martedì 29 luglio 2025

HO PAURA TORERO

 




Ho paura torero - Pedro Lemebel

Recensione di Miriam Donati

 

La primavera era arrivata a Santiago come ogni anno, ma arrivava con colori vivaci che gocciolavano i muri di graffiti violenti, Slogan libertari, mobilitazioni sindacali e marce studentesche disperse in puro guanaco. A tutta velocità, le capre dell'università resistevano al flusso sporco dei poliziotti. E ancora e ancora tornarono alla carica, scendendo in strada con la loro tenerezza molotov infiammata di rabbia. Con una bomba pulita hanno tagliato l'elettricità e tutti hanno comprato candele, accaparrandosi candele e ancora candele per illuminare le strade e i fossati, per innaffiare la memoria con le braci, per accendere l'oblio. Come se stessero calando la coda di una cometa che sfiora la terra in omaggio a tanti scomparsi"

 Ho paura torero è ambientato a Santiago del Cile negli anni Ottanta, uno stato di polizia repressivo dove la militanza progressista si esercita dalla clandestinità sociale e la militanza LGBTQIA+ dalla clandestinità individuale.

Lemebel scrive in modo meraviglioso, la sua carica visiva è molto alta e colloca perfettamente il lettore nell'atmosfera dell'epoca. Il suo stile è barocco, sovraccarico, colto, provocatorio, irriverente, sarcastico, coinvolgente, immaginario e ricchissimo dal punto di vista lessicale. Leggerlo è un piacere, le parole scorrono e si trasferiscono in un dipinto dove quello che sta succedendo appare in modo plastico.  Ha un linguaggio che è un miscuglio tra il colloquiale, persino volgare, e il poetico. Il lirismo racchiuso nella sua narrazione rende questo romanzo una grande opera d'arte da godere semplicemente lasciandosi trasportare dalla sua musicalità e bellezza. Una prelibatezza da gustare lentamente e tornare a leggere solo per il piacere di gustarla ancora. La letteratura nella sua forma più pura.

La storia è dura e triste ma allo stesso tempo folgorante e giocosa, piena di sordidezza, miseria, violenza e ingiustizia ma anche di una dignità infrangibile, di quelle che ci permettono sempre di sentire una brezza, per quanto tenue, di speranza per un'umanità e una società che il più delle volte è orribile. In questa triste situazione Lemebel mette in scena il tentativo di assassinare il dittatore Pinochet insieme alla nascita di un amore impensabile.

Un giovane militante del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez, che partecipa alla preparazione dell’attentato, incontra La Fata dell’Angolo (nella traduzione italiana) Loca del Frente (nella versione originale), un trans che lo sostiene, senza esplicita conoscenza, nei suoi piani politici. Le tensioni della relazione e le tensioni della preparazione e dell'esecuzione dell'attentato tengono il lettore sulle spine.

I monologhi interiori della Fata dell’Angolo in prima persona, contrastano con la narrazione in terza persona che descrive gli eventi da un punto di vista più oggettivo inseriti in una struttura lineare. Tali monologhi sono brillanti per la capacità espressiva e rivendicativa della Fata innamorata di Manuel, sarta di tovaglie per le mogli dei generali golpisti, cantante delle coplas di Sara Montiel (Ho paura torero è un verso di una sua canzone). Questo rapporto si svolge in un contesto ben disegnato: le proteste, le gomme che fumano per le strade della capitale, i blackout, il rintocco, spesso angoscioso, del "Diario de Cooperativa", i boleri, le rancheras e le ballate dell'epoca, Pinochet alle prese in intimità con i suoi fantasmi e incubi, e con Lucia, la moglie logorroica, infatuata degli ultimi modelli di Nina Ricci.

La Fata dell’Angolo, protagonista e testimone, accattivante personaggio carnevalesco, ponte tra sogni e miseria, è sdolcinata e kitsch perché è il suo modo di affrontare la bruttezza del mondo, a testa alta, senza nascondere la sua condizione di transessuale, esagerando la propria femminilità. Un personaggio tenero, commovente, coraggioso, onesto, leale, potente che ha dovuto superare un passato di abusi ed emarginazione. Deve vivere praticamente ai margini della società, nel suo mondo folle, con lo stigma di essere transessuale in un paese e in un tempo sotto l'oppressione della dittatura; lo si adora fin dal primo incontro, si soffre per lui fino all'ultima pagina. La Fata, nonostante il suo passato difficile, il suo presente triste e il suo futuro incerto, è capace di creare magie, di portare sorrisi, di creare bellezza con i pochi mezzi che ha a disposizione, e, soprattutto, dà una grande lezione di dignità con la sua gentilezza e il suo carisma. E non è ingenua, non si lascia ingannare da Carlos e dai suoi amici, sa benissimo in cosa si sta cacciando. Perché, nonostante la differenza di età, si è innamorato.

In definitiva, la Fata dell’Angolo è un personaggio che sfida le norme sociali e culturali del suo tempo e che lotta per essere accettato e rispettato da coloro che la circondano. La sua presenza nel romanzo è fondamentale per lo sviluppo del personaggio di Carlos, e per l'esplorazione di temi come l'identità, la sessualità e la discriminazione. Tematiche dolorosamente vicine all’autore, ne consegue un’eccezionale capacità nell’evocare sensazioni, turbamenti, percezioni: i moti interiori dei suoi personaggi sono descritti in maniera pura e genuina, con una maestria che incanta e turba il lettore, alternando passaggi struggenti a uno stile tutto sommato beffardo e irriverente, rendendo l’opera ricca di sfumature e di chiavi interpretative.

Come si legge nella quarta di copertina, "Pedro Lemebel ricostruisce l'amara e sordida realtà della dittatura, avvolgendola in orpelli e paillettes, al ritmo di boleri e canzoni d'altri tempi. Intreccia militanza politica e dissidenza sessuale, scrittura e oralità, cultura alta e cultura popolare", la cultura popolare infatti è un elemento chiave nel libro. Attraverso la musica, il cinema e la televisione, Pedro Lemebel costruisce un universo narrativo ricco e complesso che riflette la realtà sociale e culturale del Cile di quegli anni.

Ci sono due brani eccezionali nel libro, il primo è la maestria nel raccontare in contemporanea l'attentato al dittatore e la scena del cinema gay. E il secondo ha a che fare con ciò che lo stesso Lemebel ha detto del suo stile, "la rabbia è l'inchiostro della mia scrittura"; quella rabbia, quasi una vendetta, ha il suo culmine nella reazione che Lemebel immagina di Pinochet dopo l'attentato, "sul sedile posteriore, il Dittatore tremava come una foglia, non riusciva a parlare, non riusciva a pronunciare una parola, statico, senza muoversi, senza riuscire a sistemarsi sul sedile. Piuttosto, non voleva muoversi, seduto sul caldo intonaco della sua merda che gli scorreva lentamente lungo la gamba, lasciando uscire il fetore putrido della paura. Olé!

I temi affrontati sono vari: violenza, discriminazione, amore e lotta per diritti e libertà.

La violenza è utilizzata per esplorare la realtà politica e sociale del tempo in cui si svolge la storia ed esplorare la psicologia dei personaggi. Pedro Lemebel mostra la brutalità del regime militare cileno e la repressione subita dai gruppi emarginati della società, come gli omosessuali e i dissidenti politici. La violenza subita ed esercitata è una manifestazione del loro dolore e della loro rabbia per l'oppressione che subiscono. In questo senso, la violenza diventa una forma di resistenza e di lotta contro il sistema oppressivo.

Attraverso la figura della Fata, Lemebel ci mostra la lotta quotidiana di un transessuale per trovare il proprio posto in una società che lo emargina e lo discrimina. È un personaggio complesso e poliedrico che sfida gli stereotipi di genere e sessualità. È un uomo che si veste da donna e che si innamora di un guerrigliero rivoluzionario, ma è anche un essere umano con paure, desideri e sogni. vive ai margini della società ed è costretto a nascondere la sua vera identità per sopravvivere. Lemebel tramite le sue traversie ci mostra la crudeltà e l'ingiustizia del regime militare e come ha colpito le persone più vulnerabili della società. Lemebel non romanticizza o idealizza la sua vita, ma ci mostra le difficoltà e i pericoli che affronta per essere ciò che è nella società cilena dell’epoca.

Man mano che il romanzo procede, la Fata dell’Angolo diventa una sorta di mentore per Carlos, aiutandolo a esplorare la propria sessualità e a capire meglio il suo posto nel mondo. Attraverso le loro conversazioni Carlos inizia a rendersi conto che l'identità sessuale è fluida e mutevole, e che non esiste un unico modo di essere maschio o femmina.

La passione e il desiderio si mescolano con l'incertezza e la paura, creando una tensione emotiva che si mantiene per tutto il romanzo. Attraverso il loro amore, entrambi i personaggi sfidano le norme e i pregiudizi di una società conservatrice e repressiva. Pedro Lemebel in modo crudo e onesto riesce a creare una storia d'amore che trascende i limiti del convenzionale e diventa una forma di resistenza e lotta contro l'oppressione e l’ingiustizia, una sfida alle norme e ai pregiudizi di una società conservatrice e repressiva.

 

Genere Narrativa

 Anno di pubblicazione: Italia 2011


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