lunedì 26 maggio 2025

CIRCE

 




Circe - Madeline Miller -

recensione a cura di Patrizia Zara



Fin dalle prime pagine, una sensazione indefinibile e sgradevole mi ha assalito, come se stessi assistendo a un'opera di demolizione forzata e ricostruzione posticcia. Le parole sembrano esercitare una pressione fastidiosa, un'intrusione indebita nei cardini intoccabili di un mito che dovrebbe restare tale: puro, enigmatico, grandioso.

E più avanzavo nella lettura, più questa sensazione cresceva, lasciando spazio a un'esclamazione inevitabile: **"Ma che grande americanata!"** 
Il fascino ammaliante di Circe ridotto a una poltiglia insipida: una ragazzetta complessata e vendicativa, schiacciata da cliché abusati. Il padre assente, la madre egocentrica, le sorelle gelose e pettegole, gli zii corrotti dal lusso e dai vizi… sembra la sceneggiatura di un dramma familiare da quattro soldi. Quando poi la "maga" si trasforma in madre single alle prese con un figlio ribelle in crisi d’identità, il quadro si fa ancora più prevedibile. 
Se togliamo dèi, titani, mostri e la magia che dovrebbe pervadere la storia, ciò che resta è un romanzo mediocre e ripetitivo, una rilettura della mitologia annacquata dall'ossessione moderna per l'introspezione forzata.

Circe non è più la maga temuta e rispettata, ma un'insicura vittima di se stessa, impacciata e sola, trascinata nel vortice dell’autocommiserazione e del lamento continuo. Insomma, un mito sacrificato sull'altare della banalizzazione psicologica. 

Alla fine, l'unico vero motivo per leggere questo libro?  Aver accanto l'Odissea, per ricordarsi cosa sia davvero la grandezza epica e perché certe storie dovrebbero rimanere nel loro splendore originario, senza sovrastrutture inutili. 

genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2021

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