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giovedì 10 giugno 2021

BLUES PER I NATI SENZA UN CUORE

 



BLUES PER I NATI SENZA UN CUORE F. Salamino

Con Blues per i nati senza un cuore si conclude la trilogia dedicata al Kamikaze di cellophane, Michele Sabella, ed a Elena. La storia e la trama che costruisce l’autore sono come sempre di grande spessore, ma su di essa non mi soffermerò più di tanto. Giusto un accenno, nel quale dico che Michele, che ormai risiede stabilmente in Inghilterra, leggendo un articolo di cronaca nera, su un giornale italiano, apprende la notizia che la “sua” Elena è accusata dell’omicidio del marito. Le circostanze della morte sembrano inchiodarla senza alcun dubbio. Invece Michele di dubbi ne ha tanti, e torna in Italia per cercare di capire come si sono svolti i fatti. Questo è solo l’inizio del romanzo, il fatto dal quale si sviluppa poi tutta la storia, che vede protagonisti, oltre a Michele ed a Elena, un gran numero di personaggi. Il racconto della vicenda narrata nel romanzo termina qua. L’obbiettivo di questa recensione infatti non è quella di raccontare minuziosamente le varie fasi del libro, quanto piuttosto, quella di cercare di trasmettere, attraverso le parole, le emozioni che questi tre libri mi hanno regalato. Questo romanzo poi, in particolare, consolida la mia già grande ammirazione per le notevoli qualità di scrittore di Salamino. Blues per i nati senza un cuore ci racconta di un Michele ormai diventato un adulto consapevole. Ha scelto di mettere grande distanza tra sé ed il male vissuto in Italia, decidendo di migrare nel regno unito e riuscendo a ricostruirsi una vita, seppur sempre discutibile, più solida e determinata di quella di un tempo. Elena invece, diversamente da Michele, non è riuscita a vincere i suoi demoni, che le hanno mandato all’inferno l’anima. In più ha custodito un segreto che, invece di aiutarla a vivere un’esistenza migliore, l’ha condannata definitivamente alla dannazione. Si è legata ad un uomo che probabilmente non la ha mai amata, ma l’ha sempre solo usata per soddisfare le sue perversioni. Elena purtroppo, dopo che la sua vita ha dovuto affrontare situazioni al limite, ed anche oltre, non ha più saputo riprendere in mano la propria esistenza. Michele in questo romanzo dimostra di provare un amore smisurato per lei, la difende, la scagiona, la perdona. E’ consapevole Michele che, malgrado tutto, non può proprio vivere senza Elena, e questa consapevolezza lui ce l’ha da quando lei, dopo averlo conosciuto, non si è voltata dall’altra parte come facevano tutti quando lo incrociavano. Lui era un ragazzo con gravi problemi esistenziali. Lei una ragazza anoressica, che di problemi ne aveva forse ancora di più.  Ma lei lo ha accolto, cercando di lenirne le ferite, e da quel momento le loro anime e le loro esistenze si sono mescolate indissolubilmente. La vicenda è ambientata a Milano ed a Ceresio, luogo inventato (ma non troppo). Curioso il momento in cui si svolgono i fatti. Siamo nel 2022, nell’anno post pandemia, della quale si avverte ancora l’eco. Frequenti i flashback ad episodi passati che ci aiutano a capire la vicenda. Salamino ci racconta ancora una volta una storia ad alto tasso emotivo, con un susseguirsi di situazioni che coinvolgono fin dalle prime pagine. Una storia costruita con cura, che fa riflettere. Tanti i personaggi ambigui, alcuni crudeli altri spietati, molti quelli senza un pizzico di cuore. Una storia che non smette mai di sorprendere, che ci fa stare continuamente col fiato sospeso e solo dopo la parola fine ci permette di far calare l’adrenalina accumulata. Blues per i nati senza un cuore si può leggere benissimo anche come romanzo a sé stante, ma io lo considero il momento conclusivo di una storia in tre volumi, per questo invito caldamente ad iniziare dal primo episodio della trilogia (il Kamikaze di cellophane) per poi proseguire con gli altri due (Il margine della notte è il secondo). Vi assicuro che sarà un’esperienza di lettura difficilmente dimenticabile.  

valutazione: buono

genere: 1giallo 

 


domenica 6 giugno 2021

LE MIE VALUTAZIONI MAGGIO 2021

 





MAGGIO 2021


La primavera perfetta                         ⭐⭐⭐⭐

E qualcosa rimane                               ⭐⭐⭐⭐

Obbligo o verità                                   ⭐⭐⭐★

Il mistero di Chinatown                      ⭐⭐⭐⭐

Blues per i nati senza un cuore           ⭐⭐⭐⭐

Fango                                                  ⭐⭐⭐⭐★




giovedì 27 maggio 2021

E QUALCOSA RIMANE

 


E QUALCOSA RIMANE D. Sesti

E qualcosa rimane è il secondo romanzo scritto da Daniele Sesti con protagonista il Commissario Gravalloni. Il libro è edito da Ventura edizioni ed è stato da poco pubblicato. La vicenda narrata dall’autore vede protagonisti buona parte dei personaggi già presenti nel suo precedente romanzo (I ragazzi del coro). Siamo a Roma, nei giorni che precedono il natale. Il commissario Gravalloni, trasferito da poco nella città eterna, deve risolvere un mistero nato dopo il ritrovamento di un corpo senza vita, nei pressi di un cassonetto per l’immondizia. Si tratta di un uomo già abbastanza in là con gli anni. E’ chiaramente un omicidio, ma quali sono le circostanze nel quale questo crimine è avvenuto? Ancora non lo sa, ma questo omicidio si lega a fatti accaduti molti anni prima, e coinvolgono anche una importante casa discografica. Gravalloni conduce le indagini, ed a coadiuvarlo nelle ricerche c’è il fido agente Mancuso e la capa commissaria dott.sa Schiavon. Ad aiutarlo saranno anche i ragazzi di un coro, il Vox populi, conosciuti in una sua vecchia indagine. Sesti, come nel suo precedente lavoro, costruisce una storia piuttosto originale, con personaggi non comuni ed ambientato ancora una volta nel mondo della musica e della filosofia. Non è un libro giallo fine a sé stesso, con un delitto e le susseguenti indagini, perlomeno non solo. Nei libri dell’autore ci sono riferimenti alla musica classica e moderna, richiami a citazioni di filosofi e pensatori. Una lettura forse non scorrevolissima ma certamente non banale e comunque sempre appassionante e coinvolgente. Molto ricca di spunti e di richiami storici. I personaggi poi sono tratteggiati con molta cura, su tutti il commissario, diventato ormai un’icona ed un elemento imprescindibile per i romanzi di Daniele Sesti. Un racconto particolare, a cui l’autore ha dedicato molta attenzione, si capisce bene dal suo modo di scrivere e dalle nozioni che vi inserisce. Uno stile ed una ambientazione che sono diventati caratteristiche peculiari di Sesti, che lo identificano in maniera precisa. Un romanzo che invito a leggere, perché fa trascorrere qualche ora piacevolmente accompagnati da una trama ben articolata e sviluppata, da personaggi interessanti e dialoghi spesso simpaticamente ironici.

valutazione: buono

genere: giallo


lunedì 24 maggio 2021

DIECI PICCOLI NAPOLETANI

 



DIECI PICCOLI NAPOLETANI A. Vastarelli

Dieci piccoli napoletani è un romanzo giallo scritto da Antonio Vastarelli ed è stato pubblicato dalla Fanucci a novembre del 2019. È un giallo, ma irrorato da abbondante ironia e da ottima musica jazz. Il protagonista è Arturo Vargas, un giornalista in crisi, licenziato dal suo ultimo impiego. Una mattina riceve una telefonata da una donna che dice di chiamarsi Paola di Littanic.

 Gli comunica allarmata che qualcuno vuole ucciderla. Gli dice di possedere un elenco di 10 sospetti. La sua richiesta è quella di cercarli e capire se sono loro che la vogliono morta, in cambio otterrà cinquemila euro per ogni nome che riuscirà a scovare ed eventualmente a depennare dalla lista. Vargas sente odore di fregatura ma a quella voce proprio non riesce a dire di no anche perché lei, dopo avergli dettato il primo nome da cercare, interrompe perentoriamente la comunicazione. Quindi, non avendo molto da perdere, si improvvisa detective ed inizia la sua attività di ricerca. Il romanzo, nel titolo, ricorda immediatamente un celeberrimo libro di Agatha Christie. In effetti, come in quel romanzo, anche qui 10 persone, le stesse che il protagonista è chiamato a cercare, scompaiono misteriosamente dopo essere state intercettate. Ma le similitudini si fermano qui perché poi il romanzo di cui parlo in questa recensione prende tutta un’altra direzione.

 Il libro scritto da Vastarelli racconta una storia originale e decisamente divertente. Prevede un gran numero di protagonisti e momenti esilaranti che contribuiscono a discostarlo molto da quello della Christie. La prima parte è forse un po’ lenta magari l'inizio, un po’ laborioso, non entusiasma da subito il lettore ma questa fase è propedeutica ad una seconda parte assolutamente coinvolgente, con un fuoco di fila di situazioni che si susseguono ad un ritmo molto sostenuto, con personaggi affascinanti e molto ben costruiti che impreziosiscono il racconto. Come detto fino ad un certo punto del racconto la vicenda appare abbastanza scontata e con pochi sussulti ma da un certo momento in poi la storia prende una piega decisamente più interessante e, con grande brio e dialoghi effervescenti, giunge ad un finale sorprendente ed anche un po’ amaro. Un libro che intrattiene molto piacevolmente e lo fa attraverso una scrittura ed una storia che catturano. Complimenti all'autore che aspetto curioso nella sua prossima opera.

valutazione: buono

genere: 1giallo

SEGRETI CHE UCCIDONO

 


SEGRETI CHE UCCIDONO R. Landini

Segreti che uccidono è l'ultimo romanzo thriller consegnato alla Newton Compton da Riccardo Landini e pubblicato dalla casa editrice nel marzo scorso. Il romanzo racconta la terza vicenda con protagonista il restauratore di mobili Astore Rossi. Anche in questo giallo, come nei due precedenti (Il giallo di via San Giorgio e Il giallo della villa abbandonata), la protagonista, insieme ad i vari personaggi, è una casa. Per l'esattezza sono più di una le residenze protagoniste del romanzo, la principale è senz'altro quella di Garbano. Una piccola villetta, persa nelle colline emiliane non molto ospitale, almeno inizialmente (manca l’acqua calda e l’elettricità), ma che Astore saprà rendere vivibile. Astore vi si reca per trascorrere una vacanza. La prima dopo vent’anni di lavoro. Ma andiamo con ordine. Astore è come sempre all’opera nella sua officina di restauratore di mobili antichi, quando riceve, dall'amico Sergio Candurra, una serie di mobili da restaurare, di provenienza ignota. Non è la prima volta che Candurra gli affida dei mobili da far tornare all'antico splendore, per cui Astore non si sorprende più di tanto di quell'arrivo imprevisto. Poi l'amico se ne va e lui prosegue la sua giornata nel laboratorio. Quando finalmente comincerà a valutare il lavoro che quei mobili richiedono e ad ispezionarli più da vicino farà una scoperta che da lì in poi sconvolgerà la sua esistenza. Fin qui il racconto delle prime pagine del romanzo. Il resto ovviamente dovrete scoprirlo voi, leggendo questo avvincentissimo libro. Aggiungo solo che oltre ad Astore il romanzo vede la presenza di un gran numero di personaggi, grandi e anche piccoli. In questo romanzo troveremo un Astore come sempre poco incline ai rapporti umani, e che quando le cose, suo malgrado, cominceranno a mettersi male eviterà come al solito di coinvolgere le autorità, foriere di tristi ricordi, e proverà a cavarsela da solo. I vari “contrattempi” nei quali incorrerà Astore si susseguiranno rapidi, cosi come anche i suoi tentativi di arginarli, donando alla storia un ritmo sostenuto. Non manca nulla in questo racconto: amore, suspense, sorprese, dolore. Un campionario completo di emozioni e di trovate raccontate in maniera rimarchevole. Perché la storia, l'intreccio sono importanti. Fondamentali per tenere avvinto il lettore al libro, ma fondamentale è anche come queste vicende vengono raccontate e leggere i romanzi di Landini, da questo punto di vista, è un vero piacere. Scrittura chiara, termini appropriati, così la lettura scorre rapida e piacevole senza “impuntamenti”. Non mancano momenti ironici e più divertenti che stemperano la tensione del racconto. Un romanzo che non è solo un giallo ma, come nella migliore tradizione delle vicende nel quale è protagonista Astore, regala al lettore tanti spunti di riflessione. Un personaggio particolare, Astore, al quale ci si affeziona immediatamente per quel suo carattere solo apparentemente poco socievole ma che da un grande valore all’amicizia ed all’amore. L’amore per un amico, per una donna, e per la verità. In questa storia scoprirà anche l’affetto che un padre può provare verso un figlio. Avrà modo di capirlo quando il suo amico Sergio, prima di darsi alla macchia, gli affiderà la figlia, Isabella di sette anni. Un finale dolce amaro, forse più amaro che dolce ma che nelle ultime righe riserverà un imprevedibile colpo di scena che regalerà un enorme, e quanto mai necessario, sorriso. In definitiva un libro che non tradirà le aspettative, sempre alte ad ogni nuovo lavoro che Landini pubblica. Complimenti.

 valutazione: buono

genere: 1giallo


domenica 16 maggio 2021

FANGO

 


FANGO D. Collaveri

Fango è il titolo del nuovo romanzo thriller di Diego Collaveri. Pubblicato da La Corte edizioni nel mese di aprile. Collaveri, per questo racconto, abbandona (momentaneamente?) il commissario Botteghi e crea un nuovo personaggio. Il suo nome è Giacomo Donati, un uomo che, a causa di vicissitudini personali (divorzio) e un carattere difficile, è finito per vivere ai margini della società, facendo un lavoro non sempre pulitissimo (è una sorta di investigatore, specializzato nello scoprire coppie clandestine e nel ricattare guardoni di coppiette scoperti a spiarle) e frequentando persone quanto meno pericolose, spesso invischiate in traffici poco leciti. Collaveri ci regala un personaggio molto diverso da Botteghi. Un uomo però che malgrado la sua natura borderline crea empatia nel lettore. Un nuovo protagonista, con una morale molto “personale” ma che prevede la ricerca della verità per dare dignità anche agli ultimi, spesso sacrificabili per far proseguire traffici criminali dietro facciate rispettabili. Una persona in apparenza contraddittoria nelle sue scelte, una di queste ad esempio è quella di avere una relazione con una poliziotta malgrado il suo passato non limpidissimo, ma che non lo sono se proviamo ad avvicinarci alla sua filosofia di vita. In questa storia Donati, che vive a Livorno, vuole vederci chiaro sulla morte di una ragazza, Jamila, che la sera prima era venuta a cercarlo perché voleva sottoporle il caso di suo fratello, secondo lei ingiustamente accusato dell’assassinio di una ragazza, Elisa Desideri. Donati non aveva neppure voluto ascoltarla, in quanto la giovane uccisa era una ragazza che conosceva fin da quando era piccola e lui era ancora sposato. Quella notte, la notte del mancato incontro, però, su Livorno si abbatte un nubifragio che causa danni ingenti e molte morti fra le quali proprio Jamila, per la quale adesso si sente responsabile. Forse se l’avesse fatta entrare in casa, ed ascoltata, ora sarebbe viva. Forse suo fratello era veramente innocente, ed era uno di quegli elementi “sacrificabili”.  E se l’alluvione non fosse la causa della sua morte? Donati non immagina quali piedi andrà a schiacciare con le sue “indagini” e quali pericolose situazioni e persone dovrà fronteggiare. Il fango del titolo è, innanzitutto, ciò che rimane dopo che le acque, che hanno invaso le strade e le case, a causa di un’alluvione, si ritirano, ma è anche tutto quel che di illecito si agita nel ventre di una città. L’opacità che ricopre funzionari pubblici e semplici cittadini che hanno deciso di prendere scorciatoie (attività illegali) per vivere agiatamente anche affossando definitivamente, e senza farsene scrupolo, chi vive già di espedienti. Collaveri costruisce con mano sicura una vicenda molto coinvolgente, con una trama ricca di suspense e di sorprese. Protagonisti ben tratteggiati, che si fanno ricordare. Con coraggio lascia un personaggio che gli ha portato molta fortuna e ne crea uno nuovo, sfaccettato, contradditorio e non propriamente in bolla. Uno che spero abbia ancora occasione di essere protagonista in un prossimo libro dell’autore al quale faccio grandi complimenti.

valutazione: più che buono

genere: thriller

 

 


venerdì 30 aprile 2021

OBBLIGO O VERITA'

 



OBBLIGO O VERITA' R. Iannaccone

Lascio le mie brevi considerazioni dopo aver letto il romanzo thriller dal titolo Obbligo o verità, scritto da Riccardo Iannaccone e pubblicato dalla Bré edizioni a marzo di quest'anno. Per quanto mi riguarda il giudizio globale è buono. Purtroppo non può essere più alto perché durante la lettura ho riscontrato delle piccole zone d'ombra. La vicenda raccontata vede protagonisti alcuni ragazzi che sono tra loro amici e colleghi di lavoro. Si ritrovano in 8 al termine del pranzo di nozze di Riccardo e Rebecca. L'idea è quella di chiudere in bellezza la giornata di bagordi. Tra le varie opzioni proposte decidono di giocare ad obbligo o verità? Si mettono comodi, in un angolo appartato di fronte al mare di uno stabilimento balneare di Viareggio, nel quale si è tenuto il banchetto. Come è immaginabile, dietro la facciata ipocrita e opportunista dell'amicizia, vengono alla luce invidie, segreti e bugie che i vari partecipanti si rinfacciano uno con l'altro. Vengono fatte confessioni, risolti piccoli ma subdoli misteri. La tensione, per i fatti che emergono, fa degenerare la situazione. Fino al drammatico epilogo che trasforma una giornata di festa in una tragedia senza via d’uscita. La storia raccontata fa immediatamente presa sul lettore, la vicenda che si dipana sotto i suoi occhi non scende mai di tono, contribuendo a mantenere alta la sua attenzione. Iannaccone è abilissimo a mantenere un costante clima di tensione e di suspense all'interno del racconto. Non mancano sorprese e colpi di scena. Le uniche pecche le ho riscontrate nella poca cura dell'editing, (ci sono parecchi errori di scrittura, piccole disattenzioni che però fanno arricciare il naso). Alcune descrizioni ed alcune espressioni poi come ad esempio”...guardò il sole macabro (?) all'orizzonte” o anche "L'inflessione dell'avvocato fu tassativa (?)" paiono eccessivamente ardite e fuori registro. Al netto di queste valutazioni critiche rimane comunque un romanzo che si legge con interesse e coinvolgimento. Complimenti.

valutazione: più che discreto

genere: Thriller