L’ultimo ospite – Paola barbato –
recensione a cura di Rosanna Mutinelli
L’ULTIMO OSPITE di Paola Barbato è un thriller psicologico
che sa come catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine, grazie a
un’atmosfera inquietante che si insinua lentamente e lascia presagire che nulla
è come sembra. La trama ruota attorno a Letizia e Flavio, il suo datore di
lavoro, che si ritrovano in una villa decadente, Olimpia d’Arsa, per eseguire
l’inventario di una proprietà ereditata da lontani parenti dopo la morte di una
donna novantenne senza eredi diretti né testamento.
Fin da subito, l’autrice gioca con la percezione del
lettore, instillando piccoli dettagli sinistri che alimentano il dubbio e la
suspense. Letizia, in particolare, si sente immediatamente a disagio nella
villa, con un odore stantio, cuscini spostati e una luce azzurra che appare
nelle notti buie. Questi elementi, apparentemente insignificanti, accendono la
sua immaginazione, portandola a domandarsi se ci sia qualcosa di più oscuro
nascosto tra le mura di Olimpia d’Arsa. Al contrario, Flavio, razionale e pragmatico,
tenta di spiegare ogni cosa con la logica, ma anche lui non può ignorare del
tutto l’ansia crescente.
Un altro personaggio degno di nota è Zora, il cane di
Letizia, la cui avversione per entrare nella villa aggiunge un ulteriore strato
di tensione. La sua riluttanza sembra quasi preannunciare un pericolo
imminente, dando vita a una serie di dubbi sui reali motivi per cui la villa si
sente "viva" e sinistra. Il capitolo 20 è dedicato interamente a Zora
e alle sue reazioni, che fungono da catalizzatore per i successivi sviluppi
della trama.
Barbato si muove abilmente tra il reale e il soprannaturale,
mantenendo il lettore in costante tensione e giocando con le sue aspettative.
Gli oggetti trovati da Letizia (ciocche di capelli biondi, trofei e muffole
infantili…) contribuiscono a creare una sensazione di malessere crescente,
facendo emergere domande inquietanti: perché una donna senza figli avrebbe
conservato tali oggetti? E soprattutto, chi o cosa si nasconde realmente in
quella villa?
Quello che rende L’ULTIMO OSPITE una lettura avvincente non
è solo la trama in sé, ma il modo in cui Barbato riesce a tessere la suspense e
il brivido. La narrazione scorre fluida e incalzante, trascinando il lettore in
un vortice di mistero, dove ogni dettaglio sembra contare e la tensione è
palpabile fino all’ultimo capitolo. Sebbene la storia possa sembrare, a tratti,
un classico scenario da thriller (una villa isolata, personaggi intrappolati,
strani avvenimenti), ciò che colpisce è come l’autrice riesca a rendere tutto
personale e profondo, esplorando anche gli aspetti psicologici dei personaggi.
Letizia e Flavio non sono semplici protagonisti, ma persone
reali, con paure, desideri e una complessità che si rivela mano a mano che la
storia procede. La dualità dei personaggi minori, che svelano la loro vera
natura solo nella parte finale del romanzo, aggiunge un tocco inaspettato che
tiene viva l’attenzione fino all’epilogo.
Consiglio L’ULTIMO OSPITE a chi ama il genere thriller
psicologico, con una trama ben costruita e un crescendo di tensione che non
delude. Paola Barbato dimostra ancora una volta la sua maestria nel creare
atmosfere dense di suspense, trasportando il lettore in un viaggio angosciante
tra razionalità e immaginazione.
genere: thriller
anno di pubblicazione: 2022
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