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mercoledì 17 marzo 2021

IL PREDATORE DI ANIME

 


ILPREDATORE DI ANIME V. Franchini

Il predatore di anime, romanzo scritto da Vito Franchini ed edito da Giunti, non è propriamente un thriller. Anche se si può considerare in generale come appartenente a quell'alveo letterario. In alcuni momenti sembra addirittura un trattato di antropologia. E’ vero che c’è un crimine, che ci sono delle indagini, ma non sempre si ha la sensazione di leggere un giallo. La vicenda che viene raccontata parte dalla scoperta di due corpi senza vita. E’ agosto siamo a Roma. Marito e moglie sono riversi sul letto, trafitti entrambe dal medesimo proiettile, in quello che sembra un classico omicidio suicidio. Ad indagare viene chiamata la dottoressa Sabina Mondello, funzionario di polizia del commissariato di Roma-Parioli. Sabina ispeziona il luogo del delitto, parla con i testimoni e malgrado alcune incongruenze propende per l’omicidio suicidio; soluzione suggerita anche dalla storia recente della coppia che, anche se ultimamente si era riavvicinata, aveva vissuto una profonda crisi, alimentata soprattutto dal comportamento possessivo e violento del marito. Il commissario prende la via più facile e meno impegnativa, anche distratta dalla coinvolgente storia d’amore che sta vivendo, e dispone l’archiviazione del caso. Anche perché l’unico sospettato, dell’eventuale doppio omicidio, è un operatore shiatsu di nome Nardo Baggio, che è stato l’ultimo ad averli visti. Ma il suo alibi appare inattaccabile. Anche le successive intercettazioni telefoniche non portano a nulla di rilevante tanto che verrà presto fatto uscire dalle indagini. Per Sabina però Baggio si rivelerà essere molto di più che un indagato. Nardo è un affabulatore, una persona con un forte carisma ed un fascino che non lascia indifferenti, ed anche il commissario subirà il suo magnetismo. La sua attività principale (oltre ai trattamenti shiatsu) è quella di sostenere, aiutare e supportare le donne vittime di stalking cercando di rendere inoffensivi (con le buone o con le cattive) i loro carnefici. Spesso le forze dell’ordine hanno le mani legate, ed i loro provvedimenti sono poco efficaci. Ma i singoli cittadini possono prendere strade “alternative”, rispetto a quelle che prescrive la legge, anche utilizzando metodi non proprio ortodossi. Le donne che lo contattano si concedono completamente a lui: gli affidano la loro vita, il loro amore, la loro anima. Nel suo centro costruisce cosi una sorta di harem di donne maltrattate completamente dipendenti dalla sua volontà. Anche Sabina, suo malgrado, dovrà ricorrere al suo aiuto. Il rapporto che si instaura tra Sabina e Nardo, contraddistinto da lunghi monologhi nel quale Nardo racconta perché è diventato il paladino delle donne maltrattate e del perché gli uomini sono diventati, nel tempo, persecutori ed aguzzini, sarà sempre più stretto. Sabina diventerà succube di quello strano personaggio, conquistata dalla sua indole e dalla sua missione. Eppure, seppur mosso dalla bontà, il comportamento di Nardo appare spesso misterioso ed ambiguo. Il libro abbandonerà presto il territorio del thriller per diventare un saggio sui comportamenti deviati degli uomini, e sul perché, antropologicamente, sono portati a compiere azioni persecutorie e violente nei riguardi delle loro ex compagne. Il libro in questa fase, pur rimanendo molto coinvolgente, perde un po’ di carica emotiva e di tensione. Non mancano di certo le sorprese ed i momenti adrenalinici ma la parte del thriller in queste pagine si perde un po’ per poi, nel finale, ridiventare molto più presente. Un finale che lascia con la bocca aperta ed il fiato sospeso per come si conclude la vicenda. Il romanzo scritto da Franchini, che conosce bene lo stalking, ed i suoi perversi percorsi, essendo un capitano dei carabinieri, è senz’altro molto originale ed intrigante. Non vuole “solo” essere un romanzo thriller, ma anche un libro che analizza il comportamento violento degli uomini, quando nasce e come si è trasformato nei millenni. Purtroppo però, secondo me, durante queste descrizioni, la dimensione thriller del racconto ne risente notevolmente.

valutazione: più che discreto

genere: 1giallo

 


sabato 6 marzo 2021

IL RIBELLE

 



IL RIBELLE S. Pavanelli

Il ribelle è il titolo dell'ultimo romanzo thriller scritto da Simone Pavanelli, in stretta collaborazione col vice questore Andrea Crucianelli, dirigente del commissariato di San benedetto del Tronto. Il romanzo è edito dalla casa editrice Pluriversum. La storia ha come sfondo la città di Ferrara, ed anch'essa entra a pieno titolo fra i protagonisti del racconto. Una città costantemente immersa nella nebbia e nel freddo dell’ultimo periodo dell’anno, che ne confonde i lineamenti e ne complica le indagini. Il libro inizia subito forte, con un primo capitolo che lascia presagire ad uno sviluppo tutt'altro che tranquillo della vicenda. Ad un corriere della droga, infatti, che stava trasportando ovuli di cocaina e dopo la sua accidentale morte dovuta alla rottura di uno di essi, gli vengono estratti quelli rimasti integri direttamente dallo stomaco…Dopo questo prologo, che si rivelerà comunque molto importante nel proseguo del racconto, inizia la storia vera e propria. La protagonista principale del romanzo è una squadra investigativa ed i suoi 5 componenti. La squadra, che viene approntata, deve scoprire l'identità che si cela dietro la persona che si fa chiamare: Il ribelle. Con questo alias infatti agisce un individuo che punisce personaggi che si sono macchiati di pesanti crimini e che, a suo dire, non sono stati puniti a dovere, o per nulla, dalla giustizia. La squadra è composta da poliziotti appositamente selezionati, provenienti da vari commissariati. A capo della squadra c’è il commissario Ruffini, affiancato dal suo vice l’ispettore Vitali. Le aggressioni, che rendono i malcapitati “inoffensivi”, si susseguono numerose. Inizialmente non vengono prese troppo sul serio, quasi giustificandole. Gli danno la caccia, ma senza eccessivo impegno. Tutto cambia però quando ad essere aggredito sarà un poliziotto. Soprattutto perché il ribelle aggredisce solo dei poco di buono; cosa c’entra, quindi, un appartenente alle forze dell’ordine? A questo punto gli inquirenti vogliono vederci chiaro: vogliono capire perché anche un loro collega è stato colpito ed iniziano delle indagini molto accurate. Tra sorprese e momenti emozionanti giungeranno a scoprire l’identità del ribelle, ed a mettere a nudo l’intricata vicenda che ha mosso la sua sete di vendetta. Devo subito fare i complimenti all’autore perché ha scritto un romanzo molto accattivante che tiene ben desta l’attenzione del lettore. Situazioni che coinvolgono e personaggi che conquistano. Ottima la figura del commissario. Finalmente un funzionario di polizia ben concentrato sull’obbiettivo. Senza essere distratto da avvenenti colleghe che gli girano intorno ed alle quali non sa resistere, o da problematiche situazioni personali che lo fanno piombare nell’apatia e nella sofferenza o, ancor peggio, nella dipendenza da qualche sostanza. Non fuma come un ossesso ma ha una splendida famiglia, una moglie innamorata ed una figlia adorabile, che lo accolgono al termine di pesanti e spesso pericolose giornate di lavoro. Tutta la tensione che il libro sprigiona è focalizzata sul caso. Storia che viene sviluppata mirabilmente da Pavanelli con ordine e buon ritmo e che ci regala un finale adrenalinico, coerente col resto del racconto. Un finale che ho apprezzato molto perché, a parer mio e come ripeto spesso, il vissero tutti felici e contenti non è contemplabile in un noir, (o thriller), ed in questo caso questa indicazione viene perfettamente rispettata. Complimenti.

valutazione: buono

genere: 2thriller

 


LE MIE VALUTAZIONI FEBBRAIO 2021

 




Febbraio 2021


I momenti buoni                        ⭐⭐⭐⭐★

Il ribelle                                      ⭐⭐⭐⭐

duplice ipotesi                            ⭐⭐⭐⭐

Welcome to 2048 dark thriller    ⭐⭐⭐⭐

Il predatore di anime                    ⭐⭐⭐★

Biancaneve nel novecento           ⭐⭐⭐⭐★

mercoledì 24 febbraio 2021

BIANCANEVE NEL NOVECENTO

 


BIANCANEVE NEL NOVECENTO  M. Oliva

Biancaneve nel novecento è il nuovo, recentissimo, romanzo scritto da Marilù Oliva e pubblicato da Solferino. Voglio prima di tutto dire qualcosa sull'autrice, perchè leggendo un suo romanzo ho finalmente colmato una delle mie tante lacune "libresche". Erano anni che mi ripromettevo di leggere una storia scritta dalla Oliva. La “inseguo” fin dall'uscita della trilogia della Guerrera e poi dai due libri con protagonista l’ispettore Micol Medici, (Le spose sepolte e Musica sull’abisso). Ho seguito con interesse il suo percorso letterario ma purtroppo sempre da "lontano". Musica sull’abisso è un romanzo del 2019, Marilù pubblica il suo primo libro nel 2009. Tutto questo per dire sia che la mia lacuna non ha scusanti e sia che la Oliva è un’autrice con una lunga esperienza e con una grande capacità di spaziare in vari generi: il thriller, il noir, il giallo, la commedia, il saggio. Nel 2020 dal thriller ha virato sulla narrativa più colta con L'Odissea raccontata da Penelope Circe Calipso e le altre. Uscendo così definitivamente dalla mia comfort zone per eccellenza: il romanzo giallo. Però non potevo proprio continuare a trascurarla, troppo forte è stato il richiamo di questa sua ultima opera. Ed ho fatto benissimo, ma partiamo con ordine. In Biancaneve nel novecento la protagonista è Bianca. Siamo a Bologna. Nel periodo che va dai primissimi anni 80 (Bianca nasce nel 1976) alla fine del millennio. Il racconto è sviluppato in prima persona. Bianca è figlia di Giovanni e Candi. Fin dai primissimi vagiti vive in simbiosi col padre, che ama alla follia e dal quale riceve altrettanto affetto e cure. Giovanni non lavora, o meglio, gestisce una palestra dove si allenano ragazzi con la sua stessa passione, il pugilato. Giovanni non ha la patente. Si occupa della casa in cui vive con la famiglia. Cucina ottimi piatti, accudisce Bianca e fuma tanto, tantissimo. Candi è uno spirito libero ed insofferente alle regole. Una donna con grandi conflitti interiori. Litiga spesso furiosamente col marito e cura maniacalmente il suo aspetto estetico. Lavora, guadagna e buona parte dei soldi li spende al gioco. Anche lei fuma, tanto. Ma più di tutto beve, tantissimo. Bianca riceve tanto amore da suo padre così come tanta indifferenza se non aperta ostilità dalla madre. Bianca cresce in questa famiglia disastrata, senza ricevere l’affetto che meriterebbe. Si rifugia nella lettura e nel disegno. Il libro ripercorre tutta la sua vita, dalla nascita fino alla notte che dal 1999 ci trasporta nel 2000. L'infanzia, l'adolescenza, gli anni del liceo, l'università, gli amori, le amicizie. Non è una vita facile la sua, segnata da tante situazioni difficili, da incontri pericolosi e da scelte sbagliate dettate dalla solitudine. Al romanzo fa da sfondo la storia d'Italia di quegli anni: dalla strage alla stazione di Bologna alla strage di Ustica, dagli omicidi del mostro di Firenze al dilagare dell’eroina ecc. Un altro personaggio fondamentale del romanzo è Lili, una donna di origine francese che ora vive a Roma. Lili è una anziana signora che vive con un grande rimorso. Ogni suo pensiero la riconduce alla sua permanenza nel lager di Buchenwald, quando ancora giovanissima venne deportata nei campi di concentramento. Sono pagine intensissime e sconvolgenti quelle che raccontano la vita in quell'inferno, trascorso nelle mani di folli assassini che hanno compiuto crimini indicibili. Non voglio dire altro su questo romanzo, se non raccomandare caldamente di leggerlo. Una storia scritta con grande attenzione e cura con tre donne protagoniste, tre epoche, tre generazioni, con momenti drammatici che fanno riflettere e che non lasciano indifferenti. Le pagine finali sono molto profonde e colpiscono, fanno sussultare più di una volta. Un epilogo coerente e logico. Un romanzo che per me è stata una rivelazione, mi ha fatto conoscere, ed apprezzare, un'autrice che conoscevo poco. Un racconto bellissimo ed emotivamente molto intenso. Un solo piccolo difetto. Secondo me quando l’autrice racconta l’infanzia di Bianca, e lo fa attraverso la sua voce, avrebbe dovuto usare un linguaggio più "povero", meno ricercato. Un piccolo difetto per un romanzo di grande valore, che io ho apprezzato moltissimo. Complimenti.

valutazione: più che buono

genere narrativa

 


giovedì 4 febbraio 2021

WELCOME TO 2048 DARK THRILLER

 



WELCOME TO 2048 DARK THRILLER

Welcome to 2048. Romanzo scritto da Roberto Roseano ed autopubblicato nel settembre del 2020. Un racconto originale, che si legge con interesse. Una storia assolutamente plausibile. Ambientata in un futuro molto prossimo con situazioni comunque verosimili, ed alcune anche auspicabili. Che potrebbero trovare luce a breve. Un serial killer feroce, spietato. Che a suo modo vendica i soprusi. Imprenditori senza scrupoli che mirano solo al proprio interesse. Un’atmosfera cupa e sinistra che permea il racconto. Non ci sono nomi che identificano i personaggi. Ma solo ruoli. Il capo della polizia, il commissario, il manager ecc. Capitoli brevi, incisivi che danno al romanzo un ritmo sostenuto, con pagine sempre interessanti che tengono il lettore avvinto. Ad ogni capitolo è assegnata una canzone, come una colonna sonora, che accompagna la lettura. Descrizioni cruente ed accattivanti di situazioni e personaggi. In alcuni frangenti anche sapientemente ironico. Finale giusto e coerente dove nessuno risulta completamente innocente. Un buon romanzo scritto da un autore non certo agli esordi, noto soprattutto per i suoi romanzi storici (L’ardito) ma che per la prima volta si mette alla prova con un libro thriller. Lo fa con un racconto originale e non banale. Quasi un diversivo a quella che rappresenta la sua consueta produzione. Un esperimento ben riuscito, da ripetere. Romanzo ricco di riferimenti ed omaggi ad altre opere letterarie e cinematografiche. Complimenti.

Valutazione: buono

Genere: thriller

DUPLICE IPOTESI

 




DUPLICE IPOTESI R. Baroni 

Con Duplice Ipotesi l’autrice, Roberta Baroni, confeziona un buonissimo romanzo giallo. Un meccanismo narrativo coinvolgente. Personaggi ben descritti. Una trama ed uno svolgimento accurato del racconto che ricorda molto i romanzi gialli di Agatha Christie. Personaggio principale è Sara De Pascale una studentessa universitaria laureanda in lingue, traduttrice di testi scandinavi, che è stata ingaggiata da un nobile residente a Biancaville vicino a Roma. Il nobile è il conte Rodolfo Tucci che ha bisogno di aiuto nel suo lavoro di studioso di storia e di mitologia dei popoli del nord Europa. Sara si trova immediatamente a suo agio nella grande villa dei conti. Pian piano conosce tutti i residenti della tenuta ed il lavoro procede spedito. Ma ad un certo punto avviene un omicidio. Viene uccisa Rossana Ponticelli, la segretaria del conte, con la quale Sara lavorava a stretto contatto e con la quale stava diventando grande amica. Le indagini sono condotte dal commissario Onofri ed i sospetti, per una serie di circostanze, si concentrano subito sugli abitanti della villa. Sara sarà fondamentale per le indagini. Infatti attraverso i suoi ricordi e le sue intuizioni aiuterà non poco il commissario a venire a capo della vicenda. Un racconto ed una indagine ben costruita, nel quale si ammira soprattutto la grande capacità dell’autrice di realizzare una storia ed un finale non scontato, che attraverso rivelazioni sorprendenti giunge fino ad un inaspettato epilogo. Non sono tante le parti di grande impatto emotivo, ma non credo fosse questo l’obbiettivo principale del romanzo. Quanto piuttosto l’evidenziare l’abilità di ordire una trama ed una storia coinvolgenti, che avessero la capacità di tenere ben desta l’attenzione del lettore, piacevolmente intrattenuto dalla lettura di un giallo molto interessante. Obbiettivo raggiunto brillantemente. Complimenti.

valutazione: buono

genere: giallo