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lunedì 15 settembre 2025

IL TAILLEUR GRIGIO

 



Il tailleur grigio - Andrea Camilleri -

recensione a cura di Patrizia Zara


Cercavo un libro che, in poche pagine, racchiudesse una storia intensa e autentica — siciliana, per intenderci — da portare con me nel weekend. Qualcosa che non mi impedisse di godermi le meraviglie di Giardini Naxos: le sue spiagge dorate, le stradine medievali che sembrano sussurrare storie antiche, i palazzi nobiliari che resistono al tempo, le chiese che profumano d’incenso e pietra, e il maestoso Teatro Greco di Taormina, dove il mito e la bellezza si fondono in un abbraccio eterno.


Ho scelto un Camilleri degli esordi, e non ho sbagliato.

"Il Tailleur grigio" è una novella che si legge tutta d’un fiato, ma lascia il retrogusto di qualcosa di più profondo. Il protagonista — senza nome, ma non senza identità — sembra anticipare il celebre Commissario Montalbano, con quella miscela di introspezione, ironia e senso della giustizia che diventerà il marchio di fabbrica dell’autore. La lingua è un impasto saporito di italiano e dialetto siciliano, come una granita al limone con un pizzico di sale: rinfrescante, ma con carattere.

Camilleri gioca con il mistero, con l’ambiguità, con il confine sottile tra verità e apparenza. Il tailleur grigio, simbolo di eleganza e anonimato, diventa il filo conduttore di una storia che parla di desiderio, potere, e forse anche redenzione.

Consigliato per chi cerca una lettura leggera ma non banale, perfetta da infilare in valigia tra un costume e un paio di occhiali da sole.

“Dicono che i gatti abbiano sette vite, ma l’uomo… quante ne può avere?”


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2008