Il censimento dei radical-chic – Giacomo Papi -
recensione a cura di Francesca Tornabene
La cultura è una scommessa sul fatto che alla fine ci si
possa capire. Per questo da fastidio".
Copertina interessante. Titolo enigmatico ed evocativo. Le
note a piè di pagina una trovata strepitosa e divertente.
L'incipit è la vetrina di un misterioso giallo da risolvere.
Tutto inizia con l'uccisione di un intellettuale.
Una storia paradossale che offre diversi spunti di
riflessione su diversi temi come la politica, la cultura, la morte, il dubbio.
Un testo ironico, acuto e divertente. Un viaggio lungo 141
pagine.
Un mondo, non molto lontano dal nostro, ma che lo scrittore
racconta con intelligenza e fantasia.
Un mondo in cui il cibo è diventato l'unico connettore
sociale.
L'ignoranza è diventata una scelta e ha preso il
sopravvento.
Gli intellettuali vengono eliminati. E con la scusa di
proteggerli vengono schedati.
Le parole difficili vengono prima bandite poi, cancellate.
L'istituzione di un Garante per la semplificazione della
lingua italiana e la creazione di una nuova lingua semplice, popolare mi hanno
ricordato il distopico "1984" con dei risvolti molto diversi, più
tragicomici, e a volte grotteschi.
Inoltre, ho sentito un eco persino di "Faereneith
451".
Non sono mancati momenti di tenerezza lungo il mio viaggio.
Ho conosciuto meglio la protagonista, suo padre e le storie
sulla grande Metasequoia.
Torno a casa sazia, ma con un pensiero fisso: fare la torta
sefardita di arance e mandorle e poi andare subito in libreria!
Perché ha ragione lui quando afferma che la libreria è il
luogo dove gli uomini si sentono meno soli e più simili agli altri.
I libri ci regalano una consapevolezza che qualcuno prima o
altri dopo di noi hanno avuto gli stessi pensieri, provato simili emozioni e
paure.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2020
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