Dove
non mi hai mai portata - Calandrone Maria Grazia -
Recensione a cura di Miriam Donati
Non
si può che partire dallo stile con questo libro: è poetico e impatta
emotivamente con il lettore regalandogli una storia intensa e coinvolgente.
Il
linguaggio è ricercato, a volte aulico, con gli a capo e le spaziature
inconsuete, con alcune frasi in dialetto e preghiere in latino; è certamente
impegnativo nonostante la fluidità, ma commuove toccando le corde più profonde.
I
protagonisti e gli eventi sono ritratti in modo così minuzioso da sembrare
reali come si prefigge l’autrice di render reale la propria madre nell’incipit.
E riesce in questa impresa: Lucia, man mano si va avanti nella lettura diventa davvero
concreta, vera, tangibile, l’autrice riesce a ridare dignità anche al suo gesto
più estremo, dà un senso anche al dolore, spogliando la morte dalla violenza e
lasciando solo l’amore. Ricostruisce in un vero e proprio reportage poetico la
vita di Lucia, la giovane madre che l’ha data alla luce e l’ha poi abbandonata
prima di togliersi la vita e di Giuseppe di cui si è innamorata. Ricrea una
madre di cui non ha alcun ricordo e lo fa scavando nei luoghi che l’hanno vista
crescere, soffrire e anche innamorarsi alla fine, lo fa attraverso poche fotografie,
lettere pubbliche e private, documenti d’archivio, carte d’identità, testimonianze,
racconti, cartelle cliniche. Tramite i dati satellitari mappa gli spostamenti e
gli itinerari percorsi immaginando il suo andirivieni psicologico, i suoi
pensieri, le sue emozioni.
Lucia
fugge da un marito violento che era stata costretta a sposare e dalle
umiliazioni a cui era stata sottoposta; il suo tentativo di rifarsi una vita
con Giuseppe e la nascita di Maria Grazia non fermano la denuncia per adulterio
e abbandono del tetto coniugale e si creano quindi le condizioni per la tragica
decisione presa da entrambi di lasciarsi cadere nel Tevere dopo aver posato la
figlia su un prato a Villa Borghese e spedito una lettera a l’Unità in
cui è spiegato il loro gesto.
Il
romanzo è insieme un atto d’amore, un’indagine accurata e ricostruzione di una
vita, una lente d’ingrandimento sulla storia d’Italia perché questa storia
intima e personale procede in un contesto di morale e legislazione ancora
patriarcali ed è attraversata dagli eventi che non rimangono solo sullo sfondo,
ma che interferiscono nella vita di Lucia
e Giuseppe cambiandone il destino: l’Italia rurale del paesino molisano, le
guerre d’Africa, Milano e la sua periferia negli anni del boom economico con
l’emigrazione dal Sud al Nord.
Con
coraggio una figlia abbandonata prende per mano una madre ragazzina, abbandonata
dalla propria famiglia, vittima dei pregiudizi di una società ostile, ottusa,
ipocrita che sa solo condannare, colpevole di aver cercato di vivere degnamente
e la porta nel suo presente confermandole che il futuro che aveva sognato per
lei si è avverato. Scrivendo di lei le ha restituito la comprensione e il
commiato che non ha avuto in vita e l’ha fatta rivivere nella memoria di chi
legge lasciando quindi una traccia indelebile.
Genere: narrativa
Anno di pubblicazione 2022
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