martedì 4 novembre 2025

GALVESTON

 




Galveston -Nic Pizzolatto -

 Recensione di Miriam Donati


Unico romanzo dell’autore, famoso per la sceneggiatura della prima serie di True Detective, pubblicato nel 2010 e da noi da Mondadori nel 2016 sulla scia del successo della serie televisiva e ripubblicato ora da Minimum Fax ancora nella traduzione di Giuseppe Manuel Brescia.

Per me scoperta ulteriore della bravura dell’autore.

Un noir crepuscolare che somma un protagonista che non si dimentica a un’ambientazione altrettanto memorabile.

Pizzolatto con questo suo romanzo d’esordio sembra richiamarsi sia a Cormack McCarthy con il suo mondo disumano e senza speranza, sia a Burke e a Lansdale per l’ambientazione.

La sua prosa è veloce, febbrile, a tratti malinconica, fosca nelle descrizioni ambientali e nella psicologia del protagonista con dialoghi concreti e incisivi.

Galveston ha le sue piccole incongruenze come l'ingannevole paura del "cancro", ma sono facili da ignorare poiché il lettore è attratto dal criminale imperfetto e dall'atmosfera cupa. Parti della storia sono ambientate nelle ore prima dell'arrivo di un devastante uragano su Galveston nel 2007, rispecchiando il turbolento paesaggio psicologico di Roy Cady.
“Un medico mi fece delle foto ai polmoni. Erano pieni di raffiche di neve. Quando uscii dallo studio tutta la gente seduta nella sala d'attesa sembrava grata di non essere al mio posto. Certe cose gliele leggi in faccia, a una persona.”

Roy Cady è un uomo che vive in prestito, dopo che gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Inoltre, riesce a malapena a fuggire da una trappola orchestrata dal suo capo. Il motivo della fuga è, naturalmente, una donna, ma dopo che le acque si sono calmate, Roy si ritrova responsabile di un'altra donna: una giovane prostituta di nome Rocky e la sua sorellina di tre anni, Tiffany. Il loro viaggio li porterà a Galveston in Texas, ultimo rifugio e scenario di ulteriore brutalità e violenza. 

Roy Cady è un antieroe, un criminale stranamente sensibile, ossessionato dai ricordi di un amore scomparso da tempo, e in una delle scene emotivamente più scomode del libro, lo incontra di nuovo e tutti noi ci contorciamo per lui e le sue considerazioni fuorvianti. Inoltre, non è solo un delinquente comune. Anche se la sua diagnosi terminale apre la strada a un po' di nichilismo, non è spericolato e non si lancia in una follia omicida alimentata dalla vendetta, che sarebbe la norma per questo tipo di libro. Qui, in realtà, è un po' l'opposto.
È un grande libro in termini di struttura e ritmo, e nella lenta ma sicura chiusura di quel cerchio del tempo quando apprendiamo cosa è successo nell’allora per trasformare il duro Roy nel Roy spezzato del presente. È anche un forte studio del personaggio, di un uomo che diverge dalle convenzioni di genere per fornire al lettore alcuni colpi di scena davvero sorprendenti e scene con un impatto emotivo inaspettato.

Roy è una sorta di filosofo delle lattine di birra usate che dispone come un esercito di soldati sul suo tavolino da caffè mentre riflette sulla natura del tempo e della morte simile alla creazione successiva di Pizzolatto: quel Rustin Cohle di True Detective.

La narrazione però si discosta completamente da quella della serie; ma se si pensa alle ultime parole affidate a Rustin Cohle, che sosteneva esistesse solo una storia, quella della luce contro l'oscurità, si comprende come quelle parole possano valere anche per Galveston:

“Non è possibile sopravvivere a certe esperienze e comunque dopo, anche se non si è morti, non si può nemmeno dire di vivere davvero. Tutto quello che è successo nel maggio del 1987 non si può cancellare, solo che adesso sono passati vent'anni, e tutto quello che è successo è soltanto una storia.”

Galveston alterna malvagità e meditazione; Roy, quando non è alle prese con la propria sopravvivenza contempla quello che è diventato e quello che poteva essere, la sua voglia di fermarsi e l’obbligo di fuggire, gestire per una volta il proprio tempo e la vita che invece gli sta sfuggendo. Pizzolatto avvicenda con grande capacità tecnica le scene di azione alle descrizioni del paesaggio, di questa America emarginata, fatta di paludi e bayou, motel scalcagnati, litorali desolati e desolanti, distributori abbandonati, piattaforme petrolifere, bar malfamati, vite miserabili senza prospettive o vie di fuga, condannate fin dall’infanzia. Vite come quella di Roy fatta di affidi e di lavori forzati nei campi di cotone o quella di Rocky abituata alle violenze in famiglia da ragazzina. Il viaggio di ritorno che fa Roy con Rocky è una fuga dal passato e dalla vita presente, è una discesa infinita nell’abisso della povertà, della tragedia e del male contro i quali non c’è rimedio. Non c’è salvezza a meno di salvare invece che se stessi, salvare gli altri.

“Un cartello verde diceva che Orange era a dodici chilometri. "Va bene", annuii. "Come vuoi." Giunse le mani sulla borsa e sospirò. Sembrava che tutto quel mondo ondulato di vite kudzu e alberi ossuti e acqua nera significasse qualcosa per lei, così come significava qualcosa per me, e guardava fuori dal finestrino con uno sguardo fisso e rassegnato. Per entrambi quel panorama aveva una gravità che ci trascinava indietro nel tempo, rendendoci come posseduti dalle persone che eravamo stati.”  

La relazione di Roy con Rocky e Tiffany mostra quanto sia un personaggio ricco di sfumature, con sentimenti contrastanti nei confronti di Rocky e l'amore per sua sorella Tiffany. Roy ritiene di non avere diritto a una seconda possibilità, mentre Rocky potrebbe aspirare a una vita migliore insieme alla sorella e Roy avverte il bisogno di proteggerle.

La trama si snoda su due piani temporali diversi, distanziati di vent’anni, tra il 1987 e il 2008, piena non solo di macerie umane ma anche naturali: dopo l’uragano Katrina che sommerse le parti più misere e popolari della Louisiana, l’uragano Ike percorre le coste atlantiche del Texas nel 2008 e, come sempre, il prezzo più alto lo pagano i più poveri.

Il finale è nerissimo anche se le ultime parole del libro sono luminose.

L'immagine è vecchia, piegata e sbiadita. Mostra l'oceano, una spiaggia. Tre persone si stagliano tra le onde. L'uomo è alto, largo e abbronzato, e le ragazze sono bionde, flessuose, i loro dettagli si perdono nella luce bianca del Golfo.”


genere: giallo

anno di pubblicazione: 2025

 

 


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