giovedì 24 ottobre 2024

IL PASSEGGERO DEL POLARLYS

 




Il passeggero del Polarlys - Simenon Georges

Recensione di Miriam Donati

 

Siamo agli inizi del “roman dur”, infatti il libro è uscito a puntate sul quotidiano L’Œuvre a fine 1930 con il titolo Un delitto a bordo e firmato con uno pseudonimo: Georges Sim.

Eppure Simenon in nuce c’è già tutto. Lo si riconosce già dalla prime pagine, anzi dalle prime righe. Una certezza per il lettore che lo ama al di là e nonostante Maigret.

Qui siamo su un mercantile a metà tra il trasporto merci e la nave passeggeri che fa rotta da Amburgo per la Norvegia e il capitano Petersen non riesce a sfuggire al suo istinto che gli ha fatto percepire da subito che il viaggio sarà sfortunato, oggetto di un malocchio impalpabile quanto indubbio.  I segnali sono certi: un terzo ufficiale inesperto e timido, un passeggero fantasma, un carbonaio raccattato sul molo senza referenze e una passeggera più femme fatale che creatura raffinata.

Mentre il mercantile va verso il buio della notte polare in un ambiente claustrofobico, eventi più o meno cruenti si susseguono e il capitano Petersen, pur dotato di spirito di osservazione e speculazione introspettiva, farà fatica a raccapezzarsi perché quasi tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio hanno qualcosa da nascondere.

Petersen non riesce a fare chiarezza né sull’uccisione di un ispettore salito a bordo durante il viaggio, né dentro di sé a causa del disagio procuratagli dalla presenza perturbante e sensuale della passeggera che Simenon veste di seta frusciante e dipinge in modo unico.  

Dopo una tempesta di neve e avversità meteorologiche che aggravano la situazione danneggiando la nave e ferendo un passeggero, finalmente si farà chiarezza. Il ponte della nave, dopo lo scarico delle merci e lo sbarco dei passeggeri, verrà lavato e le maschere indossate da tutti gettate via.

Simenon ci ha abituato a personaggi e atmosfere descritte con pochi tratti abilissimi e all’esplorazione della natura umana con fine perspicacia. In questo libro tali caratteristiche sono appena tratteggiate, ma già inconfondibili; l’atmosfera cupa, ghiacciata come le acque che attraversa il Polarlys la fa da padrona immergendo il lettore in uno stato di sospensione immobile e inquietante. Nonostante un finale in parte affrettato e non conclusivo, a chiusura del libro, il ritratto e le azioni della protagonista femminile non abbandonano il lettore.

 

Genere giallo

Anno di pubblicazione 1930


 


Nessun commento:

Posta un commento