lunedì 6 gennaio 2025

LE STANZE DELLO SCIROCCO

 




Le stanze dello scirocco - Cristina Cassar Scalia -

recensione a cura di Patrizia Zara



Una storia d'amore ambientata nella Sicilia del 1968 tra benestanti e nobili decaduti, tra palazzi liberty e tenute di campagna, tra bellezze naturali mozzafiato e macerie post belliche.
Lei, Vittoria detta Vichy, studentessa universitaria, bellissima, determinata e votata al progresso, la ragazza che arriva dal continente.

“Era arrivata lì preoccupata, contrariata, prevenuta, e in più orgogliosamente libera da legami amorosi. Aveva temuto ciò che invece adesso le sembrava di poter gestire benissimo, in fondo anche divertendosi. Si era innamorata di un uomo che più siciliano non poteva essere, e di una terra che, una volta conosciuta, l’aveva avvolta nelle sue sensuali spire senza più lasciarla andare.”

Lui, Diego Ranieri, uomo del sud, possidente, tanto tenebroso quanto dotato di un fascino irresistibile, un Alain Delon nostrano, restio ai sentimenti e alla vita sociale.

“Ma nella stanza dello scirocco, a quell’ora quasi in penombra, ogni forma di cautela venne meno”

E poi c'è la storia di zia Rosetta con il suo Peppino.

Con una scrittura senza sbavature, logicamente costruita per una trama prevedibile dalle forti tinte rosa, Cristina Cassar Scalia ci permette di vivere una fiaba siciliana senza alcun sforzo di profondità e ci fa sognare a occhi aperti, mentre l'esistenza del reale si scontra con la crudeltà e l’insensatezza delle storie vere.
Coerente con i soliti cliché del romanzo sentimentale, l'autrice sembra non ingannare i suoi lettori, proponendo un romanzo che affronta con elasticità melodrammatica temi abbastanza forti, stemperandoli con i piacevoli dialoghi in un dialetto siciliano elegante e colto.
Tra l'odore di zagara e il profumo di salsedine la trama scorre liscia, saltando con agilità letteraria gli ostacoli, i muri a secco, le barriere, oltrepassa i confini grazie alla forza di quell'amore che soltanto i libri sanno raccontare. La cornice ambientale edulcorata dalla capacità dell’autrice che ha saputo cogliere il bello e il fantastico di una terra spesso amara e restia al cambiamento, ha regalato un tocco di magia mediterranea a tutta la storia dal titolo suggestivo e coinvolgente.
Fa bene ogni tanto affidare a queste storie pulite, lineari, fresche il proprio tempo perché sono letture senza pretese che hanno il solo scopo di alleggerire il cuore e dove i drammi, anche quelli violenti, estremamente dolorosi, vengono raccontati con la leggerezza di una ingenuità disarmante che soltanto una brava scrittrice è capace di narrare senza scadere nell’insipida banalità dei ruoli dei protagonisti.

N.B.
“Le Camere dello Scirocco” sono vere e proprie stanze interrate scavate nella roccia al di sotto dei palazzi nobiliari oppure nei giardini delle ville, utilizzate come luogo di rifugio e di protezione dalla calura estiva. La definizione di "camera dello scirocco" è presente per la prima volta in un documento notarile del 5 agosto 1691, in riferimento alla stanza sotterranea presente nella Villa delle Quattro Camere del duca di Terranova, ma la loro origine è certamente anteriore a questa data.
Il funzionamento di una Camera dello Scirocco è al tempo stesso semplice e geniale. Il loro scopo primario è quello di assicurare agli ospiti della villa un clima gradevole anche durante le afose estati siciliane, e per farlo utilizzano tre elementi: una grotta, una corrente d'aria, l'acqua. La loro struttura di base è una grotta artificiale scavata nella roccia calcarea-arenitica di cui è composto il sottosuolo palermitano, un tipo di roccia al tempo stesso molto stabile e facile da lavorare utilizzata fin dalla preistoria. Una "Camera dello Scirocco", dunque, è in primo luogo una grotta artificiale, ambiente già di per sé in grado di fornire protezione dalla calura estiva esterna che i nobili abbellivano con tendaggi, divani e fontane.

genere. narrativa

anno di pubblicazione: 2016

Nessun commento:

Posta un commento