i miei post su facebook








1 aprile

Nel mese appena terminato ho ascoltato due audiolibri riguardanti due romanzi usciti molto recentemente. Io personalmente sono sempre molto contento quando anche le novità vengono pubblicate in audiolibro. Li ascolto sempre volentieri e sapere che anche i romanzi recentissimi sono pubblicati in questa modalita mi fa sempre molto piacere. Tra l'altro io i libri delle grandi case editrici li "leggo" solo cosi perchè, come è ormai risaputo, mi sono votato alla causa (e alla lettura) degli scrittori self published e degli esordienti cercando in questa categoria, bistrattata non sempre a ragione, qualche penna che mi faccia sussultare ed emozionare, più degli autori di "grido". Nel mese di marzo ho ascoltato due romanzi molto coinvolgenti. 𝐅𝐚𝐯𝐨𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢 di Alessandro Bongiorni e 𝐋𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐧𝐚𝐭𝐚 di Beatrice Salvioni. Il primo è un noir. Bongiorni, per la sua prima uscita con la Mondadori, ha scritto un romanzo duro, spigoloso che fotografa bene la realtà poco edificante in cui viviamo. Si parte da un fatto di sangue che immediatamente porta a pensare ad atto terroristico. Con l'avanzare delle indagini però viene scoperchiato un vaso pieno di crimini e criminali senza scrupoli che nulla hanno a che fare col terrorismo ma più con l'avidità e con la semplice cattiveria. Il romanzo dicevo da una fotografia spietata della realtà in cui viviamo dove arrivismo e delinquenza ormai hanno contagiato anche gli uomini delle istituzioni. Finale giusto e coerente quanto doloroso. La malnata invece è un bel romanzo scritto dall'esordiente Beatrice Salvioni, giovanissima autrice (1995), che con questo romanzo si è imposta subito all'attenzione del pubblico e della critica avendo già vinto il premio Italo Calvino racconti. Il romanzo è ambientato a Monza ed inizialmente siamo nel 1936. E' la storia di un amicizia che diventa sempre più forte e totalizzante tra Francesca componente di una ricca famiglia borghese e la Malnata (Maddalena) appartenente ad una famiglia molto più modesta e che la gente addita come portatrice di sventure. Un romanzo di formazione intensissimo ed emozionante nel quale viene descritto il periodo nel quale il regime fascista era in procinto di tentare la conquista dell'Abissinia e in cui le donne erano considerate persone al semplice servizio dell'uomo. Un libro che merita di essere letto...o "ascoltato". Da rimarcare anche la lettura dei narratori. Eccellente quella di Silvia Siravo che ha letto La malnata.


20 marzo

Ogni tanto ci vuole. Gli appassionati di gialli e thriller ma soprattutto di noir come me ogni tanto devono necessariamente affrontare letture più "leggere" non nel senso poco curate ovvio ma che raccontino storie un po' meno "pesanti". Ho scelto, per soddisfare questa esigenza, il bel romanzo di Elena Biondo 𝐒𝐨𝐥𝐢 𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞 edito dalla Golem. Un libro, lo anticipo subito, che consiglierei senz'altro di leggere perché è scritto con grande attenzione e con cospicue dosi di ironia e simpatia che lo rendono piacevole ed intrigante. La protagonista indiscussa è Angelina che di professione fa la psicologa appassionata di astrologia. Nel suo studio si alternano personaggi che hanno alle spalle storie drammatiche ma anche divertenti e strampalate. Un giorno si presenta il marito di una sua paziente che le fa una richiesta preoccupata e urgente, da qui si dipana una vicenda che alterna momenti divertenti e distensivi a situazioni complicate ed anche pericolose per la nostra Angelina e per gli altri protagonisti. Non mancano le sorprese e i momenti di suspense. Un romanzo che io ho apprezzato molto, che mi ha piacevolmente intrattenuto e "distratto" dalle mie consuete letture. Un romanzo non banale che affronta tematiche importanti con sorriso e ottimismo. Un romanzo che mi ha soddisfatto e che sono stato contento di aver incontrato sulla mia strada.


5 marzo

Riassunto dei libri letti a febbraio. Sono stati in tutto 6. Sto (faticosamente) alzando la media. Gennaio era stato un mese pieno di grandi letture. Purtroppo non posso dire lo stesso per febbraio. I giudizi sono molto personali quindi in generale sempre opinabili ma per i miei gusti o forse per le mie aspettative alcuni romanzi mi hanno un po' deluso. Quello che in positivo si stacca nettamente da tutti è 𝐆𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐧𝐨𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐞𝐭𝐞𝐫𝐧𝐢 di Cristina Nicoletti (qualcuno glielo dica). In seconda posizione arrivano ex aequo 𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐚𝐧𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 di Stefano Cirri e 𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 di Tatiana Sabina Meloni.


1 marzo

Un autore talentuoso ed ecclettico. Una persona squisita. Si è sottoposto al fuoco di fila delle mie numerose domande rispondendo sempre con grande disponibilità e profondità. Sono molto soddisfatto di ciò che abbiamo ottenuto. I suoi sono veramente ottimi romanzi. L'ultimo (95 decimi) è eccellente. Leggetelo...e leggete l'intervista.

OGGI PARLIAMO CON...Stefano Cirri

Intervista a cura di Gino Campaner

https://gialloecucina.wordpress.com/2023/03/01/oggi-parliamo-constefano-cirri/


24 febbraio

Ho da poco terminato di leggere il romanzo noir Gli innocenti, la morte li rende eterni di Cristina Nicoletti. Qualche considerazione ed un appello. Parto subito da quest'ultimo nella speranza che chi legga anche solo le righe iniziali del post mi possa aiutare. Vorrei avere la possibilità di parlare del suo libro direttamente con l'autrice. Lo so forse è una pretesa eccessiva ed un po presuntuosa ma siccome ho apprezzato molto questo suo primo libro (ed a breve leggerò anche il secondo) avrei voluto dirglielo personalmente (anche se solo "virtualmente") ma non sono riuscito. Molti autori sono restii a concedersi pubblicamente, o attraverso i social, ma lei non concede possibilità alcuna ai suoi fans di farle sapere il loro apprezzamento. Niente sito personale, niente Facebook né instagram né tanto meno youtube. L'appello è per chi la conosce o abbia la possibilità di contattarla, le faccia sapere che c'è un suo ammiratore che le vorrebbe comunicare personalmente il suo apprezzamento. Detto questo faccio qualche considerazione sul romanzo. E un giallo ma non solo, anzi relegarlo a "semplice" giallo è un po' riduttivo. E’ un noir dove c'è un crimine (forse più di uno) e dove i tanti personaggi che vanno in scena raccontano se stessi, la loro vita e le miserie che li circondano. Ora con piglio più intimistico o con fare più sbrigativo. Con condotte criminali senza scrupoli o con disarmante ingenuità e dolcezza. Un libro che fa riflettere. Mai banale e scritto benissimo, scorre rapido mantenendo sempre alto l'interesse. Un finale che non rimette le cose a posto o meglio le lascia sospese, come aver analizzato un pezzo di vita di persone ignare di essere osservate e dopo un po' aver chiuso il varco ed averle lasciate andare verso il loro destino. Qualcosa accadrà ma non saremo più noi a scoprirlo. Al lettore la facoltà di chiudere le questioni aperte. Complimenti.
PS: da bravo e paziente pescatore ho trovato una nuova perla nel mare del self publishing.

23 febbraio
Ho appreso da poco con grande sconcerto e dolore della morte di Carlo F. De Filippis. Un autore che ho apprezzato tantissimo. Abitava nel paese limitrofo a quello in cui abitavo io. Lo scoprii leggendo il suo primo romanzo con protagonista il commissario Vivacqua. Glielo dissi avemmo un veloce scambio di battute. Ero felicissimo perchè avevo letto un libro che mi aveva conquistato e lo avevo potuto comunicare direttamente all'autore. Lessi poi tutti i libri con protagonista Vivacqua, uno più bello dell'altro. Sono dispiaciutissimo ma non sono bravo a esternare il mio dolore tanto meno a scriverne. Ripropongo allora la recensione che feci al suo romanzo 𝐋𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐥𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 (il primo della serie). Lo ricorderò per sempre, con grande nostalgia. Ciao Carlo.
PS questo è il link per leggere le mie recensioni sui romanzi di Carlo De Filippis sul mio blog: https://ginodeilibri.blogspot.com/2019/08/le-molliche-del-commissario-c.html
https://ginodeilibri.blogspot.com/2019/06/terminata-la-lettura-di-uccidete-il.html
https://ginodeilibri.blogspot.com/2019/08/il-paradosso-di-napoleone-c.html

LE MOLLICHE DEL COMMISSARIO C. De Filippis

È come dico sempre io non cerchiamo altrove, lontano, ciò che si può trovare qui vicino a noi, dietro l'angolo. Carlo De Filippis abita a Chieri ad un tiro di schioppo da casa mia nemmeno lo sapevo, l’ho scoperto leggendo le sue note
biografiche, ed è un autore di thriller bravissimo. In Italia ci sono autori fortissimi se vogliamo investire qualche soldino in libri provate a leggere prima loro non li lascerete più. Certo per quanto riguarda De Filippis il mio giudizio non può che essere limitato a questo suo romanzo d'esordio (Le molliche del
commissario) perché, al momento, ho letto solo questo ma ha scritto altri due gialli con protagonista il commissario Vivacqua
(uno è già sul mio comodino) li leggerò e presto il mio giudizio sarà più completo per ora posso dire che questo primo libro è eccellente. È un thriller da leggere con molta attenzione dedicandogli tempi adeguati, le prime pagine sono un po' ostiche un vero guazzabuglio ma prendete appunti non perdete il filo andate avanti perché poi tutto si dispiega come un foglio di carta prima ben accartocciato poi piano piano si stira, si distende e allora tutto si capisce tutto diventa chiaro e logico le ultime 50/60 pagine sono una delizia. Appassiona, diverte, regala salutari brividi freddi.
De Filippis ha creato un personaggio, il commissario Vivacqua, col quale si simpatizza immediatamente.
Complimenti vivissimi a questo autore non tanto famoso o non abbastanza (per quel che meriterebbe) ma che merita, invece, attenzione.
Consigliato.


3 febbraio

Il mese scorso (gennaio) sono stati sette i libri letti. Sono riuscito ad alzare la media (di cinque) anche grazie al fatto d'aver letto romanzi piuttosto brevi. Ma non per questo poco avvincenti ed interessanti anzi direi che se ogni mese andasse come gennaio sarei il lettore più felice del mondo perchè ho veramente letto solo cose belle. Anzi faccio uno strappo alla regola, che vorrebbe solo menzionati i migliori, e li elenco tutti: Stanza numero sette (Riccitelli/Morganti); Nero catrame (Cestari); Il vangelo secondo Angela (D'Andrea); Dove nuotano le sirene (Bassoli), che occupa il gradino più basso del podio; 95 decimi (Cirri) secondo classificato; vittoria ex equo, dominio incontrastato, Per 𝐂𝐢𝐜𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐢 (Lupia) e 𝐆𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐥𝐚𝐫𝐠𝐨 (Salamino). Mi devo ripetere ma quando voglio leggere un romanzo che mi dia piena soddisfazione dall'inizio alla fine (fondamentale) leggo o Domenica Lupia o Ferdinando Salamino. Sono certo che presto troverò chi gli farà compagnia (Stefano Cirri è fortemente indiziato 🙂🙂🙂).
PS D'Andrea e Cestari non sono taggate perchè non c'è stato verso di ottenere la loro amicizia. Pazienza.


1 febbraio

Nel mese di gennaio mi sono dedicato all'ascolto di cinque audiolibri di un unico autore. Ho scoperto infatti l'esistenza degli audiolibri dei romanzi di 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐏𝐚𝐯𝐞𝐬𝐞 e non ho avuto incertezze sul decidere di ascoltarne almeno una parte. Li avevo già letti ma ascoltarli è stata una grande emozione. 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐏𝐚𝐯𝐞𝐬𝐞 è stato uno dei più grandi scrittori del neorealismo italiano. Una penna squisita che ho iniziato ad apprezare appena mi ci sono approcciato studiandolo alle scuole superiori. 𝐂𝐞𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐏𝐚𝐯𝐞𝐬𝐞 ha scritto libri indimenticabili. Un animo tormentato preda di frequenti depressioni una di queste lo ha portato alla morte decidendo di togliersi la vita in albergo di torino ingerendo una ingente quantità di sonniferi nel 1950 a soli 42 anni. La causa del gesto la si fa ricondurre ad una grande delusione d'amore ma non fu solo per quello, certamente anche per quello ma Pavese stava attraversando in quel periodo una profonda crisi esistenziale che non gli lasciò scampo. La sua eredità fatta di romanzi e di poesie però è ancora tutt'ora apprezzatissima e studiata nelle scuole. La sua biografia cosi come la sua bibliografia è sterminata. Attraversò tanti momenti difficili non da ultimo il confino per le sue idee antifasciste. La sua attività di scrittore la esercitò dalla fine degli anni 30 fino al 1950 (anno in cui vinse il premio Strega). Tre mesi dopo quella vittoria si uccise. Iniziò però come traduttore della letteratura americana già all'inizio degli anni 30. Fu anche saggista, sceneggiatore, insegnante, editore e critico letterario. Uno scrittore che ho sempre nel cuore e per il quale nutro una grandissima ammirazione.


25 gennaio

Ho da poco terminato di leggere l'ultimo romanzo di Alice Bassoli dal titolo 𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐬𝐢𝐫𝐞𝐧𝐞. Non nascondo che anche in questo caso avevo aspettative molto alte (come per tutti i suoi romanzi) nonostante fossi stato avvertito che la storia narrata era un po' diversa dalle consuete trame thriller e di suspense dell'autrice. E che quindi le mie attese sarebbero potuto andare un po' deluse. Finora la produzione della Bassoli è stata (almeno per me) un continuo crescendo ad iniziare da 𝐄𝐥𝐞𝐟𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, per il quale ho avuto un forte innamoramento, per finire con la sua penultima opera 𝐋𝐚 𝐧𝐢𝐧𝐧𝐚𝐧𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐛𝐞𝐫𝐢 che probabilmente rappresenta il suo miglior lavoro. Perchè allora dovevo dubitare sulla possibilità di innamorarmi di nuovo di un suo romanzo? Daltronde non sempre le novità vengono per nuocere. Mi sono accostato al libro dunque con grande curiosità. Devo dire che ancora una volta l'autrice mi ha stupito. Questa volta non per aver messo per l'ennesima volta in mostra le sue capacità di scrittrice ma per la storia in se. In effetti è un po diversa da ciò che di suo mi ero abituato a leggere. Intendiamoci la componente di mistero di suspense è sempre presente anzi preminente: c'è l'indagine, c'è l'omicidio, ci sono le sorprese, i colpi di scena ma in più c'è l'elemento irrazionale, quei fatti logicamente poco spiegabili che comunque non incidono in maniera così forte sulla storia. Un elemento che arricchisce la vicenda, le regala un alone di mistero ulteriore senza troppo invadere nelle dinamiche "terrene" del racconto. Certo non nascondo che per uno come me, cinico e razionale, alcune situazioni possono fare un po' storcere il naso, soprattutto quando si parla di thriller. Ma le scelte di uno scrittore non si possono discutere più di tanto, le si accolgono ed eventualmente si criticano costruttivamente. L'intreccio, la trama, la storia sono sviluppate come di consueto molto bene. Vicenda complessa e con tanti personaggi, con tante storie nella storia. Ancora una volta a dimostrato grande fantasia soprattutto nel "costruire" un finale pieno di colpi di scena. Un racconto che coinvolge e si fa leggere con piacere. L'ennesima ottima prova della Bassoli. Se devo però muovere un appunto lo faccio per un punto specifico del finale nel quale, per i miei gusti, si eccede un po' troppo con l'irrazionale e questo l'ho trovato forse eccessivo. Complimenti quindi meritati sperando che al prossimo libro si torni comunque all'antico, senza aggiunte...soprannaturali.


18 gennaio

Finito da poco 95 decimi di Stefano cirri. Le mie impressioni a caldo. Non avevo dubbi che Cirri avrebbe dato una conferma alle mie aspettative. 95 decimi, il suo ultimo romanzo edito da CTL Editore Livorno è veramente un ottimo libro. Una vicenda molto particolare ed originale con personaggi che rimangono impressi a lungo. Marco su tutti, ovviamente, ma non solo lui. Si tratta di un noir, un giallo, un mistery, indicativamente, anche se questo genere di romanzi non sono facilmente etichettabili. Si legge con estrema partecipazione. La storia si dipana poco a poco ed anche se il libro è breve la vicenda e ben "disegnata" e non priva di sorprese. Non ci sono lacune nella narrazione, tutto viene chiarito al momento opportuno. Tutto va al suo posto con logica e verosimiglianza, senza forzature. Unico difetto avrei dedicato dieci pagine in più al finale. Intendiamoci, anche questo è perfettamente in linea col resto del racconto ma mi è sembrato un tantino frettoloso, troppo veloce. Poi i miei gusti avrebbero richiesto un epilogo diverso da questo ma, appunto, sono gusti. Comunque questo particolare non intacca assolutamente la bontà del romanzo che è notevole. Quindi grandi complimenti a Cirri che per me non è stata una sorpresa ma una piacevole conferma.


14 gennaio


Ho appena terminato di leggere, in rapida sequenza, due romanzi o meglio due racconti lunghi. In verità la mia prima intenzione era quella di leggere solo il breve romanzo (90 pag) di Domenica Lupia 𝐂𝐢𝐜𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐢, ma poi, investito da grande nostalgia, sono andato a cercare anche il racconto lungo (84 pag), che è anche l'ultima cosa edita, di Ferdinando Salamino ovvero 𝐆𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐥𝐚𝐫𝐠𝐨. Per Domenica Lupia ho un'adorazione, per il suo stile e per quel che scrive, da quando, quasi casualmente, seguendo il consiglio di una persona che conosce bene i miei gusti "letterari", mi sono imbattuto nel suo secondo romanzo: 𝐋𝐚𝐜𝐫𝐲𝐦𝐚. Per me è stato un innamoramento viscerale, senza limiti. Il mio romanzo ideale. C'era tutto quello che cercavo, tutto quello che vorrei leggere (sempre) in un libro: una storia forte, un pugno nello stomaco, cinico, doloroso, spietato ma a suo modo anche poetico e straziante. Quei libri per i quali non riesci a stare seduto mentre lo leggi perchè ti mettono a disagio ti solleticano ed hai bisogno di muoverti. Scoperta l'esistenza di questo racconto mi si è quindi allargato il sorriso e me lo sono immediatamente procurato. Cicatrici riprende in parte il "discorso" interrotto in Lacryma. C'è Michele che si sta riprendendo a fatica dalla fine della sua vita precedente ma non è per nulla ancora fuori dal tunnel e dall'ossessione per Vik. Ci sono nuovi personaggi ma lo stile e la penna della Lupia ci sono tutti. Un viaggio breve ma intensissimo come solo l'autrice riesce a far fare. Grandi complimenti anche alla "squadra" che lavora con la Lupia (Giada Obelisco, Chiara Fani) per la confezione e la cura di un romanzo senza errori ortografici e "stranezze" sintattiche, grazie anche a questo si legge con facilità senza distrazioni da orrori di scrittura potendo dedicare concentrazione massima alla storia. Mi è presa una grande nostalgia dicevo ed allora come non andare a cercare l'ultima opera di colui che, al pari della Lupia, mi ha fatto battere fortissimo il cuore (forse anche di più) con i suoi romanzi, con la trilogia del kamikaze? Ho letto di conseguenza Gancio largo per riassaporare lo stile scrittorio di Ferdinando Salamino. Un autore che con il suo 𝐊𝐚𝐦𝐢𝐤𝐚𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨𝐩𝐡𝐚𝐧𝐞 mi ha regalato momenti di lettura estasianti per i miei gusti. Due scrittori (insieme a Mattia Bagnato) che rappresentano i miei scrittori ideali. Salamino, Lupia, Bagnato i possessori del mio cuore di lettore. Potrei leggere i loro romanzi in loop senza mai smettere ed avendone in cambio sempre emozioni nuove. Gancio largo rende protagonista Frankie, un personaggio che nel "kamikaze" era secondario ma che qua diventa il fulcro del racconto. Frankie maestro di pugilato e di vita, uomo arguto e generoso. ne ha date e prese tante e ora guarda la vita (e la morte) con disincanto e fierezza. Una storia che non tradisce, in pieno stile Salamino. Breve ma che coinvolge completamente. Anche in questo caso gote rosse, in attesa di un romanzo "vero". Due romanzi che arricchiscono con stile la bibliografia della Lupia e di Salamino, due opere imperdibili, come sono imperdibili i loro romanzi, per quelli che come me cercano nei libri emozioni forti scrittura evocativa realismo e nessuno sconto alla durezza ed al cinismo della vita. Superflui i complimenti.
PS Nota di colore: entrambe i protagonisti dei loro romanzi si chiamano Michele.


29 dicembre
Anche per questo mese di dicembre (come per il mese passato) ho deciso di ascoltare due audiobook dello stesso autore. In questo caso però gli scrittori sono due e precisamente Antonio Paolacci e Paola Ronco. I titoli dei libri ascoltati sono 𝐍𝐮𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐛𝐚𝐫𝐨𝐜𝐜𝐡𝐞 e 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐞𝐫𝐢 . Nuvole barocche è il primo della serie, ed è uscito nelle librerie nel 2019. Tutto come ieri è uscito all'inizio del 2022 ed è l'ultimo della serie (il terzo). Entrambi raccontano le indagini del vicequestore (aggiunto) Paolo Nigra.
Gli autori sono bravissimi nel costruire trame gialle e nel trattare argomenti che investono la quotidianità di ognuno. I temi sociali affrontati sono di strettissima attualità e perfettamente inseriti nella vicenda che viene raccontata. Vastissima la galleria di personaggi creata dalla coppia di scrittori. Oltre alla squadra del vicequestore infatti, già di per se formata da poliziotti alquanto bizzarri, c'è ne sono molti altri, tra fidanzati amici e parenti, che contribuiscono a rendere
divertente
ed avvincente la storia narrata. L'unico appunto, che sopratutto i puristi dei gialli possono muovere, è che tutto questo occuparsi di diritti e di liberta civili va un po' a discapito della trama gialla che ha volte pare perdersi un po' anche se, su questo fronte, non mancano comunque le sorprese ed i colpi di scena. E comunque mi pare chiaro che proprio questo, parlare di temi sociali affincandogli una trama gialla (comunque ben costruita), sia il fine di questi romanzi. A me, i romanzi, sono piaciuti. Ho apprezzato soprattutto la scrittura degli autori, ironica e coinvolgente. Va inoltre sottolineato che nel 2019 Nuvole barocche ha partecipato e vinto il prestigioso premio nebbiagialla per la letteratura noir e poliziesca. Nella versione audio i narratori poi sono semplicemente perfetti, e, per quel che mi riguarda, sono stati fondamentali per farmi apprezzare ancor di più i due libri. In definitiva, secondo me, Tutto come ieri è migliore di Nuvole barocche il che testimonia dei miglioramenti nella scrittura e nell'affiatamento tra gli autori nonché del progredire dei personaggi. Non resta che aspettare il quarto.



16 dicembre

Il breve romanzo di Ivan perilli, È troppo presto per andare a dormire, sfugge ad ogni catalogazione. Anche definirlo romanzo secondo me non è completamente appropriato. È più corretto forse definirlo un racconto lungo. È la storia di un viaggio, quasi impossibile, che ci fa compiere l'autore attraverso l'avventurosa notte che il protagonista della vicenda trascorre per le vie di Londra. È un viaggio alla ricerca di qualcosa o qualcuno. È un viaggio a tappe. Brevi soste, in 100 pub londinesi, nelle quali il protagonista beve birra e incontra personaggi veri, esistiti o esistenti, e personaggi di fantasia. Persino oggetti, concreti o immateriali.
Così possiamo leggere del suo incontro con un venditore di incantesimi o di un dialogo con un più concreto imprenditore edile ma anche di incontri con il vento oppure con le mezze misure per non parlare dei personaggi storici, veri o leggendari. Insomma una notte incredibile dove tutto può accadere. Un racconto visionario dove la fantasia la fa da padrone. Ma non c'è solo il sogno, c'è anche molta concretezza perché man mano che il protagonista incontra cose e persone fa riflessioni ed elabora progetti. Un racconto che invito a leggere per trascorrere qualche ora in compagnia di parole e pensieri che giocano con l'immaginazione e la fantasia, che fanno divertire ed anche riflettere. Senza mai essere banale.


11 dicembre

Non sono solito consigliare libri da leggere. Ritengo la scelta di un romanzo un fatto molto personale, preferisco regalare buoni da spendere in libreria o negli store on line. Cosi da poter scegliere autonomamente come spenderli. Ma sarà l'aria del natale, nel quale vorrei che i libri fossero i regali più gettonati (vana utopia), che trovo più che mai opportuno segnalare un'autrice che in questo 2022 è stata, per me, una autentica sorpresa (la più grande) e che vorrei tanto poteste conoscere anche voi. Il suo primo libro che ho letto è stato 𝐄𝐋𝐄𝐅𝐀𝐍𝐓𝐈 𝐀 𝐂𝐎𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄. L'ho fatto soprattutto per curiosità, perchè spesso mi veniva indicato come lettura consigliata (da Amazon) in base ai miei acquisti (di ebook). Consiglio giustissimo. Un romanzo che è stato, per me, una rivelazione, quasi perfetto. Da li in poi ho letto tutto ciò che ha pubblicato. Ovvero 𝐈𝐋 𝐁𝐎𝐒𝐂𝐎 𝐎𝐁𝐋𝐈𝐐𝐔𝐎 e 𝐋𝐀 𝐍𝐈𝐍𝐍𝐀𝐍𝐀𝐍𝐍𝐀 𝐃𝐄𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐋𝐁𝐄𝐑𝐈. Ogni volta che leggevo un suo romanzo (successivo a elefanti a colazione) temevo una delusione, tanto era grande l'aspettativa. Invece venivo sempre piacevolmente sorpreso dalla sua capacità di migliorarsi e dalla qualità della sua scrittura. L'autrice di cui parlo si chiama Alice Bassoli, anima nera in un viso insospettabile. Consiglio vivamente i suoi libri (genere giallo/thriller ma non solo), a partire da Elefanti a colazione. Ancora due cose. La prima: la Bassoli scrive in self publishing, è spero tanto continui a farlo. Non lasciandosi abbacinare da qualche proposta editoriale. La seconda: a gennaio uscirà un suo nuovo romanzo, 𝐃𝐎𝐕𝐄 𝐍𝐔𝐎𝐓𝐀𝐍𝐎 𝐋𝐄 𝐒𝐈𝐑𝐄𝐍𝐄. Per saperne di più seguite il suo profilo. Non aggiungo altro, ma spero almeno di avervi incuriosito. Seguiranno aggiornamenti.

5 dicembre

Questo mese (o meglio, il mese passato), attraverso gli audiolibri, ho recuperato letture che avrei voluto fare al tempo della loro uscita ma che per svariati motivi sono state accantonate o superate da altri titoli. Questo mese la mia attenzione è stata completamente dedicata allo scrittore Marvin Menini, valente autore genovese, ed a due dei suoi romanzi. Più precisamente a quelli con protagonista Alessandro Pinna, un ex colonnello dei carabinieri che per gravi vicissitudini personali ha deciso di rinunciare alla sua carriera nell'arma, ed è finito a fare l'investigatore privato. Menini ha creato un personaggio interessantissimo, con tante sfumature. Un personaggio tormentato, che vive una esistenza combattuta e momenti di grande prostrazione annientato dai sensi di colpa. Nel suo lavoro però è imbattibile: è scaltro è molto attento. Sa difendersi anche molto bene, talvolta esagerando, anche a causa di una grande rabbia repressa (i malcapitati comunque sono sempre criminali della peggior specie). I due romanzi gialli ascoltati si intitolano: 𝐃𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐭𝐭𝐢 (uscito in cartaceo nel 2020) e 𝐆𝐞𝐧𝐨𝐯𝐚 𝐮𝐜𝐜𝐢𝐝𝐞 (uscito nel 2021), editi dalla f.lli Frilli editori (gli audiolibri sono editi dalla Saga Egmont). Menini ha scritto due romanzi complessi con diverse storie al suo interno (nel primo sono due, nel secondo tre), su diversi piani temporali. Non nascondo che mantenere la "rotta" ascoltandone la lettura non è semplice, va prestata molta attenzione. Se la lettura invece avviene su cartaceo o su ebook è tutto senz'altro più agevole. La descrizione che fa di Genova, poi, delicata, profonda e intima rendono anche la città stessa una protagonista della vicenda raccontata. In definitiva, a mio parere, sono due ottimi noir dove sono raccontate storie personali dei protagonisti ed indagini di polizia molto coinvolgenti che invito senza indugi a leggere. Per quel che riguarda gli audiolibri molto valida la lettura del narratore, Dario Agrillo.


4 dicembre

Anche il mese di novembre va in archivio. Ci avviciniamo velocemente alla fine dell'anno ed ai consuntivi finali. Intanto, come nei mesi precedenti, anche a novembre ho letto cinque libri (più due audiobook). Tutti con delle loro peculiarità, tutti quindi, a loro modo, molto coinvolgenti. Su tutti ci tengo a nominare il romanzo 𝐀𝐧𝐝𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐚 𝐦𝐢𝐞𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐨 di Lilli Luini. Non il consueto thriller, al quale ci aveva abituato, ma un libro di narrativa che tocca temi importanti, fondamentali nella vita di ognuno, e lo fa con le consuete qualità e capacità che più volte ho rimarcato. Ad una incollatura si piazza il thriller,questo si, (anche con sfumature horror) di Daniela E. 𝐋𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐳𝐳𝐚. Un thriller per stomaci forti che non lesina "in incisività" nelle descrizioni degli efferati delitti del serial killer. Indagini serrate e ritmo sostenuto, con una nuova intrigante investigatrice già alla sua seconda indagine. Da leggere. Merita citazione anche l'interessantissimo romanzo di Paolo Navi dal titolo 𝐈𝐥 𝐟𝐮𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐎𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝𝐨. Un libro sorprendente per quanto sia coinvolge. Più di trecento pagine "bevute" in tre giorni (per me sono una media molto elevata) un racconto che non ti lascia, che si fa leggere con grande
interesse.
Una storia divertente
ma per nul
la banale. Complimenti.


11 novembre

Che Lilli Luini ami sorprendere credo sia un dato di fatto. Qualche tempo fa ha rotto il “rassicurante” sodalizio con Maurizio Lanteri, che durava da molti anni e che la aveva portata a firmare in coppia con lui diversi romanzi gialli di tutto rispetto (uno su tutti Iguana club, vincitore del nebbiagialla), per mettersi in proprio e dare alle stampe due romanzi gialli che, per inciso, a me sono piaciuti moltissimo e che consiglio vivamente (Qui i fiori non crescono su tutti).
Ora, proseguendo nella sua carriera “da solista”, ha cambiato decisamente genere con il suo ultimo romanzo dal titolo Andremo a mietere il grano. Un libro di narrativa che è pur sempre un pugno nello stomaco ma dove non ci sono omicidi o indagini di polizia. Un libro che parla di affetti mancati, di rimpianti e di pregiudizi. Una sfida vinta alla grande, l’ennesima, per una autrice che ama mettersi in gioco. Unica nota negativa secondo me è il titolo del romanzo, forse un po’ banale. Non cattura l’occhio. Non rappresenta la ciliegina su una torta (il romanzo stesso) veramente ben fatto. Ecco, superate le eventuali perplessità che può darvi il titolo e scoprirete un romanzo bellissimo: coinvolgente, scritto bene e molto curato.


6 novembre

Nel mese appena trascorso ho aggiunto altri due audiobook alla mia collezione. Due bellissimi libri. Uno uscito recentemente. L'altro, in versione cartacea, uscito un paio di anni fa, ma in versione audio solo ad agosto di quest'anno. E' ormai risaputa la mia propensione a leggere (in ebook) scrittori emergenti, esordienti, auto pubblicati o che scrivono per case editrici piccole o piccolissime. Con gli audiobook però concedo il giusto spazio anche alle case editrici medio grandi ed ai loro scrittori. Sempre e solo, comunque, italiani. Il primo audiobook ascoltato è stato 𝐂𝐞𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬𝐞 di Alessandro Perissinotto e Piero D'ettorre editore mondadori. Un libro che a me è piaciuto molto. Un genere, quello dei legal thriller, che io frequento poco che però in questo caso ho trovato molto scorrevole, molto
divertente
ed avvincente. Vicenda plausibile, scritta molto bene. 𝐃𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐭𝐞 scritto da Francesco Belfiori edito da Laurana editore era un romanzo che io avevo già appuntato quando uscì in cartaceo poi me ne dimenticai ma appena è uscito in audiobook (agosto) sono ritornato sui miei passi e l'ho preso immediatamente. Un racconto scritto benissimo, coinvolgente e che tratta un argomento molto duro. Lo fa attraverso una storia ben sviluppata e per nulla banale. Si fa leggere (o ascoltare) con trasporto e attenzione. Con personaggi ben tratteggiati a cui ci si affeziona, dando come risultato finale un romanzo giallo assolutamente da consigliare.


3 novembre

Anche nel mese di ottobre ho letto, gli ormai consueti, cinque libri. Sono continuati i tentativi di trovare romanzi considerevoli nell'immenso universo degli esordienti e dei poco conosciuti. Ricerca che ovviamente da frutti sporadici ma che trasmette una grande soddisfazione una volta trovato un potenziale nuovo autore con la A maiuscola. Questo mese pongo volentieri in evidenza due libri che meritano grande attenzione. Il primo è I santi d'argento edito da Salani e scritto da Giancarlo Piacci. Piacci esordisce con questo romanzo e lo fa di certo non dalla porta di servizio. Una storia molto coinvolgente scritta bene. Non manca nulla, suspense e ironia si alternano cosi come i momenti introspettivi dove grande protagonista è la città Napoli i suoi vicoli e le sue contraddizioni. Un romanzo che non si può perdere. Il secondo è La giostra dei clown un thriller scritto anch'esso con grande efficacia attraverso una vicenda dalle tinte forti e con personaggi interessanti che mi sono molto
divertito
a leggere. Un romanzo che tiene ben desta l'attenzione del lettore. L'autrice si chiama Daniela il cognome è semplicemente una E puntata. Il romanzo è autopubblicato (la porta di servizio). L'ho apprezzato tanto e questo mese ne leggerò il seguito.


11 ottobre

Ovviamente anche questo mese non potevano mancare gli audiobook. Ormai sono una consuetudine. Dal mese di giugno ascolto un paio di audiolibri al mese. Una esperienza che ho cominciato a fare per curiosità ma che ho considerato molto positiva. Cosi ho proseguito. Questo mese mi sono fatto leggere due romanzi da poco usciti anche nella versione cartacea, ovvero: 𝐃𝐢 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐮𝐜𝐞 di Valeria Corciolani e 𝐎𝐦𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞 di Antonio Boggio. Valeria Corciolani si conferma ancora una volta come una delle scrittrici di punta tra i nostri autori. Dopo Alma e Jules crea un altro per
sonaggio (
Edna Silvera) arguto e divertente che rimane piacevolmente impresso nella memoria del lettore. Questo è il secondo romanzo nel quale è protagonista. Libro curatissimo e godibilissimo. Ulteriore conferma del suo grande talento. Esordio (dalla porta principale) molto positivo anche per Antonio Boggio con questo romanzo che mette in luce tutte le sue qualità di scrittore. Da rimarcare anche le ottime letture dei narratori che hanno reso i romanzi ancora più coinvolgenti.


7 ottobre

Nel mese di settembre sono ancora cinque (come ad agosto) i libri letti. Sono continuati i tentativi di trovare perle nel mare sconfinato degli autori self o degli esordienti. Qualche volta le perle si trovano spesso però ci si imbatte in romanzi che, a mio giudizio, non avevano motivo di essere pubblicati. Per la prima volta nella mia trentennale carriera di lettore ho attribuito una stellina ad un libro e due ad un altro (e nello stesso mese). Sono giudizi opinabili perché molto personali, nulla di oggettivo ovviamente. Parlando di letture positive quelli che più mi hanno colpito sono stati 𝐈𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐦𝐢 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 di Simone Tricomi edito da bookabook e 𝐋'𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐦𝐛𝐫𝐞 di Ignazio Pandolfo editore Leone.


18 settembre

Nel mese di agosto, oltre ai romanzi letti, ho ascoltato anche due audiolibri.
𝐋'𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐞 di Paola Barbato e 𝐀𝐧𝐚𝐭𝐨𝐦𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 di Brunella Schisa.


11 settembre

Pochi i libri letti ad agosto, solo cinque. Due di questi (Noir in abito da sera, Le invisibili) sono raccolte di racconti. Di noir in abito da sera ne ho parlato in un post a parte, de Le invisibili voglio citare il racconto di Marilù Oliva (L'ultimo blues di Salomé) per me veramente eccellente. Nella mia personale classifica di gradimento in definitiva ho posto tutti i romanzi (Del sangue non mi importa, Le distrazioni, Mai stati innocenti) e le raccolte allo stesso livello. Tutti, ai miei occhi, hanno pregi e difetti. Alcuni autori hanno lavorato con alle spalle case editrici grandi altri hanno pubblicato in proprio. Per qualche opera forse le mie aspettative erano eccessive, per molti lo sviluppo o la fine del romanzo non è andato nella direzione da me sperata. Sono state comunque letture molto piacevoli. Mi hanno tenuto compagnia in questo lungo periodo di vacanza.

1 settembre


Qualche considerazione sul libro appena terminato che chiude in bellezza le letture del mese di agosto. Noir in abito da sera è una raccolta di racconti, ben undici, di altrettante scrittrici che hanno per l'occasione scritto delle storie gialle, dei frammenti di vicende noir. La casa editrice che ha pubblicato l'opera è la Damster ed il curatore è Dario Brunetti. Persona di cui ho una gran stima, ancora di più ora, dopo questo suo debutto come "regista" di un'opera
letteraria. Un lavoro di cernita e di scelta dei racconti molto attenta che ha permesso di raggiungere un ottimo risultato finale. Ovviamente grande merito va soprattutto dato alle autrici, che hanno "prestato" i loro racconti. Storie coinvolgenti, che lasciano ampiamente soddisfatto il lettore. Il libro attira sin dalla copertina, che ha una estetica molto accattivante e poi prosegue leggendo i nomi delle autrici che sono state coinvolte. Nomi tra i più importanti e noti tra le scrittrici di gialli e affini. Trebeschi, Maralfa, Vicidomini, Varalli, Musneci sono soltanto alcuni esempi. I racconti sono diversissimi tra loro ma hanno un comune denominatore: le protagoniste delle storie sono donne. Finalmente all'uomo viene assegnato un ruolo subalterno se non addirittura di vittima. Donne determinate, coraggiose, che si ribellano e si vendicano. Da rimarcare anche il fatto che parte del ricavato delle vendite andrà ad una associazione (SOS donna di Bologna) che si occupa di donne maltrattate. In definitiva una raccolta di racconti assolutamente da leggere per un duplice motivo: scoprire, per chi non le conoscesse, autrici molto brave, penne originali che vi coinvolgeranno nelle loro storie, seppur brevi, grazie alla loro scrittura ed alla loro creatività; avere l'occasione di aiutare donne in difficoltà. Non fatevelo scappare.

4 agosto

Mi ero così divertito ad ascoltare l'ultimo libro di Paola Barbato (La cattiva strada) che non ho avuto alcuna esitazione nel decidere di ascoltare anche il suo penultimo romanzo. Titolo: L'ultimo ospite. Pubblicato da Piemme nel 2021. Due anni il 2020 e il 2021 che purtroppo ci hanno trovato in seria difficoltà nel contrastare il virus venuto dall'oriente. Due anni però che non hanno inaridito la creatività dell'autrice. Anzi credo, anche se forse non ho i titoli per affermarlo, che L'ultimo ospite e La cattiva strada si possano considerare tra i migliori romanzi della Barbato. Vero, anche questo l'ho ascoltato in audiobook ma non mi sento per questo meno attendibile nel giudizio rispetto alla lettura tradizionale. L'alto livello di adrenalina, di attesa, di angoscia che il libro trasmette si percepisce chiaramente anche in questa modalità. Risultato ottenuto anche grazie alla splendida narrazione di Valerio Amoruso, veramente eccellente, che riesce a restituire perfettamente il clima di dubbio e di apprensione in cui si muovono i protagonisti. La suspense e le sorprese sono come al solito elargite a piene mani. Il finale, ad un cinico come me, lascia un po' l'amaro in bocca ma è comunque coerente e logico. Della trama non dico nulla è facilmente reperibile e poi rischierebbe di togliere pathos alla lettura. Un solo peccato, ma che, per quanto mi riguarda, inficia tutto. Quando in un thriller ci vanno di mezzo i bambini per me il romanzo diventa immediatamente ingiudicabile (nella migliore delle ipotesi). Pur riconoscendo come già detto la bontà della penna della Barbato. Quella rimane comunque, indiscutibile, oggettiva. Ma quando leggo in un romanzo di fiction di bambini violati è più forte di me quel libro perde immediatamente valore. Ritengo un errore raccontare certe situazioni in un libro, ogni scrittore è giustamente libero di premere i tasti che più ritiene opportuni ma per quanto mi riguarda il libro diventa inclassificabile. Peccato, sono certo che il prossimo sarà di nuovo bellissimo e questa volta senza se e senza ma.


1 agosto

Il mese di luglio va in archivio con cinque libri letti. Tentativi di portarmi ben fuori dalla mia confort zone mi hanno indotto a leggere romanzi che non ho forse apprezzato come avrebbero meritato. Colpa dei miei gusti. Gli autori mi perdoneranno. Invece devo rimarcare la lettura di due libri che mi hanno
divertito
moltissimo, uno è una conferma l'altro una sorpresa. La conferma è Simone Censi con 𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐦𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐢𝐨𝐜𝐜𝐨. Secondo libro della serie 𝐆𝐢𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐨𝐥𝐢𝐝𝐚𝐠𝐨 . La sorpresa: Andrea Corcione con 𝐋𝐚 𝐭𝐞𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 . Devo obbligatoriamente menzionare anche il romanzo 𝐌𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐞 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐢 𝐢𝐥 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐁𝐑 di Alessandro Bertante. Un romanzo, un po' fiction un po' saggio, sulla nascita della formazione terroristica. Ben fatto, scorrevole ed interessante.


25 luglio

Nel mare sconfinato del self publishing ho pescato un'altra Gemma. E’ noto ormai come io sia più attento al mercato degli emergenti e degli autori che si pubblicano in proprio rispetto agli autori che hanno un mercato ed un pubblico consolidato. Questa mia prerogativa mi mette spesso però di fronte a opere dimenticabili e più raramente a ottime storie, raccontate con maestria, che meriterebbero ribalte importanti. Quella che ho pescato questa volta merita senz'altro ed innanzitutto grandissimi complimenti. Un romanzo di narrativa accattivante e divertente. Scritto da Andrea Corcione dal titolo La teoria degli equilibri. Racconta la vita di Pietro Santini e della sua singolare teoria. Pietro è ormai un signore molto avanti con l'età che detesta e ha sempre detestato il mondo intero ma più di tutto detesta le persone alle quali è solito compiere dispetti e raggiri. Un cinico, misantropo e irriverente. Un uomo che ha sempre vissuto senza alcun patema grazie all'aiuto della nonna che si è preso cura di lui fin da giovanissimo. Lo ha viziato e coccolato rendendolo però un uomo arido. Non ha mai lavorato e per scelta non si è mai innamorato né tanto meno sposato. Ma anche gli esseri più abbietti come lui possono, per qualche motivo, rinsavire. Questo è Pietro Santini, il resto della storia vi invito vivamente a scoprirla. La teoria degli equilibri è un romanzo per nulla banale che porta, oltre a sorridere tanto, a fare spesso amare riflessioni. Un libro che va assolutamente letto. Complimenti all'autore e alla sua voglia di osare.


4 luglio

Ascoltare audiolibri. Quando ho deciso di affrontare anche questo modo molto particolare di "leggere" libri ho subito accettato il fatto che, con ogni probabilità, avrei provato molte meno emozioni di una lettura tradizionale. Forse è uno stupido pregiudizio ma lo pensavo, e lo penso tutt'ora, anche se adesso in maniera meno convinta. Volevo comunque provare. Piccolo inciso, generalmente leggo romanzi di autori self o di piccolissime case editrici sperando di scovare tra loro un fuoriclasse della scrittura. Vi assicuro che spesso accade. Magari non un fuoriclasse ma diverse volte mi sono imbattuto in autori talentuosi, con idee originali. Anche per questo difficilmente leggo autori affermati o che scrivono per grosse case editrici. Preferisco sperimentare e percorrere strade poco battute rischiando di...forare che attraversare un corso con asfalto fresco e liscio. Audiobook di emergenti o di autori self è praticamente impossibile trovarne. Si devono per forza "ascoltare" i big. Ho allora cercato qualcosa che stuzzicasse la mia curiosità. Ho deciso di ascoltare l'audiobook dell'ultimo romanzo di Paola Barbato, La cattiva strada. Un'autrice che ho sempre tenuto in grande considerazione anche se, per i motivi scritti precedentemente (la ritengo una scrittrice nota e affermata), di suo ho letto pochi romanzi. Il libro, La cattiva strada, è stato in grado di stravolgere tanti miei convincimenti. Un romanzo che non ti dà un attimo di tregua. Adrenalina e suspense a mille. Anche attraverso la lettura di terzi si riesce a cogliere perfettamente il clima di angoscia, di tensione. Un giallo "on the road" che mi ha colpito dall'inizio alla fine. Un continuo susseguirsi di sorprese, di momenti elettrizzanti. Tensione e attenzione sempre massima, senza cali di intensità. L'autrice non concede pause con un susseguirsi continuo di emozioni. Protagonisti tratteggiati con cura e precisione. Un libro che mi ha conquistato e che nella versione audiobook, secondo me, è ancora più intrigante. Forse anche grazie al narratore, che legge con la giusta enfasi. Complimenti a Paola Barbato un romanzo che consiglio senza remore. Divertimento assicurato.


3 luglio

Consueto riassunto dei libri letti nel mese appena trascorso. A giugno ho portato a termine 5 romanzi. Il più bello in assoluto è stato 𝐋𝐚 𝐧𝐢𝐧𝐧𝐚𝐧𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐛𝐞𝐫𝐢 di Alice Bassoli seguito dal romanzo di Anemone Ledger 𝐋'𝐢𝐧𝐬𝐚𝐧𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐄𝐥𝐢𝐚 𝐕𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞𝐥.

14 giugno

Anemone Ledger continua a sorprendermi. Avevo letto poco tempo fa la sua raccolta di racconti (lei li preferisce definire stralci) dal titolo Il sorpasso dell'irrealtà e mi aveva molto colpito. Soprattutto pensando che quei racconti erano stati scritti quando Anemone era poco più che adolescente. Ora ho letto il romanzo che pubblicò in proprio dopo quella raccolta. Entrambe i libri sono stati recentemente riproposti dalla casa editrice Homo scrivens. Io li ho letti in questa nuova edizione. Della raccolta Il sorpasso dell'irrealtà avevo già parlato. Ora ho finito di leggere L'insana improvvisazione di Elia Vettorel ed anche di questo romanzo dirò qual è la mia opinione. Innanzitutto va detto che rispetto a quello pubblicato 6 anni fa ha subito diverse revisioni, aggiustamenti e ritocchi fino a giungere alla attuale versione targata appunto Homo scrivens. Ma va comunque anche ribadito che l'impianto generale del racconto la storia ed i suoi protagonisti sono i medesimi della versione originale, parliamo di una storia scritta quando l'autrice aveva 16/17 anni. I motivi che hanno generato la vicenda di Elia Vettorel li spiega bene lei al termine del libro ma rimane comunque sorprendente quello che è il risultato finale. Un racconto senz'altro molto originale. All'inizio del romanzo Elia Vettorel è un bambino che sta crescendo in un orfanotrofio gestito da suore. Si sente particolarmente brutto e probabilmente lo è, subisce scherzi e prese in giro dagli altri bambini. Anche le suore lo disprezzano, lo puniscono spesso e spesso lo maltrattato. Cresce in questo clima ostile e matura diverse turbe. Un bel giorno la madre naturale va a riprenderselo e....il resto va scoperto leggendolo. Solo leggendolo si può apprezzare appieno la capacità di descrivere ed emozionare dell'autrice. Questo romanzo horror a me è piaciuto moltissimo. Un romanzo che non annoia mai. Horror ma non splatter, che racconta una vicenda paradossale ma non impossibile un racconto che scorre veloce e che coinvolge. Elia consuma una vita senza mai essere veramente presente a sé stesso, neppure in tenera età, ha manie e smanie distruttive, per se e per gli altri, però per la sua vicenda si prova prima pena che orrore. Un romanzo che va letto per conoscere una scrittrice horror che promette di farci divertire a lungo. Che sa scrivere, che sa sorprendere e che sa dosare anche momenti di amara ironia. Complimenti.


28 maggio

Ho una grande ammirazione per la penna di Carmen Nolasco. Ogni volta che leggo un suo romanzo ne rimango affascinato. Non fa specie l'ultimo da lei scritto e dato alle stampe. Il titolo: La geometria del ragno, la casa editrice: Les flaneurs, casa editrice alla quale è fedele fin dagli inizi della sua avventura letteraria, è questo, per me, è un altro punto a suo favore. Rappresenta un modo di aver rispetto verso chi crede in te ed ha saputo valorizzarti nel tempo, per me questo è un riguardo che va sottolineato. Non aver cercato gloria altrove dove forse avrebbe ottenuto più visibilità ma rimanere fedele a chi ti ha fatto crescere è un fatto da rimarcare. Les flaneurs peraltro è una casa editrice di grande qualità e di larga diffusione per la quale io nutro grande ammirazione, sia per i libri che pubblica sia per gli autori che ha nella sua scuderia, tutti molto talentuosi che vanno necessariamente scoperti. Una casa editrice indipendente alla quale auguro grandi fortune. Tornando al romanzo, devo dire che è veramente una Gemma. Emozionante, profondo, attuale, fa riflettere e sospirare. Della trama come mia consuetudine non ne parlo è facilmente reperibile e poi citare solo la trama sarebbe assolutamente riduttivo rispetto ad un racconto veramente fatto bene che pur non essendo un giallo (ma avvicinandosi molto) lascia col fiato sospeso innumerevoli volte, ti tiene avvinto alla storia fino alla fine senza accorgersi del tempo che passa e delle pagine che consumi. Ritmo sostenuto, scrittura curata sono altri pregi notevoli. Una lettura che mi ha soddisfatto in pieno. Sento già la mancanza dei protagonisti. Anush Mariani, una donna determinata come solo le mamme disperate sanno esserlo, Gregorio Della Torre, Edo, Ayda, Talin, sono alcuni dei personaggi che popolano il romanzo, che mi hanno tenuto compagnia per troppo poco tempo e che mi hanno saputo far emozionare, gioire e rattristare ad ogni pagina. Ancora tanti complimenti all'autrice e spero che presto torni ad allietarci con un nuovo romanzo.


8 maggio

Qualche tempo fa ho letto un romanzo il cui titolo era Kaeru. L'ho trovato originale e divertente. Niente affatto banale. Qualche giorno fa Matteo Kabra Lorenzi, il suo autore, ha consigliato la lettura di un romanzo. Io non me la son lasciato sfuggire, ben sapendo che era abbastanza lontano, come genere, dalle mie abituali letture. Ma ho voluto comunque accettare la sfida. Ora vi racconto le mie impressioni di lettura. Il romanzo si intitolato 𝗪𝗮𝗳𝗲𝗿, 𝗽𝗮𝗿𝗮𝗳𝗮𝗿𝗺𝗮𝗰𝗶 𝗲 𝘀𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗿𝗼𝗰𝗸 & 𝗿𝗼𝗹𝗹 ed è stato scritto da Mattia Gravieri. Un libro molto divertente, leggero, scritto bene, si legge velocemente e con interesse. Un libro che parla di sogni infranti e occasioni mancate, alle quali però c'è (quasi) sempre la possibilità di porvi rimedio. L'importante è mettere da parte l'orgoglio e riconoscere i propri errori e, se esiste uno spiraglio per riprendere la storia interrotta, lottare, per farla diventare una voragine. Il romanzo racconta come quattro attempati (ma neppure tanto. Cinquant'anni o poco più) ragazzi ex componenti di una band giovanile di musica rock si ritrovano grazie ad uno di loro, Luca. All'inizio della storia Luca chiede agli altri (Claudio, Gabriele, Saverio) di tornare a suonare ancora una volta insieme anche solo per rimediare al loro ultimo burrascoso incontro in sala di incisione che ne ha decretato lo scioglimento. Gli eventi che seguiranno li porteranno a riflettere sulle loro vite e su quello che sono diventati. È una favola (rock) e come ogni favola che si rispetti ha un lieto fine. Ma in questo romanzo non è importante l'approdo ma il viaggio. Il racconto che costruisce l'autore è accattivante e si fa leggere volentieri. Il ritmo è incalzante come nelle migliori performance rock e non lascia spazio alla noia. Si sorride e si riflette senza prendersi troppo sul serio. Ma è proprio questo che contraddistingue il racconto: l'essere leggero ma non ovvio. Sono certo di non sbagliare (credo ci abbia pensato anche l'autore) se dico che il brano musicale che fotografa perfettamente questo romanzo è Sogni di rock & roll di Ligabue anch'egli emiliano-romagnolo come la città protagonista del libro, Bologna. Tanti passaggi, così come alcuni personaggi, della canzone li ho "rivisti" nel romanzo. Per inciso io amo molto la musica di Ligabue, soprattutto la sua produzione più vecchia. Sensazioni positive quindi per un libro che merita di essere letto. Grazie a Matteo Lorenzi per l'imbeccata.


3 maggio

I libri letti ad aprile sono stati cinque (sotto media). Su tutti segnalo 𝐊𝐚𝐞𝐫𝐮 di Matteo Kabra Lorenzi, originale e divertente. Come potete notare dalle scarne informazioni non è stato un mese di letture eccelse. Un mese di sperimentazioni....poco riuscite.


25 aprile

Il bacio del necrofilo è l'ultimo romanzo scritto da Sonia Alcione e pubblicato in proprio nel mese di marzo. Il libro è un thriller e racconta di un'indagine che è chiamata a svolgere l'ispettrice Rosati. La Rosati insieme al suo fido collaboratore, l'agente Marri, ed al resto della sua squadra dovrà indagare per cercare di scoprire chi è il colpevole della sottrazione del cadavere di una ragazza che sarebbe stata sottoposta ad autopsia nei giorni seguenti. Dopo un paio di giorni inspiegabilmente il corpo viene riportato indietro. Ci si accorge pero immediatamente che lo stesso ha subito una brutale profanazione. Non è un caso semplice, i sospettati sono tanti e mentre si cerca il vero colpevole queste sottrazioni continuano. Il maniaco è ormai fuori controllo, comincia ad uccidere e l'ispettrice deve far di tutto per interrompere quella sequenza di omicidi. Il romanzo affronta un crimine, la necrofilia, piuttosto lugubre ed angosciante. Il libro fa questa scelta raccontando una vicenda ben costruita e studiata nei dettagli. Le sorprese non mancano e spesso le indagini dovranno iniziare da capo a causa di colpi di scena che rimetteranno tutto in discussione. A parer mio sta qua il difetto maggiore del romanzo. Per me i cambi di direzione sono stati troppi e questo ha comportato anche l'aver mandato fuori strada gli investigatori troppe (ma proprio troppe) volte, accusando inopinatamente le persone sbagliate. Poi una volta scoperto il vero colpevole il lettore si rende conto che quella figura, così come raccontata fino a quel momento, è imconpatibile con un criminale capace di tali nefandezze. Va bene sorprendere il lettore ma forse a mio giudizio, si è un po' ecceduto. Un libro comunque apprezzabile che racconta un'indagine difficile ed un crimine barbaro. Un pugno nello stomaco che forse per essere apprezzato completamente (da me) doveva essere ancora più forte e più preciso.

Nessun commento:

Posta un commento