domenica 5 ottobre 2025

ONESTO





Onesto - Francesco Vidotto - 

recensione a cura di Rossella Lombardi


La lettura di questa storia, che ha come coprotagonista la montagna, è stata una meravigliosa esperienza. Mi ha sollecitato tutti i sensi : mi è sembrato di sentire l’odore  di umido  degli abiti di panno pesante dei personaggi e quello dei fiori di montagna, di accarezzare le loro ruvide mani ,di sentire  i passi pesanti camminare sui sassi con scarpe grosse e rigide, di ascoltare  la voce del vento  ululare fra gli alberi, di godere del profumo  dei mandarini sbucciati, unico regalo di Natale per i  bambini, di percepire l’odore di sudore e della fatica nell’arrampicarsi sulle vette e nel tagliare  i tronchi con l’ accetta , di entrare nel silenzio che esiste  solo  in cima ai monti…..E’ una dolcissima e cruda  storia di montagna, ambientata  a Tai di Cadore tra la prima e la seconda guerra mondiale.

La scrittura è semplice, con periodi brevi ma incisivi, con aggettivi mirati, arriva a scavare solchi nell’anima del lettore. Lo stile è delicato ed intenso, come una poesia.  I personaggi sembrano vivere storie semplici, accettando il loro destino senza porsi domande, invece silenziosamente arrivano a risposte e a decisioni  sorprendenti, regalandoci vicende straordinarie.

E’ la storia di una giovane donna vedova di guerra, madre di due gemelli: Onesto e Santo (la scelta dei nomi propri da parte dell’autore è esplicativa). I due bambini ( uno dei quali sarà vittima di un rapimento, per fortuna risolto in maniera positiva ,  anche se dopo sette anni) crescono in simbiosi aiutandosi, sostenendosi ed amandosi incondizionatamente per tutta la vita. A otto anni fanno amicizia con  Celeste, della quale si innamoreranno entrambi. Questo amore , invece di suscitare  rivalità ed invidia, porta i due fratelli a rinsaldare il loro legame e a far sperimentare ad uno dei due il sacrificio della rinuncia,  dell’ abnegazione.  Molti anni dopo il narratore, Francesco, recatosi fra quelle montagne, incontra un vecchio montanaro Guido Contin detto Cognac che vive da solo, con la sua gatta di nome Moglie. Egli consegna a Francesco delle lettere scritte da Onesto molti anni prima, destinate alle montagne, nelle quali racconta la sua storia, intrecciata a quella degli altri personaggi.

Tra le righe di quelle lettere, scritte stentatamente a mano, emergono rapimenti, segreti, violenze (anche sessuali), dolori, brutalità, morti …ma soprattutto emerge la storia d’amore verso Celeste; un amore profondo, che sfida il tempo e le avversità. “ Le mie montagne sei tu “,  “ L’amore  non si può possedere, si può solo dare “. Inoltre emergono chiaramente anche l’amore materno, quello fraterno, quello verso le montagne e verso la giustizia.

Ci viene descritto un mondo fatto di silenzi dove a parlare sono gli sguardi, i gesti …”risento il profumo dei mazzolini di lavanda essiccata e legata con uno spago che la mamma metteva nella nostra camera : era il suo modo di volerci bene. La vita l’aveva abituata ad amare con le azioni piuttosto che con le parole “, “…Gli sguardi spesso sono parole “

Il finale è a sorpresa  ed io posso concludere  che  dopo questa lettura  tante sono le riflessioni, fra queste mi sono fatta sollecitare da questa frase  : “ …Non importa quanto difficile è la vita e quanto è alta la montagna : basta che impari a fidarti “

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2025

 

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