venerdì 5 settembre 2025

GLI UOMINI PESCE

 




Gli uomini pesce - Wu Ming 1

Recensione di Miriam Donati

Quel ch’era drito, ‘desso l’è roverso,
combàtare col Po l’è tempo perso.
Gino Piva poeta polesano (1873-1946).

Visionario, debordante, romanzo-romanzo finalmente. Non autofiction, non ricerca del proprio ombelico. Passato e presente che si intersecano e memoria da rivendicare, da riscrivere mescolando realtà e finzione infischiandosene del politicamente corretto. Un mix di pezzi musicali, cronaca, citazioni colte, da Lovercraft vero o finto a Igor il Russo, quello sì vero, dalla geografia al clima, dalla ricerca di senso al mistero degli uomini pesce, sogno o simbolo dispiegato in quel mondo mitico e fantastico che è il Delta del Po, vita e morte, nascita e rinascita, protagonista assoluto del romanzo.

L’autore Wu Ming 1, al secolo Roberto Bui, ci racconta nei Titoli di coda in fondo al libro della sua composizione durata molti anni e lo definisce “un libro di viaggi e pellegrinaggi tra Ferrara e il Delta del Po durante la Resistenza, negli anni Sessanta-Settanta e nel 2022. Una saga familiare sui generis: la storia della famiglia Nevi dall’avvento del fascismo alla morte del suo enigmatico patriarca. Un tributo al Grande Fiume e alle sue terre, intreccio di vicende bassopadane con omaggi dichiarati e no a Bassani, Bacchelli e ad altri narratori della pianura. Il mio romanzo più personale, anche se perfettamente collegabile alla poetica di Wu Ming.”

È un romanzo a strati, complesso, multiforme, inizia nel 2022, durante una delle peggiori estati mai viste sul Delta per la siccità, quando, all’età di novantanove anni, muore per un colpo di calore Ilario Nevi, partigiano, cineasta, pittore, ambientalista della prima ora. Sua nipote Antonia, geografa all’Università di Padova, di cui lui è stato il principale mentore, è investita della sua pesante eredità che la coinvolge insieme a Sonic, suo compagno musicista. Prende forma il primo piano temporale del romanzo: dopo il post-pandemia che ha marchiato corpi e coscienze, abbiamo lo stato d’emergenza, il razionamento dell’acqua e il cuneo salino dell’Adriatico che raggiunge i quaranta chilometri dalla foce del Po. Antonia inizia la ricerca per ricostruire l’identità dello zio, scoprendo enigmi e segreti sconvolgenti e poiché come il Po, è anche lei in crisi, soffre di “ansia climatica”, scoprirà qualcosa anche di se stessa. Territorio e personaggi sono in simbiosi. Se Antonia è il Grande Fiume, Ilario sono le valli del delta, con una natura sfumata tra terra e acqua, anfibia. Prende forma così il secondo piano temporale, quello della Resistenza con gli stretti legami vissuti nel Delta e con la scoperta dell’amicizia quarantennale di Ilario con un altro antifascista, Erminio Squarzanti, entrambi compagni di lotta di Renata Viganò.

Il Delta con la sua terra sommersa sotto il livello del mare con le valli e i canali tortuosi e misteriosi, sfuggente perché è un territorio mutevole modificato nel corso dei secoli dai fiumi e dagli interventi umani, un territorio apparentemente naturale, ma invece altamente tecnologico perché sono le idrovore che pompano acqua incessantemente per mantenere la pianura coltivata, quando invece la sua vocazione è ritornare a essere palude; un labirinto dove si nascondono i segreti di Ilario ed è il luogo dove è nato e vissuto l’autore, che l’ha studiato a fondo e dove la geografa Antonia percorre il suo viaggio, non solo nella memoria per scoprire i segreti dello zio, lei ama quel territorio, lo ha esplorato, lo zio gli ha dedicato documentari mentre era membro di Italia Nostra quando presidente era Giorgio Bassani (che compare nel libro come personaggio), e si tormenta per lo stato in cui si trova e per il futuro che sembra segnato: tornare sott’acqua con l’innalzamento del mare e la consapevolezza di ciò oltre a influenzarla, ne definisce la personalità e rende la scrittura trascinante.

È difficile raccontare la trama del romanzo per il continuo intrecciarsi di trame e sottotrame, di rimandi ad altre narrazioni del collettivo Wu Ming, soprattutto per non svelare troppo, si può accennare agli aspetti più intriganti, come l’uso delle lingue. Il compagno americano di Antonia può parlare solo inglese, una condizione paradossale che unisce alla possibilità di capire e apprendere rapidamente tutte le altre lingue e in mezzo a questa condizione c’è l’italiano e i dialetti.

Uno dei pregi del libro è l’aver creato un cortocircuito tra realtà e fantasia perché su territori e fatti del tutto reali si innestano racconti e personaggi di fantasia e il lettore non sa cosa sia vero e cosa no. Anche i titoli dei film realizzati da Ilario, dei libri di Antonia e dei dischi di Sonic, corredati da un’accuratissima bibliografia fantastica, sono talmente verosimili da chiedersi se esistano veramente. E che dire della presenza di Lovercraft nel Delta e della band che suona pezzi a lui ispirati? E la caccia tra i canali di Igor il Russo?

Uno dei temi principali è la persistenza dell’oppressione a cui contrapporre immaginazione e fantastico in una forma di resistenza quotidiana. Antonia e Sonic sono personaggi resistenti e mappano il territorio in funzione della lotta dello zio eletta a ragione di vita in una incessante ricerca di chiarimenti e allo stesso tempo si battono contro quell’oppressione che sembra non finire mai: prima il nazifascismo, poi la sua continuità sottotraccia nelle istituzioni repubblicane fra bombe e stragi, poi la generazione di amministratori del territorio senza scrupoli che hanno cementificato preparando il terreno alle inondazioni, devastando la costa emiliano-romagnola con gli alberghi.

Per raccontarci questa resistenza il racconto diventa polifonico con voci molteplici nel testo e stili e registri diversi (uno narrativo, uno poetico e uno saggistico) che corrispondono alle voci dei personaggi, oltre al rapporto continuo con altre opere (Pendolo di Foucault di Eco, L’Agnese va a morire di Viganò, le opere di Bassani). Un inserto è costituito dal memoriale di Ilario ritrovato da Antonia, pieno di parole cancellate e illeggibili che lo fanno assomigliare a Petrolio, il romanzo incompiuto e inedito di Pasolini. Riferimenti numerosi anche al cinema, per esempio Sylvia Scarlett di George Cukor (in Italia Il diavolo è femmina) perché Antonia assomiglia alla protagonista Katherine Hepburn.

E all’improvviso all’interno del racconto entra un elemento fantastico e fantasioso che esplode e cambia tutto. Si rimane spiazzati, ma nemmeno troppo stupiti quasi che l’estraneità sia anche familiare come nelle credenze popolari. Chi sono gli uomini pesce? L’autore dice di essersi ispirato all’Homo Saurus, un rettile antropomorfo avvistato negli anni Ottanta nel Po (ne scrisse il Resto del Carlino e gli fu dedicato un libro nel 2004 da Cartografica Edizioni). Pochi anni dopo si era sparsa la voce di un ritrovamento di un diario inedito di H,P, Lovecraft venuto nel Delta alla ricerca di questi antichi uomini pesce nascosti sulla terra da milioni di anni e che i pescatori avevano sempre raccontato di aver visto affiorare dall’acqua. Homo Bracteatus lo chiama Ilario in alcuni disegni e ritratti ritrovati da Antonia che “dava l’idea dello squalo, ma era altro. Gli occhi erano neri. Neri. Di un nero abissale. Pozzi profondo di milioni di anni, profondi quanto il tempo, e nel lontanissimo fondo di quei pozzi dovevano ruotare gorghi che trascinavano ancora più in basso, ancora più indietro del tempo stesso”. Si tratta di esseri che appaiono solo di notte nella migliore tradizione delle leggende dell’antica e oscura storia del territorio del Delta, spiriti guida o misteriosi custodi; apparizioni che rappresentano il desiderio di un altrove che non c’è. Il confine tra sogno e realtà è labile e poco importa scoprirlo perché questo testo sfugge a qualsiasi definizione o etichetta. Si entra in contatto pagina dopo pagina con tanti e diversi temi compresenti che si aggregano, si incrociano e la questione climatica che fa da collante al tutto diventa uno sguardo esterno e sposta il punto di vista sostenendo la conservazione dell’ambiente nel suo complesso indipendentemente dall’uomo.  

È un libro di straordinarie geografie rivoluzionarie dove tutti i temi toccati, la resistenza, l’ambientalismo, l’aspirazione alla rivoluzione in ogni tempo, l’idea di un mondo diverso ancora possibile per il quale vivere e resistere si concilia con la scrittura che qui sembra fare il suo meraviglioso lavoro di mischiare autore e lettori.

 

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione 2024

 


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