mercoledì 15 ottobre 2025

CHIAMATA PER IL MORTO

 




Chiamata per il morto - John Le Carré –

recensione a cura di Stefania Calà

 

Pubblicato nel 1961, "Chiamata per il morto" è il romanzo d'esordio del giallista (con un breve trascorso nei Servizi segreti inglesi) John Le Carré e anche il debutto dell'agente segreto George Smiley. 

A questo primo lavoro ne seguiranno molti altri, sempre con lo stesso protagonista. Nel 1967 Sidney Lumet ne realizza un film per il grande schermo (esattamente 10 anni dopo il celebre e bellissimo "La parola ai giurati").

In questo primo capitolo della serie, Smiley si trova a indagare sul caso del suicidio di Samuel Fennan, un alto funzionario del Foreign Office, l'ufficio affari esteri del Commonwealth. Fennan pare si sia suicidato proprio dopo un colloquio con Smiley. Quest'ultimo, incredulo e preoccupato, si reca a casa del defunto e, accidentalmente, risponde alla telefonata del centralino al quale Fennan aveva chiesto la sveglia per il giorno dopo. A partire da questa evidente stranezza, l'agente segreto si convince del fatto che nessuno chiederebbe la sveglia per il giorno successivo se ha in animo di togliersi la vita. Questo è l'incipit.

Mi sono approcciata alla lettura di questo libro, appartenente al genere "romanzo dello spionaggio" o "spy story", in punta di piedi e con grande curiosità. A lettura ultimata (ma anche durante) ho provato un pizzico di delusione e ho riflettuto sul fatto che tutto deve essere contestualizzato. Mi riferisco allo stile narrativo, che mi ha ricordato quello di Raymond Chandler (che non mi aveva convinta del tutto). Ma anche qui, come nel caso de "Il grande sonno", ho cercato di immaginare cosa significasse scrivere in quegli anni, ho cercato di capire il linguaggio, di entrare in quel mood, di seguire i ragionamenti e i voli pindarici e, spesso, il fatto di narrare dando per scontati personaggi e circostanze. In poche parole, a volte mi sono sentita confusa e disorientata. E ho capito, una volta per tutte, che la letteratura segue il suo tempo (e, perché no?, le sue mode). 

Evidentemente non è una moda che fa per me.

Ciò che mi ha più convinta, invece, è stato il protagonista, un agente segreto grasso e goffo, l'antitesi del modello James Bond che spopolava proprio in quegli anni.

Aggiungo anche che l'edizione Oscar Mondadori è talmente curata che, alla fine, ho apprezzato (a ritroso) la storia. Infatti, a chiusura del libro, vi è tutta una parte dedicata alle trame degli altri romanzi della serie, nonchè approfondimenti sulla Guerra fredda, sui Servizi segreti britannici etc... Insomma, la parte più bella e interessante dell'opera.

Voto, mio malgrado, 6/10

CIT. "Io sono l'ebrea errante, la terra di nessuno, il campo di battaglia per i vostri soldatini di piombo."


genere: thriller

anno di pubblicazione: 2019

 


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