Fuga nelle tenebre - Arthur Schnitzler -
recensione a cura di Patrizia Zara
Allontanamento, oscurità, assenza di luce, blackout, baratro, abisso:
follia.
Lasciatelo dire "Fuga nelle tenebre" di Arthur Schnitzler è un libro
talmente inquietante da produrre uno stato di tristissima angoscia. Almeno per
quanto mi riguarda.
L'assenza di affettazione e di artifici, la fluidità e la semplicità delle
descrizioni, la scorrevolezza rendono cosi autentica l'afflizione del
protagonista, così palpabile il suo malessere che è impossibile non rimane
coinvolti e sconvolti.
In meno di 150 pagine scritte con una maestria ineccepibile, Arthur Schnitzler
trascina il lettore in un percorso mentale in continuo crescendo adrenalinico. Si
toccano le incertezze, le ossessioni, le manie, si batte sempre più fisso quel
chiodo sino a essere travolti da un'incontrollata emorragia di follia.
L'agitazione del protagonista, con cui inevitabilmente si entra in empatia,
oscillante tra l'incontrollabile e l'attendibile, l'irrefrenabile e il
governabile, concepibile e inconcepibile, tra il possibile e l'inverosimile,
coinvolge il lettore sino all'ultimo respiro restringendo sempre più le
aperture di una insperata salvezza. Povero Robert. E povero Otto, fratello
amorevole, impotente contro il degrado mentale.
Che brutti scherzi tende a giocare la mente umana: inganno e casualità,
illusione e verità, sogno e realtà... convivenze tutte in sleale vicinanza,
indissolubilmente unite e in un continuo ondeggiare tra oppressione e
liberazione.
Vorrei scrivere tante cose ancora, ma mi fermo qui perché altrimenti
vanificherei l'opera di Arthur Schnitzler con le mie ubbie, le mie manie, le
mie ossessioni, le mie noiose ed elementari elucubrazioni (chi non ne
ha!) e non lascerei spazio alle vostre.
"Travolti da quella sensazione inconcepibile, afferrabile appena col
pensiero e mai traducibile in parole che, minacciosa e oscura, sembrava
preannunciare mali ancora peggiori"
Buona lettura.
genere: narrativa
Nessun commento:
Posta un commento