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giovedì 28 dicembre 2023

A ROMA SI MUORE DA SOLI

 



A Roma si muore da soli - Enrica Aragona - 

recensione a cura di Gino Campaner

 

📖Spiccioli di trama: Nadia Montecorvo commissario di polizia a Roma deve indagare per scoprire chi ha ucciso Emilia Colantuono davanti ad una scuola elementare e ferito gravemente la piccola Carlotta in auto col papà. 

 

🔥Punto di forza: i personaggi creati dall'autrice e l'ambientazione dove si sviluppa il romanzo. Nadia Montecorvo guida una squadra un po' maldestra in alcuni elementi ma molto generosi e sempre pronti al sacrificio. Dialoghi sempre efficaci, che fanno sorridere e che testimoniano il grande affiatamento della commissaria coi suoi uomini. L'ambientazione è quella di una Roma non proprio lustrata a lucido con molte ambiguità, frequentata da più di un personaggio poco raccomandabile. 

 

🙁Punto debole: dico solo che quando penso ad Enrica Aragona mi si allarga il cuore perché ho ancora negli occhi e nella mente il suo romanzo precedente: Sangue sporco. Questo romanzo è fatto benissimo ma il mio cuore è ancorato a quella storia. 

 

🏁Finale: non è la vicenda gialla la parte migliore ma come detto i vari personaggi creati dalla penna della Aragona e le descrizioni di una Roma non sempre edificante, delle sue inquietudini e dei suoi personaggi equivoci. Il finale vede risolversi il caso oggetto dell'indagine ma molti nodi non sono stati sciolti, per questo mi auguro ci sia ancora la commissaria Montecorvo nel prossimo romanzo dell'autrice. 

 

🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐
Non può che essere positivo, ampiamente positivo. Ottimo romanzo noir quello scritto dalla Aragona. Ironia e dolore perfettamente bilanciati. Personaggi che ancora una volta (come era già stato per Sangue sporco) rimangono impressi a lungo nella memoria. Hanno tutti grosse potenzialità, una vera miniera per l'autrice che la sua stessa penna ha creato. Un romanzo che non vuole essere solo un giallo ma rappresentare anche una situazione sociale precaria pronta ad esplodere da un momento all’altro per motivi spesso inconcepibili. Complimenti. 

genere: giallo

Anno di pubblicazione: 2023


mercoledì 27 dicembre 2023

CI VEDIAMO UN GIORNO DI QUESTI

 





Ci vediamo un giorno di questi - Federica Bosco –

recensione a cura di Luana Paladino

 

Ho letto questo libro divorandolo. La struttura narrativa è molto avvincente riesce a mantenere l'attenzione del lettore sempre molto alta offrendo dei colpi di scena mai scontati. un libro che parla di sentimenti e di amicizia, quella vera che nasce da bambine e accompagna le protagoniste: Ludovica e Caterina, una tranquilla e riflessiva diametralmente opposta all’altra cosi vulcanica e esplosiva, per tutta la vita.

le due amiche, come spesso accade nella vita si completano e vigilano con amore e pazienza l'una sull'altra dando vita a una vera e propria famiglia.

Non voglio svelare nulla sulla trama ma ho trovato questo romanzo ironico, leggerissimo anche se ricco di profonde verità è mi sono commossa in tanti momenti della lettura fino sorprendermi in lacrime nelle ultime pagine tanto che il mio istinto quando ho letto l'ultima frase è stato quello di scrivere una mail all'autrice per ringraziarla della bella lettura, ne è derivato uno scambio molto gradevole con Federica.

Avevo letto altri libri della Bosco ma questo è stato davvero un bel viaggio che ha aperto in me nuovi orizzonti sull'efficacia di scrivere in modo generoso lasciando aperta la porta più intima delle nostre emozioni condividendole senza paura.

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2017


martedì 26 dicembre 2023

LA SCELTA DEL SILENZIO

 



La scelta del silenzio - M. Donati A. M. Castoldi

recensione a cura di Elisa Caccavale

📖In questa vicenda Onorina, un po’ in affanno per i malanni dell’età, la badante-secondina Olga che la controlla a vista, il senso di impotenza e, talvolta, di inutilità che la vecchiaia può portare con sé, si trova nuovamente a poter dimostrare la sua perspicacia e il suo intuito; in questa occasione al centro dell’indagine del commissariato di Maranese, il paese di fantasia in cui sono ambientate le vicende, c’è una sparizione, quella di Manuela Gervasi, una giovane donna con una vita, apparentemente, serena e senza ombre. I sospetti ben presto cadono sul marito, Sandro Prati, uomo scostante e con numerosi segreti, e la Sciura Marpol si troverà ad indagare nuovamente dietro le quinte per far luce su questa strana vicenda.

🔍Il libro rientra nel genere giallo, ma lo fa con caratteristiche proprie ed originali; non si può certo definire un giallo d’azione, ma neanche strettamente di enigma; c’è, è vero, una caso da risolvere, indizi da dipanare, ma al centro della storia ci sono le persone, con i loro vissuti, le loro debolezze, i loro segreti e i loro silenzi; silenzi che tutti portiamo con noi, ricordi di una vita passata o di errori da dimenticare che vogliamo celare, forse per primi a noi stessi. Allo stesso tempo trova posto la speranza, la resilienza, la forza di andare avanti o ricominciare anche quando sembra che la vita abbia preso la sua strada indipendentemente dalla nostra volontà.

🕵️‍♂️I personaggi sono uno degli aspetti più gradevoli di questo romanzo: costruiti con grande realismo permettono di empatizzare con loro e risultano sempre credibili; Onorina, un mix ben riuscito tra Miss Marple e Jessica Fletcher, riesce a rivitalizzare un topos narrativo (e televisivo) non più fresco, quello del detective – non detective che risolve i casi facendo fare una ben misera figura alle forze dell’ordine. In La scelta del silenzio il contributo di Onorina è sì fondamentale per la risoluzione del caso, ma senza gli eccessi in cui spesso si cade in queste situazioni e le forze dell’ordine, con i vari ispettori, ne escono dignitosamente raffigurati nella loro professionalità: Onorina supporta, riflette, guida, sollecita ragionamenti, ma non fa “tutto da sola”, come molto spesso capita invece in romanzi o film in cui chi indaga non è un detective di professione. Plauso speciale per la simpatia della badante Olga e dei suoi svarioni linguistici, credibili e molto spassosi, così come per tutta la truppa degli arzilli vecchietti, ben descritti con le loro piccole manie ed idiosincrasie.

✒️Per concludere: complimenti per l’affiatamento tra le due autrici; scrivere un romanzo a quattro mani non è mai lavoro semplice e in questo libro l’ingranaggio è stato oliato alla perfezione. Le due voci non si distinguono, si compenetrano e amalgamo come in una ricetta ben riuscita, dal sapore autentico e genuino che ci lascia una storia piacevole e scorrevole.

 genere: giallo 

anno di pubblicazione: 2023

 


L'OMBRA DEL LUPO GRIGIO

 





L’ombra del lupo grigio – Alessandro Vizzino, Simone Pavanelli

Recensione a cura di Dario Brunetti


L’ombra del lupo grigio è il nuovo noir scritto a quattro mani dagli autori Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli uscito per Mursia editore nella collana Giungla gialla di Fabrizio Carcano.

Ritorna il commissario Valentino Mastro (personaggio creato da Vizzino e apprezzato già nel precedente romanzo La zanzara dagli occhi di vetro), chiamato ad indagare su un cold case risalente al 1980.

Si tratta della morte di Nando Tatarelli, un noto gioielliere freddato a colpi di pistola nella periferia di Roma.

Valentino Mastro è stato incaricato e assoldato da Francesco Tatarelli, figlio dell’uomo assassinato che vuole sia fatta giustizia per rendere onore e rispetto alla memoria di suo padre.

Un caso che ci riporta indietro nel tempo, a Mastro viene dato un baule pieno di vecchie fotografie risalenti alla Seconda guerra mondiale.

A dare man forte all'indagine entrerà in scena un altro personaggio molto particolare, si tratta dell'investigatrice rodigina Rachele Furlan.

Il romanzo strutturalmente ben congegnato dai due autori è costruito su un solido impianto narrativo e si sviluppa su più piani temporali: la prima risalente al 1980 anno che sarà ricordato per la strage di Bologna, un attentato di matrice neofascista avvenuto alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale. Nello stesso anno avverrà l'omicidio del gioielliere. La seconda ci riporta ai conflitti della Seconda guerra mondiale e precisamente a Berlino tra la fine degli anni 30 e inizio anni 40 dove serpeggia l'ombra del dittatore Adolf Hitler e ci riconduce alla storia creando un filo conduttore che si ricollegherà rispettivamente al 2019, anno in cui Mastro e Furlan dovranno ricostruire tassello dopo tassello una storia piena di segreti e menzogne che li porterà e li segnerà dal punto di vista empatico-emozionale a tal punto da non essere più gli stessi di prima.

Il romanzo non è solo un noir di pregevole fattura scritto a quattro mani dai due autori, ma è un viaggio che ripercorre la storia del nostro paese nelle sue fasi più cruente, dalla guerra alle stragi per finire ai nostri giorni dove i protagonisti non dovranno diventare pedine di un gioco pericoloso soprattutto se c'è l'ombra del SISMI e di una polizia portata alla corruzione o a far scomparire i fatti o a scomodi depistaggi.

Un noir che affonda le radici nel male più oscuro e infimo che appartiene a un passato che riemerge non lasciando via di scampo.

Un intreccio narrativo fruibile per gli amanti del genere che ha dato ai due autori la possibilità di trovare i giusti sincronismi per favorire un ottimo sviluppo della trama dall'effetto catalizzante creando anche la giusta dose di suspense soprattutto nelle battute finali dove sembra sempre più avvicinarsi la resa dei conti.

Una prova maiuscola che ha visto sicuramente entrambi gli autori superarsi a pieni voti fornendo un romanzo apprezzabile e stilisticamente accattivante.

Genere: Noir

anno di pubblicazione: 2023


sabato 23 dicembre 2023

LA REGINA DEL CATRAME

 





La regina del catrame - Emilio Martini -

recensione a cura di Alice Bassoli


NOME: 😎 Gigi

COGNOME: 🕵️‍♂️ Berté

CAPIGLIATURA: 🧓 già brizzolata

TAGLIA: 👕 (troppo) large

PENSIERO: 🤔 sottile

INTELLIGENZA: 🧠 spessa

PIANTA PREFERITA: 🌸 paulonia

PUNTUALITÀ: lombarda

GELOSIA: 😠 calabra

VIZIO CHE NON HA PIÙ: 🚭 fumo

VIZIO CHE HA SEMPRE: 🍽️ mangiare molto

INSOFFERENZA 1: 🙅 locali affollati

INSOFFERENZA 2: 🛍️ andare per negozi

STILE (secondo la Patty): 👵 antiquato

STILE (secondo la Marzia): 👩‍🦳 classico

 Mi sono goduta un’altra indagine del Commissario Berté, calabrese di nascita, milanese d’adozione, trapiantato in Ligura, a Lungariva, per risolvere i misteri che interessano la località di mare.

Questa volta è il turno di una donna trovata morta sulla spiaggia, molto conosciuta in paese e definita da tutti “La regina”. Le indagini vertono attorno alle persone più vicine alla vittima ma non solo, concedendo al lettore di costruirsi un puzzle via via dettagliato.

Ed ecco che arriva il colpo di scena finale, quello che proprio non ti aspetti e che ho amato moltissimo, soprattutto per la sua essenza realistica che ha dato una pennellata amara e coerente alla trama.

 Un giallo che consiglio vivamente. È sempre bello godere della compagnia del Commissario Berté! 📚🔍

genere: giallo

anno di pubblicazione: 2012



giovedì 21 dicembre 2023

IL CUORE DELLE COSE

 




Il cuore delle cose - Natsume Soseki

Recensione a cura di Miriam Donati

 

Nel Giappone di un tempo era frequente che le persone scegliessero ed eleggessero un "sensei”, cioè un maestro di vita, non necessariamente un insegnante vero. Ed è quello che fa il protagonista di questo romanzo. Egli lo riconosce al primo sguardo. La loro relazione procede delicata come i fiori di ciliegio. Ogni parola concorre a svelare ma, al contempo, suggerisce di non fare troppe domande e la narrazione procede lieve e con un ritmo sereno.

Come nella pittura in stile mokkotsu (senza contorni, definita solo dai colori) i personaggi non hanno nome, sono perfettamente definiti dalle loro personalità che vengono così a trasformarsi in archetipi,

Il “Maestro”, colto, raffinato e sensibile ama discorrere e apprezza la compagnia del giovane ma un curioso pudore lo frena. Il giovane, pur frequentandolo, non riesce né a stabilire quale sia la sua occupazione né a comprendere i molti riferimenti e le oscure intenzioni che il suo interlocutore a volte esprime. Tuttavia si creerà un legame forte, più forte forse proprio in virtù delle cose non dette.

Per lo studente il fascino del “Maestro” è irresistibile, soprattutto paragonando la sua cultura e i suoi modi cittadini con quelli dei propri genitori, gente di campagna, la cui attenzione si esprime più con le azioni, che con le parole.

Il giovane discepolo tenterà diverse volte di dipanare la nebbia relativa al passato del suo maestro, ma non otterrà mai risposta alle sue domande, ricavandone solo decisi rifiuti.

La frattura nella vita del protagonista sarà improvvisa e completa. Prima la malattia del padre e poi il mistero svelato e la sorte del “Maestro”, raccontata in una lunghissima lettera che occupa per intero la seconda parte del romanzo, porranno fine alle illusioni della giovinezza.

Il “Maestro” nella lettera – quasi un testamento – rivela se stesso e mostra quanto sia effimera l’esistenza in una società ormai adagiata sulle comodità, sull’agiatezza e sulla sicurezza.

Il suo appartarsi, le sue abitudini monacali indicano che la solitudine “è il prezzo che dobbiamo pagare per essere nati in questa epoca moderna, così piena di libertà, indipendenza, ed egoistica affermazione individuale”.  Che, nonostante gli sforzi, non ci sarà mai un completo appagamento; l’uomo sarà comunque un essere insoddisfatto, solo in mezzo a tanti, che tenta di vedere nei suoi atti senza riuscirci nientemeno che il senso della vita. Il cuore delle cose.

Difficile conservare per il giovane l’innocenza dello sguardo e la fiducia nel futuro. Il mondo non ha pazienza né pietà e la geniale costruzione concentrica del romanzo lo conferma, età dopo età si è chiamati ad accettare se non lo spegnersi, lo sbiadire dei sogni. Cercare pertanto di trovare il senso della vita può voler dire rimanere con il dubbio che non ci sia e l’estrema attenzione di Sôseki per questo concetto nasce probabilmente dalla sua storia personale, raccontata nell’introduzione di Gian Carlo Calza (Sôseki: la solitudine come arte) che è anche il traduttore del libro.

 Genere Narrativa

Anno di pubblicazione 1914


mercoledì 20 dicembre 2023

VERITA' IMPERFETTE

 




Verità imperfette - Jeffery Deaver

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Le "Verità imperfette" fa parte di un ciclo di libri dedicati all'investigatore Colter Shaw, cacciatore di taglie.

Lo scenario proposto ha i contorni di un giallo investigativo.

Affascinante il metodo paterno di Colter - "il Re dei Mai" - usato per orientarsi tra gli enigmi proposti.

"La scienza delle percentuali: Mai affrontare una situazione o una minaccia senza un adeguato calcolo delle probabilità".

Due i casi da risolvere. 

Con il primo, ho fatto un viaggio attraverso Chicago, per cercare una pittrice svanita nel nulla. 

Poi, sono andata in Kansas, per risolvere altri due casi: l'ennesima sparizione, e nel frattempo, insieme al protagonista, Colter, mi sono ritrovata a contrattare con un delinquente al fine di salvare un ostaggio.

Due storie brevi. 126 pagine che si leggono fluidamente.

Coinvolgente l'ambientazione, la trama e i personaggi, e soprattutto il codice di sopravvivenza adottato dal protagonista.

Le storie narrate culminano in frasi ad effetto che nascondono,  spesso, "le chiavi" per risolvere degli enigmi insieme all'investigatore, Colter Shaw.

I due casi propongono verità imperfette, illusioni, dove nulla è come sembra, dove i dettagli fanno la differenza e gli indizi, disseminati tra le pagine, ci conducono a due finali totalmente inaspettati.

genere: thriller

anno di pubblicazione: 2020


martedì 19 dicembre 2023

LE MIE VALUTAZIONI NOVEMBRE/DICEMBRE 2023

 





NOVEMBRE/DICEMBRE 2023


l'eredità del male                           ⭐⭐⭐★

e adesso dormi                               ⭐⭐⭐⭐

non sono mai stata così felice        ⭐⭐⭐⭐★

combinazione astrale                     ⭐⭐⭐⭐

a Roma si muore da soli                ⭐⭐⭐⭐ 

luci da dietro                                  ⭐⭐⭐★ 

la genesi del male                          ⭐⭐⭐⭐ 

troppo caldo per morire                 ⭐⭐⭐⭐ 


lunedì 18 dicembre 2023

ZORBA IL GRECO

 




Zorba il greco - Nikos Kazantzakis

recensione a cura di Patrizia Zara


Consentitemi di confessarvi una cosa: poche sono state sino a oggi le letture che hanno fatto vibrare il campanellino della mia anima.

È pur vero che la lettura di un testo ben scritto colma sempre la tazza del sapere e/o il vuoto dell'anima: ciò è innegabile.

Tuttavia soltanto "Zorba il greco" ha fatto tintinnare ripetutamente tutte quelle sonerie nascoste nel più profondo delle mie viscere.

Mi rammarico, ora come ora, soltanto di non averlo scoperto prima, molto prima. Avrei affrontato l'esistenza diversamente. Chissà.

Ma tutto non avviene per caso, a quanto pare, ed è certo che dovevo approdare su questa "isola" ora, soltanto ora per apprezzarne la sua travolgente bellezza e soprattutto comprenderla nella sua pienezza.

"Zorba" è una fiaba greca, calda e febbrile, che affonda le sue radici nella terra, terra che ha dato i natali alle menti più prestigiose, una terra sorgente di una civiltà universale, di pensatori e di filosofi che hanno fatto la storia dell'uomo.

Comprenderlo prima, lo confesso, sarebbe stato impossibile. Bisogna avere rasentato l'abisso per capire certe cose.

E vi confesso anche che mi viene molto difficile recensire questo capolavoro assoluto perché in ogni parola, lettera, virgola, punto c'è il tutto: la lotta fra il corpo umano, carnale e materiale (corpo definito da Zorba. somarello della anima) e l'anima leggera e libera. L' imperituro dualismo inconciliabile tra piacere fisico e aspirazione mistica, certezza e vuoto, salvezza e perdizione, ambizione e umiltà, egoismo e altruismo, bontà e cattiveria, perdono e vendetta, coraggio e codardia, cultura e ignoranza, miseria e nobiltà.

Tutto - i dialoghi limpidi e illuminanti, le descrizioni del selvaggio quanto incantevole paesaggio dell'isola di Creta, le bassezze umane in ogni forma e colore - mi ha fatto vibrare la pelle ed emozionato profondamente. E alla fine mi ha strappato anche qualche lacrimuccia. Non è da poco!

Conoscere Zorba è stato veramente un piacere naturale e genuino, una rivelazione proprio come lo è stata per l'autore, impegolato da tanti anni tra carte e inchiostri, ingrigito topo di biblioteca, capra mangiatrice di carta in uno sterile gioco intellettuale.

Zorba con la sua primitiva semplicità inconsapevolmente ha cancellato ogni dubbio e ogni perché nell'inconfutabile certezza di non avere alcuna certezza e con il suo largo sorriso ha trasmesso la serenità nel non avere timore. Ha trasformato la sventura, l’amarezza e l’incertezza in orgoglio, in amore per vita – effimera, passeggera, transitoria - e a non temere la morte.

Congiunge anima e corpo in una sola e unica forma concreta: amare la vita malgrado tutto.

“...guardavo Zorba al chiaro di luna e ammiravo la gagliardia e la semplicità con cui si armonizzava felicemente con la sua carne e diventava Zorba. Non avevo mai visto un accordo cosi armonioso tra uomo e l’universo...

...Tutti i problemi che io lottavo per sciogliere, un nodo dopo l'altro, in solitudine, inchiodato sulla mia sedia, quest'uomo li aveva sciolti sui monti, all'aria aperta, con la spada"

Il mondo è semplice non c'è alcun bisogno di complicarlo. La vita non va sprecata.

Questo principe senza corona cresciuto dalla terra, con la terra, nella terra, con le sue grandi mani callose ha spazzato ogni contaminazione, ha frantumato tutte le barriere - morale, religione, patria - che "le persone sventurate e impaurite erigono per sfangarsela senza troppi danni nella propria misera vita" e ha aperto le porte alla libertà, ha sprangato le finestre dai cardini arrugginiti per respirare l'ossigeno ad ampi polmoni e berciare l'inno alla vita, questa unica e sola.

Conoscere Zorba ha il significato di affrontare a viso aperto i demoni della paura e della morte e accettare senza remore il vivere ora e adesso.

Zorba, il principe rude, rozzo che non ha mai letto un libro, ha saputo leggere le pagine dell'esistenza, ha saputo cogliere il senso della natura, ha saputo afferrare l'attimo è renderlo immortale.

Zorba, goffo e impacciato come un bambino appena nato, che si affaccia al mondo ogni giorno per la prima volta e ammira estaticamente il miracolo che si compie nei colori dell'aurora, dell’alba, nel tramonto, nella sera e contempla il corso degli astri immaginando di ruotare con loro".

Zorba che ha amato ed è stato amato perché in ogni donna, bella o brutta, magra o grassa, giovane o vecchia, egli ha visto il volto e le sembianze della dea Afrodite (tenerissima e indimenticabile la figura di Madame Hortense alias Burbulina, la vecchia chanteuse).

Zorba ha amato l'amore.

Il suo amore è trascinante e illuminante per ogni forma, per ogni cosa perché è un amore primordiale e non contiene offesa, menzogna, illusioni.

"Provo compassione per tutti, mi strazia le viscere quando vedo una persona, anche se faccio finta che non m’importi niente. Ecco mi dico, anche questo poveretto mangia, beve, ama, ha paura anche lui ha il suo dio e il suo diavolo, anche lui tirerà le cuoia, anche lui finirà lungo disteso sottoterra, lo mangeranno i vermi...Eh, poveretto! Siamo tutti fratelli...carne per i vermi".

"Zorba il greco" è un libro bellissimo che profuma di salsedine, mirto e salvia.

"Zorba il greco" è sentire la melodia della vita, il suono del salterio, danzare il ballo del sirtaki nel vorticoso mulinare della sabbia sollevata dal caldo vento del libeccio per esorcizzare il dolore, le sconfitte, i fallimenti, le paure, la morte e risorgere ogni secondo, minuto, ora giorno, mese e anno.

Scritto con la dolcezza lirica di una civiltà lontana "Zorba il greco" è una fiaba dolce e crudele dove non ci sono né vinti né vincitori, né dèi né diavoli ma soltanto anime vaganti avvolte nei loro lenzuoli luridi di sangue in nome di un dio sordo ed indifferente che si aggirano con le catene delle loro illusioni. E in tutto questo letame che ruota in un vortice dantesco, Zorba il greco - accecante diamante grezzo in una miniera buia, fiore selvaggio nella terra arida, sangue vivo che sgorga dalle numerose cicatrici - si erge fiero nella sua genuina carnalità donando immortalità alle anime nascoste.  Perché Zorba è l’angelo ribelle.

Perché Zorba ridà onore alla vita, iniqua e ingiusta, nella sua eterna e inconfutabile unicità.

“Hai presente certe vele con mille rattoppi, rossi, gialli, neri, cuciti con spago grosso, che ormai resistono ai peggiori temporali? Il mio cuore è così. Ha mille buchi e mille rattoppi, è invincibile”

N.B. Ho rivisto il film con uno spettacolare Anthony Quinn. Ho riletto la biografia di Nikos Kazantzakis. Rileggerò "L'ultima tentazione di Cristo".

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 1946


domenica 17 dicembre 2023

LUCI DA DIETRO

 




Luci da dietro - Stefano Cirri

recensione a cura di Gino Campaner


📖Spiccioli di trama: Oscar Lorenz sta percorrendo la superstrada Siena-Firenze alle 19.19 del 19 dicembre, delle luci da dietro si rinfrangono sullo specchietto retrovisore da qui comincia una strana odissea per il protagonista tra sogno e realtà.... 


🔥Punto di forza: l'eccletismo, il coraggio. La voglia dell'autore di sperimentare, di percorrere strade diverse rispetto al suo genere d'elezione che il giallo. Da rimarcare la cura del libro. Dall'editing alla copertina, dalla grafica alla correzione bozze. Esempio tangibile che anche col self publishing si possono ottenere "prodotti" di qualità.


🙁Punto debole: del tutto personale. Perché purtroppo per me certi racconti sono troppo ostici da capire e quindi da poterne godere. 


🏁Finale: sorprendente, anche se poi alla fin fine così il racconto ha una logica. Durante lo svolgimento del romanzo spesso si fa fatica a raccapezzarsi ma il finale riporta nei giusti binari tutta la storia. 


🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐💫 Risente del gusto personale, non è corretto lo so. Il giudizio dovrebbe essere obbiettivo e non influenzabile. Ma in questo caso per me è difficile riuscire a scindere le due cose. Diciamo allora che il Cirri che apprezzo di più non è questo. 

genere: giallo

anno di pubblicazione: 2023


sabato 16 dicembre 2023

CAUSA DI MORTE SCONOSCIUTA

 




Causa di Morte Sconosciuta - Tess Gerritsen

recensione a cura di Alice Bassoli

 

📚 "Causa di Morte Sconosciuta" di Tess Gerritsen si distingue per la sua trama intricata, il ritmo serrato e una scrittura magistrale. La storia segue due omicidi apparentemente slegati, con cause di morte impossibili da determinare. La chiave per risolvere il mistero sembra trovarsi nelle mani di Amalthea Lank, una pluriomicida spietata la cui voce si rivela cruciale per la protagonista, Maura Isles.

Ciò che rende il romanzo ancora più affascinante è la connessione con tematiche reali: mi ha fatto pensare alle vicende raccontate nella serie "Veleno" di Pablo Trincia, che affronta il tema dei presunti abusi compiuti su bambini da membri di sette sataniche negli anni '90 nella Bassa Emiliana. Questo legame aggiunge un elemento di realismo e attualità alla storia. 🌐🔍

La trama, con la sua complessità e le svolte imprevedibili, cattura l'attenzione fin dalle prime pagine, mantenendo un ritmo incalzante. La scrittura di Tess Gerritsen riesce a creare una tensione costante, tenendo alto l'interesse attraverso dettagli accurati e una narrazione coinvolgente. 🕵️‍♀️📖

Il finale ad effetto con un colpo di scena conferma la maestria della Gerritsen nel tenere il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. 🎭🔮

Dopo questo, non vedo l'ora di immergermi in altri libri della serie e di scoprire quali nuovi misteri Jane e Maura dovranno affrontare. 📚🌟

genere: thriller

anno pubblicazione: 2019


giovedì 14 dicembre 2023

RIBELLI

 





Ribelli - Marilù Oliva

recensione di Edoardo Todaro


Senza dubbio non è possibile non riconoscere a Marilù Oliva la capacità di scrivere spaziando su argomenti tra loro anche più diversi. Come non ricordare, “Mai più“ a proposito del cosiddetto femminicidio; oppure i noir da “ Fuego “ fino a “ Musica sull’abisso”. Ecco che l’attualità incombe ed il suo essere insegnante, prestata alla scrittura, dà l’opportunità di mettere le mani nel piatto su quanto prende piede nel mondo studentesco, autogestione o occupazione? Un dubbio, un punto di domanda, sul quale si sviluppa l’ultimo lavoro di Oliva. Che dire, tra l’altro in un momento in cui il protagonismo studentesco si rende attivo rispetto agli avvenimenti che si susseguono a prescindere dalle motivazioni prettamente studentesche. Leggiamo “Ribelli “ e in parallelo le cronache sulle occupazioni che una dietro l’altra avvengono a Roma in queste settimane. Hai a che fare con una dirigenza scolastica che tenta di far sì che l’autogestione non si trasformi in occupazione e ti trovi ad avere a che fare invece con l’autogestione concessa che diviene occupazione. Leggere queste pagine potrebbe portarci a posizionarci su una parte o sull’altra delle decisioni che vengono e/o verranno prese, a mio avviso no, non si tratta di essere a favore di una opzione o di un’altra.  Fa bene Oliva a soffermarsi su cos’è la scuola non solo in quanto istituzione ma in quanto “edificio“ e cosa questo rappresenta quando c’è la mattina presto in chi deve sottostare all’obbligo dell’interrogazione, o del compito. Le decisioni prese dagli studenti dell’Istituto Gentileschi , travalicano loro stessi coinvolgendo  genitori, passanti curiosi, giornalisti, poliziotti, pompieri, professori, politici, medici, artificieri e per non farsi mancare niente non solo il questore di turno, ma un …  morto, ed i lasciti dell’emergenza sanitaria prodotta dal Covid.  Perché occupazione o autogestione, senza scendere nel contendere del “buoni “ o “ cattivi  “, è l’aspetto determinante delle scelte fatte, decise e/o subite. E’ l’idea di scuola del futuro che mette in contrasto personalità che devono, e vogliono, essere apparentemente condivise, ma contrapposte ma che tengono in considerazione un fine comune: cioè il ribellarsi al sistema, a questo sistema di una istruzione deviata, malata, chiedendo la sospensione delle bocciature e l’abolizione del voto in condotta. Certo, tutti protagonisti, l’aspirante rapper di origini marocchine e servizi d’ordine prestati da tempi ormai andati, compresi, con un manipolo di studenti che tiene in mano, una scuola. Da quanto letto, emerge in modo predominante un qualcosa a cui dobbiamo attenerci: per non sbagliare di nuovo abbiamo un antidoto potente, la memoria, ed invece che perdonare è meglio e consigliabile comprendere.  Mi concedo, in conclusione, un consiglio spassionato rivolto a quelle realtà studentesche che, nonostante i rapporti di forza vigenti, si trovino a decidere, all’interno di un percorso collettivo, se orientarsi su autogestione o occupazione, trovate qualche momento di tranquillità per leggere 166 pagine, che in fondo poi non sono così tante. Certo non sono la risposta, né la soluzione ai tanti modi in cui le nuove generazioni si affacciano al protagonismo, però …

genere: narrativa

anno pubblicazione: 2023


mercoledì 13 dicembre 2023

LA GENESI DEL MALE

 




La genesi del male -Iris Bonetti -

recensione a cura di Gino Campaner

 

Attendevo questo romanzo da tanto tempo, anzi da troppo. Ho seguito insieme all'autrice il tortuoso percorso per far approdare il libro ad una casa editrice. Finalmente (per noi lettori) l’iter si è completato e di conseguenza anche la via attesissima della pubblicazione. I primi due romanzi l'autrice li aveva pubblicati in Self ma questo, secondo la Bonetti, meritava la vetrina che solo una casa editrice poteva offrirgli, ed allora ci è voluta pazienza, tanta pazienza. Io sono un suo semplice ammiratore ma fremevo più di lei per l'estenuante attesa. Sono un suo fan fin dalla lettura del suo primo libro, Empatia, mi piacque molto, alcuni passaggi poi mi facevano pensare ad una sua particolare predisposizione per il genere giallo. Glielo dissi. A Empatia seguì Isolati altro romanzo eccellente e coraggioso. Il terzo romanzo pensavo sarebbe seguito da lì a poco anche per cavalcare l'onda del buon successo dei precedenti ed invece è cominciata una lunga trafila. Terminata pochissimi giorni fa con la pubblicazione di La genesi del male l'autrice è Iris Bonetti e l'editore è la Delos Digital. Non vi nascondo che, visto ciò che vi ho raccontato, avevo grosse aspettative. Il romanzo è un thriller. Io dopo tanta attesa avevo appunto aspettative molto alte ma avendo saputo che questo sarebbe stato un giallo (il suo primo) mi ero preparato ad essere quanto meno indulgente nel giudizio. Inizio così, con questa predisposizione, a leggere e rimango ben presto senza parole. Già dalle prime "immagini" che ci offre l'autrice infatti si capisce immediatamente che la veste di thrillerista le calza a pennello. Fin da principio prende il via una storia disturbante e quanto mai complessa. Il romanzo è curato fin nei minimi dettagli. La genesi del male è un libro coraggioso perché fa conoscere l'autrice sotto spoglie diversissime da come si era fatta conoscere fino ad oggi rischiando così di spiazzare gran parte del suo pubblico. Ma lei non sembra curarsene più di tanto o meglio se ne cura a tal punto da offrire un prodotto si diversissimo dai precedenti ma curato e confezionato così bene che denota un  grande rispetto per chi lo leggerà. Un romanzo con tanti personaggi, con diverse storie che si intrecciano e condotto su diversi piani temporali. C è da perdersi ma la Bonetti tiene ben saldo il timone e conduce la vicenda con grande disinvoltura. Un libro che richiede grande attenzione, con descrizioni ficcanti. A volte macabre, spesso che lasciano con il fiato sospeso. Ritmo sostenuto, tante sorprese e colpi di scena, non ci si annoia mai. Ma quello che ho apprezzato di più, è che secondo me testimoniano la sua grande attenzione e cura, sono i dialoghi che si instaurano fra i vari "attori" del romanzo. Dialoghi sempre pertinenti, mai banali spesso molto importanti per comprendere bene la vicenda. Personaggi descritti con grande cura. Una storia che coinvolge fin dall'inizio ma che nella seconda parte da il meglio, gli ultimi capitoli poi regalano una sorpresa dietro l'altra. Un finale agghiacciante che lascia con la bocca spalancata e l'adrenalina a mille. In definitiva la Bonetti ci regala un thriller molto originale con alcune peculiarità che lo rendono unico. Il mio giudizio finale non può che essere assai positivo.  Tentativo riuscitissimo, ben oltre le mie, pur alte, aspettative con i due personaggi principali (Ana e Leo) che spero di rivedere presto. Soprattutto il giornalista ha bisogno di un'altra avventura per ristabilire l'ordine iniziale. Non voglio comunque in nessun modo parlare del romanzo (la trama è facilmente reperibile) perche deve essere scoperto leggendolo. Un plauso ancora a Iris Bonetti. 

genere: thriller

Valutazione: buono

anno pubblicazione: 2023

 


lunedì 11 dicembre 2023

SIAMO RIMASTE NUDE NELLO SPECCHIO

 




Siamo rimaste nude nello specchioEmilia Testa

recensione di Patrizia Zara


"Just for day We can be Heroes, for ever and ever What d'you say" (Heroes - David Bowie)

Roberta, Valeria, Marta, Ester, Laura cinque storie di donne.

Ah le donne! Fonte di inesauribile ispirazione, risorse di cambiamento, sorgente di vita.

Emilia Testa con il suo stile elegante, la sua scrittura ricercata, mai fuori posto, ci racconta cinque storie dal sapore tutto femminile, il cui unico e imprescindibile filo conduttore è l'amore.

Un amore che va oltre ogni forma di genere, un amore che ha il potere di far saltare in aria l'ossessione del decoro, del rispetto delle apparenze e della conformità a regole ormai fuori contesto in una realtà che rapidamente muta.

In una realtà in cui risulta difficile relegare la donna in ruoli stereotipati: solo moglie, solo madre, solo amante, lavoratrice di subordine. L'universo femminile è a 360 gradi e ogni donna deve avere la libertà di scelta, di essere quello che desidera senza l'obbligo sociale, senza essere lapidata psicologicamente e fisicamente.

Le donne di Emilia Testa sono donne che incontrano altre donne e scoprono di potersi guardare allo specchio per quelle che sono senza la paura di essere giudicate.

Incontrano inaspettatamente l'amore, quello che non ha genere, un amore che risulta salvifico poiché risulta denudato da comportamenti contraddittori, rinunce e menzogne, un amore che se non libero di volare può essere fatale.

Sono donne intelligenti perché consapevoli della loro sofferenza. Si interrogano, dubitano, sognano e credono ancora, ancora e ancora in quel sentimento puro, onesto, leale.

Ho trovato, per le ragioni di cui sopra, "Siamo nude nello specchio" una lettura interessante soprattutto per come l'autrice ha affrontato l'omosessualità femminile: non ci sono eccessi di gratuità pubblicità editoriale, né spicciola volgarità.

Le cinque protagoniste sono donne comuni che vivono i loro drammi esistenziali dalla pubertà alla maturità e al di là delle loro preferenze sessuali: percorsi di dolorosa accettazione, a volte muta, accettazione di un io che scalpita.

Un "io" che vuole raggiungere la pienezza in una società in cui si affaccia l'intelligenza artificiale ma che ancora impone una stupida resistenza allo svecchiamento di tradizioni dal gusto marcio perché si nutrono di convenzioni e di banalità.

“Siamo rimaste nude nello specchio” è un libro che ritengo abbastanza stimolante per il fatto che raro nella letteratura, o almeno nelle mie letture, è l'incontro con protagoniste le cui storie non siano legate al sesso maschile.

Emila Testa crea nuove fiabe, scardina i luoghi comuni: la dolce principessa e il suo principe azzurro convivono nella stessa persona.

Fiabe in cui il dannoso e obsoleto incantesimo viene estirpato dall'amicizia, dall'amore con e per le donne, ovviamente quelle con "D" maiuscola.

Un’unica e personale osservazione: avrei preferito un percorso interiore più diluito nello spazio temporale, una profondità esistenziale negli incontri, una maggiore presa di coscienza davanti allo specchio.

Buona lettura


genere: narrativa

anno pubblicazione: 2023


sabato 9 dicembre 2023

NON SONO MAI STATA COSI FELICE

 




Non sono mai stata cosi felice – Anna Pia Fantoni -

recensione di Gino Campaner

 

Appena terminato il romanzo Non sono mai stata così felice di Anna Pia Fantoni sento la necessità impellente di scrivere una recensione. Avverto l'urgenza di dover mettere in ordine le emozioni che mi ha suscitato questo libro. È la prima volta che mi accade dopo tanto tempo. E dire che per me il coinvolgimento dei bambini in romanzi così estremi è notoriamente un tabù. Solitamente interrompo la lettura appena mi rendo conto che la sofferenza di un bambino diventa protagonista del romanzo. Ma qui non è così, questo aspetto nel racconto e trattato con il dovuto rispetto, quasi con devozione. Ma andiamo con ordine:

📖Spiccioli di trama: all'inizio del romanzo l'autrice ci fa conoscere angelica al presente durante una delle serate alle quali partecipa come accompagnatrice di facoltosi personaggi. Una prostituta di prestigio. Con un tariffario che in pochi possono permettersi. Da qui si scende lentamente all'inferno. Si viene a conoscere, lentamente, tutta la sua dolorosa esistenza. Un viaggio da incubo: una infanzia di vessazioni e una gioventù negata, ma non sarà nulla rispetto a quello che vivrà negli anni successivi...

 

🔥Punto di forza: non so quale citare prima. Se la supervisione di Diego Di Dio, se la cura è l'attenzione che l'autrice ha dedicato a questo libro, se la storia raccontata, se il finale emotivamente devastante... 

 

🙁Punto debole: a livello di scrittura non saprei individuarlo, per quanto mi riguarda, da lettore, nessuna. A livello personale solo il dover superare certe barriere psicologiche. 

 

🏁Finale: per me splendido, coraggioso. L'unico veramente logico, ma bisogna avere il coraggio di scriverlo, sapendo di poter far male all'anima di qualche lettore e rischiare le critiche di qualcun altro che crede ancora nelle favole. 

 

🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐💫
se dovessi trovare un titolo che sintetizzi tutto il mio pensiero rispetto a questo romanzo. Direi: all in! L'autrice ha messo tutto in campo: il cuore, l'anima, la cura del libro, un editor di valore assoluto, tanto coraggio nello scrivere una storia deflagrante e continuare su questo registro senza cedimenti senza ripensamenti. Spetta al lettore premiarla e non ho dubbi che ciò avverrà. 

genere: giallo

valutazione: più che buono

anno pubblicazione: 2023


giovedì 7 dicembre 2023

DESTINATARIO SCONOSCIUTO

 




Destinatario sconosciuto - Katherine Kressmann Taylor

 Recensione a cura di Miriam Donati

 

In un breve romanzo epistolare sui generis (venti lettere più o meno lunghe) si racconta una vicenda che si svolge a partire dal Novembre 1932.

L'ebreo Max Eisenstein e il tedesco Martin Schulse, soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto l'ombra nera della storia: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall'ideologia nazista. Martin non cambia atteggiamento nemmeno quando Max, disperato, gli raccomanda di vegliare sulla sorella Griselle, un'attrice austriaca che è stata amante di Martin e che, nonostante gli avvertimenti ricevuti, ha voluto ugualmente recitare a Berlino. E proprio questo comportamento porterà a un simbolico rovesciamento dei ruoli.

Da questo momento ha inizio il secondo dramma, quello relativo al rapporto fra i due ex-amici. Il modo di agire di Martin è giustificabile quanto lo è la reazione di Max. Sono entrambi vittime. E sono entrambi carnefici. Altrimenti, non ci sarebbe tragedia.
Scritto con un ritmo incalzante, che non consente sospensioni nella lettura, scorre veloce fino a un finale sconvolgente.

Destinatario sconosciuto in pochissime pagine, con una sintesi straordinaria offre un'indimenticabile rappresentazione della vita in un particolare momento storico, descrivendo con lucidità l'antisemitismo e le basi del silenzio che avvolse l'orrore dei campi di concentramento. Descrive la trasformazione del pensiero liberale in quello nazista, spiega la responsabilità storica di un popolo bisognoso di rivalsa passando dalla povertà alla violenza e alla distruzione dell'altro, del diverso.

Ogni volta che puntiamo il dito verso qualcuno dovremmo rileggere queste lettere, dall'inizio alla fine, per essere consci che in futuro potremmo essere noi dall'altra parte.

Più di questo però è angosciante il rinnegare l'amore, il passato, le emozioni vissute. Quanti destinatari sconosciuti ancora oggi, purtroppo, ci sono nel mondo.

Simona Vinci descrive con drammatica precisione il cuore del romanzo della Kressmann Taylor: "L'emblematica piccola storia di due amici che di colpo si ritrovano separati dalla Storia. Quella grande. Quella che come una bufera, quando comincia a soffiare, travolge paesi e città, scardina finestre, piazze, strade e vite umane. E lascia dietro di sé solo brandelli, proprio come pezzi di carta e buste strappate."

Un libro consigliatissimo proprio per i tempi di guerra che stiamo vivendo.

 

Genere Narrativa

Anno di pubblicazione 1938 sulla rivista Story di New York, 1939 come libro vero e proprio


lunedì 4 dicembre 2023

D'AMORE E OMBRA

 




D'amore e ombra - Isabel Allende.

recensione a cura di Patrizia Zara


Contesto storico importante, personaggi vividi, lettura seducente. Ampiezza di spirito nel descrivere luoghi e sensazioni, vivacità dell'intelletto nell'intrecciare le esistenze che si incastrano in una trama perfetta e avvincente.

Isabel Allende è una garanzia.

Le sue storie sono narrate con un'abilità sorprendente tanto da accomunare lettori e lettrici di generi diversi.

Le sue incredibili doti narrative nell'utilizzare con maestria un linguaggio intenso, similitudini e metafore ammalianti, nel giocare con lo spazio temporale senza provocare fratture o sbavature fanno di "D'amore e ombre" un romanzo denso e travolgente che si dipana su più fronti senza perdere mai di vista la trama conduttrice: la travolgente storia d'amore fra la bella Irene e il filantropico Francisco. Questa si delinea in un crescendo continuo lungo un dedalo di personaggi - mistura di contesti familiari - discordanti fisicamente, socialmente e psicologicamente con i quali il lettore non avrà difficoltà a familiarizzare in quando l'Allende non risparmia la storia personale di ognuno senza vacillare in divagazioni o digressioni. Puzzle perfetto.

Lo scenario storico e politico inquietante nella sua crudezza e la nostalgia da eterna esiliata dell'amata terra martoriata dalla dittatura e dalle continue rivolte evitano, inoltre, con capacità incredibile, di fare scadere l'amore dei due personaggi a una storia a tinte rosa, innalzandola invero a un romanzo storico dall'aspetto di latente denuncia contro la privazione delle più elementari forme di libertà in nome di una legge unilaterale e tirannica suscitando volutamente indignazione e sdegno ai lettori più sensibili e democraticamente corretti.

Da ciò ecco il perché quando ho un momento di impasse tra una lettura e un'altra vado sul sicuro con la fantastica scrittrice cilena. Così mi perdo nella sua nostalgia, nelle sue parole maestre di sensazioni ed emozioni e sono certa di aver letto un bel romanzo che mi insegna a scrivere ed esprimermi, che riesce a coinvolgermi in una realtà visionaria e delirante malgrado la crudeltà monolitica delle consuetudini, riti e formule  - il cosiddetto "realismo magico" fertile germoglio dell'anima Latina – proiettandomi lo sguardo stregato dal sogno oltre i confini della materialità e, allo stesso tempo, guardare il mondo con le sue inguaribili cicatrici con occhi lucidi e disincantati.

Prodigiosa Allende!

"...raccoglieva sassi di fiume e li poliva per il piacere di vederne brillare i colori; percorreva il triste paesaggio in cerca di foglie secche da sistemare in artistiche composizioni; si commuoveva fino alle lacrime dinanzi a un tramonto, desiderando di immobilizzarlo per sempre in una frase poetica o in un dipinto che poteva immaginare, ma che si sentiva incapace di realizzare. Solo la madre accettava quelle stravaganze senza vedervi segni di perversione, ma l'evidenza di un'anima diversa"

genere: narrativa

anno pubblicazione: 1988


sabato 2 dicembre 2023

UNA PICCOLA FORMALITA'

 




UNA PICCOLA FORMALITA - Alessia Gazzola

recensione a cura di Alice Bassoli

 

😍 Ho appena terminato "Una piccola formalità" di Alessia Gazzola e devo dire che mi ha letteralmente rapita! Alessia Gazzola è senza dubbio una delle migliori scrittrici presenti sul territorio italiano, e questo romanzo ne è una prova lampante.

 💑La trama: immersa nel suo vivace mondo, Rachele, una giornalista esperta di lifestyle a Milano, si trova improvvisamente coinvolta in una misteriosa eredità lasciatale dallo zio.

La trama si svolge in modo avvincente, e il legame di amore/amicizia tra Rachele e Alessio aggiunge un tocco emozionante alla trama.

 📖✨Alessia Gazzola sa davvero come mescolare coerenza, leggerezza, naturalezza e mistero.

 Ho divorato ogni pagina. Ancora adesso che l'ho concluso, ho la sensazione di aver conosciuto “dal vivo” i protagonisti di questa bellissima storia.

 Se cercate un romanzo coinvolgente che vi catturi dall'inizio alla fine, ve lo consiglio vivamente. Alessia Gazzola ha il dono di far rivivere i personaggi e di creare un'esperienza di lettura davvero indimenticabile. 📚🔥

genere: narrativa

anno pubblicazione: 2023


giovedì 30 novembre 2023

COLPO DI RITORNO

 





Colpo di ritorno - Giancarlo De Cataldo

recensione di edoardo Todaro

Il PM romano Manrico, il contino, Spinori di nuovo protagonista grazie a De Cataldo. Se non mi sbaglio, siamo al 3° o 4° capitolo con Spinori al centro di quanto scrive De Cataldo. Spinori con la sua solitudine affettiva, unica compagna che non l’ha mai tradito, ed il senso di giustizia del tutto suo, che in fondo si rivela essere solo e soltanto aspirazione. Volente o meno, Spinori si trova invischiato nel ritrovamento del cadavere del Mago Narouz, sacerdote ed analista, un mago che non disdegna oroscopi, cartomanzia, suggeritore di numeri vincenti, psicologo ed anche psicanalista. Un omicidio che produce ansia nel mondo “bene“, quella Roma bene che ha nel mago il suo punto di riferimento, visto che è frequentato da politici  rappresentanti del popolo che si affidano all’irrazionale per andare avanti. Un PM che deve rapportarsi con un contesto complicato e difficile, fatto di rapporti condizionati da politiche corrotte, a partire dalla senatrice Bianca Maria Olivieri, retriva ed integralista, che sostiene il governo populista in carica. Perché se la maggioranza governativa va in crisi è proprio perché siamo di fronte a quel fenomeno con cui si farà i conti in futuro: il populismo in cui tutto è messo nello stesso buglione, dai giudici ai politici ai giornalisti. Ma non c’è solo Spinori, abbiamo anche Deborah, l’ispettora con l’ansia della maternità, cercata e mancata.  Però è il mondo della magìa, arte ridotta a macchina per fare soldi con i suoi misteri e le credulità connesse, occultismo, satanismo,spiritismo, ad essere il centro di quanto ci è descritto, con le fatture quelle da pagare  e quelle opera del mago. Se abbiamo a che fare con il populismo, abbiamo a che fare anche con le “toghe rosse“, con magistrati ritenuti in cerca di protagonismo, con le procure che fanno politica, e per restare  all’oggi che dire dei rapporti misteriosi del Vaticano e di associazioni benefiche che in realtà non sono altro  che vere e proprie truffe. Un’indagine che apparentemente langue e non fa passi avanti, non solo mediatiche ma nemmeno giudiziarie, ma visto che per Spinori Manrico risolvere i casi è una questione d’onore ….

genere: giallo

anno di pubbblicazione: 2023