Basta un pezzo di mare - Ludovica Della Bosca -
Solo una questione di casualità? Io non credo. Ritengo che
parlando di libri la scelta di leggere un romanzo piuttosto che un altro non
sia casuale. Ci può essere una ricerca ponderata, rispetto all'umore di chi
deve leggere; o pensata, per chi sta cercando qualcosa di specifico. O
semplicemente interessata, cercando il racconto più affine ai propri gusti. A
volte, ancora, si è guidati semplicemente dal nome dall'autore del libro,
sperando che uno "famoso" non possa mai rivelarsi una delusione. Ma quasi
sempre (ed è questa la mia convinzione) è il libro stesso che sceglie il suo
futuro lettore. Lo fa mettendo in mostra il suo charme, mostrando di sè la
copertina, colorata e ben disegnata, accattivante nei colori e nei caratteri.
Le pagine belle bianche lucide con un netto contrasto tra il bianco e il nero.
Conquista il lettore a prescindere dal contenuto. Sà (il libro) che quel
lettore, in quello specifico momento, ha bisogno proprio di lui, di ciò che
narra nelle sue pagine ed allora fa di tutto per richiamare la sua attenzione. Questo
è proprio quello che è successo a me. Basta un pezzo di mare razionalmente,
forse, difficilmente avrei scelto di leggerlo ma ne sono rimasto conquistato
appena l’ho visto. Non so effettivamente quale sia stato il motivo principale:
se mi ha incuriosito il nome dell'autrice, che non avevo mai sentito ed ho
quindi presunto fosse un'esordiente, (ed io ho sempre un occhio di riguardo per
gli autori emergenti o quelli alla loro prima opera), o se sia stato per la
splendida copertina e forse, più semplicemente, perché in questo momento avevo
bisogno di una storia così. Fatto sta che ho letto distrattamente di cosa
parlasse nella quarta di copertina, mi ha incuriosito e l’ho preso senza
pensarci ulteriormente. Mi sono accorto però solo leggendolo che la vicenda
raccontata era lontana dalla mia confort zone fatta di suspense e di tenebre. Storie
nere e colpi bassi. Ma non potevo in nessun modo abbandonarlo, primo perché per
farlo, per come la vedo io, ci vogliono motivi seri, secondo perché era scritto
proprio bene: storia coinvolgente, personaggi intriganti. Meritava
assolutamente di essere letto. In poche parole mi aveva stregato. Certo alcuni
passaggi mi son sembrati troppo "celebrali" ma la storia raccontata
ed il modo in cui veniva fatto erano di grande valore almeno secondo i miei
parametri. Agata e Sara sono state "disegnate" veramente bene. Sono
amiche, e per vari motivi si perdono di vista ma basta poco perché il desiderio
di riavvicinarsi prevalga. Sono ragazze con le quali il destino non è stato
certo magnanimo ma hanno saputo resistere alla tempesta e ora sono pronte per
riprendere il loro cammino, determinate e volitive. Un romanzo che parla di
amore ma anche di incomprensioni e di dolore. Di determinazione e coraggio. Un
romanzo che fa riflettere parlando di argomenti importanti. Sulla capacità di
una persona di auto determinarsi, sulla capacità di prendere decisioni
autonome, sulla volontà, che deve essere di ognuno, di "sentirsi"
libero. Sull’importanza della famiglia (genitori e figli). Un racconto non
banale che non appartiene alla mia confort zone ma che sono stato contento di
aver letto. Unico neo, in un mare di cose positive è, in alcuni momenti,
l'eccessivo ricorso, secondo me, ai momenti “cerebrali”: pensieri, riflessioni,
flashback che ne hanno rallentato eccessivamente il ritmo. Forse con due
personaggi come Agata a Sara si poteva immaginare una storia con più brio, più
velocità. Complimenti comunque alla Della Bosca per l'ottimo esordio.
genere: narrativa
valutazione: buono
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