martedì 17 dicembre 2024

L'ODORE FREDDO DEL MARE

 




L'odore freddo del mare - Elizabeth O’Connor -

recensione a cura di Elisa Caccavale


"L'odore freddo del mare", di Elizabeth O’Connor, edito da Garzanti nel 2024 è un romanzo che si presenta con un titolo promettente e suggestivo, capace di evocare immagini poetiche e sensazioni sinestesiche. Tuttavia, al di là di questa prima impressione, il contenuto si rivela meno incisivo e coinvolgente di quanto ci si potrebbe aspettare.

La vicenda è ambientata in Galles negli anni Trenta. Manod vive su una piccola isola battuta dal vento e circondata dal mare, un luogo che rappresenta insieme una prigione e una casa. Per lei, come per tutte le donne del posto, non esiste la possibilità di fuggire: cercare fortuna e una vita diversa sul continente è un privilegio riservato agli uomini. Il mondo di Manod è fatto di leggende e tradizioni che riempiono le giornate e alimentano i sogni di qualcosa di più. La sua routine viene stravolta dall'arrivo di due studiosi, attratti dall'anima selvaggia e arcaica dell'isola, che intendono scoprirne i misteri e decifrarne i sussurri oltre il vento che ne sferza le coste. Attraverso i loro racconti di libri, di mode e di realtà lontane, Manod intravede per la prima volta un assaggio della libertà che ha sempre desiderato, una realtà diversa fatta di scelte e nuove possibilità. Tra il richiamo ribelle di un destino da creare lontano dall'isola e la forza delle radici che la legano alla famiglia e alle sue tradizioni, Manod si ritrova divisa tra due mondi, tra il desiderio e la paura di partire e sfidare le convenzioni e l’angoscia e la sicurezza di restare dove si è sempre stati.

Sono partita con grandi aspettative su questo romanzo: definito da The Observer uno dei dieci migliori libri dell’anno, un esordio che ha scatenato aste tra le case editrici, uno stile definito “struggente e salvifico” in cui è facile perdersi … potete immaginare l’attitudine e l’attesa con cui mi sono avvicinata a questo libro. Eppure sono rimasta in buona parte delusa. Non ho trovato quasi nulla di quanto promesso, soprattutto in termini di emozioni.

La trama, pur avendo spunti interessanti, fatica a svilupparsi in modo avvincente e a mantenere vivo l'interesse del lettore. I personaggi appaiono poco approfonditi, freddi, non tridimensionali (posso dire che sono stanca dello Show don’t tell portato alle sue estreme conseguenze? Bene: l’ho detto. Sono stanca) e, di conseguenza, le loro vicende non riescono a suscitare quella connessione emotiva che avrebbe potuto rendere il romanzo più coinvolgente. Mancano i colpi di scena o le riflessioni che diano al lettore qualcosa di significativo su cui soffermarsi.

Anche lo stile dell'autrice (per me incomprensibilmente definito “evocativo” dal The Guardian, a meno che per “evocativo” non si intenda che non ti dice nulla e il lettore deve fare tutto da solo) sebbene scorrevole e lineare, mi è sembrato piuttosto piatto, privo di quelle variazioni di ritmo o di linguaggio che potrebbero dare maggiore carattere alla narrazione. Questa freddezza stilistica finisce per appiattire ulteriormente una storia già carente di spessore. Anche il personaggio di Manon è algido come la narrazione della O’Connor: si concede senza amare, si illude senza soffrire, nulla in lei lascia percepire un alito di vita o un fremito di emozione. Probabile sia una scelta volontaria, personaggio scabro e brullo come la sua isola, ma da lettrice non ho apprezzato questa mancanza di empatia della protagonista.

In definitiva, L'odore freddo del mare è un romanzo che non riesce a mantenere le promesse del suo titolo, unico elemento davvero evocativo del testo, anche grazie all’uso della sinestesia. Nonostante qualche suggestione e un'atmosfera appena accennata, il libro risulta complessivamente poco incisivo, sia per contenuti che per stile. Una lettura purtroppo priva di quel mordente che avrebbe dovuto renderla indimenticabile.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024

 


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