Oggi nello spazio interviste abbiamo il piacere di ospitare l’autrice Elena Carletti. Grazie per averci un po’ del tuo tempo.
Prima se posso ti faccio volentieri qualche domanda di
carattere generale per conoscerti un po’ meglio…no, non ti preoccupare nulla di
personale. Solo domande riguardanti al nostro amato mondo dei libri. Allora Elena
raccontaci un po’ di te dove nasci e vivi, la tua formazione, qual è il tuo
lavoro e poi dicci come nasce l’idea di scrivere romanzi.
Ciao Gino, per prima cosa ti vorrei ringraziare per questa
opportunità di farmi conoscere meglio. Io vivo in Ancona, sono sposata e ho due
bambini, Edoardo e Vittoria di sei e quattro anni. Il mio percorso di studio è
molto lontano dal mondo dei libri: sono laureata in economia e commercio, ho un
master in amministrazione, finanza e controllo e un dottorato di ricerca in
Economia Aziendale, insomma, niente a che fare con la lettura e la scrittura
per la quale, però, ho sempre provato un amore immenso. Ho scritto sempre,
diari, storielle e alla fine ho provato a scrivere un romanzo vero e proprio,
che è stato pubblicato anni fa da una piccola casa editrice. In seguito ho
deciso di provare la tortuosa strada del self publishing, sono una persona che
ama tenere tutto sotto controllo e con l’auto pubblicazione posso farlo.
Oltre a scrivere sei anche una lettrice? Hai un genere
preferito? Preferisci gli ebook o il libro cartaceo? Consigliaci un libro di un
tuo/a “collega”.
Oltre a scrivere sono una grande lettrice, leggo cinque, sei
libri al mese e preferisco il cartaceo anche se, sempre grazie al self
publishing, mi sono avvicinata agli ebook che trovo molto comodi. Non sono una
lettrice onnivora, preferisco i generi gialli/thriller. Mi capita di leggere
anche qualche romanzo rosa o di narrativa generale.
Da dove nascono le tue storie. Elabori notizie che leggi
o sono esclusivamente di fantasia?
Ogni romanzo che ho scritto ha una storia particolare, nel
senso che non cerco mai l’idea perché è sempre lei a trovare me. Mi può
capitare di fare la spesa e vedere una scena che poi si sviluppa nella mia
testa, oppure una parola detta da un conoscente, una pubblicità. Insomma,
qualsiasi cosa può scatenare la mia fantasia.
La tua scrittura
si colloca in un genere preciso o non si possono inquadrare in una unica
tipologia?
Diciamo che la mia scrittura asseconda il genere che
preferisco leggere, mi piace scrivere storie dove il mistero e gli intrecci la
fanno da padrona. Per questo motivo posso rispondere che sì, la mia scrittura
si colloca in un genere particolare.
Sei un autore che auto pubblica i suoi libri. La tua è
una scelta voluta oppure ambisci prima o poi a scrivere per una casa editrice
ma ancora non ne hai avuto l’opportunità? Non deve essere facile dover
occuparsi di tutti gli aspetti di “contorno”: copertina, editing,
impaginazione, stampa…Parlaci della tua esperienza.
La scelta di auto pubblicarmi è voluta, come ho detto prima
ho già pubblicato con una piccola casa editrice e ricevuto delle proposte da
altre piccole CE ma preferisco fare da sola per tanti motivi. Oltre alla
possibilità di avere tutto sotto controllo, nel self publishing metti tutto te
stesso in un progetto che potrebbe andare bene o male; in entrambi i casi il
merito (o la colpa) saranno solo tuoi.
Ma eventualmente ti contattasse una piccola casa editrice
la prenderesti in considerazione o miri proprio al grande salto?
Non vorrei sembrare spocchiosa ma a una piccola casa
editrice direi di no. Miro al grande salto senza troppe aspettative, se dovesse
arrivare una buona proposta ben venga, altrimenti va benissimo così.
Quando scrivi deve esserci assoluto silenzio o ti
concentri meglio con una buona base musicale? Scrivi quando riesci o preferisci
un momento particolare della giornata?
Non ho bisogno di silenzio perché in genere scrivo solo
quando ho l’ispirazione e, quando succede, sono talmente presa da non sentire
nulla di quello che succede intorno a me. Con due bambini molto piccoli non ho
mai silenzio in casa e, sempre per la loro presenza, nemmeno un momento
particolare per scrivere: lo faccio quando posso.
Ti è capitato di presentare un tuo libro in pubblico?
Preferisci un moderatore che ti pone le domande “giuste” o preferisci lasciare
far fare le domande direttamente al pubblico?
Sì, per il romanzo pubblicato con la casa editrice ho fatto
due presentazioni. La moderatrice mi aveva elencato le domande che avrebbe
fatto, aggiungendo però che me ne avrebbe poste altre diciamo “a sorpresa”.
Devo dire che le seconde mi sono piaciute di più, c’era naturalezza nelle
risposte e, per assurdo, ero molto più tranquilla. Quando pianifichi troppo
finisci con il concentrarti solo sul fare una bella figura, lasciando da parte
l’aspetto emotivo che invece è quello più importante in un romanzo.
Di norma preferisci scrivere libri autoconclusivi che non
danno origine a serie o il personaggio principale da te creato in una storia lo
ritroviamo in tanti tuoi romanzi?
Preferisco scrivere romanzi auto-conclusivi, per quanto mi
sforzi non riesco mai a usare gli stessi personaggi per altri romanzi. Ma mai
dire mai.
Passiamo ad analizzare il tuo ultimo libro. Quando lo hai
scritto e cosa ti ha ispirato?
Questo libro l’ho scritto in poco tempo, ispirata dal fuoco
del camino. Guardavo la fiamma e pensavo a quante cose può distruggere il
fuoco, quando sono andata a dormire, quella sera, avevo già il finale in testa
(i miei libri partono sempre dal finale).
Dicci il titolo e raccontaci un po’ la trama, dove è
ambientato, i suoi personaggi principali. Facci venir voglia di
leggerlo….incuriosiscici.
Il libro si intitola “72 ore”. Non ho ambientato la storia
in un posto preciso anche se si svolge tutto in Italia. I personaggi principali
sono Elisa, una donna misteriosa con un passato particolare e oscuro, Enrico,
il suo ricco marito, un uomo ambizioso e possessivo, Fabrizio, un investigatore
privato e Federico, un amico storico di Enrico con il quale condivide un
terribile segreto. Oltre a questi personaggi ci sono poi altre figure che sono
fondamentali per la storia. Il libro è scritto in terza persona, per permettere
al lettore di vedere dall’alto tutto quello che succede.
Hai dovuto fare un lavoro di studio degli argomenti
trattati o lo hai ambientato in luoghi e descritto situazioni che conosci bene?
Questa volta non ho dovuto studiare molto per scrivere la
storia, in genere è sempre bene muoversi in territori che conosci per non
scrivere delle assurdità.
Secondo te c’è un pubblico specifico per questo libro o
anche chi non è appassionato al genere a cui appartiene può trovarlo
interessante?
Diciamo che pur essendo un thriller non è cruento e
sanguinoso, per cui penso che potrebbero leggerlo anche gli amanti di altri
generi. Lo trovo perfetto per tutti quei lettori che amano le storie veloci,
senza troppi fronzoli, giri di parole o descrizione eccessivamente approfondite
che, secondo me, tolgono valore alla trama.
Senza ovviamente fare spoiler, preferisci i finali
accomodanti dove tutti i cerchi vengono chiusi con somma gioia o spesso lasci
qualcosa di non concluso o poco definito o qualche….cadavere eccellente?
Mi piacciono i finali secchi e decisi, non amo molto
lasciare qualcosa di aperto. Immagino sempre la storia che parte con un filo
unico, si allarga in tanti fili (che possono anche intrecciarsi tra loro) e poi
ritornano a essere un filo unico. Mi piace che tutto venga spiegato.
Facci un piccolo excursus nella tua bibliografia. Hai
pubblicato altri romanzi precedentemente a questo. A quale genere appartengono?
Stai scrivendo qualcosa in questo periodo?
Questo è il mio sesto romanzo. Nella mia bibliografia ci
sono due commedie romantiche, due gialli/thriller e un romanzo di narrativa
contemporanea. Amo scrivere ma, per il genere che prediligo, c’è bisogno di uno
sforzo mentale importante, soprattutto perché, come ho detto prima, amo che
tutto si intrecci alla perfezione e che ci siano delle spiegazioni logiche per
ogni cosa, infatti molto difficilmente nei miei romanzi potrà comparire un
personaggio oltre la metà del libro solo per sistemare qualcosa. Intendo dire
che ogni personaggio che compare nei miei libri serve alla storia. Soprattutto
nei romanzi thriller ci vuole, per raggiungere questo obiettivo, uno sforzo
mentale e ho sempre bisogno di una pausa. Per questo tra un thriller e l’altro
mi capita di scrivere qualcosa di più leggero, se poi mi sembra che il
risultato finale sia buono, lo curo e lo pubblico, altrimenti passo. Adesso sto
scrivendo un romanzo psicologico.
Prima dei saluti finali mi piacerebbe avere da te
un’opinione del mondo nel quale ti muovi. Perché voi scrittori self siete
considerati autori meno capaci rispetto a quelli che scrivono per le case
editrici? Sono io che vedo le cose in maniera distorta o la pensi anche tu
cosi? C’è un’imperscrutabile ragione per cui un libro autoprodotto non possa
essere presente sugli scaffali di una libreria?
Essendo una scrittrice che si auto pubblica non posso fare a
meno di spezzare una lancia a favore di questo mondo. Io penso che la maggior
parte dei lettori che ci considerano scrittori di serie B lo fanno perché non
conoscono questo mondo, lo dico perché anche io la pensavo così. La maggior parte delle persone si convince del
fatto che solo una casa editrice possa produrre un libro di qualità, in realtà
non è così perché molti autori self utilizzano editor, grafici, correttori di
bozze, insomma molte delle figure professionali che permettono di creare un
romanzo di qualità. Le ragioni per le quali un libro auto prodotto non è
presente sulle librerie sono, secondo me, di solo carattere economico.
Ti ringrazio della bella chiacchierata, ti auguro tanta
fortuna e spero che non si affievolisca mai la tua voglia di scrivere perché
sei veramente brava. Se ritieni puoi aggiungere qualcosa che magari ritieni
importante far sapere ai lettori….
Grazie a te Gino, soprattutto per l’incoraggiamento e perché
non giudichi in maniera negativa il mondo del self publishing. Ai lettori
vorrei dire solo grazie.
Di nuovo grazie. Complimenti ed a presto.
Consenso trattamento dati personali
Nota bene: Rispondendo alle domande di questa intervista
viene dato il consenso alla sua pubblicazione sul blog Un libro di emozioni e
sui social ad esso legati.
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