Ribelli - Marilù Oliva
recensione di Edoardo Todaro
Senza dubbio non è possibile non riconoscere
a Marilù Oliva la capacità di scrivere spaziando su argomenti tra loro anche
più diversi. Come non ricordare, “Mai più“ a proposito del cosiddetto
femminicidio; oppure i noir da “ Fuego “ fino a “ Musica sull’abisso”. Ecco che
l’attualità incombe ed il suo essere insegnante, prestata alla scrittura, dà
l’opportunità di mettere le mani nel piatto su quanto prende piede nel mondo
studentesco, autogestione o occupazione? Un dubbio, un punto di domanda, sul
quale si sviluppa l’ultimo lavoro di Oliva. Che dire, tra l’altro in un momento
in cui il protagonismo studentesco si rende attivo rispetto agli avvenimenti
che si susseguono a prescindere dalle motivazioni prettamente studentesche. Leggiamo
“Ribelli “ e in parallelo le cronache sulle occupazioni che una dietro l’altra
avvengono a Roma in queste settimane. Hai a che fare con una dirigenza
scolastica che tenta di far sì che l’autogestione non si trasformi in
occupazione e ti trovi ad avere a che fare invece con l’autogestione concessa
che diviene occupazione. Leggere queste pagine potrebbe portarci a posizionarci
su una parte o sull’altra delle decisioni che vengono e/o verranno prese, a mio
avviso no, non si tratta di essere a favore di una opzione o di un’altra. Fa bene Oliva a soffermarsi su cos’è la
scuola non solo in quanto istituzione ma in quanto “edificio“ e cosa questo
rappresenta quando c’è la mattina presto in chi deve sottostare all’obbligo
dell’interrogazione, o del compito. Le decisioni prese dagli studenti
dell’Istituto Gentileschi , travalicano loro stessi coinvolgendo genitori, passanti curiosi, giornalisti,
poliziotti, pompieri, professori, politici, medici, artificieri e per non farsi
mancare niente non solo il questore di turno, ma un … morto, ed i lasciti dell’emergenza sanitaria
prodotta dal Covid. Perché occupazione o
autogestione, senza scendere nel contendere del “buoni “ o “ cattivi “, è l’aspetto determinante delle scelte
fatte, decise e/o subite. E’ l’idea di scuola del futuro che mette in contrasto
personalità che devono, e vogliono, essere apparentemente condivise, ma
contrapposte ma che tengono in considerazione un fine comune: cioè il
ribellarsi al sistema, a questo sistema di una istruzione deviata, malata,
chiedendo la sospensione delle bocciature e l’abolizione del voto in condotta.
Certo, tutti protagonisti, l’aspirante rapper di origini marocchine e servizi
d’ordine prestati da tempi ormai andati, compresi, con un manipolo di studenti
che tiene in mano, una scuola. Da quanto letto, emerge in modo predominante un
qualcosa a cui dobbiamo attenerci: per non sbagliare di nuovo abbiamo un
antidoto potente, la memoria, ed invece che perdonare è meglio e consigliabile
comprendere. Mi concedo, in conclusione,
un consiglio spassionato rivolto a quelle realtà studentesche che, nonostante i
rapporti di forza vigenti, si trovino a decidere, all’interno di un percorso
collettivo, se orientarsi su autogestione o occupazione, trovate qualche
momento di tranquillità per leggere 166 pagine, che in fondo poi non sono così
tante. Certo non sono la risposta, né la soluzione ai tanti modi in cui le
nuove generazioni si affacciano al protagonismo, però …
genere: narrativa
anno pubblicazione: 2023
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