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venerdì 29 agosto 2025

PRIMA REGOLA NON INNAMORARSI

 




Prima regola non innamorarsi – Felicia Kingsley -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Ho iniziato a leggere questo libro su consiglio di mia nipote Jacqueline (grande divoratrice di libri).

Cercavo qualcosa di semplice, contemporaneo, una romantica commedia a lieto fine.

Per entrare in sintonia con il libro, ho persino partecipato ad un incontro di lettura a tema presso la mia libreria di fiducia trascinata dal fascino misterioso e intramontabile della commedia romantica.

È stata una esperienza (inaspettatamente) bellissima che ha arricchito le mie curiosità sul libro e sulla scrittrice e soprattutto mi ha permesso di conoscere un gruppo solare, brillante e fortemente appassionato di romance.

Il mio viaggio letterario ha attraversato momenti di azione, mistero, e piccoli colpi di scena divertenti.

Piano piano sono stata risucchiata in un gorgo oltre i confini del semplice romanzo rosa.

Ho apprezzato la scrittura, lo stile, la costruzione della storia, la copertina, la ricerca dei dettagli, il mistero legato al tesoro perduto, le curiosità sulle opere d'arte, i riferimenti massonici su Canova e Casanova, le descrizioni accurate di Venezia, la lista delle canzoni e dei film che hanno ispirato la scrittrice.

Ho conosciuto Sylvie e Nick. Due ladri professionisti che hanno costruito la loro fortuna seguendo regole strette, rigide, tra cui quella di non innamorarsi.

È stato interessante vedere come, pagina dopo pagina, l'eco di quella regola si infrangeva sulle rive di quell'isola misteriosa che chiama a sé le anime gemelle.

È praticamente inutile controllare i propri sentimenti, remare contro corrente. Non si può resistere al canto dell'amore, non si torna indenni da quell'isola.

 Ritorno alle mie letture con uno spirito nuovo, più leggero, divertito, cullato da piacevoli immagini romantiche che entrano in folla nella mia mente.


genere: romance

anno di pubblicazione: 2023

 


venerdì 1 agosto 2025

CAVALCARE LA PROPRIA TIGRE

 




Cavalcare la propria tigre – Giorgio Nardone -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Non si nasce artisti, lo si diventa coltivando i propri talenti, spingendosi oltre i propri limiti".

Dopo aver letto questo libro mi sono soffermata sul significato del termine più potente e rivoluzionario di sempre.

"ERESIA" significa "scelta".

L'Eretico è la "pecora nera", il diverso, colui che ama la ricerca della verità e la mette al servizio degli altri.

Egli è un innovatore, uno che va oltre le tradizioni, che esprime una "opinione diversa" e mette in discussione pubblicamente una "verità assoluta".

La storia ci insegna che tale termine ha avuto anche una connotazione negativa. Tanto da essere considerata persino un delitto.

È l'eresia uno dei motivi che mi fanno amare senza misura la lettura.

Attraverso Essa abbiamo la possibilità di SCEGLIERE, di coltivare la nostra abilità di pensare e agire al di là dell'ordinario e delle "verità preconfezionate".

Questo libro pone le basi per chi vuole viaggiare verso la totale libertà di pensiero, immaginazione e scelta.

È un saggio divulgativo sulla comunicazione e il problem solving strategico, applicabile a qualsiasi tipo di attività: relazionale, lavorativa, manageriale, artistica, sportiva, scientifica.

Il messaggio del libro è chiaro la saggezza e l'intelligenza strategiche dovrebbero essere coltivate ed esercitate quotidianamente e senza tregua.

In questo viaggio culturale ho avuto modo di assaporare gli stratagemmi per approfondire tali abilità attraverso l'arte greca dell'astuzia, l'arte cinese della guerra e quella della retorica della persuasione.

Lo studio di queste affascinanti arti senza tempo permette agli esseri umani di superare gli ostacoli con eleganza e leggerezza, ma soprattutto di "cavalcare la propria tigre" attraverso soluzioni semplici, prendendo spunto dalla natura e dagli animali.

Nel libro è citata una bellissima frase di Gandhi: "Sii quello che vorresti che il mondo fosse".

Ciò significa che dobbiamo solo imparare ad essere la migliore espressione di noi stessi, perché infondo non esiste alcuna magia, alcun trucco, o segreto.

È attraverso le abilità, i nostri talenti coltivati, le virtù, le conoscenze acquisite e l'esercizio quotidiano che miglioriamo la nostra essenza e possiamo produrre effetti straordinari in tutti gli ambiti della nostra vita.

 
genere: self-help

anno di pubblicazione: 2003


venerdì 18 luglio 2025

LE SETTE LEGGI SPIRITUALI DEL SUCCESSO

 




Le sette leggi spirituali del successo – Deepak Chopra –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Non c'è una via alla gioia: la Gioia è la via" (Thich Nath Hanh)

"Il passato è storia, il futuro è un mistero e questo momento è un dono. Ecco perché viene chiamato presente".

Questo libro fornisce delle pillole di endorfine che una volta ingerite creano dipendenza.

Frasi semplici, accessibili a tutti.

Frasi Rivoluzionarie.

Alcune più di altre.

Ogni desiderio pianta un seme dentro di te.

Ogni seme, promessa di migliaia di foreste.

Affascinata da questa filosofia orientale, ho letto il libro tutto in un fiato in uno stato di totale estasi.

Poi, dopo aver avidamente divorato ogni parola, mi sono soffermata sui principi che regolano la crescita personale attraverso la connessione di mente, corpo e spirito.

Le sette leggi spirituali del successo propongono una mappa mentale, concettuale, del benessere che va oltre il materialismo e che deriva dall'armonia dell'universo, la comunione con la natura, dalle nostre abilità nascoste, dalla meditazione quotidiana.

È un invito a sognare, a scrivere righe di noi stessi e dei nostri desideri, a scoprire i nostri talenti e assecondare la nostra creatività, a vivere abbracciando la saggezza dell'incertezza, a prendere coscienza del presente andando oltre il passato, ma soprattutto, ad essere liberi da ogni condizionamento!

Alla fine del libro è previsto un programma di 4 settimane. Una regola ogni giorno.

Ho scoperto nuovi punti di osservazione del mondo, dove i problemi diventano occasioni di crescita. I sogni, foreste infinite di possibilità.

Prima di passare ad un'altra lettura e un altro viaggio culturale, mentre intorno regna il caos, mi siedo in riva al mare per contemplare: il tramonto, il presente e quello spazio, quasi magico, che alberga tra i pensieri.


anno di pubblicazione: 2019

 


venerdì 11 luglio 2025

COME SMETTERE DI FARSI LE SEGHE MENTALI E GODERSI LA VITA

 




Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita- G.C. Giacobbe - 

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Vecchio paradosso di Zenone di Elea diceva che se il tempo scorre il tempo non esiste, perché l'istante non potendosi fermare non c'è: appena comincia è già finito".

È stato un viaggio veloce, inaspettato, irrazionale.

Ho esplorato i meandri della mente umana attraverso una scrittura semplice, diretta, ironica e un pò fuori dalle righe.

Il libro non è solo un manuale tascabile di psicologia.

È molto di più.

Un saggio pieno di suggerimenti pratici, di metafore, esempi, riferimenti (anche ironici) a tecniche psicologiche orientali - quali quelle buddiste, zen e yogistiche - 

per prevenire le nevrosi, i circoli viziosi che conducono a stress, ansie e pensieri negativi, ma soprattutto a inevitabili seghe mentali.

Molto interessante il suo punto di vista.

Il pensiero come risposta alla memoria, come metodo al pari del sogno per allentare la tensione "elettrica" creata nel cervello.

Il testo comunque è un invito a pensare meno, a godersi la vita, a ridere e soprattutto ad imparare a distinguere cosa è reale da ciò che non lo è.

Ho apprezzato la spiegazione e il suggerimento dell'uso dei mantra per uscire da circoli viziosi della mente.

Della tecnica dell'osservazione passiva, del respiro profondo e soprattutto della "presenza mentale" come metodo per acquisire "consapevolezza" di ciò che accade fuori o dentro di noi.

È stato un viaggio quasi onirico per certi aspetti, specie nell'ultimo capitolo.

Dove con un dialogo più intimo, profondo, quasi poetico, questo brillante professore racconta gli "incontri" e ci fornisce un perfetto esempio di osservazione, accettazione, consapevolezza del mondo che ci circonda.


genere: altro

anno di pubblicazione: 2012

 


venerdì 27 giugno 2025

IL PROCESSO

 




Il processo – Franz Kafka -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Questa nuova avventura letteraria mi ha condotta in una località sconosciuta dove vive il signor K., impiegato di banca arrestato senza alcuna accusa esplicita.

Questi sopraffatto dal conflitto con il nulla e dalla vergogna di un crimine, che sembra inesistente, viene come divorato da un limbo esistenziale e alienante.

Nessuno dei personaggi che incontra riesce a sciogliere i suoi dubbi, ma anzi, tutti sembrano suggerirgli l'inevitabile condanna.

È un incubo ad occhi aperti.

Un processo ingiusto che non lascia scampo!

L'intero sistema giudiziario sembra totalmente astratto, inaccessibile, incomprensibile, inconstrastabile e senza alcun senso.

Ho avuto come l'impressione di aggirarmi lungo le strade di un labirinto burocratico irreale e oppressivo.

Un luogo angusto dove la giustizia opprime i diritti anziché proteggerli.

Ho letto lentamente e con fatica questo romanzo e sono arrivata alla fine come trascinata dalle sue atmosfere oniriche, paradossali e spesso grottesche.

Il finale arriva come una doccia fredda. È ambiguo, tragico, destabilizzante, lascia l'amaro in bocca, ma forse proprio per questo, a mie occhi, straordinario.

Il rientro a casa è affollato da profonde riflessioni sulla giustizia, il potere, sulla natura umana, sul conflitto esistente tra colpa e innocenza, sul giusto processo, sul valore del contraddittorio, sull'onestà intellettuale e la professionalità degli avvocati e dei giudici al servizio della verità processuale.


 


venerdì 20 giugno 2025

I PROMESSI SPOSI

 




I promessi sposi – Alessandro Manzoni –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio".

 

Tra i pochi libri che ho riletto, questo è quello che mi ha dato più soddisfazione.

Una lettura ad alta voce condivisa con quello che da anni, ormai, considero un simpatico "papà acquisito".

Il momento più appagante quello delle nostre riflessioni sulla Provvidenza, la natura umana, la vanità della storia, la ricerca di un significato più profondo nell'esistenza.

Nonostante il Romanzo sia ambientato nel lontano 1628, i suoi argomenti sono ancora tremendamente attuali.

È la sua semplicità che mi rapisce.

La storia di due giovani promessi che devono affrontare una serie di ostacoli e difficoltà, prima di coronare il loro sogno d'amore.

È un grido di libertà. Un inno alla giustizia. 

Un invito a combattere per far valere i propri diritti sempre e comunque davanti ad ogni avversità. 

Un augurio a non perdere mai la fede e la speranza. 

È una esortazione a tenere viva la memoria di un fatto storico e fare ammenda degli errori del passato.

Una lettura rivoluzionaria per i sognatori, i filosofi e persino per la gente comune.

La scrittura è potente, elegante, evocativa. 

La prosa viscerale, diretta, semplice ed ironica.

La combinazione dell'elemento storico con quello della fantasia hanno reso il nostro vagare tra queste antiche pagine impareggiabile.

Non sono un'amante dei romanzi storici, ma questo libro è un viaggio da fare almeno una volta nella vita perché contribuisce: a definire la nostra identità individuale e collettiva e soprattutto, ad avere uno sguardo critico, attento, informato, nei confronti delle vicende poliche e sociali.

 

genere: narrativa

venerdì 6 giugno 2025

SOPRA I TETTI DEI PALAZZI

 




Sopra i tetti dei palazzi – Claudia Lombardo -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Siamo come pezzi sparsi della stessa conchiglia che il mare rimette insieme".

Con una scrittura fortemente evocativa, la scrittrice mette a nudo la sua anima ed esplora i sentieri che hanno percorso le sue emozioni più intime, le paure, le ansie, i sogni e il male di vivere.

Così, in punta di piedi come davanti ad una pietra preziosa, ho iniziato il mio viaggio letterario tra i confini di un romanzo di formazione che affronta principalmente il tema dei disturbi alimentari.

Il romanzo è scandito da tempi ciclici che svelano i pensieri di Greta e il suo rapporto con il cibo, lo specchio, la famiglia, gli amici, la scuola, l'amore e la terapia di gruppo.

Leggerlo è stato come assistere ad una magia che si ripete ogni volta che chiudo gli occhi davanti ad un libro.

Ho visto come la fragilità può diventare forza e i sogni l'unica bussola nella realtà.

Ho fatto il tifo per Greta segretamente.

È vero, crescere è meraviglioso ma anche terribile. Nella sofferenza siamo tutti soli, ma nessuno si salva da solo.

I problemi poi, non finiscono mai. È facile perdersi ma l'importante è non smettere di cercare il sentiero luminoso che riconduce sempre a casa.

Ho provato diverse sensazioni davanti lo specchio di quelle immagini interiori. Emozioni così forti che persino adesso mi sembra di planare su una bolla di sapone sopra i tetti dei palazzi.

Mi è rimasto in bocca quel sapore dolce che solo le favole e lo zucchero filato sanno dare.

Ho sentito una tenerezza che non provavo da anni.

Ho avuto l'irrefrenabile voglia di piccole cose e gesti semplici, quali una brioscia con il gelato, di fare le bolle di sapone, di disegnare, di tornare nei luoghi a me cari, al mare, per sentire il rumore dei ricordi e delle possibilità, ma soprattutto di trascorrere un'altra giornata memorabile con le persone che amo a ridere di nulla, parlare di niente e bere un caffè.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2025

 


venerdì 23 maggio 2025

IL CONFORTO DELLA VASTITA'

 




Il conforto della vastità - Gretel Ehrlich -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Tutto in natura è un costante invito a essere ciò che siamo"

Ho conosciuto la grandezza di questo libro grazie alla serie televisiva Yellostone.

Rapita da quel titolo ho iniziato il mio viaggio letterario nei territori del Wyoming alla ricerca del "conforto della vastità" .

Stregata dalla poesia della Ehrlich, ho perso la bussola tra visioni, sogni e presagi di una distesa sconfinata di immagini surreali.

In un diario, pieno di racconti, un reportage di un viaggio trascendente, di rinascita e di resilienza.

Una ballata intrinsa di tenerezza, forza, sangue, malinconia, polvere e terra.

È stato come cavalcare attraverso un paesaggio unico e irresistibile degli anni '80, in balia del richiamo primordiale della terra.

Gretel lascia la città per trasferirsi in un ranch in mezzo alla natura selvaggia dell'ovest in cerca di conforto per la morte del compagno.

Negli spazi aperti, nella solitudine, nel rapporto con la natura, gli animali e i cowboy, lei ritrova se stessa e il suo posto nel mondo.

È stato più di un sogno ad occhi aperti: gli spazi sconfinati, spirituali e curativi dell'antico West, tra rodei, cavalli, ranches, danze del sole e generazioni passate.

Ho vissuto un'avventura ancestrale e astrale che ha rafforzato il mio legame profondo con la terra.

Illusi, crediamo di possedere la terra...ma è lei che ci possiede, ci nutre e ci cura come solo una madre può fare!

Ha ragione Gretel, un lutto non si supera mai, ma il dolore può essere infuso di benefiche ondulazioni.

Bisogna rimboccarsi le maniche, fare spazio, rallentare, andare oltre per vivere quelle onde, placare il dolore.

Così, travolta da pensieri viandanti sul senso dell'esistenza, sulla sacralità dei luoghi, del silenzio, degli strati di pelle che rivestono la nostra anima, ho finito di leggere il libro.

Ho imparato che il conforto si può trovare ovunque e che se ogni posto che vedi è uguale ad un altro, tanto vale tornare nel luogo in cui ti senti a casa!

Mi sento così piena. Grata. Viva. Fortunata.

Il mondo continua cambiare, l'aria è carica di elettricità ed io sento ancora quella voce e sorrido...

"In passato mi è stato chiesto: <<Che fai là fuori!? Non ti annoi?>>. Il problema in realtà è l'opposto. Qui c'è troppo di tutto. Fatico a tenere il passo".


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2022

 


venerdì 9 maggio 2025

L'ARTE DELLA PACE

 




L’arte della pace – Morihei Ueshiba -

reensione a cura di Francesca tornabene

 

"La combattività non è nient'altro che la vitalità che sostiene la vita”.

Ho conosciuto la fama di questo vecchio libro grazie alla serie televisiva "the walking dead", tanto da ordinarne una copia.

Ho viaggiato attraverso le sue pagine in Giappone per incontrare il maestro Morihei Ueshiba, fondatore dell'Aikido.

Ho appreso i particolari della sua storia, della sua vita e di questa antica arte marziale spirituale.

Poi mi sono concentrata sulle differenze che contrappongono l'arte della guerra a quella della pace.

Infine, ho cercato di fare tesoro di tutti gli insegnamenti, le massime, i suggerimenti per trovare il sentiero dei guerrieri della pace.

Mi sono persa tra le pagine di questo manuale e in estasi, come in uno stato di profonda meditazione, ho cercato il significato di ogni singola parola.

L'arte della pace è una filosofia di vita difficile da realizzare, perché richiede saggezza, compassione, disciplina e tecnica.

È un metodo di risoluzione dei conflitti che assillano ogni ambito della nostra vita. 

La medicina per un mondo malato, devastato dalla violenza e dalla guerra, ammorbato dalle apparenze, dalla discordia e dall'avidità.

Questa antica arte insegna all'uomo a conformarsi con l'ordine cosmico, con la natura e con la parte più intima del suo essere.

Il messaggio del libro è chiaro: l'uomo deve persistere nel dialogo, nell'armonia, nell'amore, nell'unione anche quando da essi non ne trae appagamento.

Il concetto più affascinante è che il guerriero della pace promuove e protegge la vita, 

neutralizza ogni tipo di aggressione e lascia integro l'aggressore.

È un'idea che se coltivata diventa una foresta di immagini potenti in grado di prevenire la guerra attraverso la collaborazione e il dialogo.

In quest'ottica l'arte della pace può diventare la CHIAVE per trovare la pace nel caos e per ricordare a tutti gli esseri umani che (noi, tutti!) condividiamo la stessa origine e lo stesso destino.

È un libro che terrò sul comodino per approfondire ogni suo aspetto ed imparare a mantenere la mente luminosa, chiara, libera da tutti i pensieri limitati e limitanti.

E cercherò di ricordare che "Vincere significa sconfiggere la mente conflittuale che si annida dentro di noi”. 


genere: saggio

anno di pubblicazione: 2004

 


venerdì 25 aprile 2025

THE MIST

 




The mist – Stephen King –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Avrai più paura dei mostri che infestano la nebbia o di quelli che vivono negli abissi dell'animo umano?" 

È il dubbio che ha accompagnato la mia lettura. 

The mist è un Romanzo breve, scorrevole, che appartiene al genere horror con spiccati tratti di fantascienza.

È stato un viaggio surreale in compagnia del Re dell'horror, nel New England del Nord, nella regione del Maine, nei pressi di Long Lake, precisamente a Bridgton.

Da subito, leggendo l'incipit sono entrata nel vivo della storia travolta dalla potenza di un uragano...

Dopo la tempesta, la nebbia ha avvolto ogni cosa...e strani avvenimenti si sono verificati.

Ma come se ciò non bastasse, la paranoia, la follia e la minaccia di un male sconosciuto hanno rivelato le fragilità umane e l'incapacità di gestire le situazioni con lucidità e di lavorare insieme per la sopravvivenza.

La mia attenzione è stata catturata dal rapporto tra "la nebbia" e "il sogno".

Due immagini che si confondono in un'unica figura onirica, fugace e priva di concretezza nel mondo reale.

Tanto da chiedermi dove inizia la nebbia e dove finisce il sogno di questo viaggio.

Immagino la nebbia come il confine dello scrittore diviso tra la realtà e il sogno.

E mentre cerco indizi per supportare la mia tesi, il viaggio volge al termine.

Tornando a casa, ripenso ancora una volta a quelle immagini della nebbia così oniriche romanzate, ai luoghi avvolti dal suo anatema e ai sopravvissuti.

Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui King ha chiuso il racconto. Un finale oscuro, criptico che lascia tanti punti di domanda.

Prima che queste figure svaniscano del tutto, mi fermo, ancora qualche minuto, in quel luogo in cui i cervi guadano il fiume Connecticut. 

Poi...Apro gli occhi.

"I sogni, dopotutto, sono cose prive di sostanza, proprio come la nebbia".

genere: horror

anno di pubblicazione: 2018

 


venerdì 11 aprile 2025

LA VEGETARIANA

 




La vegetariana - Han kang - 

recensione a cura di Francesca Tornabene


Questo viaggio mi ha condotta fino alla Corea del sud. 

Il libro racconta diversi punti di vista: quello del marito, del cognato e della sorella della protagonista.

Questa scelta narrativa scandisce il tempo del delirio di Yeong Hye che va oltre la scelta etica di non mangiare carne.

 

È stato un viaggio irrisolto, trascendente e dissoluto.

 

Ho navigato le pagine della vegetariana attraverso una sublime prosa poetica.

Mi sono arricchita di metafore profonde, simbolismi vegetali, immagini oniriche che descrivono le fragilità umane, la rinuncia, l'instabilità, la schizofrenia, i traumi storici, la marginalità, l'isolamento, il silenzio e poi la ribellione, il coraggio, la follia.

Tra le pagine di questa storia straziante, ho conosciuto il desiderio profondo di chi vuole, ad ogni costo, liberarsi dal conformismo e da ogni tipo di sopraffazione.

Tutto parte da un atto di ribellione che degenera in un delirio disturbante crescente, fino al desiderio surreale ed estremo.

La protagonista vuole riscrivere la sua vita, la nascita, la sua esistenza e persino la morte.

Un desiderio che passa attraverso una sorta di sublimazione del corpo e la ricerca ossessiva di riconnettersi con la natura.

 

Un malessere interiore travolgente, viscerale che non trova pace, comprensione, cura.

 

È l'urlo epidermico, la richiesta di aiuto di chi, stanco, violentato, sopraffatto, trascutato, vuole disperatamente andare oltre, dissolversi, mescolando umano, animale e vegetale.

Torno a casa piena di interrogativi e penso, malinconica, alla responsabilità che noi abbiamo nei confronti dei più fragili e delle generazioni future.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2019

 


venerdì 4 aprile 2025

UNO SCONTRO DI RE

 




Uno scontro di re – J. J. Martin –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Quando cade la neve e i venti gelidi soffiano, il lupo solitario perisce, ma il branco sopravvive".

Questo secondo capitolo della saga, lungo 921 pagine, non ha tradito le mie aspettative.

Se "Un gioco di Troni" era un mondo intimo in cui iniziavo ad orientarmi, adesso tutto appare più avvincente, profondo, sconfinato. 

Le atmosfere sono sempre più realistiche e tetre.

L'estate sembra essere solo uno sbiadito ricordo.

Nuovi Re sono pronti allo scontro per conquistare il dominio dei Sette Regni.

Sembra quasi di percepire l'essenza dei luoghi e l'anima dei vari protagonisti.

La scelta narrativa di raccontare il punto di vista di alcuni conferisce movimento, ordine, solidità a tutto il romanzo.

Ambizioni, fragilità ed eventi si mescolano al punto da generare una crescita personale di questi eroi senza tempo.

Estasiata, sorpresa, ritorno nel mio mondo piena di riflessioni su questo straordinario Scrittore, sulla natura umana, i principi, i doveri, i valori della vita e sulla morte.

Così, ancora una volta incasso la mia lezione sul senso dell'esistenza.

Vivere e Creare radici profonde.

Prendendo spunto da uno dei protagonisti, immagino una connessione profonda tra noi e la natura. 

Noi potremmo essere come gli alberi. Le radici, invece, la nostra famiglia e le connessioni che creiamo lungo il corso della nostra esistenza.

Così un albero si può spezzare ma non muore.

Perché se le radici sono forti e profonde, sotto terra tutto continua a vivere, ad esistere e ad irradiare con la sua energia ogni cosa nel mondo.

Ho il tempo di prendere una boccata d'aria prima di tuffarmi a capo fitto nel terzo capitolo di questa avventura epica.

E nonostante io conosca perfettamente la storia, non vedo l'ora di leggere "Una tempesta di spade" per coglierne le sfumature.

Resto in attesa di vedere come ogni mina disseminata lungo i primi due tomi esploderà.

E nel frattempo, mi godo questo straordinario viaggio in cerca di nuovi significati, misteri, insegnamenti e sfrenate fantasie.

 
genere: fantasy

anno di pubblicazione: 2022


venerdì 21 marzo 2025

L'ARTE DI SAPER PARLARE

 




L’arte di saper parlare – Cicerone –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Questo viaggio mi ha condotta in un'epoca lontana alla ricerca dei segreti dell'arte oratoria di Cicerone.

Un uomo saggio, grande filosofo, giurista, politico, statista ancora così tremendamente attuale.

Sono rimasta affascinata dall'opera e mi sono persa nella selva della sua eloquenza tra idee, parole feconde e tra pensieri filosofici.

Mi sono immersa totalmente in un bagno pieno di cultura filosofica, di doveri, di virtù, di costumi, di leggi e di storia. 

Ho avuto modo di riflettere sul modo in cui la letteratura possa migliorare l'uomo e i suoi rapporti sociali.

Ma soprattutto, mi sono lasciata ispirare da questa arte antica, posta al patrocinio dei giuristi e dei grandi oratori.

Così, ho approfondito i concetti di un linguaggio unico, diverso da quello dei filosofi, dei sofisti, degli storici e dei poeti.

Poiché, l'oratore deve studiare e far palestra di discussioni.

Deve essere convincente, moderato nel dilettare e tale da commuovere l'uditorio. 

Ma più di ogni altra cosa deve avere buon senso, metodo e disciplina nell'adoperare le parole e riconoscere quali sono le più convenienti in ogni occasione.

Un linguaggio che viene descritto come opera d'arte che affonda radici profonde nella dottrina e nell'esercizio, nell'eleganza e nel ritmo, nei fatti e nelle parole, nella verità e nel dubbio, nell'essenza stessa delle cose e nell'esteriore.

È stata un'esperienza che trascende ogni immagine fin qui conosciuta e che rafforza le mie conoscenze, le mie passioni, le curiosità e soprattutto i miei studi.


venerdì 28 febbraio 2025

CONFIDENZA

 


Confidenza - Domenico Starnone -

Recensione a cura di Francesca Tornabene


"Ci toccava tuttavia con le parole in modo intimo. Io in particolare mi sentivo frugata così impudentemente che uscivo di scuola estenuata".


Il testo offre tre punti di vista: quello del prof. Pietro Vella, della figlia Emma e di Teresa, l'ex alunna.
Un viaggio lungo 141 pagine che ruota attorno al significato del titolo.

Mi sono ritrovata in un'ampolla di sentimenti contrastanti.
Risucchiata in una storia d'amore tormentata tra un professore e la sua ex alunna.
Un amore senza misura, un'ossessione senza rimedio. Affascinante ma allo stesso tempo disturbante.
Un sentimento che ti rende vivo e poi ti annienta. Assente a te stesso e presente solo nell'altro.
Una forza incrontrollabile che ti fa Amare per poi detestare l'altro. O Detestare per poi amare senza tregua.

Un sentimento viscerale sigillato da un patto scellerato. Raccontarsi un segreto imbarazzante e poi, negarlo al resto del mondo.
Perdersi l'uno nell'abisso dell'altro e poi tacere. Non farne mai parola con nessuno per non distruggere l'immagine pubblica conquistata.

È stato un viaggio introspettivo nei sentimenti, nelle fragilità e le paure umane.
La vertigine di un desiderio in bilico tra l'amore reale e quello idealizzato, che mai spicca il volo.
E poi, si arrende ad un sentimento divorato dalla passione e dal terrore di essere traditi, smascherati, feriti.

Una confidenza che dopo anni viene consolidata in un "matrimonio etico" platonico, pericoloso, destinato a sciogliersi in caso di comportamenti immorali nei confronti del prossimo.
L'ambizione di una moralità che però è destinata a schiantarsi nell'imperfezioni della vita.

Come in una spirale senza fine, rivivo ogni scena sopraffatta, estenuata e poi, attendo che l'effetto dei vapori di quelle suggestive immagini svanisca. 

venerdì 14 febbraio 2025

SOSTIENE PEREIRA

 




Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

Chi è? E cosa "Sostiene Pereira"?

Così ho iniziato il mio viaggio fino al Portogallo di Salazar, a Lisbona nel 1938.

Ho conosciuto Pereira.

Un intellettuale, un giornalista che dopo anni di cronaca nera, cura la pagina culturale di un quotidiano pomeridiano cattolico portoghese.

Un uomo solo, apatico che vive di ricordi. Disinteressato alla realtà storica del suo tempo.

Ossessionato dalla morte, tanto da parlare ancora con la foto della defunta moglie.

Mi sono lasciata cullare dalla storia.

Un racconto in terza persona, una testimonianza contro la violenza, le ingiustizie, la censura e il regime autoritario.

Un romanzo storico, di formazione lungo 214 pagine divorato in pochi giorni.

Il ritmo è apparentemente lento, piacevole e ironico.

Un sogno ad occhi aperti che racconta la rivoluzione dell'io.

Un graduale cambiamento dell'animo innescato dalla conoscenza di una coppia di giovani rivoluzionari. 

Torno a casa sazia, con una nuova consapevolezza: la letteratura non può essere soltanto un rifugio o un luogo in cui nasconderci, ma deve essere qualcosa di più.

Uno strumento per intervenire sulla realtà in cui viviamo.

Un mezzo per esprimere le nostre opinioni, per destare le nostre coscienze dormienti.

Il veicolo che permette di schierarci contro tutte le ingiustizie, ma anche lottare per la libertà, la parola e la verità.

Il conflitto che precede il momento in cui i pensieri diventano azioni realizzabili.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 1994

 


venerdì 31 gennaio 2025

IL CENSIMENTO DEI RADICAL-CHIC

 





Il censimento dei radical-chic – Giacomo Papi -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

La cultura è una scommessa sul fatto che alla fine ci si possa capire. Per questo da fastidio".

Copertina interessante. Titolo enigmatico ed evocativo. Le note a piè di pagina una trovata strepitosa e divertente.
L'incipit è la vetrina di un misterioso giallo da risolvere.
Tutto inizia con l'uccisione di un intellettuale.

Una storia paradossale che offre diversi spunti di riflessione su diversi temi come la politica, la cultura, la morte, il dubbio.

Un testo ironico, acuto e divertente. Un viaggio lungo 141 pagine.

Un mondo, non molto lontano dal nostro, ma che lo scrittore racconta con intelligenza e fantasia.

Un mondo in cui il cibo è diventato l'unico connettore sociale.

L'ignoranza è diventata una scelta e ha preso il sopravvento.

Gli intellettuali vengono eliminati. E con la scusa di proteggerli vengono schedati.

Le parole difficili vengono prima bandite poi, cancellate.

L'istituzione di un Garante per la semplificazione della lingua italiana e la creazione di una nuova lingua semplice, popolare mi hanno ricordato il distopico "1984" con dei risvolti molto diversi, più tragicomici, e a volte grotteschi.

Inoltre, ho sentito un eco persino di "Faereneith 451".

Non sono mancati momenti di tenerezza lungo il mio viaggio.

Ho conosciuto meglio la protagonista, suo padre e le storie sulla grande Metasequoia.

Torno a casa sazia, ma con un pensiero fisso: fare la torta sefardita di arance e mandorle e poi andare subito in libreria!

Perché ha ragione lui quando afferma che la libreria è il luogo dove gli uomini si sentono meno soli e più simili agli altri.

I libri ci regalano una consapevolezza che qualcuno prima o altri dopo di noi hanno avuto gli stessi pensieri, provato simili emozioni e paure.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2020

 


venerdì 17 gennaio 2025

L'ULTIMA COSA BELLA SULLA FACCIA DELLA TERRA

 




L’ultima cosa bella sulla faccia della terra – Michael Bible –

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Alla base di tutto c'era la Costante. Il tempo e la migliore amica del tempo, la transitorietà. La bellezza e la tragicità di un fiore di corniolo che cade...ho deciso che le mie ultime parole saranno queste...su come alla fine la vita ci tradisce tutti".

Il titolo è stato come una calamita per me. L'incipit è stato folgorante. Il finale un tuffo nel cuore dell'animo umano.

Una scrittura asciutta. Stringata. Incisiva. Intensa. Poetica.

Ho fatto un viaggio lungo 135 pagine ad Harmony per conoscere Iggy, i protagonisti di questo romanzo e capire cosa nasconde quel titolo così enigmatico.

"L'ultima cosa bella sulla faccia della terra" è la storia disturbante di un mancato suicidio che si trasforma nell'omicidio di 25 persone.

La storia è suddivisa in quattro parti che scandiscono il tempo della vicenda: Harmony, Iggy, Faber e Nuvola.

Il fulcro del racconto è la ricerca di un posto nel mondo di anime fragili, sfortunate che hanno uno spiccato talento per i guai e l'autodistruzione.

È un viaggio nel dolore umano annebbiato da antidolorifici, droghe, alcol e dalla "Costante" (un oscuro morbo che opprime e infetta l'intero universo).

C'è tutto. Il male di vivere, la paura, l'amore, l'amicizia, la perdita, la noia, l'incapacità di vivere.

È la ricerca delle motivazioni di un gesto estremo e folle che non trova spiegazione.

È il tentativo di opporsi al male con tutte le sue forze. O usando le parole del libro "il sentirsi banditi dal paradiso e relegati nel mondo della vita e della morte".

È il disperato vivere nei ricordi di un condannato a morte.

La poesia di questo romanzo mi ha trascinata in una realtà assurda, dolorosa.

Un luogo in cui, nonostante tutto, l'animo umano rimane connesso, radicato, legato alla natura, all'universo e al tempo.

Eppure in mezzo a tutto questo dolore, alla follia umana, un'immagine melanconica e dolcissima ha accompagnato la mia lettura fino alla fine.

Così tanto da cercare sul web quell'immagine della fioritura del corniolo e le sue leggende.

Ho trovato connessioni con la costruzione del cavallo di Troia, riferimenti alla passione di Cristo e infine con le usanze asiatiche in occasione della nascita o della morte.

Torno a casa estasiata per la bellezza senza tempo di questo libro. Sogno nuove chiavi di lettura. Mi perdo dentro la sua poesia e il significato di ogni singola parola che ho letto.

Poi, prima che finisca la sua magia...scelgo un altro libro da leggere e attendo.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2023

 


venerdì 20 dicembre 2024

IL CALAMARO GIGANTE

 





Il calamaro gigante – Fabio Genovesi -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Del mare non sappiamo nulla. Nulla di nulla, eppure il mare è quasi tutto".

 

In questo viaggio alla scoperta dell'esistenza del calamaro gigante ho conosciuto diversi personaggi storici e non.

Ho ascoltato aneddoti, leggende, storie strabilianti. 

Ho imparato molto sul mare, sul calamaro gigante, sui dinosauri, sull'ambra grigia, su babbo natale, sulla caverna di Lascaux, sulla natura e sull'inquinamento globale.

Ho apprezzato il suo stile (tra il fiabesco e il documentario), i pensieri profondi, la fantasia, la semplicità, la dolcezza, l'ironia ma soprattutto la magia delle cose impossibili di questo libro.

Questo viaggio mi ha regalato nuovi punti di vista da cui osservare e raccontare il mondo.

Il libro è un inno all'esplorazione del io, del mondo e dell'oltre.

In questa prospettiva, la curiosità (inesauribile) dei bambini e dei sognatori diventa la risorsa più importante.

La voglia di scoprire segreti (e meraviglie) ci conduce oltre il mondo e le conoscenze scientifiche.

Ha ragione Genovesi, il calamaro gigante non è l'ultimo tassello, ma una porta che si spalanca su un mondo sconosciuto alla nostra ragione.

Ecco perché è necessario tenere gli occhi spalancati sul mondo, "aprire le porte", provarci, imbarcarci e vivere le nostre avventure in cerca di meraviglie e cose impossibili.

Così tornando a casa penso ad una delle immagini più suggestive di questo viaggio, mi siedo fuori in compagnia del piccolo Fabio e di sua nonna.

La luce si spegne, i nostri occhi rimangono aperti, e lì davanti a noi si rivela la magia: il cielo stellato più bello di sempre, i rumori della notte, i racconti di nonna e la poesia del silenzio.

È un momento unico. La meraviglia è lì davanti ai nostri occhi e noi siamo parte di essa.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2021

 


venerdì 6 dicembre 2024

LO STRANO CASO DEL DR JECKYLL E MR HYDE

 




Lo strano caso del dottor Jeckyll e mr. Hyde – Robert L. Stevenson -

recensione a cura di Francesca Tornabene

 

"Ma tutto giunge prima o poi alla fine e anche la misura più capace si riempie. Così quel mio leggero cedimento di poco conto nei confronti del male riuscì in ultima istanza a distruggere l'equilibrio dell'anima".

Questa la frase che racchiude il senso del mio viaggio letterario, lungo 106 pagine.

Un racconto senza tempo, pubblicato per la prima volta nel 1886 che ha avuto un successo planetario.

Tanto da diventare oggetto di conversazione nei salotti, per psicologi, filosofi, scrittori, registi teatrali e cinematografici.

Tanto da includere nel linguaggio comune i nomi "Jeckyll e Hyde" per definire un uomo con due personalità opposte.

È un fantasy gotico che offre notevoli spunti di riflessione sulla natura umana, la solitudine, la fame di conoscenza e sapere, il fascino del male, la metamorfosi, la corruzione dell'anima, la dipendenza dalle droghe, l'ambiguità dell'animo umano e persino la caducità della vita.

Ho fatto un viaggio nel tempo, solo per incontrare l'avvocato Utterson nella Londra del XIX secolo e risolvere il segreto che avvolge il dottor Jeckyll e mr. Hyde.

Jeckyll è un uomo perbene, altruista, con una buona reputazione. Egli conduce una vita solitaria senza scosse, ma un eccessivo autocontrollo e la noia lo hanno condotto a sperimentare lo sdoppiamento della personalità attraverso l'effetto di una droga potente.

Hyde è tutto l'opposto. Un uomo malefico, senza morale, ripugnante, un vero criminale che vive nell'ombra di Jeckyll gli eccessi della vita, l'assenza di regole e di freni.

Ma chi è veramente Hyde? Perché Jeckyll dovrebbe coprire le azioni criminali di Hyde? Che rapporto c'è tra i due?

Nonostante conoscessi la storia ho voluto rileggere il libro, perché affascinata dal genere gotico e dalla letteratura del doppio.

Ho cercato a lungo sul web una lettura alternativa del comportamento di Jeckyll. Ho letto diversi articoli, poi ho trovato qualcosa che fa al caso mio:

l'equazione di DIRAC (∂̸ + m) ψ = 0.

C'è la Matematica dietro ogni cosa. Proprio come avrebbe detto mia madre.

"Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in 

qualche modo, diventano un unico sistema". 

Jeckyll ossessionato dalla ricerca scientifica della natura umana, nella convinzione di poter separare il bene dal male, interagendo con Hyde perde il controllo delle proprie azioni e non può più essere quello che era in origine.

Da un certo punto in poi, e fino all'esplosione della scena finale, questa situazione diventa inaccettabile e non più sostenibile per Jeckyll.

La lettura di questo Classico mi ha premesso di fare nuove riflessioni profonde sui bisogni universali dell'uomo e sui pericoli che incontra chi si abbandona al desiderio sfrenato di sapere e conoscere senza curarsi delle conseguenze.


genere: narrativa


venerdì 22 novembre 2024

UN GIOCO DI TRONI

 




Un gioco di troni – George R.R. Martin -

recensione  a cura di Francesca Tornabene

 

Ho amato la serie tv, tanto da comprare i primi volumi della saga delle cronache del ghiaccio e del fuoco. 

Pensando a questi due elementi così estremi e intrinsecamente complementari, mi sono imbattuta e abbandonata alla lettura di una poesia di Robert Frost che mette in risalto la natura umana, ma soprattutto il talento degli esseri umani per l'autodistruzione.

Così ho iniziato a leggere "Un gioco di troni" ed è stato come ricevere le chiavi di un luogo perduto nella memoria del tempo, i cui confini sono tracciati in una mappa e il tempo scandito dai singoli libri.

Questo romanzo è molto più di un fantasy per adulti. È il punto di vista di un mondo leggendario con caratteri fortemente medievali ed epici che rompe gli schemi classici dell'eroe e si concentra, anche in maniera brutale, sui conflitti interiori dei singoli personaggi.

I temi trattati sono molteplici: il gioco della politica, il potere, la guerra, la conquista, la lotta tra il bene e il male, il mistero, la religione, la magia, la famiglia, l'amore, i morti viventi, i draghi e le altre creature mitologiche.

Rispetto alla serie, nel libro tutto è amplificato. Gli intrecci, il ritmo, le atmosfere, i paesaggi, i personaggi e i dialoghi.

Ogni cosa assume un sapore più intenso e profondo.

Leggendo si ha come la sensazione di dipanare quell'arruffata matassa che avvolge il mistero delle cronache del ghiaccio e del fuoco.

Ho molto apprezzato il modo di narrare la storia attraverso il punto di vista dei vari personaggi principali, la mappa e l'appendice descrittiva delle casate.

È stato un viaggio epico, inaspettato; pieno di colpi di scena, di intrighi, segreti, tradimenti, onore, stupidità umana e persino follia.

Questa appagante esperienza culturale non sazia la fame di conoscenza di questo mondo incredibile i cui confini si estendono oltre ogni limite immaginabile.

Tanto che non mi resta altro che continuare la mia avventura attraverso "Uno scontro di Re" per scoprire dove mi condurrà questo ennesimo viaggio.


genere: fantasy

anno di pubblicazione: 2022