Se questo è un uomo - Primo Levi
recensione a cura di Patrizia Zara
"Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare
qualsiasi resto di educazione religiosa...C'è Auschwitz, quindi non può esserci
Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo"
È il n. 174517 che si confessa al mondo.
È un Häftling, spogliato di ogni cosa, rimasto vuoto, ridotto a sofferenza e
bisogno, dimentico di dignità e discernimento, caduto nel fondo.
Il libro di Primo Levi fa paura, semplicemente paura e non so dire altro.
Leggerlo è un pugno allo stomaco e ogni passo risulta indigesto e
incomprensibile nella sua pacata atroce testimonianza.
Confesso che non ho la forza razionale per poterlo recensire e forse è
impossibile farne un'analisi, forse sarebbe anche offensivo cercare di
comprenderlo in fondo poiché, a mio avviso, risulta difficile per il lettore
calarsi a pieno nel mortificante dolore fisico, morale e psicologico vissuto in
quei posti infausti chiamati Lager.
"Lager è fame: noi stessi siamo fame, fame vivente" ; lager è totale
umiliazione e demoralizzazione, l'uccisione del tempo e l'annullamento di ogni
spazio; lager è il totale naufragio spirituale.
Ma come può un uomo demolire un altro uomo? Ridurre il suo simile svilendolo a
tal punto da renderlo un inerme bruto, bestia svuotata di ogni pensiero e
ricordo, assetata e affamata? Come può un disegno spaventosamente rigoroso
diventare, nel silenzio universale, fattibile?
Domande senza risposta poiché non si può comprendere né razionalmente né
sentimentalmente la pazzia lucida e organizzata di un assurdo piano criminale
su larga scala, una follia geometrica espressa dalla risoluzione di "
annullarci prima come uomini per ucciderci lentamente" così come
contaminati da un virus irrefrenabile e, in quanto sconosciuto, incurabile.
La comprensione è possibile quando si tenta di giustificazione un gesto
illegale tuttavia umano, ma nella testimonianza di Levi di umano non esiste
nulla, tutto è fuori dall'uomo.
E le pagine sembrano concatenate in un infernale schema dantesco poiché
"Qui non ha luogo il Santo Volto, qui si nuota altrimenti nel
Secchio"
Un libro per non dimenticare perché l'oblio e la rimozione, per lo più
volontarie, hanno salvato i responsabili, uomini e industrie, e messo a tacere
le coscienze.
Un libro dalla coinvolgente testimonianza affinché l'umanità stia all'erta e
pronta a ogni segnale di cedimento di quel sentimento etico di rispetto della
specie umana in tutte le sue forme.
«Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro
cuore, stando a casa andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai
vostri figli.»
genere: narrativa
anno di pubblicazione. 1958
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