Gli
uomini pesce - Wu Ming 1
Recensione
di Miriam Donati
Quel
ch’era drito, ‘desso l’è roverso,
combàtare col Po l’è tempo perso.
Gino
Piva poeta polesano (1873-1946).
Visionario, debordante, romanzo-romanzo finalmente. Non autofiction, non ricerca del proprio ombelico. Passato e presente che si intersecano e memoria da rivendicare, da riscrivere mescolando realtà e finzione infischiandosene del politicamente corretto. Un mix di pezzi musicali, cronaca, citazioni colte, da Lovercraft vero o finto a Igor il Russo, quello sì vero, dalla geografia al clima, dalla ricerca di senso al mistero degli uomini pesce, sogno o simbolo dispiegato in quel mondo mitico e fantastico che è il Delta del Po, vita e morte, nascita e rinascita, protagonista assoluto del romanzo.
L’autore
Wu Ming 1, al secolo Roberto Bui, ci racconta nei Titoli di coda in fondo al
libro della sua composizione durata molti anni e lo definisce “un libro di
viaggi e pellegrinaggi tra Ferrara e il Delta del Po durante la Resistenza,
negli anni Sessanta-Settanta e nel 2022. Una saga familiare sui generis: la
storia della famiglia Nevi dall’avvento del fascismo alla morte del suo
enigmatico patriarca. Un tributo al Grande Fiume e alle sue terre, intreccio di
vicende bassopadane con omaggi dichiarati e no a Bassani, Bacchelli e ad altri
narratori della pianura. Il mio romanzo più personale, anche se perfettamente
collegabile alla poetica di Wu Ming.”
È
un romanzo a strati, complesso, multiforme, inizia nel 2022, durante una delle
peggiori estati mai viste sul Delta per la siccità, quando, all’età di
novantanove anni, muore per un colpo di calore Ilario Nevi, partigiano,
cineasta, pittore, ambientalista della prima ora. Sua nipote Antonia, geografa
all’Università di Padova, di cui lui è stato il principale mentore, è investita
della sua pesante eredità che la coinvolge insieme a Sonic, suo compagno
musicista. Prende forma il primo piano temporale del romanzo: dopo il
post-pandemia che ha marchiato corpi e coscienze, abbiamo lo stato d’emergenza,
il razionamento dell’acqua e il cuneo salino dell’Adriatico che raggiunge i
quaranta chilometri dalla foce del Po. Antonia inizia la ricerca per
ricostruire l’identità dello zio, scoprendo enigmi e segreti sconvolgenti e
poiché come il Po, è anche lei in crisi, soffre di “ansia climatica”, scoprirà
qualcosa anche di se stessa. Territorio e personaggi sono in simbiosi. Se
Antonia è il Grande Fiume, Ilario sono le valli del delta, con una natura
sfumata tra terra e acqua, anfibia. Prende forma così il secondo piano
temporale, quello della Resistenza con gli stretti legami vissuti nel Delta e
con la scoperta dell’amicizia quarantennale di Ilario con un altro
antifascista, Erminio Squarzanti, entrambi compagni di lotta di Renata Viganò.
Il
Delta con la sua terra sommersa sotto il livello del mare con le valli e i
canali tortuosi e misteriosi, sfuggente perché è un territorio mutevole
modificato nel corso dei secoli dai fiumi e dagli interventi umani, un
territorio apparentemente naturale, ma invece altamente tecnologico perché sono
le idrovore che pompano acqua incessantemente per mantenere la pianura
coltivata, quando invece la sua vocazione è ritornare a essere palude; un
labirinto dove si nascondono i segreti di Ilario ed è il luogo dove è nato e
vissuto l’autore, che l’ha studiato a fondo e dove la geografa Antonia percorre
il suo viaggio, non solo nella memoria per scoprire i segreti dello zio, lei
ama quel territorio, lo ha esplorato, lo zio gli ha dedicato documentari mentre
era membro di Italia Nostra quando presidente era Giorgio Bassani (che compare
nel libro come personaggio), e si tormenta per lo stato in cui si trova e per
il futuro che sembra segnato: tornare sott’acqua con l’innalzamento del mare e
la consapevolezza di ciò oltre a influenzarla, ne definisce la personalità e
rende la scrittura trascinante.
È
difficile raccontare la trama del romanzo per il continuo intrecciarsi di trame
e sottotrame, di rimandi ad altre narrazioni del collettivo Wu Ming,
soprattutto per non svelare troppo, si può accennare agli aspetti più
intriganti, come l’uso delle lingue. Il compagno americano di Antonia può
parlare solo inglese, una condizione paradossale che unisce alla possibilità di
capire e apprendere rapidamente tutte le altre lingue e in mezzo a questa
condizione c’è l’italiano e i dialetti.
Uno
dei pregi del libro è l’aver creato un cortocircuito tra realtà e fantasia
perché su territori e fatti del tutto reali si innestano racconti e personaggi
di fantasia e il lettore non sa cosa sia vero e cosa no. Anche i titoli dei
film realizzati da Ilario, dei libri di Antonia e dei dischi di Sonic,
corredati da un’accuratissima bibliografia fantastica, sono talmente verosimili
da chiedersi se esistano veramente. E che dire della presenza di Lovercraft nel
Delta e della band che suona pezzi a lui ispirati? E la caccia tra i canali di
Igor il Russo?
Uno
dei temi principali è la persistenza dell’oppressione a cui contrapporre
immaginazione e fantastico in una forma di resistenza quotidiana. Antonia e
Sonic sono personaggi resistenti e mappano il territorio in funzione della
lotta dello zio eletta a ragione di vita in una incessante ricerca di
chiarimenti e allo stesso tempo si battono contro quell’oppressione che sembra
non finire mai: prima il nazifascismo, poi la sua continuità sottotraccia nelle
istituzioni repubblicane fra bombe e stragi, poi la generazione di
amministratori del territorio senza scrupoli che hanno cementificato preparando
il terreno alle inondazioni, devastando la costa emiliano-romagnola con gli
alberghi.
Per
raccontarci questa resistenza il racconto diventa polifonico con voci molteplici
nel testo e stili e registri diversi (uno narrativo, uno poetico e uno
saggistico) che corrispondono alle voci dei personaggi, oltre al rapporto
continuo con altre opere (Pendolo di Foucault di Eco, L’Agnese va a morire di
Viganò, le opere di Bassani). Un inserto è costituito dal memoriale di Ilario
ritrovato da Antonia, pieno di parole cancellate e illeggibili che lo fanno
assomigliare a Petrolio, il romanzo incompiuto e inedito di Pasolini.
Riferimenti numerosi anche al cinema, per esempio Sylvia Scarlett di George
Cukor (in Italia Il diavolo è femmina) perché Antonia assomiglia alla
protagonista Katherine Hepburn.
E
all’improvviso all’interno del racconto entra un elemento fantastico e
fantasioso che esplode e cambia tutto. Si rimane spiazzati, ma nemmeno troppo
stupiti quasi che l’estraneità sia anche familiare come nelle credenze
popolari. Chi sono gli uomini pesce? L’autore dice di essersi ispirato all’Homo
Saurus, un rettile antropomorfo avvistato negli anni Ottanta nel Po (ne scrisse
il Resto del Carlino e gli fu dedicato un libro nel 2004 da Cartografica
Edizioni). Pochi anni dopo si era sparsa la voce di un ritrovamento di un
diario inedito di H,P, Lovecraft venuto nel Delta alla ricerca di questi
antichi uomini pesce nascosti sulla terra da milioni di anni e che i pescatori
avevano sempre raccontato di aver visto affiorare dall’acqua. Homo Bracteatus
lo chiama Ilario in alcuni disegni e ritratti ritrovati da Antonia che “dava
l’idea dello squalo, ma era altro. Gli occhi erano neri. Neri. Di un nero
abissale. Pozzi profondo di milioni di anni, profondi quanto il tempo, e nel
lontanissimo fondo di quei pozzi dovevano ruotare gorghi che trascinavano
ancora più in basso, ancora più indietro del tempo stesso”. Si tratta di
esseri che appaiono solo di notte nella migliore tradizione delle leggende
dell’antica e oscura storia del territorio del Delta, spiriti guida o
misteriosi custodi; apparizioni che rappresentano il desiderio di un altrove
che non c’è. Il confine tra sogno e realtà è labile e poco importa scoprirlo
perché questo testo sfugge a qualsiasi definizione o etichetta. Si entra in
contatto pagina dopo pagina con tanti e diversi temi compresenti che si
aggregano, si incrociano e la questione climatica che fa da collante al tutto
diventa uno sguardo esterno e sposta il punto di vista sostenendo la
conservazione dell’ambiente nel suo complesso indipendentemente dall’uomo.
È
un libro di straordinarie geografie rivoluzionarie dove tutti i temi toccati,
la resistenza, l’ambientalismo, l’aspirazione alla rivoluzione in ogni tempo,
l’idea di un mondo diverso ancora possibile per il quale vivere e resistere si
concilia con la scrittura che qui sembra fare il suo meraviglioso lavoro di
mischiare autore e lettori.
Genere:
Narrativa
Anno
di pubblicazione 2024