La curva dell'oblio - Gian A. Cerone -
recensione a cura di Connie Bandini
Gian Andrea Cerone firma il
quarto capitolo della serie dedicata all’UACV, l’Unità di Analisi del Crimine
Violento della questura di Milano e cattura il lettore fin dalle prime righe,
con un incipit di grande impatto e inquietante. In una mansarda di Lambrate
viene ritrovato il cadavere di un uomo dissanguato, il corpo circondato da
sacche colme del suo stesso sangue e coperto da una maschera da medico della
peste. Una firma inquietante e macabra, suggellata dalla fotografia in bianco e
nero di una rara rosa, che annuncia l’inizio di un piano di vendetta.
Il commissario Mario Mandelli e l’ispettore Antonio
Casalegno si rendono conto di trovarsi davanti a un assassino feroce e
metodico, deciso a lasciare un messaggio.
Non si tratta,
però, dell’unico caso di cui occuparsi. Infatti, mentre la giovane e
determinata Caterina Dei Cas – incinta al settimo mese e compagna di Casalegno
– sostituisce Mandelli alla guida delle indagini, il commissario e l’ispettore vengono
richiamati dai superiori a occuparsi di un cold case in Val di Fassa. Un
senatore pretende la riapertura del fascicolo sulla morte del figlio, avvenuta
dieci anni prima e archiviata come accidentale, durante un periodo in cui la
valle era stata sconvolta da delitti rituali.
Il valore aggiunto del romanzo sta proprio in questa
doppia indagine, che corre su due binari solo in apparenza distanti: la Milano
urbana, crepuscolare e soffocata dall’inverno, e la Val di Fassa, sospesa tra
bellezza alpina e memorie oscure. I due filoni narrativi si intrecciano
progressivamente fino a un epilogo capace di sorprendere e far riflettere,
ponendo il lettore di fronte a temi universali come la colpa, la giustizia e la
memoria.
Cerone non solo costruisce un giallo avvincente, ma
cesella anche ritratti umani di grande realismo. Mandelli, figura ormai
consolidata, non è un eroe senza macchia: è un uomo che dubita, che invecchia,
che porta sulle spalle nostalgie e ferite mai del tutto rimarginate. Attorno a
lui si muove una squadra viva e credibile, fatta di poliziotti con difetti,
fragilità e ironia, che i lettori ritrovano libro dopo libro e a cui pian piano
si affezionano.
La scrittura è elegante, incisiva, capace di
bilanciare ritmo serrato e momenti di introspezione. I dialoghi risultano
autentici e credibili, mentre le ambientazioni – Milano e le Dolomiti – non sono
uno sfondo ma risuonano con i sentimenti dei personaggi: la città come specchio
della tensione investigativa, la montagna come teatro di memorie sommerse e
nostalgie profonde.
Se rispetto ai volumi precedenti la trama appare meno
intricata, la quarta storia di Cerone
eccelle in spessore simbolico e riflessivo, trasformandosi in un noir che scava
nell’animo umano oltre che nelle paludi del crimine.
genere: noir
anno di pubblicazione: 2025

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