martedì 14 ottobre 2025

LA TERZA (E ULTIMA) VITA DI AIACE PARDON

 






La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon - Alessandra Selmi -

recensione a cura di Elisa Caccavale


La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon, romanzo d’esordio di Alessandra Selmi pubblicato da Baldini & Castoldi nel 2015 (237 pagine), è una lettura piacevole e scorrevole che mescola il mistero a una riflessione sociale sul margine e sull’invisibilità delle vite comuni. La storia ruota attorno a Aiace Pardon, un senzatetto milanese che vive nei pressi della stazione Centrale e che un giorno comincia a ricevere misteriose donazioni di denaro, sempre più consistenti, fino a scomparire improvvisamente lasciando dietro di sé una scia di interrogativi. L’indagine sulla sua sparizione conduce il lettore nei meandri di una città spenta e malinconica, popolata da personaggi fragili e realistici, rivelando un intreccio umano più che poliziesco. Indagano sulla sparizione un’altra senzatetto, amica di Aiace, che si rivela essere donna colta e misteriosa, e il poliziotto Alex Lotoro: una coppia stramba che, però, con il tempo si lega proprio come fanno i poli opposti di una calamita.

La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon è un romanzo piacevole e scorrevole, che sa mescolare l’indagine poliziesca con elementi sociali, umani e drammatici. La vicenda ha un suo potenziale d’attrazione: l’idea dell’uomo “invisibile” che, attraverso piccoli gesti anonimi, richiama l’attenzione e poi sparisce, è stimolante e offre spazio ad interrogativi morali. Selmi non rinuncia a mostrare le pieghe dure della realtà — l’indifferenza urbana, il degrado, le fragilità personali — e costruisce un’atmosfera di tensione sommessa che regge il ritmo narrativo.

Tuttavia, per chi conosce l’autrice attraverso i suoi romanzi successivi, in particolar modo il bellissimo (a parere di chi scrive) “Al di qua del fiume” non può non notare la differenza stilistica e di spessore tra questo romanzo e altri della Selmi. Nel confronto con Al di qua del fiume, che mostra una voce più compiuta, Aiace Pardon appare più ingenuo e meno ambizioso. Manca quella “lucentezza” stilistica che caratterizza le migliori pagine di Selmi nei romanzi successivi: lì la costruzione dell’ambientazione storica e la gestione dei personaggi avvolgenti e stratificati emergono con maggior forza, mentre in questo romanzo d’esordio la tecnica sembra ancora alla ricerca del proprio spazio.

La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon è un esordio che si lascia leggere con piacere, che offre temi autentici e una trama con un lieve mistero da svelare. Non è però un’opera che sorprende dal punto di vista formale: lo stile è discreto, senza slanci memorabili, e non sempre all’altezza di quello che l’autrice raggiungerà in seguito. Per chi ama seguire l’evoluzione di uno scrittore, questo romanzo ha interesse come tappa iniziale, ma non sostituisce, né trascende, le sue opere migliori. Il romanzo resta comunque un esordio dignitoso, con un’idea narrativa originale e un tono umano che accompagna il lettore fino alla fine, ma è evidente che l’Alessandra Selmi più intensa e compiuta arriverà solo in seguito, quando lo stile si farà più sicuro, più profondo e capace di restituire quella densità emotiva che in questo primo romanzo resta solo accennata.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2015

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