mercoledì 24 settembre 2025

TORNARE A CASA

 



Tornare a casa - Tom Lamont -

recensione a cura di Rossella Lombardi


Questo è il libro di esordio del giornalista Tom Lamont. All’ inizio la sua scrittura mi è sembrata un po’ frammentaria, telegrafica e poco empatica, quasi cinematografica, forse perché molto ricca di dialoghi. Poi però si è evidenziato un crescendo di descrizioni,  di rivelazioni e  di indagini psicologiche che hanno reso la scrittura decisamente più interessante. Il racconto è semplice, lineare e la scrittura è delicata ed ironica.

Al centro della storia c’è il giovane Teo che, una volta al mese, ritorna nel suo quartiere ebraico  di Enfield a Londra per stare un po’ con il vecchio e malato genitore, Vic, dopo essersi allontanato anni prima  con la scusa della ricerca del lavoro.  Durante una di quelle visite, ad una festa, rivede il suo migliore amico di un tempo: Ben  e Lia, il suo antico amore, mai da lei ricambiato.  La ragazza gli chiede il favore di badare per un po’ al suo figlioletto di tre anni : Joel, con la segreta ed inspiegabile intenzione di togliersi la vita. Successivamente alla tragedia, gli assistenti sociali nominano Teo tutore del bambino, almeno finchè non ne venga rintracciato il padre. Teo, senza un  grande entusiasmo, accetta ma coinvolge in questa esperienza anche Ben, Vic e la giovane rabbina del quartiere: Sybil. Questi personaggi, così diversi fra loro e con motivazioni differenti, formano un nucleo non convenzionale, non sempre armonico ma affettivamente carico. Essi scardinano il tradizionale concetto di famiglia, che non si può solo fondare su legami di sangue, ma bensì sulla volontà di prendersi cura gli uni degli altri.

Un altro tema importante trattato in questo libro è quello della “ paternità” (finalmente ! Dopo tanta maternità indagata nella letteratura contemporanea ). Ciascun personaggio maschile vive la paternità a modo suo, come è capace, ma in ciascuno c’è la volontà di costruire insieme  una casa, un rifugio sicuro ; “ casa” è dove ci aspetta un padre per aiutarci a crescere.

Il lettore segue la crescita  di Joel ma, passo dopo passo, anche quella dei due giovani che diventano adulti  quando decidono di assumersi  delle responsabilità.

Interessante e toccante è la descrizione dell’ amicizia  fra Teo e Ben, fatta di scontri, rivelazioni, incomprensioni ma anche di supporto, vicinanza e collaborazione…come deve essere una vera relazione amicale.

Ho apprezzato molto  la decisione dell’ autore di presentarci, con molta umanità, tutti i personaggi con le loro fragilità, insicurezze e con il loro bagaglio di errori. Non c’è un personaggio positivo in cui identificarsi. Tutti sono alla ricerca di qualcosa: Teo desidererebbe mantenere la sua libertà, mentre fa il padre; Ben vorrebbe  trovare il coraggio  di diventare adulto ; Sybil vorrebbe  essere capace di  chiamare le passioni con il loro nome e Vic  vorrebbe trovare, prima di morire,  le sue radici, la propria identità e vorrebbe ricordare il padre che è stato .

Questo per me  è un bel  libro anche perchè interroga ciascuno di noi e, scavando nel profondo, ci fa riflettere sui  figli che siamo stati, sul rapporto col proprio padre, sulla famiglia  in cui siamo cresciuti e su quella che abbiamo costruito. E, non meno importante, ci fa pensare alle amicizie che abbiamo  costruito e a quelle che continuiamo a mantenere.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2025


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