opera importantissima, si è messa al servizio della narrazione per raccontare, attraverso la scrittura, una pagina di storia rimossa, una pagina di storia al servizio della dignità , quella dignità che nessuno può sconfiggere o mettere in discssione-


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2023

mercoledì 17 luglio 2024

COME PESCI SUGLI SCOGLI

 




Come pesci sugli scogli - Simona Moraci -

recensione a cura di Connie Bandini


Nella Messina degli anni Novanta, meravigliosa nei colori di un mare culla di miti fantastici, ma troppo stretta per tracciarvi le linee di un futuro possibile, si dipana la storia di Chiara e Saverio.  Sensibile e sognatrice lei, concreto e disilluso lui, si scontrano e si intrecciano, in una realtà in cui chi è obeso viene tagliato fuori dai giri che contano, così come chi nasce figlio di pescatore è destinato a ereditare la puzza di pesce, quella che si attacca alle mani e  agli abiti sottomarca, così diversi da quelli dei compagni di classe, privilegiati e felici.

Saverio, che dal nonno ha ereditato con orgoglio il nome, è alto e guarda il mondo da una prospettiva diversa rispetto a quella attraverso cui lo osserva Chiara. Tuttavia i loro mondi e i loro sguardi, così diversi e apparentemente contrapposti, si agganciano e provano a disegnare nuovi confini, meno angusti rispetto a quelli in cui le circostanze e le casualità dell’esistenza li hanno posti.

Simona Moraci, insegnante messinese capace di attingere alla propria  esperienza di insegnante per raccontare i risvolti più profondi dell’adolescenza, offre al lettore una storia fatta di luci e ombre, un romanzo di formazione che racconta il passaggio dall’adolescenza alla maturità, le difficoltà legate al processo di crescita, le fratture tra il mondo degli adulti e quello dei più giovani e, soprattutto, il potere salvifico dell’amore, l’unico in grado di sanare le ferite.

Chiara e Saverio sono come pesci sugli scogli, stremati, confusi e boccheggianti: Moraci li restituisce al lettore nel momento in cui si riconoscono e si fanno l’uno il punto di forza dell’altro; insieme – forse – affronteranno le vicende della loro vita e realizzeranno di essere gli unici artefici del loro destino.

Una storia che racconta colori, sapori e profumi di una terra magica e contraddittoria insieme, nella quale allo stesso tempo può accadere tutto e il contrario di tutto, come ben espresso dalla teoria di Schrödinger, filo conduttore del romanzo fin dalle battute iniziali.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024

   

 


martedì 16 luglio 2024

RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE - L'EQUAZIONE IMPOSSIBILE DEL DESTINO

 




RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE – AVVENTURE TRA LE PAGINE PER RAGAZZI CURIOSI
romanzi segnalati e recensiti da Elisa Caccavale


L'equazione impossibile del destino - E. Puricelli Guerra

Nel consiglio di lettura per ragazzi di questo mese vi presento un romanzo di Elisa Puricelli Guerra, romanzo che quest’anno compie dieci anni, ma che sta conoscendo una nuova giovinezza perché è stato uno dei tre testi scelti dagli autori di Mondadori Educational per la nuova collana “lettura al centro” con percorsi WRW: sto parlando di L’equazione impossibile del destino.

La storia narra di Hazel un’orfana che viene adottata da un misterioso architetto, Mr. Grymes, che però è una figura evanescente che non si mostra mai, lasciando la ragazza sola con una scontrosa e misteriosa governante, e di Colin, un ragazzo geniale ma con una vita difficile e che vive chiuso in un mondo solitario, fatto di libri e matematica. Quando arriva nella nuova scuola Hazel viene subito presa di mira e diventa oggetto di scherzi e cattiverie; solo con Colin riesce a stabilire un rapporto intenso e profondo che porterà i due giovani ad indagare su un mistero del passato, legato ad un giardino abbandonato, che però si rivela anche essere, misteriosamente, attuale.

Ho trovato questo romanzo particolarmente adatto al pubblico più giovane per una serie di motivazioni:

la storia narrata è avvincente e misteriosa al punto giusto; l’autrice è riuscita a creare suspense intorno alla vicenda e ai personaggi e non è semplice ipotizzare come procederà la narrazione e immaginare delle ipotesi sulla situazione. Il testo non risulta quindi banale o scontato e tiene il lettore con un alto livello di curiosità.

Nel romanzo si trova una commistione di generi vincente: abbiamo il romanzo di formazione nelle vicende di Hazel e Colin, la fantascienza nell’esplorazione dei paradossi spazio-temporali, la storia d’amore nelle vicende personali dei protagonisti, il tutto calibrato in modo equilibrato così che il libro riesce a donare una storia intensa e originale.

I protagonisti sono due ragazzi molto giovani, due solitari e “diversi” che si devono scontrare con le cattiverie del mondo e della vita, oltre che con le difficoltà insite nell’adolescenza e nel percorso di crescita e dovranno trovare dentro e se stessi e nel sostegno reciproco la forza per non cedere, e anche quella per trovarsi ed accettarsi così come sono.

Il romanzo può rientrare anche nella categoria young adult, molto apprezzata in questo momento dai giovani lettori (e non solo), perché nelle vicende di Colin e Hazel si possono in qualche modo immedesimare: nei loro percorsi, nel loro sentire, nell’esplorazione della nascita dei primi sentimenti d’amore.

In conclusione un romanzo caldamente consigliato.


genere: narrativa per ragazzi

anno di pubblicazione: 2014

 




lunedì 15 luglio 2024

SE QUESTO E' UN UOMO

 




 Se questo è un uomo - Primo Levi 

recensione a cura di Patrizia Zara



"Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa...C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo"

È il n. 174517 che si confessa al mondo.
È un Häftling, spogliato di ogni cosa, rimasto vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, caduto nel fondo.
Il libro di Primo Levi fa paura, semplicemente paura e non so dire altro.
Leggerlo è un pugno allo stomaco e ogni passo risulta indigesto e incomprensibile nella sua pacata atroce testimonianza.
Confesso che non ho la forza razionale per poterlo recensire e forse è impossibile farne un'analisi, forse sarebbe anche offensivo cercare di comprenderlo in fondo poiché, a mio avviso, risulta difficile per il lettore calarsi a pieno nel mortificante dolore fisico, morale e psicologico vissuto in quei posti infausti chiamati Lager.
"Lager è fame: noi stessi siamo fame, fame vivente" ; lager è totale umiliazione e demoralizzazione, l'uccisione del tempo e l'annullamento di ogni spazio; lager è il totale naufragio spirituale.
Ma come può un uomo demolire un altro uomo? Ridurre il suo simile svilendolo a tal punto da renderlo un inerme bruto, bestia svuotata di ogni pensiero e ricordo, assetata e affamata? Come può un disegno spaventosamente rigoroso diventare, nel silenzio universale, fattibile?
Domande senza risposta poiché non si può comprendere né razionalmente né sentimentalmente la pazzia lucida e organizzata di un assurdo piano criminale su larga scala, una follia geometrica espressa dalla risoluzione di " annullarci prima come uomini per ucciderci lentamente" così come contaminati da un virus irrefrenabile e, in quanto sconosciuto, incurabile.
La comprensione è possibile quando si tenta di giustificazione un gesto illegale tuttavia umano, ma nella testimonianza di Levi di umano non esiste nulla, tutto è fuori dall'uomo.
E le pagine sembrano concatenate in un infernale schema dantesco poiché "Qui non ha luogo il Santo Volto, qui si nuota altrimenti nel Secchio"

Un libro per non dimenticare perché l'oblio e la rimozione, per lo più volontarie, hanno salvato i responsabili, uomini e industrie, e messo a tacere le coscienze.
Un libro dalla coinvolgente testimonianza affinché l'umanità stia all'erta e pronta a ogni segnale di cedimento di quel sentimento etico di rispetto della specie umana in tutte le sue forme.

«Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando a casa andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli.»


genere: narrativa

anno di pubblicazione. 1958

 


domenica 14 luglio 2024

IL COLPEVOLE IDEALE

 





Il colpevole ideale – Francesca Panzacchi. Alessandro Noseda

Recensione a cura di Dario Brunetti


Il colpevole ideale è il nuovo romanzo della coppia di autori formata da Francesca Panzacchi e Alessandro Noseda.

Protagonista di questo coinvolgente legal thriller è il noto avvocato Sergio Bulgamelli che ha ereditato lo studio che era di suo padre nel centro di Bologna. Uno studio elegante e ben avviato, specializzato in diritto di famiglia. L’uomo è sposato con Lodovica ed è padre di due figlie, e come se non bastasse il suo irresistibile fascino gli consente di avere rapporti con altre donne.

La conoscenza di un magistrato di nome Celeste metterà nei guai il buon Sergio, infatti la loro segreta relazione è destinata a un esito imprevisto e spiazzante.

La coppia ha avuto un’accesa lite fuori da un locale in cui Celeste chiede a Sergio di lasciare sua moglie Lodovica e molti curiosi hanno assistito alla sfuriata.

Il giorno seguente decreterà l’inizio di un incubo interminabile per l’avvocato Sergio Bulgamelli, perché in un dirupo verrà trovato il corpo di Celeste.

Il protagonista entrerà a far parte nel registro dei sospettati, dopo essere stata l’ultima persona ad aver visto la povera donna. In suo soccorso andranno un avvocato penalista e un investigatore privato per cercare di difenderlo dalla pesante accusa che lo vede indagato e al tempo stesso di scoprire l’assassino.

Un romanzo che si avvale di una narrazione in prima persona che consente una lettura piacevole e piuttosto scorrevole attraverso dei dialoghi serrati. La collaudata esperienza degli autori favorisce un buon sviluppo della trama con un intreccio narrativo tipico del genere e con un finale doppio, “a sorpresa”. Scelta che stuzzica gli amanti del genere e che rende appetibile la voglia di leggere questo romanzo.

Bologna si tinge di giallo e fa di sé una città insolita, ricca di misteri e dove ci sono torbide relazioni che nascondono più di un segreto destinate a risultare un’arma a doppio taglio per i protagonisti della storia.

Buona lettura!


genere: legal thriller

anno di pubblicazione: 2024


venerdì 12 luglio 2024

IL BAR SOTTO IL MARE

 




Il bar sotto il mare – Stefano Benni -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Non so dire se cercassi qualcosa, o se fossi inseguito: ricordo che erano tempi difficili ma io ero, per qualche strana ragione, felice".

"Nell'invenzione nulla muore, mentre ricchezza e indifferenza spengono tutto".

"Il bar sotto il mare" di Stefano Benni è un invito a viaggiare immergendosi nelle profondità del mare fino ad un luogo onirico.

Questo bar ha un'unica regola: ogni cliente deve condividere una storia.

Entrando in questo mondo fantastico veniamo rapiti da un'immagine, una foto che ritrae 23 clienti abituali del bar.

L'uomo invisibile, il marinaio, il vecchio con la gardenia, la sirena, il venditore di tappeti, il cane, la pulce, Arturo perplesso davanti alla casa abbandonata sul Mare, e alcuni abitanti di Sompazzo, paese famoso per le barbabietole e i bugiardi. Questi sono solo alcuni dei protagonisti bizzarri che ho incontrato.

Le immagini evocative del libro mi hanno fornito una dimensione quasi realistica che mi ha accompagnata, pagina dopo pagina, in mondi fantastici, ambientazioni inverosimili, aneddoti unici, favole inimimmaginabili, fino alla fine del viaggio con un finale che ho trovato sorprendente.

Mi ha fatto sorridere e quasi non volevo lasciare questo libro...e i clienti del bar sotto il mare.

Non vedo l'ora di viaggiare ancora, e ancora, attraverso i mondi straordinari raccontati dalla fervida di immaginazione di Stefano Benni.

Libro divorato, divertente, ironico, comico, assurdo e pieno di significati nascosti. 

Ogni racconto è associato ad una citazione e il titolo è tutto un programma.

Una lettura irresistibile, piacevole, veloce, per certi aspetti insolita perché ogni storia affronta temi unici, diversi che hanno un unico filo conduttore: il piacere di raccontare una storia.

Tutto inizia e finisce con una storia e ancor prima di capire che cosa sta accadendo, la realtà di questo straordinario scrittore ci travolge scuotendo il nostro comune modo di vedere le cose..


genere: racconti

anno di pubblicazione: 2015

 


giovedì 11 luglio 2024

IL PRIMO CASSETTO IN BASSO

 




Il primo cassetto in basso - P. Delmastro

recensione a cura di Gino Campaner

 

📖Spiccioli di trama: il commissario Mancuso è alle prese con un enigmatico omicidio avvenuto nella zona di spaccio più "frequentata" di Milano. Non sa bene dove rivolgere la sua attenzione però c'è quel particolare che l'assassino lascia accanto alle vittime che lo convince a richiedere la consulenza di un esperto del gioco degli scacchi. Il nome giusto è quello di Fossati un investigatore privato  grande appassionato, nonché maestro, di questo gioco. Fossati però non pare molto convinto di collaborare con la polizia soprattutto a causa di ciò che gli è successo l'ultima volta che ha messo piede in un commissariato... 

 

🔥Punto di forza: certamente i personaggi che la penna di Delmastro ha creato. Personaggi che, malgrado un contesto drammatico e di suspense, sono spesso ironici e sarcastici su tutti spicca ovviamente Fossati. Tutti ben definiti e tutti, anche se solo per un breve momento, vengono elevati a protagonisti. I passaggi emotivamente molto forti non mancano e sono sempre ben calati nella storia. Altro punto a favore è il ritmo del racconto: brioso, non scade mai di tono. Si arriva alle pagine finali velocemente coinvolti in una storia ben scritta e ottimamente raccontata. 



🙁Punto debole: forse alcuni passaggi sono un po' arditi, al limite del verosimile. Ma tutto questo è come sempre un giudizio personale. 



🏁Finale: un finale giusto, che non lascia spazio a improbabili "salvataggi" che a mio parere sarebbero stati poco coerenti col resto del racconto. Un finale che spiazza un po' il lettore e rende la vicenda un po' meno aspra. Non tutte le questioni aperte vengono chiuse...a doppia mandata. 



🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐
Giudizio finale largamente positivo. Spero che Delmastro ci regali ancora romanzi con Fossati protagonista. Merita di essere ancora al centro della scena. A livello personale mi sento di aggiungere che anche il personaggio di Cinzia mi piacerebbe vederlo ancora presente in un prossimo libro. Ha ottime potenzialità. L'ho apprezzato molto. Complimenti. 

 


mercoledì 10 luglio 2024

UNA STANZA TUTTA PER SE'

 




Una stanza tutta per sé - Virginia Woolf 

recensione a cura di Francesca Simoncelli

 

Virginia Woolf, scrittrice e saggista inglese, che è vissuta tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, è stata un’attivista per i diritti delle donne e il saggio "Una stanza tutta per sé" ne è il manifesto. 

Il libro nasce dal discorso che Virginia Woolf fu invitata a tenere per le ragazze universitarie di Cambridge su "le donne e il romanzo". 

Erano passati pochi anni dal diritto al voto delle donne in Gran Bretagna, ma la strada per la parità era ancora lunga ed ardua. 

Il discorso inizia con l'affermazione che una donna, per diventare scrittrice, ha bisogno di una rendita di 500 sterline l'anno e di una stanza tutta per sé. 

Nelle prime pagine descrive un episodio molto eloquente sulla condizione della donna in quel periodo storico: mentre lei sta attraversando il prato dell'università, viene rimproverata dal custode, perché quel posto è vietato alle donne; loro possono camminare soltanto sul sentiero. 

Da qui inizia una sconfinata riflessione sulla differenza tra uomini e donne nella vita, ma soprattutto nella letteratura. 

Si interroga sui lavori delle prime scrittrici donne, notando, in molte di loro, una rabbia ed una frustrazione causate dalla loro condizione svantaggiata, che entrano di prepotenza nel carattere delle protagoniste dei loro racconti, come ad esempio Jane Eyre di Charlotte Bronte. 

 Le uniche, secondo i suoi studi e il suo parere, che non sono state corrotte da questi sentimenti negativi, sono Emily Bronte e Jane Austen, che infatti sono riuscite a far nascere dalla loro penna, anche secondo la mia opinione, i due più grandi capolavori della letteratura inglese dell’Ottocento. 

 Poi si domanda: se i grandi autori, come ad esempio Shakespeare, avessero avuto le stesse limitazioni delle donne, avrebbero scritto ugualmente opere eccelse? O sarebbero stati influenzati da condizioni svantaggiose e precarie, non riuscendo a portare alla luce i loro scritti? 

 L’inferiorità della donna, quindi, si ripercuote non solo nella quotidianità, ma si denota anche nell’arte ed in particolare nella letteratura. 

 L'essere sprovviste di mezzi economici e di uno spazio privato le penalizzava; l'ostilità con cui gli uomini guardavano le scrittrici le scoraggiava a seguire le proprie vocazioni letterarie. 

 Dal giorno in cui Virginia Woolf tenne questo discorso, ne è passato di tempo, eppure ancora oggi ci sono ingenti disparità tra i sessi e molti uomini continuano a considerare la donna come un essere di loro proprietà, senza il diritto di avere idee e vita proprie. 

Ammiro questa scrittrice perché è pioniera della difesa della libertà intellettuale delle donne. 

Ho molto apprezzato questo libro perché, con una mente brillante e innovativa, lei riesce a fare un excursus del suo tempo, con riflessioni audaci e all'avanguardia, che portano noi lettori ad interrogarci sull'evoluzione della condizione della donna, sulle ristrettezze mentali della società, sulla prevaricazione maschile, sulle conquiste fatte nel tempo ed infine sui traguardi ancora da raggiungere. 


genere: saggio

anno di pubblicazione in Italia: 1963

 


martedì 9 luglio 2024

LA VERA STORIA DELLA BANDA HOOD

 



La vera storia della banda HoodWu Ming 4 -

recensione a cura di Elisa Caccavale


In questo romanzo Wu Ming 4, pseudonimo di uno dei membri del collettivo Wu Ming (gli stessi autori di Q, pubblicato per Einaudi nel 1999 sotto il nome di Luther Blisset), ci narra la storia del leggendario Robin Hood, quella che potrebbe essere la narrazione reale, storicamente plausibile.

💬La narrazione prende le mosse seguendo le vicende di Guy de Gisborne, un nobile decaduto e caduto in disgrazia che segue Riccardo Cuor di Leone durante la sua impresa nella terza crociata; da qui però farà ritorno con una missione affidatagli dallo stesso sovrano, missione che si intreccia con le trame per la conquista del trono del fratello di Riccardo, Giovanni, e dei suoi fedeli, mentre una misteriosa banda di ladri saccheggia chiunque attraversi la foresta di Sherwood.

📚Fin qui il lettore si ritrova nella storia ben nota di Robin Hood e della sua banda, e durante la lettura troverà molti dei capisaldi della leggenda più nota del medioevo: infallibili arcieri, la foresta di Sherwood, Little John, lo sceriffo di Nottingham, Lady Marian… ma allo stesso tempo chi legge deve aspettarsi anche di rimanere profondamente disorientato perché La vera storia della banda Hood non narra la vicenda di un eroe che “ruba ai ricchi per dare ai poveri”, anzi, leggendo scoprirete che Robin Hood non è neanche un personaggio del romanzo, certamente non come potremmo aspettarci…

🏰Wu Ming 4 ha preso una leggenda e ne ha fatto Storia, quella che si studia sui libri: se davvero Robin Hood e la sua banda fossero esistiti, ecco, allora la loro vita, la loro vicenda, il mondo in cui si sono trovati a condurre le loro miserevoli esistenze, sarebbe stato proprio questo. Non c’è dolcezza, non c’è romanticismo, ma brutalità, dolore; come si legge nella quarta di copertina: “se mai può esistere una versione verosimile è però impastata di fango, sangue e sogni”.

📜La trama è degna di un ottimo romanzo storico: il conflitto fra Riccardo e Giovanni, figli di Enrico II ed Eleonora d’Aquitania (altra figura interessantissima che troviamo in un cameo nel libro e alla quale sono dedicati bei romanzi come quelli di Elizabeht Chadwick) è raccontato con precisione, portando il lettore negli intrighi di palazzo e nelle pieghe della politica, mentre dall’altra parte si muovono “gli invisibili”, uomini e donne i cui nomi sono stati cancellati dalla storia, ma che della Storia intesa come ininterrotto fluire del percorso dell’umanità, hanno fatto, silenziosamente, parte.

🧚Le vicende storiche di personaggi reali e quelle di figure verosimili si uniscono, però, a quelle di personaggi fantastici e degni del genere fantasy: troll, fate, spiriti silvani si muovono sul palcoscenico narrativo con naturalezza, come se la loro esistenza fosse un mero dato di fatto. Questa è, d’altronde, una delle caratteristiche della scrittura di Wu Ming 4 che ama unire Storia e leggenda creando risultati affascinanti.

🔍Mi piace immaginare questo romanzo anche come una sfida per il lettore, il quale si troverà a ricomporre le parti note a tutti della famosissima leggenda e a trovarle e “incastrarle” nella narrazione di Wu Ming 4, stupendosi per il modo in cui l’autore è riuscito a dare ad ognuno di questi particolari una collocazione nuova, diversa ma allo stesso tempo riconoscibile e armoniosa.

🖋️La vera storia della banda Hood è un romanzo brutale, che arriva dritto al cuore e lascia il segno e, come spesso accade, i segni possono fare male: un libro in cui non c’è spazio per i buoni sentimenti, per la gratitudine, per la compassione, in cui la vita nell’Inghilterra del 1192 è rappresentata in tutta la sua brutalità e crudezza. La conclusione è una di quelle che non si possono dimenticare e che lasciano il lettore orfano e spaesato, dolente, ma pieno di emozioni per aver letto un romanzo davvero eccellente.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024


lunedì 8 luglio 2024

TRA DUE MONDI

 





Tra due mondi – Olivier Norek -

recensione a cura di Lilli Luini

Cominciamo con la trama, per inquadrare ciò di cui stiamo parlando. Dopo un prologo breve e terribile, la vicenda si apre in Siria, nelle prigioni del dittatore Assad. Qui, due ufficiali della polizia militare stanno interrogando un prigioniero, nudo, legato a una sedia, picchiato. Ma l’uomo, militare dell’Esercito siriano libero, oppositori del regime. non parla e allora uno dei due suggerisce di iniziare a torturarlo. L’altro, di nome Adam, si allontana dall’edificio. Perché è anche lui un militare dell’Esercito siriano libero e sa che, appena il prigioniero parlerà, la sua vita a Damasco sarà finita. Mette in atto il piano predisposto da tempo: va a casa e fa partire in fretta e furia moglie e figlia, in uno di quei viaggi che la cronaca ci racconta ogni giorno. E poi, lui stesso, sistemate le ultime cose, partirà. Si ritroveranno a Calais e da lì andranno in Inghilterra. Soltanto Adam ci arriverà, a Calais, e con lui entreremo in quella che veniva chiamata “giungla”, quella tendopoli vergogna dell’Europa che nei due anni in cui è stata attiva è arrivata a ospitare 7/8.000 persone.

Non solo le condizioni igieniche erano drammatiche, ma all’interno vigeva la più assoluta illegalità, con stupri, omicidi, accoltellamenti, guerre tra gruppi di etnie differenti. Con le istituzioni totalmente impotenti, gli unici ad occuparsi erano i volontari, che cercavano di proteggere almeno donne e bambini.

Quando Adam sottrae un bambino a un gruppo che lo usava come giocattolo sessuale, diventa anch’egli un bersaglio, ben deciso tuttavia a non uscire dal campo perché vive nella fede incrollabile che, prima o poi, moglie e figlia arriveranno. Il protagonista non è un eroe ma un uomo che ha fatto il poliziotto per quindici anni e che ha un forte senso della giustizia. Il suo incontro, fuori dalla Giungla, con il tenente francese Bastien Miller, che ne condivide i valori, sarà importante per entrambi.

Norek usa la forma romanzo per metterci in faccia la realtà che non vogliamo vedere. Non è un noir in senso classico, ha scritto qualcuno, ed è vero: non c’è delitto, non c’è investigazione, ma è un romanzo nero, nero come l’ebano. Come il buio in cui siamo finiti in questi ultimi decenni.

É un libro paralizzante. Di fronte a certe scene, raccontate con una scrittura precisa, apra, penetrante, ti sensi come se buttassi giù di colpo un whisky senza averlo mai bevuto prima. Chiudi gli occhi, annichilito dal colpo.

È un atto d’accusa all’Occidente, incapace sia di evitare le dittature con annessi e connessi, sia di gestire quel che ne deriva, vale a dire l’emigrazione da paesi dove non si può vivere in pace e dignità. Anzi, dove la morte rappresenta la normalità e la paura fa parte del quotidiano.

La Giungla di Calais ufficialmente è stata smantellata nell’ottobre del 2016. Ma chiudendo il libro ti chiedi quante Giungle, magari più piccole quindi meno visibili ai media, esistano ancora in Europa. E tutto quello che hai letto te lo porti dietro, senza dimenticare una virgola.

genere: noir

anno di pubblicazione: 2018

 


sabato 6 luglio 2024

IL FUOCO CHE TI PORTI DENTRO

 




🔥 Il fuoco che ti porti dentro - Antonio Franchini 🔥

recensione a cura di Alice Bassoli

 

📖 "Il fuoco che ti porti dentro" è un romanzo intenso che narra la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere complesso e spesso difficile. Angela rappresenta tutti gli aspetti negativi della società italiana: qualunquismo, razzismo, classismo, egoismo, opportunismo, trasformismo, mezza cultura e rancore. Questa figura enigmatica e tormentata è la madre dell'autore. Franchini indaga la vita della madre, esplorando le sue passioni e i suoi odi nel tentativo di trovare una spiegazione.

 

💔 Il romanzo si interroga su quali esperienze, frustrazioni o ferite nascoste possano rendere una persona così ostile e rabbiosa. Forse è stata la guerra vissuta da bambina, la perdita prematura del padre, o una madre che ha reso la sua giovinezza e maturità infelici. Potrebbe anche essere un complesso d'inferiorità atavico o il desiderio di rivalsa contro l'oppressore Nord. O forse, il fuoco che la divora è inspiegabile, come il cuore di un vulcano.

 

🎭 Antonio Franchini, con grande abilità narrativa, crea un romanzo-memoir ricco di personaggi che gravitano intorno a una protagonista sempre al centro della scena. Angela è un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare momenti drammatici e ossessivi a situazioni comiche. La narrazione combina la commedia con una furia profonda e viscerale, creando un equilibrio tra sfogo emotivo e rappresentazione teatrale.

 

🌟 Questo è uno dei libri più belli che abbia letto nell'ultimo anno. Scritto con autenticità, è verace, tagliente, profondo, ironico, divertente e drammatico al tempo stesso. Ho riso e pianto insieme, consapevole della sua natura autobiografica. Un libro genuino, senza indulgenze, che esplora i conflitti tra un figlio e una madre difficile, impossibile, ma legati da un legame di sangue indissolubile. Maestoso. Consigliatissimo.

 

📚 Leggetelo e lasciatevi trasportare dalle emozioni contrastanti di questa storia unica e indimenticabile.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024