LA FELICITA' SI RACCONTA SEMPRE MALE G. Schillaci
Il romanzo scritto da Gaudenzio Schillaci La felicità si racconta sempre male ed edito dalla casa editrice Dialoghi è un libro di non facile collocazione. È sicuramente un noir, ma non solo, dove l'episodio omicidiario passa in secondo piano rispetto alla descrizione dei personaggi, delle loro vicissitudini e delle loro vite tormentate. Una serie di soggetti che, con la loro storia ed i loro pensieri, creano la struttura fondamentale di questo romanzo molto introspettivo, dove l'aspetto psicologico dei protagonisti riveste un aspetto importante all'interno della vicenda narrata. Protagonista principale è il commissario Bovio. Ma tanti altri sono i personaggi pronti a rubargli la scena. A cominciare da Gerri Santiloro. Il romanzo infatti inizia col ritrovamento del suo cadavere. È stato giustiziato con 13 colpi di pistola esplosi da due sicari che lo hanno ucciso con motivazioni non chiare. Nelle sue tasche viene trovata una lettera che assomiglia molto a quelle che lascia chi si suicida, complicando cosi ancora di più lo scenario. Il romanzo prosegue raccontando in parte ciò che ha anticipato quel momento. Inizia cosi il racconto di come Gerri avesse l’abitudine di passare la giornata affacciato ad una vetrina, seduto ad un tavolino di un bar di Catania, il Palomar. Gerri è un personaggio enigmatico che ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita a leggere ed a scrivere sul pc. L’unica con la quale ha avuto un minimo di rapporto umano e la commessa del bar, Cristina Selleri. In realtà è lei ad avvicinarsi a lui, colpita dalla sua misteriosa figura che emana in lei un fascino irresistibili. Dopo questo breve incipit seguiamo al presente le indagini portate avanti dal commissario Davide Bovio coadiuvato dall’ispettore Bonanno. Ed è proprio dall’interrogatorio di Cristina che veniamo a conoscere gran parte dei particolari della vita di Gerri, il resto lo faranno le indagini. Il finale sorprende e lascia il lettore senza parole quando viene a conoscere i motivi per cui il Santiloro è stato ucciso. Il romanzo di Schillaci è un noir molto coinvolgente che scava a fondo nelle inquietudini dei suoi protagonisti. Tutti con una storia particolare da raccontare. Un romanzo che conquista per la sua originalità e per la storia che l’autore ha creato intorno alla figura di Bovio. Il commissario è l’elemento emblematico di tutto il romanzo, con le sue contraddizioni e la sua vita disordinata. Il cambio di destinazione che il fato ha impresso alla sua vita lo hanno messo in crisi rendendolo quanto mai burbero e cinico. All’età in cui i sogni si fanno più solidi era un giovane forte calciatore pronto ad esordire in serie A tra le fila dello spettacolare Foggia di Zeman, niente meno che nell’incontro che vedeva la compagine pugliese al cospetto della juventus. Ma la sfortuna con lui si rivelò implacabile e solo pochi minuti dopo essere sceso in campo subì un grave infortunio che pose fine alla sua promettente carriera. Dalle stelle alle stalle, il suo carattere già difficile non resse e si trasformò nella persona scontrosa e scostante che è ora. Un commissario dai metodi sbrigativi ma efficienti. Un commissario del quale, spero, sentiremo ancora parlare. Complimenti all’autore.
valutazione: buono
genere: noir
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