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lunedì 1 settembre 2025

NEVER FLINCH

 




Never Flinch - Stephen King -

recensione a cura di Lilli Luini

 

Sono una vecchia fan di King, ho letto quasi tutto, ma questo libro l’ho cominciato con una certa titubanza perché avevo ricevuto dei pareri negativi. A lettura ultimata, penso che alcuni  suoi lettori siano delusi dalla sua svolta narrativa: dall’horror paranormale, con quella fantasia che ti spiazzava, a un thriller realistico, sullo sfondo nero di un’America che forse il vecchio Steve non riconosce più.

Ma che thriller, ragazzi! Che capacità di mantenere la suspence, di raccontare l’azione! Dove gli altri giallisti ci scrivono tre pagine, lui ti tiene in tensione per almeno trenta e senza mollarti mai.

Il casus belli è un innocente ingiustamente condannato che viene ucciso in prigione. Un misterioso vendicatore manda un messaggio alla detective Izzy Jaynes: ucciderà 13 innocenti e un colpevole.  E comincia a farlo, con persone prese a caso, che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Izzy è molto amica di Holly Gibney, la detective privata già protagonista degli ultimi romanzi di King. Insieme provano a muovere i primi pass in questa indagine.

Ma c’è una terza donna che entra prepotente nelle pagine del romanzo: Kate McKay, attivista per i diritti delle donne, da tempo minacciata di morte dai gruppi fondamentalisti ma ora di fronte a un pericolo concreto. Sta tenendo un ciclo di conferenze e qualcuno la segue e tenta di assassinarla, colpendo la sua assistente che si salva per miracolo. Lei rifiuta la protezione della polizia e sceglie Holly come guardia del corpo.

La trama si incanala così su due direttive, da una parte il vendicatore che continua la sua missione di morte, dall’altra il nemico di Kate, che forse è uomo, forse donna, forse sono in due.

La trama si fa via via più potente e quando entra la cantante di gospel Sista Bessie, simbolo di resistenza se mai ce n’è stato uno, le due trame convergono in un crescendo di azione e tensione che tiene inchiodati alle pagine.

I personaggi, anche i minori, sono tutti perfettamente centrati, e King cambia i punti di vista con fluidità dando voce e presenza a ciascuno. Ogni suo personaggio rappresenta una sfaccettatura di questo nostro mondo, incapace di trovare un equilibrio. 

Anche l’America è un personaggio, come in molti suoi libri. L’autore è in grado di mostrare strade e cittadine di provincia, di far camminare il lettore, portarlo dentro sale di conferenza gremite e spargere tensione sopra tutti i presenti. L’America che ne esce è quella attuale, spaccata in due tra progresso e regressione, in un clima culturale in cui l’ideologia diventa fede, quando non addirittura liturgia.

Ma attenzione: pur facendo tutto questo, King non sacrifica il romanzo come intrattenimento.

C’è molto nella scrittura di King, acuta, pulita ma anche venata di humor e capace di riflessioni profonde. Ma soprattutto c’è una capacità di raccontare una storia come se ne incontrano davvero poche.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2025


mercoledì 16 luglio 2025

VERTIGINE

 




Vertigine - Franck Thilliez

 Recensione di Miriam Donati

 

Un Franck Thilliez che anche in questo libro non smentisce la fama di autore di thriller psicologici ricchi di suspense e noto per le sue storie angoscianti che impediscono al lettore di lasciare la lettura.

Usa un'arma che conosce fin troppo bene: la cattività. Sfrutta e manipola gli angoli più piccoli del cervello ed esplora tutti i meandri dei centri nevralgici alla ricerca delle fobie più profonde. Fobie che esplora in 330 pagine di oscurità, isolamento, freddo e abbandono. Come si fa a non impazzire sapendo che si precipiterà in una minacciosa e gelida voragine e che si scomparirà in fondo a un abisso ostile fin dalla prima pagina?

Basta immaginare per qualche secondo come si potrebbe reagire alla notizia della certezza che si sta per morire. Cosa accadrebbe al cervello? Come si reagirebbe se ci si trovasse accanto altre persone nella stessa situazione?

Domande che Jonathan Touvier e altre due persone dovranno porsi perché si ritrovano in questa orrenda situazione. Jonathan, padre di una giovane ragazza di nome Claire – al contrario di oscura? – e marito di Françoise, malata terminale di leucemia.

È incatenato al polso da una catena con un secondo individuo, Farid, un giovane arabo, anche lui incatenato, ma alla caviglia. Anche un terzo uomo, Michel, si trova in questa tana ghiacciata, libero di muoversi, indossa una maschera d'acciaio che esploderà se si allontana oltre una certa distanza dalle altre due persone. Con loro c'è anche Pokhara, il fedele cane di Jonathan.

Hanno solo il minimo indispensabile per sopravvivere e su ciascuna delle loro giacche è scritta una frase:
Chi è il bugiardo?
Chi è il ladro?
Chi è l'assassino?

Cosa hanno fatto questi personaggi per meritare questo? Qual è il legame che li unisce? Fino a che punto riusciranno a spingersi per sopravvivere? Ci si rende conto che tutto ruota attorno a Jonathan, il narratore, un alpinista che ha dei segreti da nascondere.

Franck Thilliez gioca con i nervi del lettore con questo enigma machiavellico e soffocante. In questo abisso buio e gelido dove tre uomini, che sembrano non avere nulla in comune, si ritrovano bloccati. È in questo luogo ostile e tetro che devono scoprire perché sono rinchiusi qui. Termini come fiducia, promessa o aiuto reciproco hanno ancora senso quando la vita è totalmente in prestito? Al contrario ci saranno solo diffidenze, dubbi, bugie e paure. Questa orrida situazione, in cui sembra non esserci alcuna speranza, rivelerà i meandri tortuosi delle loro anime e il lato oscuro di ciascuno. Il loro istinto di sopravvivenza prenderà il sopravvento, i personaggi si distingueranno, si deformeranno e si indeboliranno. L'aiuto reciproco sembra essere la soluzione migliore, ma fino a che punto la vita dell'altra persona conta di più? In queste condizioni atroci e inimmaginabili anche il lettore è immerso nel buio più totale. Rivelando gradualmente dei tre personaggi i punti di forza, le loro debolezze e i loro segreti, Thilliez, con la sua scrittura emozionante e padroneggiata perfettamente, aumenta la tensione a ogni pagina, distilla riflessioni sulla paura, la vigliaccheria, l'identità sessuale con un filo conduttore come barra: la necessità e il libero arbitrio. Brevi capitoli rafforzano questo clima terribile e oppressivo.

Conclude la sua storia claustrofobica in un modo che farà riflettere a lungo alla fine della lettura di questo thriller oscuro, implacabile, inquietante.
Nell’epilogo dice: "Questo romanzo ha una sola soluzione. E non è necessariamente quello che pensi”. Ebbene, forse occorrerà rileggere Vertigine, giusto per controllare alcune cose.

Un piccolissimo dettaglio fa la differenza...

 

Genere Thriller

Anno di pubblicazione 2023


mercoledì 9 luglio 2025

BAMBINI LUPO

 




Bambini lupo - Vera Buck -

recensione a cura di Elisa Caccavale


Il romanzo Bambini lupo, di Vera Buck (Giunti – 2024) è ambientato in una remota valle alpina, la vicenda ruota intorno a Jakobsleiter, una comunità isolata che rifiuta ogni contatto con il mondo moderno. I protagonisti sono Jesse e Rebekka, due adolescenti che scendono al villaggio per andare a scuola, e la piccola Edith, silenziosa e misteriosa. Parallelamente, Smilla, una giovane giornalista tormentata dalla scomparsa di un’amica dieci anni prima, inizia a indagare su una serie di sparizioni di ragazze nella regione. Il lettore scopre presto che dietro l’apparente tranquillità della comunità si cela un predatore umano, non un lupo vero, e il crescendo di tensione emerge dall’intreccio tra la natura selvaggia e la psicologia dei personaggi.

Vera Buck offre un debutto solido e suggestivo, capace di creare un’atmosfera cupa e inquietante: le montagne, le grotte e i boschi diventano quasi personaggi, e la cornice fiabesca (in stile Grimm) amplifica l’alone di mistero. L’approccio corale – con punti di vista alternati – arricchisce la narrazione, anche se in alcuni momenti può diluire il ritmo.

L’aspetto più riuscito del romanzo è la capacità di generare ansia, soprattutto quando la narrazione si concentra sulle vittime: gli episodi che riguardano le ragazze scomparse, narrati in prima persona, intensificano il senso di vulnerabilità. Grazie a capitoli brevi e spesso conclusi sull’orlo di una svolta, il lettore rimane col fiato sospeso: «il fiato sospeso con cui ci lascia l’autrice ad ogni fine capitolo» è un elemento ricorrente nelle recensioni. Emerge così una tensione palpabile, perché si percepisce continuamente che il pericolo è dietro l’angolo – un sospetto che si insinua nei pensieri fino a diventare ansia pura.

Bambini lupo è un thriller psicologico avvincente, con una capacità notevole di far sentire il lettore in bilico tra bellezza selvaggia e paura primordiale. Le scene dedicate alle vittime sono gestite magistralmente, generando quella sensazione di ansia costante che ti fa voltare pagina – un ottimo esordio per Vera Buck. Se ti piacciono i thriller a claustrofobia alpina con atmosfera gotica e tensione continua, questo romanzo fa al caso tuo.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2024


domenica 29 giugno 2025

LA STRATEGIA DEL BRUCO




 


La strategia del bruco - Lilli Luini - 

recensione a cura di Gino Campaner

 

📖Spiccioli di trama: i primi a cadere sotto la furia del serial killer sono due coniugi che gestiscono una ferramenta in una zona periferica di Firenze. Apparentemente non c'è un perché. Soprattutto quando il killer compie un altro duplice, efferato, delitto la situazione si complica perche non sembra esserci alcun legame tra il primo e il secondo duplice omicidio. Non è ipotizzabile però la presenza contemporanea di due assassini. Deve per forza esserci qualcosa che lì lega. Ad indagare è chiamato il commissario Castano con la sua validissima squadra. Castano non tarderà a chiedere supporto alla profiler Montaldi per aiutarli a capire con chi hanno a che fare. 

 

🔥Punto di forza: una storia molto interessante. Lilli Luini non la scopro di certo oggi. Ha una lunga esperienza con tanti romanzi pubblicati e questo suo ultimo lavoro mi ha proprio convinto. Un thriller classico ma scritto bene senza inutili iperbole o prove di forza dei protagonisti, un'indagine coinvolgente che fa piacere leggere. Personaggi credibili, anche il serial killer. Tutto ha una logica, non ci sono forzature. Non mancano sorprese e suspense. Ritmo sostenuto. Non aggiungo altro. Non serve. 



🙁Punto debole: Nessuno. Faccio una considerazione personale. Io non amo le serie. Soprattutto quelle infinite. La quadrilogia è il massimo che posso sopportare. La premiata ditta Castano&Montaldi è alla loro quarta indagine. Una più avvincente dell'altra, è vero quest'ultima poi, a parer mio, è la migliore. Siamo però entrati in zona rossa... Spero che anche la Luini la pensi come me.



🏁Finale: adrenalinico come tutto il romanzo. Mai sopra le righe come tutto il resto. Finale corretto. Coerente. Lascia la porta aperta per la quinta indagine. Forse. 



🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐💫
A me questa quarta indagine che vede protagonisti il commissario Castano con la sua squadra e la profiler Montaldi è piaciuta tanto, meritandosi un voto altissimo. Non mi capitava di assegnare ad un thriller un voto così alto da tempo. Lilli Luini al termine del libro ci fa sapere che questo romanzo ha avuto una gestazione lunghissima ed un percorso accidentato tra ripensamenti, riscritture ecc. Però devo dire che alla fine il risultato è veramente ottimo. Leggetelo. Complimenti all'autrice. 

 

domenica 1 giugno 2025

IL BARBIERE

 




Il barbiere -  Marco Faccio -

recensione a cura di Gino Campaner

 

📖Spiccioli di trama: Pietro Abbà e il giornalista, Nicoletta Tempesta, la sua direttrice, Vittoria Gualtieri la magistrata, Bianca la compagna di Pietro. Sono i personaggi principali ormai familiari ai lettori dei romanzi di Marco Faccio. In questa indagine la magistrata dovrà scoprire chi ha ucciso avvelenandola una nota influencer con migliaia di seguaci su tik tok. Venire a capo del mistero non sarà facile né indolore anche perché nel frattempo gli omicidi di altri influencer con la stessa modalità continuano. C'è in giro un serial killer malato di protagonismo. Tutti insieme riusciranno a tirare le fila del mistero ed a smascherare il colpevole. La verità sarà però quanto mai raggelante. 

 

🔥Punto di forza: il messaggio che cerca di trasmettere il romanzo attraverso la vicenda raccontata. I social sono frequentati, dominati oserei dire, visto il seguito che ottengono, da personaggi che alterano la loro realtà solo per apparire più interessanti. Ci potrebbe essere chi, sentendosi preso in giro, cerca di ristabilire la verità ma facendolo però con metodi sbagliatissimi, dagli esiti tragici. Così almeno nel libro. Nella realtà non si è ancora arrivati a tanto, per fortuna, ma potrebbe accadere. Il romanzo pone l'accento su questa possibilità. 


🙁Punto debole: Nicoletta. Veramente un pessimo elemento. Solo Pietro con la sua proverbiale pazienza puo sopportarla... 😊😊😊😊


🏁Finale: finale amaro ma coerente. Imprevedibile nella sua conclusione.  Sorprendente ma comunque verosimile. Una chiusura che io ho apprezzato. Non certo banale, di quelle da mulino bianco. 


🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐
Un romanzo che non racconta solo una semplice indagine di polizia. Ma un libro che ci vuole soprattutto fare interrogare, e ci riesce, sul potere negativo di internet e dei social in particolare. Anche il più anonimo degli individui può diventare una celebrità. E non sempre è un fatto positivo. Spesso riesce a convogliare l'interesse morboso di migliaia di seguaci inondando la rete di notizie false a cui molti però credono. Creando dei mostri... 


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2025


venerdì 30 maggio 2025

QUELLI CHE MERITANO DI ESSERE UCCISI

 




Quelli che meritano di essere uccisi - Peter Swanson -

recensione a cura di Stefania Calà


Due sconosciuti, un uomo e una donna, si incontrano al bar di un aeroporto inglese. Bevono qualcosa insieme e iniziano a chiacchierare. E continuano anche in volo, entrambi infatti stanno tornando a Boston. Come capita a volte, quando si parla con una persona che non sa nulla di te e che pensi non rivedrai mai più, lui confida a lei che la moglie lo tradisce e lei, per tutta risposta,  gli propone di ucciderla.


Queste sono le prime battute di un noir studiato e architettato nei minimi dettagli.
Utilizzo volutamente il termine "noir" perché questo romanzo ne ha tutte le caratteristiche: atmosfere cupe e misteriose, personaggi dalla moralità ambigua (mai del tutto negativa o positiva), trama intricata e narrata da più prospettive,  stile realistico e diretto.
A metà libro un eclatante colpo di scena mi ha incollata letteralmente alle pagine.
Era da tanto che un libro non mi coinvolgeva così. Trama a parte, è scritto benissimo, la narrazione è fluida e asciutta, tutto è funzionale e mai superfluo.
Lo consiglio agli amanti del genere e anche a chi, talvolta, confonde il noir con i gialli e i thriller. Questo romanzo è perfetto, Gianrico Carofiglio lo ha definito "una formidabile storia di vendetta" e io sono d'accordo con lui. A Piergiorgio Pulixi, invece, va il merito di averlo citato in "La libreria dei gatti neri" (è così che ho conosciuto questo autore).
Aggiungo che, quando sono arrivata alla fine, proprio all'ultima pagina, ho esclamato "wow". Il finale, infatti, è sorprendente e, allo stesso tempo, inevitabile.
Voto 9/10

CIT. "Tutti vivono una vita piena. Anche quelli che muoiono troppo presto. Ogni vita è un'esperienza completa. (...) Crediamo che tutti meritino una vita lunga, ma la verità è che qualsiasi vita è probabilmente più di quello che meritiamo


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2017


martedì 22 aprile 2025

IL DIO DEI BOSCHI

 




Il dio dei boschi - Liz Moore -

recensione a cura di Rossella Lombardi


Questo libro è uno strano giallo perché, pur presentandoci la sparizione  di due bambini , non è incentrato sulle indagini  dei due casi da risolvere  ma  sull’intreccio delle relazioni fra i numerosi personaggi , sulle problematiche familiari, di coppia, sulla genitorialità, sull’amicizia, sul potere del denaro nella vita pubblica e privata….e molto altro. La vicenda è narrata come un puzzle  dove ogni tessera  contribuisce a svelare i numerosi segreti che ciascun personaggio nasconde.

Il ritmo è incalzante e la scrittura è scorrevole, quasi cinematografica. La scelta narrativa dell’autore è sicuramente originale :presenta infatti continui salti temporali ( dal 1961 al 1975), descrivendo  ed analizzando eventi precedenti, alternandoli continuamente  ad eventi più recenti, vissuti e presentati dai diversi personaggi. Questo ne rende indubbiamente un po’ più faticosa la lettura .

Sui monti Appalachi , nel Parco Adirondck , si trova il Campo Emerson , un campo estivo per giovani americani, di proprietà della  ricca famiglia VanLaar che vive non lontano, in una grande proprietà. Accanto sorge la proprietà di un’altra ricca famiglia , legata alla prima da interessi economici comuni. Il campo ospita molti adolescenti, tra i quali Barbara VanLaar che una notte scompare. Quindici anni prima anche il suo fratellino di otto anni , nato prima di  lei, era scomparso in oscure circostanze.  Una giovane investigatrice riporterà a galla antichi segreti; risolverà con intelligenza e zelo i due casi ed arriverà ad importanti decisioni, dettate più dalla comprensione umana che dalla disciplina  professionale.

Fra i tanti aspetti degni di nota nella storia, mi ha colpito l’esplicito intento di presentare lucidamente ed in modo implacabile  la spietatezza , la superficialità e l’anaffetività delle ricche famiglie  newyorkesi.

Il libro è sicuramente intrigante  ed avvincente. Ho avuto modo di apprezzare l’ abilità della scrittrice anche in altri suoi lavori precedenti  : “Il peso”e “ I cieli di Philadelphia”, diversi nello stile e nell’ ambientazione . Originale, in quest’ultimo  lavoro, è  aver inserito come protagonista il bosco, presentato in tutta la sua bellezza, il suo mistero, la sua pericolosità. Attraverso i suoi impervi sentieri , i personaggi fanno forse un viaggio dentro se stessi  e   nascondono spesso i segreti più dolorosi.

La mia votazione = 7/10


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2024

 


lunedì 21 aprile 2025

TERRITORI

 




Territori - Olivier Norek -

recensione a cura di Ornella Donna


Olivier Norek è uno scrittore francese e un poliziotto. I suoi romanzi, tradotti in 14 lingue, hanno venduto più di due milioni di copie, vincendo numerosi premi letterari. In particolare ha scritto la cosidetta Trilogia della banlieu, iniziata con Codice 93, ed ora portata avanti con il secondo volume intitolato Territori, edito da Rizzoli nella prestigiosa collana Nera Rizzoli. Il capitano Victor Coste, protagonista della serie, torna anche in Il pesatore di anime (2023). Il primo libro di Norek ad essere pubblicato in Italia è stato: Tra due mondi , Rizzoli 2018.

Territori dimostra essere, ancora una volta, un romanzo assai crudo ed avvincente, che racconta verità di grande attualità, particolarmente nitide e violente.

Ambientato a Malceny, nel dipartimento parigino della Seine-Saint-Denis, un quartiere violento, dove le bande di giovani agiscono indisturbati, mettendo a fuoco e ferro chiunque cerchi di intralciarli. In questo caso un uomo viene trovato morto, seduto su una sedia,  stato torturato con un trapano, e le sue ginocchia sono state perforate. La violenza è inaudita ed impensabile. Victor Coste e la sua squadra cercano di far luce su di un omicidio al limite, compiuto da giovani gang di trafficanti che agiscono alla luce del sole, restando, spesso impuniti.

La situazione precipita ulteriormente quando viene rinvenuto il cadavere di Rose, uccisa in casa sua, abbandonata sul letto, contornata da un mazzo di soldi, sparsi intorno al suo corpo:

         “Coste era accoccolato davanti al cadavere di una vecchia stesa sul pavimento con gli occhi ancora spalancati e una smorfia di dolore sul viso. (…) Morte naturale, probabilmente un attacco cardiaco. “

Chi ha voluto la sua morte? Inoltre Coste ritrova a casa della stessa una quantitativo ingente di droga, dall’hashish alla cocaina. Ora anche gli anziani si mettono a spacciare, si domanda, costernato? Intanto Coste conosce Jacques, un anziano conoscente di Rose, che lo aiuta a far luce su di una vicenda assai inquietante e tragica.

Il romanzo  giallo, ed è caratterizzato da una pletora di personaggi, al punto che a metà del romanzo sono già ben 28! Su tutti spicca Bibì, un giovane adolescente, spietato, assodato da un boss, a cui deve l’obbedienza di un soldato che agisce e non fa domande. La sua realtà colpisce nel profondo, cresciuto a suon di botte, con una madre sempre ubriaca, l’unica sua salvezza è quella di ubbidire, sconvolgendo la realtà ed attuando ciò che gli si dice di compiere, tramite l’uso di una violenza rude e cinica.

La realtà narrata è quella di un sistema corrotto nelle fondamenta, dove non c’è  spazio per il buono e il bello. Il male è ovunque, ed è anche l’unico mezzo di sopravvivenza.

Con questo nuovo romanzo, Norek si conferma un narratore di qualità, sofisticato e colto, che racconta di una società violenta e cruda, pronta ad esplodere, con conseguenze inimmaginabili. Per palati forti, un giallo che si distingue, per assenza di moralità e di scrupolo. Il ritratto di una provincia che fatica a sopravvivere, preda di una cieca violenza, inquietante e struggente.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2025

 

giovedì 20 marzo 2025

RISPLENDO NON BRUCIO

 




Risplendo non brucio - Ilaria Tuti

recensione di Miriam Donati

 

Trovo particolarmente interessante che sempre più spesso romanzi etichettati come thriller o crime si occupino di episodi storici o dimenticati o conosciuti ma non abbastanza indagati o ancora di luoghi simbolo trascurati. Sono pertanto classificati come gialli storici.

Non mi piacciono né le etichette, né le classificazioni perché ingabbiano e semplificano dove invece di solito convivono complessità e stratificazione, realtà e fantasia, frammentarietà e risoluzione.

Ilaria Tuti parte da Trieste, zona di confine dove confine indica mondi contrapposti e dalla Risiera di San Sabba, ex opificio trasformato in lager di sterminio nazista, luogo reale e nello stesso tempo coagulo di umanità vilipesa, cancellata, ma le cui urla continuano a risuonare tra le sue mura. “La fabbrica di riso ci ha ingannato/invece di sfamarci ci ha mangiato” citano i versi del poeta triestino Roberto Dedenario che aprono uno dei capitoli del libro a indicare che la cenere che si disperde nell’aria insieme alla neve è impregnata di resti umani.

L’autrice friulana utilizza un’indagine per la ricerca di un “mostro” che azzanna fanciulle per raccontarci i mostri protagonisti dell’inverno 1944. Momento cruciale della Seconda Guerra Mondiale dove il gelo, la neve, il ghiaccio e il vento non rappresentano solo il clima, ma sono simboli delle vite marchiate da dolore e sofferenza. Racconta attraverso immagini e connotati minimi ma efficaci le condizioni disumane dei prigionieri, soprattutto politici, che, costretti a rinunciare alla dignità e all’amor proprio per sopravvivere si consegnano a loro volta al male.

Due storie parallele nel libro si alternano raccontando di un padre e di una figlia, lontani nello spazio, ma vicini per indole, affetto e obbiettivi. L’autrice scava nel loro amore, in quanto li accomuna e in quanto li divide, nelle indagini che svolgono per risolvere due casi misteriosi, nella loro lotta per sopravvivere, ma, soprattutto, per restare umani.

Da una parte abbiamo Johann Maria Adami, traumatologo, biologo e medico forense, internato a Dachau per le proprie posizioni antinaziste, che viene trasferito su espresso ordine di Hitler e per mezzo di Veil Seidel, un ufficiale ex suo allievo, divenuto SS, al Castello di Kransberg, in Assia, dove il dittatore risiede nel bunker dopo l’attentato alla sua vita. L’ordine è di scoprire se la morte di un ufficiale precipitato da una torre del castello sia da imputarsi a suicidio come sembra in prima istanza o a omicidio.

Dall’altra parte, Ada, figlia di Johann, medico anche lei, si trova a indagare sull’aggressione subita dall’amica Margherita, colpita da numerose ferite e morsi umani, perché il padre, esponente fascista della città e nobile non vuole sporgere denuncia per non intaccare la propria reputazione. Ada è profondamente risentita con suo padre Johan perché per la sua opposizione al nazismo è stato internato ed è stato la causa involontaria della morte della madre durante il suo arresto; si è ritrovata pertanto sola con un figlio nato dopo che anche del marito, dopo l’armistizio dell’8 settembre, non ha più notizie.

Il corpo dilaniato di Margherita è stato trovato nella neve nei pressi della Risiera di San Sabba e Ada ignora minacce e pericoli alla ricerca del colpevole facendosi aiutare da un ufficiale medico tedesco, Erik Lange che lavora appunto alla Risiera e che sembra, proprio in funzione della propria professione, aver mantenuto una certa umanità.

Una corsa contro il tempo per entrambi, una partita duplice, febbrile, convulsa che porta il lettore a vivere sia l’angoscia di Johann per essere agnello in mezzo ai lupi tra le nevi dell’Assia, sia il terrore di Ada, costretta a camminare rasente i muri per rendersi invisibile a Trieste con il vento ghiacciato e il cielo nero che “sembrano sottolineare il carico di dolore che la terra assorbe”.

Le indagini di padre e figlia sono rese più complesse perché non possono fare domande dirette, non hanno strumenti adeguati ad analizzare i reperti e le scene dei crimini sono state alterate. I pochi indizi trovati non sanno se lasciati ad arte o contraffatti e devono evitare di deludere chi comanda perché basta una risposta sgradita per causare una morte o una vendetta trasversale.

Johann però trova degli alleati insperati e Ada si immedesima nell’agire scientifico del padre riproducendone gli esperimenti per arrivare a una soluzione.

I temi affrontati sono molteplici: la forza interiore che si oppone alla tirannia, l’amore padre-figlia che guida i protagonisti per tutto il libro, l’orrore della guerra, il valore della conoscenza e della giustizia.

Uno dei punti di forza del libro è l’equilibrio tra i fatti storici e la ricostruzione narrativa che coinvolgono anche emozionalmente il lettore. L’ambientazione e la ricostruzione storica impattano in modo vivido nella la narrazione con le indagini che hanno un ritmo serrato e alternano descrizioni evocative e lampi di pura tensione. La ricerca storica fatta dall’autrice e trasportata sulla pagina è senz’altro apprezzabile perché unisce lo scenario complesso del confine istriano all’orrore della Risiera, il male assoluto dell’occupazione tedesca ai meriti della Resistenza, fino alle atrocità dei partigiani titini.

I personaggi, anche i secondari, sono molto accurati con il proprio bagaglio emotivo e caratteriale. Alcuni sono realmente esistiti e i loro comportamenti anche solo accennati sono disumani.

La scrittura diretta, cruda, suscita emozioni contrastanti richiamando immagini potenti e ponendo il lettore di fronte all’importanza di non dimenticare.

La soluzione dei due casi coincide nella parte finale con la spiegazione del titolo che è un invito-testamento a vivere senza compromessi e senza rinunciare alla propria integrità morale.

Nel finale, allo scioglimento dell’enigma principale, purtroppo mancano alcune spiegazioni, serviva qualche chiarimento in più per non lasciare dubbi (come fa il nonno a raggiungere il nipote per esempio) e il tutto è troppo frettoloso. Peccato perché per il resto il romanzo è impeccabile.

 

Genere: Thriller storico

Anno di pubblicazione: 2024

 


lunedì 10 marzo 2025

LA RAGAZZA DEL TRENO

 




La ragazza del treno - Paula Hawkins

recensione a cura di Patrizia zara



Cosa fai se la tua vita è piatta e sull'orlo del completo fallimento? Due sono le soluzioni, a mio avviso: o ti dai una mossa e riprendi le redini della tua vita prima che vada completamente alla deriva, oppure crei castelli in aria spiando la vita degli altri.

Rachel è un personaggio fallito in ogni suo aspetto e non suscita alcuna simpatia: brutta, scialba, passiva e alcolizzata. Gioca con la fantasia, non solo spiando una coppia di coniugi attraverso il finestrino di un treno che è diventato parte integrante della sua banale esistenza, ma costruendo attorno a queste figure ignare una vera e propria fiaba.

A differenza del personaggio di "Il diario di Bridget Jones", simpatico e dotato di una buona dose di ironia, che decide di riprendere in mano la propria vita e di cominciare un diario in cui scrivere tutta la verità su se stessa, Rachel è una donna che si nasconde sfalsando la realtà: l'erba è sempre più verde dall'altro lato della recinzione, in questo caso oltre il finestrino di un treno.

Fin qui, ci siamo. Ma Rachel non si limita solo a spiare la vita altrui attraverso il grigiore di un opaco finestrino di un treno ordinario. Probabilmente, nel suo inconscio, desidera entrare a far parte della vita di quei personaggi, "spensierati e amorevoli", che ammira ogni giorno e a cui ha dato nuove identità. Ci penserà il destino (o quel pensiero fortemente desiderato?) a intrecciare la sua esistenza con quella di perfetti sconosciuti, assegnando così un senso e una giustificazione alla sua piatta esistenza.

Da qui parte il thriller che avvalora il motto "la realtà non è mai come sembra". La voce di Rachel si mescola con quella di Anna e di Megan, e le linee rette diventano, da questo momento in poi, rette incidenti.

Il romanzo ha una scrittura fluida, seppure grigia come il cielo autunnale delle città inglesi. La struttura è semplice nella narrazione in prima persona, anche se il finale risulta un po' aggrovigliato e, a tratti, presenta delle forzature.

Scritto sotto forma di diario alternando più voci narranti (Rachel, Anna, Megan) e avvalorato da un buon inizio, di certo non si può considerare un capolavoro. Tuttavia, l'autrice ha saputo creare un thriller psicologico partendo proprio dalla banalità esistenziale, e ciò è bastato per il successo che ha ottenuto.

"È un sollievo essere di nuovo sul treno delle 8.04. A dire il vero, non muoio dalla voglia di arrivare a Londra per iniziare la settimana; anzi, Londra non mi piace per niente. Voglio soltanto affondare nel morbido schienale di velluto, sentire il calore del sole che filtra dal finestrino, cullata dal dondolio del vagone al ritmo confortante delle ruote che corrono sui binari."


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2021

martedì 25 febbraio 2025

LA SPINTA

 




La spinta – Ashley Audran – 

recensione a cura di Lilli Luini


Libro d’esordio di un’autrice canadese, un ottimo esordio, bisogna dirlo.

La spinta, titolo geniale la cui connessione con la trama si capisce verso la fine, è una storia di maternità realistica e crudele. Ce la racconta Blythe, aspirante scrittrice, con un monologo in cui si rivolge al marito. Il passato della donna è devastante: sua madre Cecilia e sua nonna Etta sono state pessime madri. “Le donne di questa famiglia… beh, siamo diverse” dicevano. Etta ha abbandonato Cecilia e Cecilia ha abbandonato Blythe, che non si sente affatto sicura di poter spezzare la catena.

All’università incontra Fox, futuro architetto, bel ragazzo che viene da una famiglia felice. Il loro è un amore luminoso, raccontato talmente bene da farmi ritrovare ricordi e profumi della mia giovinezza. Per dieci anni le cose funzionano a meraviglia, finché Fox convince la moglie a fare un figlio. La nascita di Violet è un arricchimento nella vita del padre, uno tsunami in quello della madre, che si occupa di lei a tempo pieno, sentendosi inadeguata, incapace di fronte a una bambina che, fin da subito, mostra una spiccata predilezione per il papà e un freddo distacco dalla mamma. In queste pagine il romanzo diventa claustrofobico: viviamo l’esasperazione di Blythe, il suo dolore sordo, la sua incapacità di sentirsi connessa con la bambina, in definitiva la mancanza di quell’amore materno che ci insegnano essere in dotazione di tutte le donne. Di fronte a tutto questo Blythe è sola, come sempre lo sono le donne: il marito non comprende le sue difficoltà, si arrabbia di fronte a certi suoi atteggiamenti (e a volte ha ragione, diciamocelo), solo la suocera sembra preoccuparsi per quella che comincia ad essere una discesa nell’infelicità e nella depressione. Una discesa che molte donne compiono e di cui è responsabile una narrazione di famiglia e di maternità tipica del passato ma ormai impraticabile nel mondo così cambiato. Eppure tutti, e le madri in primis, continuano a esserne condizionati.

“Le donne della nostra famiglia… beh, siamo diverse”: e diversa è anche Violet, Blythe se ne rende conto, ma nessuno le crede. E noi lettori, a chi crediamo? Pagina dopo pagina la situazione si fa sempre più inquietante e ambigua. Mi fermo qui con la trama, perché questo è anche un thriller psicologico, che ti mozza il respiro. Una vicenda senza lieto fine, un libro che non si dimentica.


 genere: thriller

anno di pubblicazione: 2021


martedì 11 febbraio 2025

I DODICI SEGRETI

 



I dodici segreti - Robert Gold - 

recensione a cura di Elisa Caccavale


"I dodici segreti" di Robert Gold (Longanesi, 2011, 352 pagine) è un romanzo che sa catturare il lettore fin dalle prime pagine, regalando un’esperienza di lettura intensa e coinvolgente. La maestria con cui l’autore intreccia mistero e suspense rende questo libro un vero e proprio page-turner, capace di tenere incollati i lettori fino all’ultima riga.
Ben Harper è un affermato giornalista d’inchiesta, conosciuto e rispettato nel Regno Unito, ma l’ultimo incarico che gli viene assegnato lo costringe a fare i conti con il passato più doloroso della sua vita. Gli viene chiesto di indagare su un caso che lo ha segnato per sempre: l’omicidio di suo fratello Nick, avvenuto vent’anni prima per mano di due coetanee, senza un apparente motivo.
Quel crimine inspiegabile ha distrutto la sua famiglia e ha portato sua madre, anni dopo, a togliersi la vita. Nonostante il dolore, Ben è riuscito a costruirsi una carriera brillante, ma ora è chiamato a fare i conti con il passato. In un’indagine che si trasforma presto in un viaggio dentro la verità più oscura, Ben si rende conto che ciò che è stato raccontato su quella tragedia potrebbe essere solo la superficie di una storia ben più complessa.

A Haddley, sobborgo londinese dove Ben è nato e cresciuto e dove si sono consumate le tragedie della sua esistenza,mdove ognuno sembra avere qualcosa da nascondere, emergono dubbi, incongruenze e segreti sepolti da troppo tempo. Qualcuno ha mentito, e qualcuno è disposto a tutto pur di non far emergere ciò che è realmente accaduto. Ben dovrà affrontare le sue paure, distinguere gli alleati dai nemici e, soprattutto, scoprire se è davvero pronto ad affrontare la verità. Perché a Haddley, niente è come sembra.

Trama e Stile Narrativo

La trama, ricca di colpi di scena e intricati misteri, si sviluppa in un crescendo di tensione che accompagna il lettore in un viaggio imprevedibile. Ogni capitolo è costruito con grande attenzione, dosando momenti di calma e sequenze ad alto ritmo narrativo, in cui i segreti rappresentano tappe fondamentali di una scoperta sempre più profonda e sorprendente. È difficile fare a meno di essere trascinati in questo vortice di enigmi e rivelazioni, dove l’incertezza sul finale diventa parte integrante del piacere della lettura.

Personaggi e Ambientazione

I personaggi, ben caratterizzati e dotati di sfumature inaspettate, offrono uno spaccato ricco e realistico della complessità umana. Robert Gold sa dare vita a figure che, pur essendo coinvolte in una trama dal ritmo serrato, riescono a suscitare empatia e a far riflettere. Le ambientazioni, descritte con cura e attenzione ai dettagli, contribuiscono a creare un’atmosfera quasi palpabile, rendendo ogni scena ancora più suggestiva e misteriosa.

Il Finale Inaspettato

Uno degli aspetti più avvincenti di "I dodici segreti" è proprio il finale, difficile da prevedere e capace di stupire il lettore. La capacità dell’autore di mantenere alta la tensione fino all’ultima pagina, con rivelazioni che ribaltano le aspettative, rende la conclusione di questo romanzo un vero colpo di scena. Ogni segreto svelato ne cela altri ancora, e il percorso verso la verità diventa un enigma affascinante da risolvere, passo dopo passo.

Conclusione

In sintesi, "I dodici segreti" di Robert Gold è una lettura vivamente consigliata per chi ama il genere del mistero e del thriller. La combinazione di una trama avvincente, personaggi ben delineati e un finale imprevedibile rende questo romanzo davvero interessante, capace di tenere il lettore incollato alle pagine dall’inizio alla fine. Se cercate un libro che vi faccia vivere un’esperienza di suspense e sorprese continue, questo romanzo saprà conquistarvi senza lasciare spazio alla noia.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2022

 


mercoledì 29 gennaio 2025

LA TORRE D'AVORIO




 


La Torre d’Avorio - Paola Barbato -

recensione a cura di Connie Bandini


Nella sua Torre d’Avorio Mara ci sta bene. Ma ha un problema. Una macchia di umidità si allarga sul muro, in alto, alla cornice della Torre. E una goccia d’acqua, anzi tre, si sono formate sul soffitto. Se il problema persiste, sarà costretta a salire al piano di sopra per verificare l’origine della perdita d’acqua.

Nell’ultimo romanzo di Paola Barbato – autrice capace di dare vita a storie che rasentano l’incredibile ma sono, al tempo stesso, fortemente credibili – nulla è come sembra e il termine “convenzionale” è decisamente fuori luogo.

I personaggi della vicenda, in gran parte donne, hanno in comune un passato complicato che le ha viste, allo stesso tempo, vittime e carnefici.

Barbato racconta una storia di dolore, che affonda nel dolore stesso: quello di chi ha vissuto nel torbido, quello di chi ha ucciso e non crede più nella possibilità di redimersi, quello di chi cerca di esistere, nonostante si reputi immeritevole di perdono. 

Mara vive isolata e protetta dai servizi sociali; le hanno fornito un’identità falsa ed è impegnata in un processo di riabilitazione, a seguito di quanto ha fatto: vittima della sindrome di Münchausen per procura, ha quasi ucciso, avvelenandoli, marito e figli. Vive in un piccolo appartamento di Milano, ma quando un vicino di casa viene trovato morto – avvelenato – sospettare di lei è un attimo. Ma Mara è innocente e la fuga sembra l’unica soluzione possibile. 

Coinvolgerà altre quattro donne che, con lei, hanno condiviso la medesima esperienza in struttura psichiatrica e sono impegnate in un analogo processo riabilitativo.

Una fuga dalla colpa, quindi, e a volte anche da se stesse; una ricerca della verità resa ancora più complicata dal passato delle cinque protagoniste, che grava come una spada di Damocle sulle loro teste.

Per dimostrare la propria innocenza, Mara dovrà mettersi a nudo, spogliarsi della propria pelle e far ricorso all’ostinazione e alla tenacia che spesso caratterizzano l’universo femminile.

Una storia intensa, che non annoia mai; personaggi complessi e ottimamente costruiti, capaci di riflettere le mille sfaccettature dell’animo umano; un romanzo da leggere tutto d’un fiato. Un’ennesima conferma per la penna mai banale della Barbato.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2024

 

martedì 28 gennaio 2025

IL SIGILLATORE

 




Il sigillatore - Alessandra Delle Fratte -

recensione a cura di Gino Campaner


📖Spiccioli di trama: la procuratrice Ginevra Grimaldi ed il medico legale Max De Luca devono indagare sui macabri omicidi di un serial killer, sadico e disturbato. Le modalita fanno subito pensare ad altri omicidi avvenuti tempo prima, in altri luoghi e tutt'ora irrisolti. Il sigillatore è tornato! È cerca le sue vittime negli ambienti sadomaso della capitale. Perché? 


🔥Punto di forza: il romanzo è ambientato a Roma, il seria killer "pesca" le sue vittime nell'ambiente dei club di sesso estremo, quello bdsm per la precisione, ma non c'è nulla di volutamente pruriginoso. L'autrice ha scritto un romanzo originale ed avvincente a prescindere. Certo poi questo particolare lo rende ancora più "interessante" ma la parte in cui si parla di rapporti sadomaso è trattato in modo abbastanza soft non disturba affatto la lettura ma ne arricchisce la narrazione. 



🙁Punto debole: La parte iniziale ti lascia di sasso. È un bel cazzotto nella pancia. Un inizio che promette fuochi d'artificio. La parte finale è adorabile, spietata, sorprendente. La parte centrale se fosse stata geniale come l'inizio si dovrebbe parlare di prodigio. Nella parte centrale invece, com'è normale che sia, la tensione scema un po'. Ci sono le indagini. Rimane più riflessiva, più cauta, meno adrenalinica anche se si rimane sempre con l'occhio ben vigile per captare gli indizi. 



🏁Finale: la parte finale è adrenalinica, brutale, necessaria. Tutti gli aggettivi migliori che conosco vanno bene per descriverla. Un finale che è andato oltre le mie aspettative. Un finale vero, coraggioso. Mi è piaciuto tanto. 



🎓Giudizio complessivo: ⭐⭐⭐⭐ Alessandra Delle Fratte ha scritto un thriller molto intenso, emotivamente forte (soprattutto nel finale), coinvolgente. Non risparmia sorprese e colpi di scena. Un romanzo che ho apprezzato molto, a tratti moltissimo. Il finale coraggioso, e (per me) inaspettato, mette la ciliegina sulla torta. Complimenti. Mezzo voto in più lo avrebbe meritato ma lo conservo per il prossimo romanzo che sono certo lo otterrà ugualmente.

genere: thriller

anno di pubblicazione: 2023 


domenica 12 gennaio 2025

LA NOTTE DELLA MENTA

 




La notte della menta – Marika Campeti -

Recensione a cura di Dario Brunetti 


Dopo il romanzo L’ultimo respiro di Mara e l’antologia 365 racconti Gialli, thriller e noir nelle vesti di curatrice assieme all’autrice Claudia Cocuzza, torna Marika Campeti con un nuovo thriller dal titolo La notte della menta uscito per la casa editrice Sette Chiavi il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Si tratta di un racconto lungo ambientato a Terracina, comune del Lazio in provincia di Latina che vede protagonista Laura che si trova a lottare tra la vita e la morte. Siamo vicini alla mezzanotte e la donna è rimasta ferita gravemente lungo una scarpata. Dopo essersi risvegliata si affida alle poche forze che ha per risalire e cercare di mettersi in salvo.

Laura fa fatica a ricordare quanto è accaduto a causa del suo forte stato di shock che non gli consente di ricostruire gli ultimi istanti della fatidica vicenda.

Raggiunta la strada, viene portata in salvo da un poliziotto che ha bisogno di venire a conoscenza della dinamica dell’incidente e di come la donna sia finita con la macchina nella scarpata.

Dovrà subire un vero e proprio interrogatorio, un po' strano per il modo in cui si manifesterà.

Ma c’è un verbale che necessita di essere subito scritto, prima che sia troppo tardi!

Marika Campeti riesce a tenere sempre alto il ritmo della storia riuscendo a farci percepire il livello di tensione che aumenterà dal momento in cui verranno alla luce pian piano piccoli dettagli che la riporteranno indietro del tempo facendogli scoprire una sconcertante verità.

La donna avvertirà quel profumo della menta selvatica che sarà efficace per recuperare la memoria e tornare a quella maledetta notte di dicembre.

La macchina è andata a finire nella scarpata, ma dov’è la sua famiglia? Cosa è accaduto a suo marito Roberto e al piccolo Tommaso?

L’autrice con grande abilità narrativa maneggia con destrezza questo thriller psicologico, tende delle trappole al lettore, lo destabilizza e cerca di non dare dei punti di riferimento proprio sui personaggi della storia, vittime del loro stesso enigma. Il lettore dovrà valutarne la credibilità di entrambi due personaggi fino ad arrivare ad una verità che getterà le basi su un tema più che mai all’ordine del giorno: il femminicidio.

Il romanzo mette a confronto vittime e carnefici e la Campeti offre un quadro molto suggestivo e interessante su entrambi.

Dando per scontato che la violenza sulle donne va fortemente condannata, ma per chi la commette esisterà mai una via di uscita, ci sarà mai redenzione o la possibilità di cercare la via del perdono compiendo dei gesti in favore di donne nel nostro presente dimenticando un passato che le ha viste oltraggiate o uccise?

La Campeti offre una chiave di lettura nella quale oggi più che mai è auspicabile un confronto o dibattito creando degli spunti di riflessioni sull’argomento inquadrandolo sull’importanza della vita umana e del rispetto della stessa.

Ma ritorniamo a quella notte di dicembre, c’era un’auto e una donna che si abbandona al dolce ascolto di Destinazione Paradiso di Gianluca Grignani, riviviamolo insieme:

https://youtu.be/VU01YTSs2h8?si=NBBYceIDo8lxQSmd 


genere: thriller

annodi pubblicazione: 2024


martedì 7 gennaio 2025

IL MISTERO DELLA CASA SUL LAGO

 




Il mistero della casa sul lago - Rachel Caine -

recensione a cura di Elisa Caccavale


Il mistero della casa sul lago di Rachel Caine (edito da Newton Compton nel 2019) ci porta nel cuore di un incubo che non smette di tormentare Gwen Proctor (precedentemente Gina Royal). La storia inizia con la vita apparentemente perfetta di Gina: una casalinga con due figli adorabili e un matrimonio che sembra idilliaco. Ma quando un incidente svela che suo marito, Mel, è in realtà un efferato serial killer che ha torturato e ucciso donne nel loro garage, il mondo di Gina crolla. Scagionata da ogni accusa, ma perseguitata dall’opinione pubblica, Gina è costretta a cambiare identità, diventando Gwen Proctor, una donna che vive nell’ombra per proteggere i suoi figli. Il romanzo si sposta nella remota località di Stillhouse Lake, dove Gwen spera di aver trovato finalmente un rifugio sicuro. Ma quando un cadavere viene rinvenuto nelle acque del lago e inquietanti lettere minacciano la sua tranquillità, capisce che il passato non è stato lasciato alle sue spalle.

Il romanzo è avvincente e riesce a costruire una tensione costante. Gwen è un personaggio complesso e forte, anche se non sempre totalmente credibile (soprattutto in certe situazioni degne della sceneggiatura di qualche eroina degli Avengers). La sua trasformazione da timida casalinga a madre determinata e pronta a combattere per i suoi figli è il fulcro emotivo della storia. Rachel Caine descrive con maestria il senso di isolamento e la paranoia che pervadono Gwen, creando un’atmosfera tesa e claustrofobica.

Uno degli aspetti più interessanti de Il mistero della casa sul lago è il messaggio potente sul pericolo rappresentato dagli haters e dalla violenza psicologica che si propaga attraverso i social media e la rete. Gwen Proctor non è solo perseguitata dal suo passato, ma anche da una società che si trasforma in un tribunale virtuale spietato, dove la verità e la giustizia vengono travolte dall’odio gratuito. Rachel Caine dipinge un ritratto inquietante di come gli stalker digitali e gli haters possano distruggere una vita, alimentando una persecuzione incessante che non conosce confini geografici o emotivi. Il romanzo mette in luce quanto sia facile per gli utenti della rete diventare carnefici anonimi, nascondendosi dietro uno schermo per riversare odio e accuse su persone che non conoscono davvero. Attraverso Gwen, il libro esplora il prezzo che si paga quando si diventa il bersaglio di questa furia collettiva, ma evidenzia anche il coraggio e la resilienza necessari per non arrendersi. Un tema estremamente attuale che invita a riflettere sull’impatto delle parole e sulla responsabilità individuale nell’era digitale.

La scrittura della Caine cattura fin dalle prime pagine, e l’ambientazione suggestiva amplifica il senso di claustrofobia e inquietudine. Il ritmo incalzante tiene il lettore incollato alle pagine, spingendolo a voler sapere sempre di più sui misteri che si nascondono nella vita della protagonista.

Tuttavia ci sono alcune falle nella trama che non possono essere ignorate; la vicenda si regge su alcune forzature sia nelle scelte che nei comportamenti dei personaggi, di modo che il conflitto centrale sembra più costruito che naturale, le scelte narrative forzate e resta una sensazione di artificiosità che potrebbe far storcere il naso a un lettore attento.

Inoltre, il romanzo soffre di uno dei cliché più abusati nei thriller moderni: il finale aperto. Sebbene comprenda l’intento di lasciare il lettore con un senso di ambiguità, questa scelta, se reiterata, rischia di risultare prevedibile e, in questo caso, frustrante. Dopo oltre 300 pagine di suspense, un epilogo più definito sarebbe stato un degno coronamento di una storia che, altrimenti, si perde in una chiusura troppo vaga.

In sintesi, Il mistero della casa sul lago è un thriller che riesce a catturare grazie alla sua atmosfera e alla narrazione tesa, ma che lascia un po’ di amaro in bocca per alcune incongruenze e per un finale che, anziché soddisfare, sembra pensato per lasciare il lettore sospeso nel vuoto. Una lettura comunque consigliata, soprattutto per gli amanti del genere, ma con qualche riserva.

 
genere: thriller

anno di pubblicazione: 2019

sabato 21 dicembre 2024

A CASA PRIMA DI SERA

 





A casa prima di sera - Riley Sager -

recensione a cura di Alice Bassoli


🏡 La trama: la protagonista, Maggie Holt, eredita una villa che suo padre ha reso famosa con un libro in pure stile “casa degli orrori”. Lei non ci crede, i fantasmi non esistono… o forse sì? Tra stranezze alla Poltergeist e misteri che si accavallano, devo dire che la storia mi ha incuriosito parecchio.

🔄 Leggendolo, mi sono ritrovata più volte a pensare: “Sicuramente è quello il colpevole” solo per cambiare idea due pagine dopo… Il bello di questo libro è proprio il fatto che sei costantemente portata a mettere in dubbio tutto.

🎉 il finale non me l’aspettavo, in quanto molto realistico (e meno male, oserei dire)! È stato uno degli aspetti che ho apprezzato di più.

📚 Questo romanzo è perfetto se state cercando un libro per passare qualche ora piacevole in buona compagnia (perfetto da leggere sotto l’ombrellone). Non sarà un capolavoro letterario, ma di sicuro sa come intrattenere! 😊

Lo avete letto? Che ne pensate? 😍


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2021


giovedì 12 dicembre 2024

UCCIDE

 



Uccide – Sebastiano Mignone Ruiz, Alfredo Giulio Galetti -

recensione a cura di Monica Manino


Stiamo entrando nella stagione fredda quindi  un'ottima idea leggere un noir che ci porti tra l'azzurro del mare greco, il sole, la natura e la Storia.

Le isole del Dodecaneso in tutto il loro splendore accolgono ogni anno migliaia di turisti in cerca di riposo, buona cucina e un pizzico di natura selvaggia. Alcuni vengono in questo paradiso con la famiglia, altri in cerca di avventure. Ma c’è qualcuno che viene qui per uccidere. Da quattordici anni, durante le notti di S.Lorenzo che offrono lo spettacolo delle Perseidi, sciami di stelle cadenti, un'anima nera sceglie una vittima e, come in un rito druidico, la sacrifica in nome di un'idea che segue da anni.

l'Interpol, con l'ausilio delle più recenti tecnologie, ritiene di aver individuato nella piccola isola di Lipsi lo scenario del prossimo delitto.

E' a Lipsi che verrà inviato un eterogeneo team di esperti con il compito di individuare e fermare Achille, nome con cui è stato battezzato il criminale dalle forze dell'ordine.

L'impresa non è semplice. L'isola è affollata da turisti e da possibili vittime.

Il tempo corre veloce e la notte di S.Lorenzo  ormai è alle porte.

Non sarà facile per i protagonisti individuare vittima e carnefice prima che tutto si compia. Non è di aiuto poi la rivalità tra alcuni componenti del team e il carattere difficile di altri. Eppure, proprio quando il tempo sembra scaduto, quando le stelle cadenti sono al culmine del loro viaggio, un evento fortuito svela l'identità di Achille e per la squadra è una corsa contro il tempo per fermarne la mano.

Ruiz e Galetti compongono un puzzle accattivante che rimanda a giallo classico.

Un gruppo di personaggi, caratteri forti e diversi, costretti a collaborare  e con poco tempo a disposizione, per catturare un diabolico serial killer. Un assassino crudele e inafferrabile che sembra anticipare ogni loro mossa. Una vittima che ancora non sa di esserlo. Un finale dal ritmo veloce al quale il lettore è chiamato ad arrivare osservando con attenzione gli indizi che gli autori nascondono tra  le pagine.

Perché Uccide, nella miglior tradizione gialla e noir, dà la possibilità ai lettori di individuare l'identità di Achille insieme o anche prima dei protagonisti.

Questo romanzo con la sua scrittura asciutta ma esaustiva inaugura nel migliore dei modi la nuova collana FrilliCrime e offre ai lettori un'immersione nella splendida realtà greca di Lipsi, isola ben conosciuta dagli autori che qui risiedono.

Non resta che prepararsi ad affrontare un'indagine difficile e tendere una trappola all'astuto Achille che, come l'omonimo eroe, appare invincibile ma rivelerà una fatale debolezza.

Buona lettura!


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2024


martedì 10 dicembre 2024

IF WE WERE VILLAINS

 



If we were villains - M. L. Rio -

recensione a cura di Elisa caccavale


M.L. Rio, con If We Were Villains, edito da Mondadori nel 2022 e da Pickwick nel 2024 (354 pagine) ci propone un’opera che si muove a cavallo tra la tragedia shakespeariana e il thriller psicologico. Ambientato in un’accademia teatrale d’élite, il romanzo segue un gruppo di giovani attori i quali vivono e respirano Shakespeare, finché un tragico evento – l’omicidio di uno di loro – non trasforma le dinamiche del gruppo in una lenta discesa verso il caos.

Nonostante l’indubbia originalità dell’ambientazione e del tema, il libro lascia un’impressione mista, oscillando tra momenti di brillantezza e scelte narrative che rischiano di alienare il lettore.

Il fascino e i limiti della teatralità

Uno degli elementi più distintivi del romanzo è la sua celebrazione del teatro shakespeariano, che permea dialoghi, caratterizzazioni e perfino la struttura narrativa. Rio dimostra una notevole padronanza del materiale shakespeariano, intrecciando citazioni e parallelismi con le opere del Bardo. Tuttavia, questa teatralità esasperata rischia di risultare artificiosa e autoreferenziale, dando l’impressione che il romanzo sia più un esercizio di stile che una storia profondamente ancorata alla realtà.

I personaggi stessi sembrano più figure archetipiche che individui realistici: tormentati, intensi e costantemente immersi in elucubrazioni mentali, spesso si comportano come se fossero in scena anche al di fuori del palcoscenico. Questo potrebbe affascinare chi ama i drammi carichi di tensione, ma può risultare poco credibile e faticoso per chi cerca personaggi autentici con motivazioni coerenti.

Un conflitto artificioso

Il cuore del romanzo – la morte del carismatico e aggressivo Richard – è il catalizzatore del dramma, ma il conflitto che ne deriva appare costruito più per servire il tono tragico della storia che per svilupparsi in modo organico. La conclusione è certamente suggestiva, ma manca di plausibilità; la scelta narrativa sembra piegata alle esigenze di emulare una tragedia shakespeariana, ma risulta più teatrale che emotivamente autentica.

Un finale insoddisfacente

Il finale del romanzo è emblematico delle sue ambiguità: sospeso, aperto a interpretazioni, e volutamente incompiuto. Sebbene molti lettori apprezzino i finali aperti come un invito alla riflessione, qui l’ambiguità rischia di sembrare un pretenzioso vezzo letterario.

L’incertezza sul destino di alcuni personaggi e la mancanza di una vera risoluzione per altri lascia un senso di insoddisfazione, aggravato dal fatto che tutto il conflitto centrale avrebbe potuto essere evitato con una scelta razionale. Se l’intento era di riflettere il caos e le incompiutezze della vita reale, il risultato rischia di infastidire chi cerca una conclusione più definita e coerente.

Conclusioni

If We Were Villains è un romanzo ambizioso, che si distingue per la sua atmosfera e la profondità dei temi trattati, ma che si perde nel tentativo di costruire una tragedia che ricalca Shakespeare senza riuscire a radicarsi emotivamente o narrativamente nella realtà. La teatralità e l’ossessione per l’autocelebrazione del sapere shakespeariano possono risultare affascinanti per alcuni, ma soffocanti per altri.

In definitiva, il romanzo offre un’esperienza che può conquistare chi ama le storie intense, tormentate e stilisticamente elaborate, ma che potrebbe deludere chi cerca personaggi credibili e una trama ben risolta. Per chi apprezza il dramma shakespeariano, questo libro potrebbe essere un intrigante esperimento; per altri, potrebbe sembrare poco più di un esercizio di stile.

Giudizio: ambizioso ma poco convincente.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2017