Mimica - Sebastian Fitzek -
recensione a cura di Stefania Calà
Succede (talvolta, e forse non solo a me) che quando un
libro è molto pubblicizzato, recensito, quando insomma tutti ne parlano, anche
io mi senta in dovere di leggerlo, un po' per curiosità e un po' per stare sul
pezzo, per non essere tagliata fuori dai commenti degli altri.
È questo il caso.
Hannah, nota esperta tedesca di mimica facciale, viene
rapita da uno psicopatico chiamato "il Chirurgo", sospettato di
essere un pericoloso serial killer. Hannah, però, soffre di amnesia e non
ricorda cosa le sia successo prima del rapimento. È il Chirurgo che le mostra
un video nel quale la stessa donna confessa di avere sterminato la propria
famiglia. Messa davanti a questa cruda verità, Hannah farà ricorso alle sue
competenze professionali, che pian piano riaffiorano dell'oblio, per cercare di
sfuggire al criminale di cui è prigioniera e fare luce sul mistero che la
riguarda, convinta com'è che non sia stata lei a uccidere marito e figli.
Durante la lettura ho attraversato 3 fasi: la prima di
entusiasmo e curiosità per come si presenta la storia, la seconda di
rilassamento (convinta di aver capito chi fosse il vero assassino), la terza di
"effetto wow". Il finale, infatti, è spiazzante.
Nel complesso è un buon thriller psicologico, ben
architettato, la cui vera forza sono i capitoli brevissimi che si chiudono con
un gancio che rimanda al capitolo successivo. Libro letto, infatti, nel giro di
3 sere. La scrittura è scorrevole e piacevole, non ci sono particolari
ridondanze, i personaggi risultano piuttosto credibili, sebbene non
caratterizzati fino in fondo.
Bella la copertina traslucida.
Il mio giudizio finale è sicuramente positivo, anche se - in
questo specifico genere - ho letto di meglio.
Voto 7,5/10
CIT. "Come spesso accade, è la dose che fa il veleno."
genere: thriller
anno di pubblicazione: 2025

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