D'amore e ombra - Isabel Allende.
recensione a cura di Patrizia Zara
Contesto storico importante, personaggi vividi, lettura
seducente. Ampiezza di spirito nel descrivere luoghi e sensazioni, vivacità
dell'intelletto nell'intrecciare le esistenze che si incastrano in una trama perfetta
e avvincente.
Isabel Allende è una garanzia.
Le sue storie sono narrate con un'abilità sorprendente tanto
da accomunare lettori e lettrici di generi diversi.
Le sue incredibili doti narrative nell'utilizzare con
maestria un linguaggio intenso, similitudini e metafore ammalianti, nel giocare
con lo spazio temporale senza provocare fratture o sbavature fanno di
"D'amore e ombre" un romanzo denso e travolgente che si dipana su più
fronti senza perdere mai di vista la trama conduttrice: la travolgente storia
d'amore fra la bella Irene e il filantropico Francisco. Questa si delinea in un
crescendo continuo lungo un dedalo di personaggi - mistura di contesti
familiari - discordanti fisicamente, socialmente e psicologicamente con i quali
il lettore non avrà difficoltà a familiarizzare in quando l'Allende non
risparmia la storia personale di ognuno senza vacillare in divagazioni o
digressioni. Puzzle perfetto.
Lo scenario storico e politico inquietante nella sua
crudezza e la nostalgia da eterna esiliata dell'amata terra martoriata dalla
dittatura e dalle continue rivolte evitano, inoltre, con capacità incredibile,
di fare scadere l'amore dei due personaggi a una storia a tinte rosa,
innalzandola invero a un romanzo storico dall'aspetto di latente denuncia
contro la privazione delle più elementari forme di libertà in nome di una legge
unilaterale e tirannica suscitando volutamente indignazione e sdegno ai lettori
più sensibili e democraticamente corretti.
Da ciò ecco il perché quando ho un momento di impasse tra
una lettura e un'altra vado sul sicuro con la fantastica scrittrice cilena.
Così mi perdo nella sua nostalgia, nelle sue parole maestre di sensazioni ed
emozioni e sono certa di aver letto un bel romanzo che mi insegna a scrivere ed
esprimermi, che riesce a coinvolgermi in una realtà visionaria e delirante
malgrado la crudeltà monolitica delle consuetudini, riti e formule - il cosiddetto "realismo magico"
fertile germoglio dell'anima Latina – proiettandomi lo sguardo stregato dal
sogno oltre i confini della materialità e, allo stesso tempo, guardare il mondo
con le sue inguaribili cicatrici con occhi lucidi e disincantati.
Prodigiosa Allende!
"...raccoglieva sassi di fiume e li poliva per il
piacere di vederne brillare i colori; percorreva il triste paesaggio in cerca
di foglie secche da sistemare in artistiche composizioni; si commuoveva fino
alle lacrime dinanzi a un tramonto, desiderando di immobilizzarlo per sempre in
una frase poetica o in un dipinto che poteva immaginare, ma che si sentiva
incapace di realizzare. Solo la madre accettava quelle stravaganze senza
vedervi segni di perversione, ma l'evidenza di un'anima diversa"
genere: narrativa
anno pubblicazione: 1988
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