Il
calore del sangue – Irene Nemirovski -
recensione a cura di Lilli Luini
Un romanzo sorprendente. 155 pagine dense di
un’atmosfera torbida in cui sembra sempre sfuggire qualcosa. A raccontare una
storia che comprende e scavalla due generazioni è Sylvestre, detto anche
Silvio, un parente dei protagonisti, ex proprietario terriero che ha speso
tutto il suo patrimonio in una vita avventurosa. Ha viaggiato per il mondo e
ora vive una vecchiaia solitaria nel paese in cui è nato e dove gli altri suoi
parenti vivono in una tranquilla agiatezza campagnola.
Siamo nel periodo tra le due guerre e l’inizio
della storia è un matrimonio. Colette sposa Jean e il suo desiderio è avere un
matrimonio felice come quello dei suoi genitori, che sono ancora
innamoratissimi. Ma è davvero così? Davvero hanno avuto una vita tanto
appagante?
Il dubbio non si insinua subito, ma a mano a mano
che scorrono le pagine e che la voce impietosa dell’autrice, attraverso
Sylvestre, non fa conti a nessuno. La prima parte scorre lenta, come la
quotidianità della campagna. Tutti sembrano sereni e felici, persino una morte
inattesa viene presto inghiottita dall’oblio: Jean cade nel fiume e muore, un
banale incidente. Colette torna a vivere con i genitori, la vita riparte da lì.
Il colpo di acceleratore lo dà un ragazzino a una
festa di paese: si ubriaca e racconta di aver visto un uomo buttare Jean nel
fiume. Da quel momento gli eventi prendono un passo nuovo, passato e presente
si intrecciano e sotto quella apparenza di tranquilla serenità si scoprono
passioni, adulteri, rimpianti. Sylvestre rivela se stesso, un testimone
consapevolmente menzognero, e le pagine prendono a scorrere in un ritmo
serrato. Il finale è repentino, il lettore ne resta spiazzato.
Una dei migliori romanzi della Nemirovski, capace
di mettere in scena pulsioni che a quell’epoca erano segrete e innominabili,
mentre oggi sono una tale ovvietà da non meritare particolare attenzione. E
invece dal passato arriva questo romanzo, 155 pagine che ci inducono a una
profonda riflessione sulle stagioni della nostra vita. A lungo si è creduto che
fosse un romanzo incompiuto e in effetti si è indotti a pensarlo. Ma forse
l’autrice aveva detto tutto ciò che intendeva dire e ci lasci così, sospesi, forse
anche un po’ amareggiati. Dalla vita, dall’ineluttabilità della vecchiaia che
si porta via il fuoco della gioventù, il calore del sangue per l’appunto.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2007
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