martedì 25 febbraio 2025

LA SPINTA

 




La spinta – Ashley Audran – 

recensione a cura di Lilli Luini


Libro d’esordio di un’autrice canadese, un ottimo esordio, bisogna dirlo.

La spinta, titolo geniale la cui connessione con la trama si capisce verso la fine, è una storia di maternità realistica e crudele. Ce la racconta Blythe, aspirante scrittrice, con un monologo in cui si rivolge al marito. Il passato della donna è devastante: sua madre Cecilia e sua nonna Etta sono state pessime madri. “Le donne di questa famiglia… beh, siamo diverse” dicevano. Etta ha abbandonato Cecilia e Cecilia ha abbandonato Blythe, che non si sente affatto sicura di poter spezzare la catena.

All’università incontra Fox, futuro architetto, bel ragazzo che viene da una famiglia felice. Il loro è un amore luminoso, raccontato talmente bene da farmi ritrovare ricordi e profumi della mia giovinezza. Per dieci anni le cose funzionano a meraviglia, finché Fox convince la moglie a fare un figlio. La nascita di Violet è un arricchimento nella vita del padre, uno tsunami in quello della madre, che si occupa di lei a tempo pieno, sentendosi inadeguata, incapace di fronte a una bambina che, fin da subito, mostra una spiccata predilezione per il papà e un freddo distacco dalla mamma. In queste pagine il romanzo diventa claustrofobico: viviamo l’esasperazione di Blythe, il suo dolore sordo, la sua incapacità di sentirsi connessa con la bambina, in definitiva la mancanza di quell’amore materno che ci insegnano essere in dotazione di tutte le donne. Di fronte a tutto questo Blythe è sola, come sempre lo sono le donne: il marito non comprende le sue difficoltà, si arrabbia di fronte a certi suoi atteggiamenti (e a volte ha ragione, diciamocelo), solo la suocera sembra preoccuparsi per quella che comincia ad essere una discesa nell’infelicità e nella depressione. Una discesa che molte donne compiono e di cui è responsabile una narrazione di famiglia e di maternità tipica del passato ma ormai impraticabile nel mondo così cambiato. Eppure tutti, e le madri in primis, continuano a esserne condizionati.

“Le donne della nostra famiglia… beh, siamo diverse”: e diversa è anche Violet, Blythe se ne rende conto, ma nessuno le crede. E noi lettori, a chi crediamo? Pagina dopo pagina la situazione si fa sempre più inquietante e ambigua. Mi fermo qui con la trama, perché questo è anche un thriller psicologico, che ti mozza il respiro. Una vicenda senza lieto fine, un libro che non si dimentica.


 genere: thriller

anno di pubblicazione: 2021


Nessun commento:

Posta un commento