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martedì 18 aprile 2023

spazio self publishing - Elena Carletti -

 






Sono felice che ad aprire questa nuova rubrica sia una autrice che io stimo molto e che ha già scritto diversi romanzi. Il libro che voglio consigliare oggi si intitola Camera 6-0-1 è stato scritto da Elena Carletti ed è uscito il 21 febbraio 2023

Tre motivi per leggerlo:

Elena Carletti ritorna a pubblicare un suo romanzo dopo due anni di assenza. I suoi fans (compreso io) erano in trepida attesa anche perche i suoi precedenti libri avevano tutti avuto un’ottima accoglienza. Non si può proprio perdere il suo rientro nel giallo.

Il coraggio va premiato. Camera 6 0 1 è un romanzo piuttosto lungo e quindi a mio modo di vedere coraggioso. Per rientrare nel mondo della scrittura ha deciso di scrivere una storia che alla fine conta più di 300 pagine. Coraggioso perché non è semplice tenere avvinto il lettore per un così tanto tempo. Bisogna essere bravi ad infarcire la storia di sorprese e colpi di scena, di suspense e avvenimenti. Devo dire che la missione è perfettamente riuscita.

Quando si legge un libro autopubblicato bisogna anche predisporsi ad accettare qualche piccolo compromesso. Non sempre la grafica è curatissima. A volte è l’editing che non appare accuratissimo. Spesso l’impaginazione è un po’ approssimativa (soprattutto negli ebook). Qua tutto è ben fatto, anche la scrittura è senza errori marchiani. Tutto scorre perfettamente e si può godere appieno del racconto senza “contrattempi”. 

 

Intervista a Elena Carletti:

Ciao Elena come stai? Bentrovata innanzitutto. Voglio essere sincero, avevo perso le speranze di leggere un tuo nuovo romanzo. Invece ai fatto una piacevolissima sorpresa ai tuoi lettori. Una storia nuova di zecca, e che storia! Ci racconti come è nata l’idea di scrivere Camera 6-0-1?

Ciao Gino, per prima cosa devo ringraziarti per aver pensato a me. Camera 6-0-1 è un romanzo al quale tengo molto, ho impiegato un anno di tempo per scriverlo e l’idea è nata dalla voglia di “giallo”. Devo essere sincera, in un primo momento la storia era leggermente diversa, avevo come sempre chiaro il finale ma i personaggi sono nati dopo.

 

L’ho definito un libro coraggioso sia per la sua lunghezza ma anche, e ce se ne rende conto leggendolo, per la trama, complessa e ricca di colpi di scena, che ha richiesto sicuramente molta attenzione nella sua preparazione. Un lavoro importante, si avverte l’energia e l’impegno che hai profuso per scriverlo. Senti di aver scritto un romanzo di valore? Sei soddisfatta?

Sì, sono davvero soddisfatta questa volta e, senza peccare di superbia, mi sento di dire che questo romanzo è di valore. La trama principale è complessa come piace a me, e ci sono tante sottotrame dietro, ognuna importante ai fini della storia.

 

Addentriamoci nella trama di Camera 6-0-1 e nei suoi personaggi. C’è un motivo particolare nel fatto che il romanzo ha per protagonisti dei giornalisti e la loro attività di redazione e di inchiesta? Cosa ti ha ispirato?

I personaggi principali sono dei giornalisti per un semplice motivo: era più facile. Nei miei precedenti romanzi ho usato protagonisti come avvocati e tecnici di laboratorio, lavori dei quali purtroppo non so molto. Per fortuna ho avuto una schiera di aiutanti in questo senso che mi hanno detto ciò che poteva essere veritiero o meno. Per questo romanzo ho quindi scelto una categoria più “semplice” se così si può dire. A differenza degli avvocati, i giornalisti hanno più libertà di azione e meno vincoli legali. Ma c’è anche un altro motivo: amo il giornalismo e fin da piccola avrei voluto lavorare per una redazione.

 

E’ un libro complesso con tanti personaggi, una trama principale e tante sottotrame. Tanti colpi di scena ed una buona dose di suspense. Tanti protagonisti ma la principale è senz’altro Luna. Ne sentiremo ancora parlare? E degli altri componenti della redazione? Li troveremo ancora protagonisti in altre inchieste giornalistiche?

Devo essere sincera, non amo le serie e mi piace usare personaggi nuovi per ogni romanzo ma credo proprio che questa volta non sarà così semplice lasciar andare Luna, Ettore e Fox. Ho amato ognuno di loro dal profondo del cuore, fino a considerarli degli amici intimi. Luna è una ragazza forte e tenace ma nello stesso tempo un’ottimista, una che crede ancora nella bontà delle persone. Fox è sveglio, bello, intelligente, come posso lasciarlo andare? Infine Ettore, il mio preferito, un uomo sagace, brillante e “scafato” ma nello stesso tempo onesto. Credo che sentirete ancora parlare di loro.

 

Le donne sono il motore di tutta la vicenda. Luna, Sofia, Nadia, Veronica ed altre. Ci sono anche importanti personaggi maschili ma le donne sono fondamentali. Immagino non sia un fatto casuale…

In effetti non è casuale, essendo donna mi trovo meglio a usare personaggi femminili. Bisogna parlare di quello che si conosce per fare un buon lavoro e l’universo maschile è un luogo troppo lontano per me.

 

Curo con molto piacere questa rubrica che promuove gli scrittori che pubblicano in self publishing. Lo sai io sono da sempre vostro sostenitore. Per te è una soluzione ormai consolidata, che utilizzi da sempre per i tuoi romanzi. Ti si può ritenere un’esperta in questo campo. Per la tua esperienza si possano fare buoni “prodotti” anche senza l’ausilio di una casa editrice? Come te la cavi con editing, illustrazione, impaginazione ecc.?

Sì, noi autori indie ce la possiamo fare! Per prima cosa l’autopubblicazione è un metodo per curare tutte le parti del lavoro che non finisce con la scrittura ma prosegue anche dopo. Sei libero di scegliere copertina, impaginazione, prezzo e tutto il resto. Ovvio, ci vuole un po’ di impegno e di costanza ma soprattutto devi avere le spalle larghe e lasciar perdere tutti quelli che vedono il self publishing come una fucina di somari che nessuna casa editrice avrebbe voluto.

 

Se vuoi aggiungi pure altre informazioni. Tutto ciò che ritieni importante per gustare al meglio il tuo romanzo…

Posso aggiungere di essere felice, non so se questo romanzo avrà il successo che merita (perché lo merita) ma sono comunque fiera del lavoro che ho fatto. Nei miei romanzi non ci sono mai personaggi a caso, buttati lì per sbaglio, magari al quarto capitolo, che poi scompaiono senza lasciare alcuna traccia. Tutti i protagonisti hanno un ruolo nella storia, anche se piccolo. Non ho mai amato quelle trame dove l’assassino è un personaggio che compare solo alla fine; quando leggo mi piace indagare, cercare il colpevole, usare tutti gli indizi per svelare la verità. In Camera 6-0-1 i protagonisti sono quelli, dall’inizio alla fine, così come il colpevole e gli indizi ci sono tutti, sta al lettore cogliere quelli giusti.

 

Ti ringrazio per la disponibilità, a presto.

Grazie a te, come sempre…

 

venerdì 20 novembre 2020

INTERVISTA A ELENA CARLETTI

 










In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo, che si intitola La sorella cattiva, ho il piacere di ospitare di nuovo, qui al blog, Elena Carletti. Grazie per aver accettato questo secondo invito. Ci eravamo già visti qualche mese fa, ed in quell’occasione avemmo il piacere di conoscerti meglio come scrittrice e avemmo modo di approfondire qualche tuo pensiero sul mondo dei libri. In questa occasione ti propongo una breve chiacchierata per parlarci più approfonditamente del tuo ultimo lavoro. Partiamo senz’altro con la prima domanda.

Ricordane prima di tutto la trama. Facci una breve presentazione.

Ciao Gino, per prima cosa vorrei ringraziarti per la disponibilità, sia nella lettura del testo che nella voglia di fare domande per un’intervista che, in questo difficile mondo dell’editoria, permette a uno scrittore di farsi conoscere meglio.

Questa è la trama:

Quando riuscirà Carolina a liberarsi dal passato? Quando potrà costruirsi una vita senza Caterina, la carismatica sorella che ha plasmato la sua adolescenza? Caterina è morta in un incendio insieme ai suoi genitori, ma questo non basta a liberare Carolina dalla sua presenza.

Perché Carolina sa molte più cose degli altri, anche cosa successe quella notte e quali segreti deve continuare a nascondere. E quando Leonardo Troisi, il chirurgo plastico che la stava aiutando, viene trovato in fin di vita in una stanza d'albergo, i fantasmi del passato tornano a far visita a Carolina, risucchiandola in una verità che non può più restare segreta.”

 

Come è nata l’idea, in ambito cinematografico si direbbe il soggetto, di scrivere La sorella cattiva? Una storia piuttosto originale, hai dovuto usare molta immaginazione o la realtà è stata una buona musa ispiratrice? Sono soprattutto curioso di capire se nella tua realtà esiste qualche donna con la storia di Chiara e Carolina.

La voglia di scrivere un romanzo dai tratti psicologici mi ha sempre attirato perché in realtà sono fortemente affascinata dalla mente umana e di tutto quello che è legato al mondo della follia.

Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, avevo in mente una storia molto diversa. Nella mia testa c’era una trama più legata al mondo del giallo, dove una ragazza cercava di discolparsi di un delitto che non aveva commesso.

 Mentre procedevo con la scrittura, però, è successo che al supermercato ho incontrato Carolina, uno dei personaggi principali del romanzo. Ovviamente non era lei, ma rappresentava tutto quello che mi ero sempre immaginata. In pratica era uguale alla ragazza che avevo iniziato a descrivere e per questo l’ho tampinata in mezzo alle corsie. Volevo sentirla parlare e ci sono riuscita! Era al telefono con qualcuno che cercava di consolarla riguardo a qualcosa. Era bellissima, eppure infelice, lo avrebbe capito anche un bambino.

Quando sono tornata a casa ho avuto un blocco di scrittura, continuavo a pensare a quella Carolina e mi sono resa conto che la storia pensata all’inizio non aveva nulla a che fare con lei. Ho pensato quindi a cosa potesse esserle successo e poi la trama si è costruita da sola, come se fosse stato proprio il personaggio a suggerirmela.

Nella stesura ho provato tanti sentimenti contrastanti, tra i quali spiccavano rabbia e paura, per questo la scrittura del romanzo è stata molto intensa.

Nella mia piccola realtà non conosco nessuno come Chiara o Carolina, anche se penso che un minimo di Chiara sia presenta in ognuno di noi.

Chiara è una figura molto importante nel romanzo. Oserei dire che ne è la protagonista insieme a Carolina. E’ una donna molto tormentata, direi anche disturbata. Litiga furiosamente col marito a causa della sua gelosia ma in realtà lo ama perdutamente, ed arriva a fare di tutto per non perderlo. Ne combina di ogni, leggendo il romanzo capirete. Si rivela anche una donna molto determinata malgrado la sua vita agiata ed oziosa. Parlaci di lei.

Chiara è una donna complessa, in realtà il suo ruolo era secondario all’inizio, doveva essere un personaggio di contorno ma poi anche il suo carattere si è imposto con la forza durante la stesura.

Lei è una donna piena di insicurezza, è una donna infelice e nonostante la bella vita, il buon matrimonio e un aspetto fisico invidiabile, non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Un po’ per via della figura di un marito importante che, involontariamente, l’aveva messa in ombra agli occhi del mondo, un po’ per via della sua voglia di essere perfetta, soprattutto agli occhi di Leonardo, suo marito. Date tutte queste insicurezze, Chiara è una donna che non riesce ad affrontare i problemi e, invece di parlare a cuore aperto con Leonardo, preferisce tormentarsi, tutto sempre per la paura di perderlo.

Ma durante la storia anche lei subisce un cambiamento, decisa a non perdere Leonardo, fa di tutto per indagare sul passato di Carolina, riuscendo a scoprire la scioccante verità dietro a tutto il romanzo.

 

Di Carolina non ti chiedo nulla di specifico perché rischierei di fare inavvertitamente dei danni, vedi spoiler, essendo lei il fulcro di tutta la vicenda. Vuoi provare tu ad avventurarti nel raccontarci un po’ la sua storia.

Carolina è una ragazza solitaria, preferisce vivere da sola, senza amici e senza contatti esterni perché tutto potrebbe ritorcersi contro gli altri, contro le persone che decidono di starle vicino. Nel suo passato ci sono più zone d’ombra che di luce a causa di genitori bigotti, che hanno fatto della religione un fanatismo malsano, e di Caterina la sorella carismatica, molto forte dal punto di vista caratteriale e particolarmente ribelle. Ma anche Carolina nasconde qualcosa, una mente disturbata forse?

 

E’ un romanzo fortemente introspettivo dove viene dato ampio spazio all’approfondimento psicologico dei personaggi. Alle loro paure ai loro pensieri. Una scelta voluta o ti ci hanno portato un po’ loro (i personaggi) in questa particolare dimensione?

Sono stati i personaggi a guidarmi in questa dimensione. Devo dire che in principio quasi tutti i protagonisti non erano così forti ma poi ognuno di loro si è imposto con un’irruenza tale che non poteva essere tenuta nascosta.

 

Non si può raccontare tutto di questo libro. Anzi, molto deve rimanere misterioso anche dopo la nostra chiacchierata. Che giustamente è fatta per incuriosire, non per svelare. Ma una cosa la voglio ancora dire. Il finale mi sembrava rimettere tutto a posto, e mi veniva quasi da storcere un po’ il naso (adoro un po’ di sano cinismo), ma non è cosi; perché proprio le ultime pagine rivelano una verità sconvolgente. Ho sempre pensato che non esistono persone completamente candide, tutti, chi più chi meno, ha degli scheletri nell’armadio. Col finale che hai dato al libro mi rendo conto che anche tu la pensi come me. Nella tua mente il finale sapevi sarebbe stato quello che poi vedranno i lettori o l’idea è nata in seguito.

Per quanto possa sembrare strano, i miei romanzi partono tutti dal finale. In genere anche io non amo i finali rosa e fiori, soprattutto nei thriller e nei gialli e credo anche che, dopo una vita tormentata e una storia incentrata sui disturbi della mente umana, non esiste il finale “e vissero tutti felici e contenti”. Fin dall’inizio avevo chiara la fine, poi tutto il resto è arrivato dopo.

 

Grazie ancora per questo nuovo incontro, sono certo che questo tuo ennesimo libro otterrà il successo che merita. E’ un romanzo particolare con una storia molto originale che invito tutti a leggere. Ancora complimenti e…al prossimo libro.

 

Grazie Gino, sono sempre all’opera, pronta a scrivere e farmi leggere. Un abbraccio a tutti i lettori.

 


giovedì 7 maggio 2020

INTERVISTA A ELENA CARLETTI






Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autrice Elena Carletti. Grazie per averci un po’ del tuo tempo.

Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di personale. Solo domande riguardanti al nostro amato mondo dei libri. Allora Elena raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Ciao Gino, per prima cosa ti vorrei ringraziare per questa opportunità di farmi conoscere meglio. Io vivo in Ancona, sono sposata e ho due bambini, Edoardo e Vittoria di sei e quattro anni. Il mio percorso di studio è molto lontano dal mondo dei libri: sono laureata in economia e commercio, ho un master in amministrazione, finanza e controllo e un dottorato di ricerca in Economia Aziendale, insomma, niente a che fare con la lettura e la scrittura per la quale, però, ho sempre provato un amore immenso. Ho scritto sempre, diari, storielle e alla fine ho provato a scrivere un romanzo vero e proprio, che è stato pubblicato anni fa da una piccola casa editrice. In seguito ho deciso di provare la tortuosa strada del self publishing, sono una persona che ama tenere tutto sotto controllo e con l’auto pubblicazione posso farlo.

Oltre a scrivere sei anche una lettrice? Hai un genere preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un tuo/a “collega”.
Oltre a scrivere sono una grande lettrice, leggo cinque, sei libri al mese e preferisco il cartaceo anche se, sempre grazie al self publishing, mi sono avvicinata agli ebook che trovo molto comodi. Non sono una lettrice onnivora, preferisco i generi gialli/thriller. Mi capita di leggere anche qualche romanzo rosa o di narrativa generale.

Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi o sono esclusivamente di fantasia?
Ogni romanzo che ho scritto ha una storia particolare, nel senso che non cerco mai l’idea perché è sempre lei a trovare me. Mi può capitare di fare la spesa e vedere una scena che poi si sviluppa nella mia testa, oppure una parola detta da un conoscente, una pubblicità. Insomma, qualsiasi cosa può scatenare la mia fantasia.

 La tua scrittura si colloca in un genere preciso o non si possono inquadrare in una unica tipologia?
Diciamo che la mia scrittura asseconda il genere che preferisco leggere, mi piace scrivere storie dove il mistero e gli intrecci la fanno da padrona. Per questo motivo posso rispondere che sì, la mia scrittura si colloca in un genere particolare.

Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. La tua è una scelta voluta oppure ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice ma ancora non ne hai avuto l’opportunità? Non deve essere facile dover occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing, impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza.
La scelta di auto pubblicarmi è voluta, come ho detto prima ho già pubblicato con una piccola casa editrice e ricevuto delle proposte da altre piccole CE ma preferisco fare da sola per tanti motivi. Oltre alla possibilità di avere tutto sotto controllo, nel self publishing metti tutto te stesso in un progetto che potrebbe andare bene o male; in entrambi i casi il merito (o la colpa) saranno solo tuoi.

Ma eventualmente ti contattasse una piccola casa editrice la prenderesti in considerazione o miri proprio al grande salto?
Non vorrei sembrare spocchiosa ma a una piccola casa editrice direi di no. Miro al grande salto senza troppe aspettative, se dovesse arrivare una buona proposta ben venga, altrimenti va benissimo così.

Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci un momento particolare della giornata?
Non ho bisogno di silenzio perché in genere scrivo solo quando ho l’ispirazione e, quando succede, sono talmente presa da non sentire nulla di quello che succede intorno a me. Con due bambini molto piccoli non ho mai silenzio in casa e, sempre per la loro presenza, nemmeno un momento particolare per scrivere: lo faccio quando posso.

Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico? Preferisci un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferisci lasciare far fare le domande direttamente al pubblico?
Sì, per il romanzo pubblicato con la casa editrice ho fatto due presentazioni. La moderatrice mi aveva elencato le domande che avrebbe fatto, aggiungendo però che me ne avrebbe poste altre diciamo “a sorpresa”. Devo dire che le seconde mi sono piaciute di più, c’era naturalezza nelle risposte e, per assurdo, ero molto più tranquilla. Quando pianifichi troppo finisci con il concentrarti solo sul fare una bella figura, lasciando da parte l’aspetto emotivo che invece è quello più importante in un romanzo.

Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Preferisco scrivere romanzi auto-conclusivi, per quanto mi sforzi non riesco mai a usare gli stessi personaggi per altri romanzi. Ma mai dire mai.

Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro. Quando lo hai scritto e cosa ti ha ispirato?
Questo libro l’ho scritto in poco tempo, ispirata dal fuoco del camino. Guardavo la fiamma e pensavo a quante cose può distruggere il fuoco, quando sono andata a dormire, quella sera, avevo già il finale in testa (i miei libri partono sempre dal finale).

Dicci il titolo e raccontaci un po’ la trama, dove è ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di leggerlo….incuriosiscici.
Il libro si intitola “72 ore”. Non ho ambientato la storia in un posto preciso anche se si svolge tutto in Italia. I personaggi principali sono Elisa, una donna misteriosa con un passato particolare e oscuro, Enrico, il suo ricco marito, un uomo ambizioso e possessivo, Fabrizio, un investigatore privato e Federico, un amico storico di Enrico con il quale condivide un terribile segreto. Oltre a questi personaggi ci sono poi altre figure che sono fondamentali per la storia. Il libro è scritto in terza persona, per permettere al lettore di vedere dall’alto tutto quello che succede.

Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Questa volta non ho dovuto studiare molto per scrivere la storia, in genere è sempre bene muoversi in territori che conosci per non scrivere delle assurdità.

Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo interessante?
Diciamo che pur essendo un thriller non è cruento e sanguinoso, per cui penso che potrebbero leggerlo anche gli amanti di altri generi. Lo trovo perfetto per tutti quei lettori che amano le storie veloci, senza troppi fronzoli, giri di parole o descrizione eccessivamente approfondite che, secondo me, tolgono valore alla trama.

Senza ovviamente fare spoiler, preferisci i finali accomodanti dove tutti i cerchi vengono chiusi con somma gioia o spesso lasci qualcosa di non concluso o poco definito o qualche….cadavere eccellente?
Mi piacciono i finali secchi e decisi, non amo molto lasciare qualcosa di aperto. Immagino sempre la storia che parte con un filo unico, si allarga in tanti fili (che possono anche intrecciarsi tra loro) e poi ritornano a essere un filo unico. Mi piace che tutto venga spiegato.

Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono? Stai scrivendo qualcosa in questo periodo?
Questo è il mio sesto romanzo. Nella mia bibliografia ci sono due commedie romantiche, due gialli/thriller e un romanzo di narrativa contemporanea. Amo scrivere ma, per il genere che prediligo, c’è bisogno di uno sforzo mentale importante, soprattutto perché, come ho detto prima, amo che tutto si intrecci alla perfezione e che ci siano delle spiegazioni logiche per ogni cosa, infatti molto difficilmente nei miei romanzi potrà comparire un personaggio oltre la metà del libro solo per sistemare qualcosa. Intendo dire che ogni personaggio che compare nei miei libri serve alla storia. Soprattutto nei romanzi thriller ci vuole, per raggiungere questo obiettivo, uno sforzo mentale e ho sempre bisogno di una pausa. Per questo tra un thriller e l’altro mi capita di scrivere qualcosa di più leggero, se poi mi sembra che il risultato finale sia buono, lo curo e lo pubblico, altrimenti passo. Adesso sto scrivendo un romanzo psicologico.

Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Perché voi scrittori self siete considerati autori meno capaci rispetto a quelli che scrivono per le case editrici? Sono io che vedo le cose in maniera distorta o la pensi anche tu cosi? C’è un’imperscrutabile ragione per cui un libro autoprodotto non possa essere presente sugli scaffali di una libreria?
Essendo una scrittrice che si auto pubblica non posso fare a meno di spezzare una lancia a favore di questo mondo. Io penso che la maggior parte dei lettori che ci considerano scrittori di serie B lo fanno perché non conoscono questo mondo, lo dico perché anche io la pensavo così.  La maggior parte delle persone si convince del fatto che solo una casa editrice possa produrre un libro di qualità, in realtà non è così perché molti autori self utilizzano editor, grafici, correttori di bozze, insomma molte delle figure professionali che permettono di creare un romanzo di qualità. Le ragioni per le quali un libro auto prodotto non è presente sulle librerie sono, secondo me, di solo carattere economico.

Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché sei veramente brava. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni importante far sapere ai lettori….
Grazie a te Gino, soprattutto per l’incoraggiamento e perché non giudichi in maniera negativa il mondo del self publishing. Ai lettori vorrei dire solo grazie.

Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.

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Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e sui social ad esso legati.