mercoledì 29 gennaio 2025

LA TORRE D'AVORIO




 


La Torre d’Avorio - Paola Barbato -

recensione a cura di Connie Bandini


Nella sua Torre d’Avorio Mara ci sta bene. Ma ha un problema. Una macchia di umidità si allarga sul muro, in alto, alla cornice della Torre. E una goccia d’acqua, anzi tre, si sono formate sul soffitto. Se il problema persiste, sarà costretta a salire al piano di sopra per verificare l’origine della perdita d’acqua.

Nell’ultimo romanzo di Paola Barbato – autrice capace di dare vita a storie che rasentano l’incredibile ma sono, al tempo stesso, fortemente credibili – nulla è come sembra e il termine “convenzionale” è decisamente fuori luogo.

I personaggi della vicenda, in gran parte donne, hanno in comune un passato complicato che le ha viste, allo stesso tempo, vittime e carnefici.

Barbato racconta una storia di dolore, che affonda nel dolore stesso: quello di chi ha vissuto nel torbido, quello di chi ha ucciso e non crede più nella possibilità di redimersi, quello di chi cerca di esistere, nonostante si reputi immeritevole di perdono. 

Mara vive isolata e protetta dai servizi sociali; le hanno fornito un’identità falsa ed è impegnata in un processo di riabilitazione, a seguito di quanto ha fatto: vittima della sindrome di Münchausen per procura, ha quasi ucciso, avvelenandoli, marito e figli. Vive in un piccolo appartamento di Milano, ma quando un vicino di casa viene trovato morto – avvelenato – sospettare di lei è un attimo. Ma Mara è innocente e la fuga sembra l’unica soluzione possibile. 

Coinvolgerà altre quattro donne che, con lei, hanno condiviso la medesima esperienza in struttura psichiatrica e sono impegnate in un analogo processo riabilitativo.

Una fuga dalla colpa, quindi, e a volte anche da se stesse; una ricerca della verità resa ancora più complicata dal passato delle cinque protagoniste, che grava come una spada di Damocle sulle loro teste.

Per dimostrare la propria innocenza, Mara dovrà mettersi a nudo, spogliarsi della propria pelle e far ricorso all’ostinazione e alla tenacia che spesso caratterizzano l’universo femminile.

Una storia intensa, che non annoia mai; personaggi complessi e ottimamente costruiti, capaci di riflettere le mille sfaccettature dell’animo umano; un romanzo da leggere tutto d’un fiato. Un’ennesima conferma per la penna mai banale della Barbato.


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2024

 

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