Visualizzazione post con etichetta agosto2020. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta agosto2020. Mostra tutti i post

lunedì 21 settembre 2020

GLI AFFAMATI

 

GLI AFFAMATI M. Insolia

Gli affamati è un romanzo di narrativa scritto da Mattia Insolia e pubblicato nel luglio di quest’anno dalla casa editrice Ponte alle grazie.  Mattia è giovanissimo, laureato in lettere ha proseguito gli studi in Editoria; collabora da anni con diverse riviste di cultura ed ha pubblicato molti racconti in altrettante antologie. Scrivere credo sia per lui vitale, è una sua precisa impronta genetica. Questo è il suo primo romanzo. Ovvio che lo studio sia importante ma il talento è fondamentale, in qualsiasi ambito artistico. La capacità di inventare storie che coinvolgono, che emozionano non è una caratteristica comune a tutti coloro che scrivono. Mattia con questo romanzo ha dimostrato che talento ne ha tanto, e lo sa utilizzare al meglio. La vicenda che racconta negli affamati è quella che vede due giovanissimi ragazzi, Paolo 22 anni e Antonio 19, rimasti soli nella casa che un tempo dividevano con i loro genitori. Siamo a Camporotondo un paese inventato situato nel nostro sud Italia. Una famiglia, gli Acquicella, povera, problematica. Con un padre alcolizzato e manesco ed una madre succube. Un giorno però la donna decide di dire basta, abbandona tutti e fugge. Lascia i figli, che non la perdoneranno mai, in balia di quel padre padrone che però complice l’ennesima ubriacatura ed una rovinosa caduta muore, lasciandoli soli. Ragazzi che fino a quel giorno non hanno conosciuto che squallore e degrado, da quel momento dovranno diventare padroni delle loro vite, ma non riusciranno a riscattarsi da una esistenza che li ha segnati nel profondo. Paolo lavora in un cantiere edile che detesta, come odia il suo capo. Antonio deve ancora finire la scuola e si affida completamente al fratello che lo accudisce e lo guida. Passano le loro giornate (e le notti) a fumare ed a bere con i loro amici di scorribande. Si lasciano vivere senza un’idea di futuro, non hanno sogni né aspettative. I fratelli sono dominati da una rabbia incontrollabile sempre sul punto di esplodere. Si sentono inadeguati ed abitano in un paese desolato che non offre nulla, che li obbliga a rimanere rintanati nel loro guscio, e dal quale vorrebbero fuggire. La loro casa è stata trasformata in una discarica, con due sdraio sfondate al posto delle sedie. Paolo sente il peso di dover essere una guida per suo fratello ma non è assolutamente capace di fare il capofamiglia. La frustrazione che cova nell’anima delle volte esplode, gli fa commettere azioni deplorevoli e disgustose. Non ha limiti e non prova vergogna, completamente obnubilato dall’alcol e dalla sua instabilità. Antonio è meno irrequieto, studia e attratto dai libri, e più equilibrato ma anche succube del fratello. Insolia scrive un racconto duro, indolente, che non fa sconti e che regala poche speranze. Una scrittura aspra, che non concede pause, che fa parlare ed agire liberamente i suoi personaggi. Questa ritengo essere la più grande dote di Mattia. Unita alla sua acclarata capacita di scrivere. Non impone scelte a Paolo e Antonio. Gli si sono semplicemente presentati e ha scritto la loro storia quasi sotto dettatura, senza interferenze, senza “obbligare” il lettore a prendere posizione. A dispetto di qualsiasi giudizio morale. Questo è il vero talento di uno scrittore, lasciar vivere i propri personaggi, senza imporre scelte o azioni. Finale giusto, coerente col resto del romanzo. Dove il vissero tutti felici e contenti non è contemplato. Per me l’autore se continuerà su questa strada diventerà un grande scrittore. Tanti complimenti a Mattia Insolia e 100 di questi romanzi.

valutazione: più che buona 

genere: 6narrativa

sabato 29 agosto 2020

LE MIE VALUTAZIONI AGOSTO2020

 






agosto 2020

La felicità si racconta sempre male         ⭐⭐⭐⭐

Gli scomparsi                                               ⭐⭐⭐⭐

Formule mortali                                        ⭐⭐⭐⭐

L'amore è tutto qui                                    ⭐⭐⭐⭐★

Ombre di vetro                                          ⭐⭐⭐⭐★

Gli affamati                                               ⭐⭐⭐⭐★

Il giallo di via poma                                  ⭐⭐⭐★

GLI SCOMPARSI

 



GLI SCOMPARSI A. Tripaldi

Gli scomparsi è un libro thriller scritto da Alessia Tripaldi ed edito da Rizzoli. La protagonista del romanzo è il commissario Lucia Pacinotti originaria di Torino e mandata in Abruzzo per ricoprire il suo primo incarico a capo di un commissariato. Non succede molto in quel paese ma quello che si verifica ad un certo punto tra le giornate tutte uguali sembra incredibile. Viene fermato e portato in questura un giovane notato poco prima da alcuni turisti che vagava sulla statale. Il ragazzo è sporco ed in condizioni igieniche e fisiche precarie. Sostiene di vivere nei boschi con il padre che però ora è morto e lo ha dovuto seppellire. Grazie alle sue indicazioni viene in effetti ritrovato seppellito il corpo di un uomo con il viso reso irriconoscibile dai colpi ricevuti al volto e pugnalato più volte alla schiena ed al cuore. Il ragazzo sostiene di aver vagato col cadavere per un po' poi ha deciso di seppellirlo. La vicenda appare subito complicatissima. Non si riesce a capire granché soprattutto dopo che viene accertato che quello trovato morto non è il padre vero del ragazzo che dice di chiamarsi Leone. Per ricevere aiuto Lucia pensa subito ad un amico di Torino ex compagno del corso in criminologia. Lui è l'unica persona che può dargli una mano a decifrare la figura enigmatica di Leone. Il suo nome è Marco Lombroso pronipote di Cesare Lombroso, medico ed antropologo, padre della moderna criminologia per alcuni. Ciarlatano per altri. Lo raggiunge nel capoluogo piemontese e gli chiede di collaborare alla soluzione del caso. Marco è un ragazzo scontroso e scostante che vive in un piccolo appartamento a San Salvario, quartiere di Torino. All’inizio è molto titubante ma alla fine si lascia convincere, è così partono entrambi per l’Abruzzo. Questo è solo l'inizio del romanzo scritto dalla Tripaldi. Un romanzo avvincente che racconta le teorie di Cesare Lombroso e quelle che il suo discendente ha elaborato personalmente e che portano anch’esse ad identificare potenziali criminali, analizzando però parametri e partendo da presupposti diversi da quelli del suo trisavolo. La storia benché molto complessa è condotta in modo molto ordinato attraverso una scrittura che coinvolge e rende la vicenda sempre interessante. I protagonisti, poi, diventano "amici" per i quali si parteggia e si prova immediata simpatia malgrado il loro carattere spigoloso. Il finale è coerente col resto del racconto e per nulla banale. Un romanzo che fa riflettere e che induce il lettore a porsi molte domande sui comportamenti dell’uomo esposto a stimoli estremi. In più è un’occasione per riscoprire la figura controversa di Cesare Lombroso. Come unico aspetto negativo devo evidenziare, come ancora una volta, anche se ormai credo di essere rimasto l’unico a soffrirne visto il grande proliferare di libri, soprattutto thriller, sia l’abuso sui minori l’argomento principale. Ma oltre a questo, che comunque rimane una considerazione molto personale, di aspetti negativi non ne ho rilevati anzi rimane perlopiù un romanzo molto ben fatto con una buona dose di colpi di scena e di situazioni emozionanti. Complimenti. 

valutazione: buono

genere: 1thriller

 


lunedì 17 agosto 2020

FORMULE MORTALI

 



Formule mortali: La prima indagine del commissario Ansaldi di [François Morlupi]

FORMULE MORTALI F. Morlupi

Formule mortali è il primo romanzo scritto da François Morlupi con protagonista il commissario Ansaldi. Anche in questo caso parlo di un libro un po’ datato, pubblicato dalla casa editrice Croce libreria nel 2018. E’ appena uscito Il colbacco di Sofia, la seconda indagine del commissario Ansaldi. Ma io volevo conoscere questo singolare investigatore fin dal suo nascere e non potevo esimermi quindi dal leggere il romanzo che raccontava della sua prima indagine. La vicenda descritta in Formule mortali ha per protagonista la squadra investigativa del commissariato di Monteverde a Roma. Una squadra di poliziotti eterogenea che ha al comando il commissario Ansaldi, poi ci sono la vice ispettrice Eugenie Loy, gli agenti Roberto Di Chiara, Matteo Caldara, William Leoncini. Una squadra composta da agenti molto preparati ma con peculiarità uniche. Il commissario Ansaldi è frequentemente preda di attacchi di panico, che danno origine a svenimenti e tachicardia che tiene sotto controllo con ingenti quantità di ansiolitici; è un “inguaribile” ipocondriaco e un maniaco dell’ordine. Eugenie Loy invece è una ragazza sempre imbronciata, che rifugge qualsiasi contatto umano, che non sa sorridere ma neppure piangere. Una donna con un grosso trauma alle spalle non elaborato a dovere. Gli agenti sono grandi amici tra loro ed anche molto scrupolosi sul lavoro. Leoncini è un ragazzo di colore, africano di nascita, adottato piccolissimo da una coppia romana. Sono tutti alle prese con efferati e crudeli omicidi compiuti nella città di Roma da un serial killer assolutamente fuori controllo che lascia, a firma dei suoi delitti, delle formule matematiche o fisiche che dovranno essere, in qualche modo, interpretate dai nostri investigatori, per riuscire a capire le motivazioni che spingono l’assassino ad agire con tanta efferatezza. Un romanzo thriller con un finale sorprendente, che non farà sconti per nessuno e che lascerà il lettore stupito e per certi versi anche incredulo. Un romanzo coinvolgente che mi ha fatto conoscere dei personaggi singolari ed assolutamente imperfetti, ma dotati di grande umanità e coraggio. Un libro che alterna momenti in cui descrive situazioni molto forti, al limite del sopportabile ed altre molto più “casalinghe”, più rilassanti quasi da commedia e non da giallo. Probabilmente questa scelta era necessaria per meglio reggere i momenti più esasperati. E’ indubbio però che questi momenti creano un grande calo della tensione narrativa che lo scrittore ha costruito e non sempre, almeno a livello personale, l’ho trovata una cosa positiva.  La vicenda è plausibile ed il suo sviluppo certamente verosimile, forse, solo le motivazioni che muovono gli assassini sono un po’ fumose, ma quando un assassino seriale entra in azione le sue motivazioni sono sempre discutibili quindi, anche in questo caso, anche questa situazione rientra nel possibile. In definitiva un romanzo godibilissimo con un ritmo non sempre ficcante ma che nell’ultima parte riserva grandi sorprese e situazioni imprevedibili che non lasciano il lettore con un attimo di respiro. Spero di riuscire a leggere quanto prima anche il romanzo con la seconda indagine del commissario Ansaldi, per il momento complimenti a François Morlupi per questo.

valutazione: buono

genere: thriller


lunedì 10 agosto 2020

OMBRE DI VETRO

 


OMBRE DI VETRO F. Mundadori

Ombre di vetro è un romanzo thriller del 2018, scritto da Fabio Mundadori e pubblicato dalla Damster. Solitamente leggo libri più recenti, raramente faccio eccezioni ma questa è una di quelle volte. Non potevo proprio esimermi dal leggere questo romanzo che rappresenta il sequel di L’altra metà della notte scritti entrambi da Fabio Mundadori. L’altra metà della notte mi aveva completamente conquistato non soltanto per la storia raccontata ma proprio per la qualità della scrittura. L’avevo letto nella ricorrenza dei 40 anni trascorsi dalla strage di bologna ai cui sopravvissuti è dedicato. Quindi l’ovvia conseguenza era leggerne il seguito. Ombre di vetro è un libro complesso, immagino studiato a lungo e con un grande lavoro per far combaciare tutti i pezzi del “puzzle”. E’ un romanzo thriller che vede protagonista il commissario Cesare Naldi, anche se in questa nuova avventura non è più funzionario di Polizia ma titolare, insieme alla donna che ama (Cristina Mancini), di una agenzia investigativa. La sua fuori uscita dalla polizia è stata dolorosa ma “obbligata” dopo gli avvenimenti di un anno prima. Un omicidio compiuto in quei giorni a Bologna richiama alla memoria il modus operandi di un serial killer a cui aveva dato la caccia proprio Naldi trent’anni prima.  A distanza di tanti anni mammana, chiamato così perché uccideva giovani donne in gravidanza e ne asportava il feto, sembra essere tornato. Un vero rompicapo, al quale la polizia col nuovo, ed inconcludente, commissario Malerba stenta a trovare una soluzione. Si tratta di un emulatore o di una semplice coincidenza? Alla vice questore, Silvia Severi, viene presto in mente il vecchio caso con protagonista il serial killer. Decide allora di chiamare colui che per primo gli diede la caccia, mettendosi contro l’intera procura. Così entra in gioco nelle indagini Cesare Naldi che da quel momento cercherà di far luce sul “nuovo” mammana e magari anche su quello originale. Nel raccontare l’incipit mi fermo qui, perché il libro è molto più articolato e complesso di quello che si riesce a trasmettere descrivendone la trama e poi perché di un thriller meno si svela, e più si lascia la sorpresa al lettore, meglio è. Questo romanzo mi ha coinvolto moltissimo, l’ho letto in brevissimo tempo e mi ha molto colpito. Con queste premesse, appena terminata la lettura, se ne vorrebbe scrivere subito la recensione anche per poter testimoniare a caldo le sensazioni che ti ha trasmesso, le emozioni che ti ha fatto vivere. Ma un romanzo, almeno per me è così, dopo averlo terminato, e prima di poterlo raccontare agli altri, deve rimanere dentro di te qualche ora a sedimentare, per essere meglio “digerito”. Come avviene per alcuni vini, che prima di essere gustati devono essere versati nel decanter per farne depositare profumi e sedimenti. Questo romanzo non ha fatto eccezione, anzi, questo, più di altri, ha avuto bisogno di “riposare” dentro di me. Non nascondo che ho dovuto rileggere alcuni passaggi che mi erano rimasti un po’ oscuri ma poi tutto si è chiarito e l’opinione finale è quello di aver letto un romanzo con i fiocchi: complesso, con un ritmo molto sostenuto, scritto con molta attenzione e senza errori di editing. Con personaggi indimenticabili, alcuni alquanto inquietanti altri a cui ci si affeziona immediatamente. Finale sorprendente, che non fa sconti, perfettamente in linea con l’asprezza del racconto. Finale che mi fa sperare che per Cesare Naldi non sia finita qui. Anche se la vita d’ora in avanti per lui sarà un inferno. Complimenti a Fabio Mundadori che ha scritto ancora una volta un romanzo molto bello con una trama complessa e per nulla banale, che va letto con attenzione.

valutazione: più che buono

genere.: thriller






sabato 8 agosto 2020

LA FELICITA' SI RACCONTA SEMPRE MALE

 



LA FELICITA' SI RACCONTA SEMPRE MALE G. Schillaci

Il romanzo scritto da Gaudenzio Schillaci La felicità si racconta sempre male ed edito dalla casa editrice Dialoghi è un libro di non facile collocazione. È sicuramente un noir, ma non solo, dove l'episodio omicidiario passa in secondo piano rispetto alla descrizione dei personaggi, delle loro vicissitudini e delle loro vite tormentate. Una serie di soggetti che, con la loro storia ed i loro pensieri, creano la struttura fondamentale di questo romanzo molto introspettivo, dove l'aspetto psicologico dei protagonisti riveste un aspetto importante all'interno della vicenda narrata. Protagonista principale è il commissario Bovio. Ma tanti altri sono i personaggi pronti a rubargli la scena. A cominciare da Gerri Santiloro. Il romanzo infatti inizia col ritrovamento del suo cadavere. È stato giustiziato con 13 colpi di pistola esplosi da due sicari che lo hanno ucciso con motivazioni non chiare. Nelle sue tasche viene trovata una lettera che assomiglia molto a quelle che lascia chi si suicida, complicando cosi ancora di più lo scenario. Il romanzo prosegue raccontando in parte ciò che ha anticipato quel momento. Inizia cosi il racconto di come Gerri avesse l’abitudine di passare la giornata affacciato ad una vetrina, seduto ad un tavolino di un bar di Catania, il Palomar. Gerri è un personaggio enigmatico che ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita a leggere ed a scrivere sul pc. L’unica con la quale ha avuto un minimo di rapporto umano e la commessa del bar, Cristina Selleri. In realtà è lei ad avvicinarsi a lui, colpita dalla sua misteriosa figura che emana in lei un fascino irresistibili. Dopo questo breve incipit seguiamo al presente le indagini portate avanti dal commissario Davide Bovio coadiuvato dall’ispettore Bonanno. Ed è proprio dall’interrogatorio di Cristina che veniamo a conoscere gran parte dei particolari della vita di Gerri, il resto lo faranno le indagini. Il finale sorprende e lascia il lettore senza parole quando viene a conoscere i motivi per cui il Santiloro è stato ucciso. Il romanzo di Schillaci è un noir molto coinvolgente che scava a fondo nelle inquietudini dei suoi protagonisti. Tutti con una storia particolare da raccontare. Un romanzo che conquista per la sua originalità e per la storia che l’autore ha creato intorno alla figura di Bovio. Il commissario è l’elemento emblematico di tutto il romanzo, con le sue contraddizioni e la sua vita disordinata. Il cambio di destinazione che il fato ha impresso alla sua vita lo hanno messo in crisi rendendolo quanto mai burbero e cinico. All’età in cui i sogni si fanno più solidi era un giovane forte calciatore pronto ad esordire in serie A tra le fila dello spettacolare Foggia di Zeman, niente meno che nell’incontro che vedeva la compagine pugliese al cospetto della juventus. Ma la sfortuna con lui si rivelò implacabile e solo pochi minuti dopo essere sceso in campo subì un grave infortunio che pose fine alla sua promettente carriera. Dalle stelle alle stalle, il suo carattere già difficile non resse e si trasformò nella persona scontrosa e scostante che è ora. Un commissario dai metodi sbrigativi ma efficienti.  Un commissario del quale, spero, sentiremo ancora parlare. Complimenti all’autore.

valutazione: buono

genere: noir


giovedì 6 agosto 2020

L'AMORE E' TUTTO QUI




L'AMORE E' TUTTO QUI A. Minnella
Appena terminato il romanzo thriller di Alberto Minnella L’amore è tutto qui. Pubblicato da Bertoni editore nel novembre del 2019. Il romanzo ha per protagonista Nicola Maiorca, un giovane senza grandi prospettive per il futuro, che vive a Siracusa in un alloggio con altri due ragazzi, Francesca e Aldo. Nicola sbarca il lunario facendo il dog sitter. Il libro inizia con Nicola e Francesca intenti a vedere la tv con la compagnia di un cane, Theo, che Nicola deve tenere fino al giorno seguente, quando lo restituirà alla proprietaria, uscita a cena con amici. La padrona del cane, Mara Romano, chiamata confidenzialmente Mimì, è una persona piuttosto anziana con la quale Nicola ha un rapporto quasi figliale. Quando il giovane le riporta il cane già sul pianerottolo dell’alloggio ha l’impressione che qualcosa non torni. Bussa ripetutamente ma nessuno gli apre allora, utilizzando le chiavi che le erano state lasciate nascoste vicino alla porta, entra in casa. Li farà una scoperta agghiacciante: Mimì si trova nel bagno all’interno della vasca, morta strangolata e con le mani amputate. Nicola è sconvolto non sa come agire e da questo momento in avanti farà una serie di stupidaggini che lo porteranno ad essere il maggior indiziato dell’omicidio. Sarà aiutato, ad uscire fuori dai guai, dalla battagliera e sbrigativa avvocatessa Bufalino. Altro grande protagonista del libro è Sebastiano Cannavò ispettore della mobile di Siracusa, ludopatico, schiavo del gioco on line e non solo, sempre con la testa tra le nuvole, donnaiolo ma ancora molto innamorato della ex moglie Valentina. Un personaggio tratteggiato in maniera splendida. Perennemente al verde in quei giorni è alle prese con gli insistenti messaggi della figlia che gli chiedono il regalo per il suo sedicesimo compleanno. Ma da dove recuperare i soldi? Il suo compito alla mobile è quello di indagare sui furti che avvengono in città. Il commissario Buttafuoco lo ha appena incaricato di far luce sulla sparizione di una moto, il cui proprietario è un personaggio molto in vista in città. Ma molto presto, grazie all’intervento del vice questore Mongolo, viene coinvolto anche lui nell’indagine per scoprire chi ha ucciso Mimi. La galleria dei personaggi che vengono fatti comparire nel racconto è ampissima: ci sono Valentina, Mario, l’ispettore Rinaldi e molti altri e hanno tutti un ruolo importante, alcuni sono solo di passaggio ma lasciano un ricordo indelebile nella mente del lettore. Un'altra grande protagonista è la città di Siracusa descritta con grande attenzione ed affetto. Le indagini procedono serrate ed approderanno ad una verità sorprendente dopo tanti colpi di scena e situazioni molto coinvolgenti. Racconto divertente, che mi ha strappato più di un sorriso. Ritmo molto vivace, storia plausibile, che scorre senza forzature. Da rilevare l’attenzione data ai dialoghi, sempre ficcanti ed effervescenti. Alberto Minnella è un autore giovane ma che ha al suo attivo già diversi libri. Il primo fu Il gioco delle sette pietre dove protagonista era il commissario Paolo Portanova. A questo primo romanzo ne seguirono altri due, sempre con Portanova protagonista. Poi la decisione di creare un nuovo personaggio, Sebastiano Cannavò. Non ho avuto il piacere di leggere le avventure di Portanova ma Cannavò mi è entrato nel cuore. Un uomo imperfetto, ma dotato di grande umanità. Un noir eccellente. Anche la cura del libro è molto elevata, gli errori di editing sono veramente minimi. Un autore per il quale d’ora in poi avrò sempre un occhio di riguardo e che mi fa ribadire che oltre ai soliti noti c’è molto altro.
Valutazione: più che buono
genere: noir