Risplendo
non brucio - Ilaria Tuti
recensione di Miriam Donati
Trovo
particolarmente interessante che sempre più spesso romanzi etichettati come
thriller o crime si occupino di episodi storici o dimenticati o conosciuti ma
non abbastanza indagati o ancora di luoghi simbolo trascurati. Sono pertanto
classificati come gialli storici.
Non
mi piacciono né le etichette, né le classificazioni perché ingabbiano e
semplificano dove invece di solito convivono complessità e stratificazione,
realtà e fantasia, frammentarietà e risoluzione.
Ilaria
Tuti parte da Trieste, zona di confine dove confine indica mondi contrapposti e
dalla Risiera di San Sabba, ex opificio trasformato in lager di sterminio
nazista, luogo reale e nello stesso tempo coagulo di umanità vilipesa,
cancellata, ma le cui urla continuano a risuonare tra le sue mura. “La
fabbrica di riso ci ha ingannato/invece di sfamarci ci ha mangiato” citano
i versi del poeta triestino Roberto Dedenario che aprono uno dei capitoli del
libro a indicare che la cenere che si disperde nell’aria insieme alla neve è
impregnata di resti umani.
L’autrice
friulana utilizza un’indagine per la ricerca di un “mostro” che azzanna
fanciulle per raccontarci i mostri protagonisti dell’inverno 1944. Momento
cruciale della Seconda Guerra Mondiale dove il gelo, la neve, il ghiaccio e il
vento non rappresentano solo il clima, ma sono simboli delle vite marchiate da
dolore e sofferenza. Racconta attraverso immagini e connotati minimi ma
efficaci le condizioni disumane dei prigionieri, soprattutto politici, che,
costretti a rinunciare alla dignità e all’amor proprio per sopravvivere si
consegnano a loro volta al male.
Due
storie parallele nel libro si alternano raccontando di un padre e di una
figlia, lontani nello spazio, ma vicini per indole, affetto e obbiettivi.
L’autrice scava nel loro amore, in quanto li accomuna e in quanto li divide, nelle
indagini che svolgono per risolvere due casi misteriosi, nella loro lotta per
sopravvivere, ma, soprattutto, per restare umani.
Da
una parte abbiamo Johann Maria Adami, traumatologo, biologo e medico forense,
internato a Dachau per le proprie posizioni antinaziste, che viene trasferito su
espresso ordine di Hitler e per mezzo di Veil Seidel, un ufficiale ex suo
allievo, divenuto SS, al Castello di Kransberg, in Assia, dove il dittatore risiede
nel bunker dopo l’attentato alla sua vita. L’ordine è di scoprire se la morte
di un ufficiale precipitato da una torre del castello sia da imputarsi a
suicidio come sembra in prima istanza o a omicidio.
Dall’altra
parte, Ada, figlia di Johann, medico anche lei, si trova a indagare
sull’aggressione subita dall’amica Margherita, colpita da numerose ferite e
morsi umani, perché il padre, esponente fascista della città e nobile non vuole
sporgere denuncia per non intaccare la propria reputazione. Ada è profondamente
risentita con suo padre Johan perché per la sua opposizione al nazismo è stato
internato ed è stato la causa involontaria della morte della madre durante il
suo arresto; si è ritrovata pertanto sola con un figlio nato dopo che anche del
marito, dopo l’armistizio dell’8 settembre, non ha più notizie.
Il
corpo dilaniato di Margherita è stato trovato nella neve nei pressi della
Risiera di San Sabba e Ada ignora minacce e pericoli alla ricerca del colpevole
facendosi aiutare da un ufficiale medico tedesco, Erik Lange che lavora appunto
alla Risiera e che sembra, proprio in funzione della propria professione, aver
mantenuto una certa umanità.
Una
corsa contro il tempo per entrambi, una partita duplice, febbrile, convulsa che
porta il lettore a vivere sia l’angoscia di Johann per essere agnello in mezzo
ai lupi tra le nevi dell’Assia, sia il terrore di Ada, costretta a camminare
rasente i muri per rendersi invisibile a Trieste con il vento ghiacciato e il
cielo nero che “sembrano sottolineare il carico di dolore che la terra
assorbe”.
Le
indagini di padre e figlia sono rese più complesse perché non possono fare
domande dirette, non hanno strumenti adeguati ad analizzare i reperti e le
scene dei crimini sono state alterate. I pochi indizi trovati non sanno se
lasciati ad arte o contraffatti e devono evitare di deludere chi comanda perché
basta una risposta sgradita per causare una morte o una vendetta trasversale.
Johann
però trova degli alleati insperati e Ada si immedesima nell’agire scientifico
del padre riproducendone gli esperimenti per arrivare a una soluzione.
I
temi affrontati sono molteplici: la forza interiore che si oppone alla
tirannia, l’amore padre-figlia che guida i protagonisti per tutto il libro,
l’orrore della guerra, il valore della conoscenza e della giustizia.
Uno
dei punti di forza del libro è l’equilibrio tra i fatti storici e la
ricostruzione narrativa che coinvolgono anche emozionalmente il lettore. L’ambientazione
e la ricostruzione storica impattano in modo vivido nella la narrazione con le
indagini che hanno un ritmo serrato e alternano descrizioni evocative e lampi
di pura tensione. La ricerca storica fatta dall’autrice e trasportata sulla
pagina è senz’altro apprezzabile perché unisce lo scenario complesso del
confine istriano all’orrore della Risiera, il male assoluto dell’occupazione
tedesca ai meriti della Resistenza, fino alle atrocità dei partigiani titini.
I
personaggi, anche i secondari, sono molto accurati con il proprio bagaglio
emotivo e caratteriale. Alcuni sono realmente esistiti e i loro comportamenti
anche solo accennati sono disumani.
La
scrittura diretta, cruda, suscita emozioni contrastanti richiamando immagini
potenti e ponendo il lettore di fronte all’importanza di non dimenticare.
La
soluzione dei due casi coincide nella parte finale con la spiegazione del
titolo che è un invito-testamento a vivere senza compromessi e senza rinunciare
alla propria integrità morale.
Nel
finale, allo scioglimento dell’enigma principale, purtroppo mancano alcune
spiegazioni, serviva qualche chiarimento in più per non lasciare dubbi (come fa
il nonno a raggiungere il nipote per esempio) e il tutto è troppo frettoloso.
Peccato perché per il resto il romanzo è impeccabile.
Genere: Thriller storico
Anno di pubblicazione: 2024
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