venerdì 27 dicembre 2024

IL CALORE DEL SANGUE

 




Il calore del sangue – Irene Nemirovski -

recensione a cura di Lilli Luini

 

Un romanzo sorprendente. 155 pagine dense di un’atmosfera torbida in cui sembra sempre sfuggire qualcosa. A raccontare una storia che comprende e scavalla due generazioni è Sylvestre, detto anche Silvio, un parente dei protagonisti, ex proprietario terriero che ha speso tutto il suo patrimonio in una vita avventurosa. Ha viaggiato per il mondo e ora vive una vecchiaia solitaria nel paese in cui è nato e dove gli altri suoi parenti vivono in una tranquilla agiatezza campagnola.

Siamo nel periodo tra le due guerre e l’inizio della storia è un matrimonio. Colette sposa Jean e il suo desiderio è avere un matrimonio felice come quello dei suoi genitori, che sono ancora innamoratissimi. Ma è davvero così? Davvero hanno avuto una vita tanto appagante?

Il dubbio non si insinua subito, ma a mano a mano che scorrono le pagine e che la voce impietosa dell’autrice, attraverso Sylvestre, non fa conti a nessuno. La prima parte scorre lenta, come la quotidianità della campagna. Tutti sembrano sereni e felici, persino una morte inattesa viene presto inghiottita dall’oblio: Jean cade nel fiume e muore, un banale incidente. Colette torna a vivere con i genitori, la vita riparte da lì.

Il colpo di acceleratore lo dà un ragazzino a una festa di paese: si ubriaca e racconta di aver visto un uomo buttare Jean nel fiume. Da quel momento gli eventi prendono un passo nuovo, passato e presente si intrecciano e sotto quella apparenza di tranquilla serenità si scoprono passioni, adulteri, rimpianti. Sylvestre rivela se stesso, un testimone consapevolmente menzognero, e le pagine prendono a scorrere in un ritmo serrato. Il finale è repentino, il lettore ne resta spiazzato.

Una dei migliori romanzi della Nemirovski, capace di mettere in scena pulsioni che a quell’epoca erano segrete e innominabili, mentre oggi sono una tale ovvietà da non meritare particolare attenzione. E invece dal passato arriva questo romanzo, 155 pagine che ci inducono a una profonda riflessione sulle stagioni della nostra vita. A lungo si è creduto che fosse un romanzo incompiuto e in effetti si è indotti a pensarlo. Ma forse l’autrice aveva detto tutto ciò che intendeva dire e ci lasci così, sospesi, forse anche un po’ amareggiati. Dalla vita, dall’ineluttabilità della vecchiaia che si porta via il fuoco della gioventù, il calore del sangue per l’appunto.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2007

 


Nessun commento:

Posta un commento