Ovunque sarai - Olga Watkins -
recensione a cura di Patrizia Zara
"Tutti noi siamo soli nella nostra sofferenza. Nessuno può comprendere del
tutto il dolore di un'altra persona".
Il 27 gennaio si celebra "La giornata della memoria".
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27
gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È
stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria.
Ma cos'è la memoria?
La memoria permette di riprodurre nella mente l'esperienza passata ripescando
immagini, sensazioni o nozioni, di riconoscerla come tale e localizzarla nello
spazio e nel tempo. In poche parole rievocando la memoria si prende coscienza
del vissuto.
Sicché, la coscienza altro non è che consapevolezza di esperienze diverse,
cognizione di avere un'identità personale in un contesto sociale.
La memoria, quindi, ci permette di rievocare il passato, di riviverlo, di
sentirlo.
Sentire il passato significa che ciascuno di noi può riconoscere le esperienze
dell'altro come proprie e inserirle nella coscienza non solo soggettiva ma
anche in una coscienza universale che altro non è che la missione della
ricorrenza di ogni 27 gennaio.
Questo, in sostanza, è per me il significato e lo scopo de "Il giorno
della memoria": entrare in empatia emotiva, mettersi in contatto con chi
le esperienze li ha vissuto sulla pelle, patirle, nel ricordarle, insieme.
Valore indiscutibile acquisiscono tutte le testimonianze che devono essere la
nostra memoria e tale memoria deve essere tramandata di generazione in
generazione al fine di non dimenticare.
Non è un compito di facile fattibilità: è "facile aderire al Giorno, ma
difficile entrare nella Memoria". Ci vuole tanta, tanta umanità: sentito
amore per il prossimo, un'anima altruista e generosa altrimenti tutto diventa
slogan...
"Ovunque sarai" è un romanzo autobiografico, narrato in prima persona
e con una scrittura semplice. Un narrato dal forte impatto emotivo perché
trattasi di una storia vera. La protagonista è una donna come noi che si trova
ad affrontare qualcosa più grande di lei, a essere, suo malgrado, testimone di
qualcosa di orrendamente inspiegabile.
Le scene vengono narrate con fluidità tanto da riuscire a catturare il lettore
e farlo sentire parte integrante della storia.
Inizialmente sembra una storia d'amore fiabesca, un love story contrastata, ma
in seguito lo sfondo in cui si svolge diventa sempre più nero e lo scenario è
inserito in uno dei periodi più bui che l'umanità ricordi.
Non ci sono incantesimi, magie, stregonerie né mostri alieni ma la mano
dell'uomo che con crudeltà raggiunge ferocia e spietatezza inesprimibili e
inspiegabili contro i suoi simili.
Una fiaba nera che viaggia tra la fine del 1943 e il giugno 1945.
Olga Watkins non è stata una scrittrice, non ho trovato altri scritti
all'infuori di questo romanzo.
Olga Watkins è diventata scrittrice perché la sorte, il destino o il fato ha
voluto che lei vivesse una, tanto incosciente quanto coraggiosa, storia d'amore
nell'Europa nazista, in un periodo di indicibile orrore e crudeltà.
È stata convinta da un amico di famiglia a scrivere le memorie della sua
odissea e
con l'aiuto del giornalista James Gillespie il libro è stato pubblicato nel
2012.
Gli appunti sono diventati una testimonianza depositata e conservata
all'Imperial war Museum di Londra.
Consiglio vivamente la lettura
genere: biografia
anno di pubblicazione: 2017
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