L’arte di legare le persone - Paolo
Milone
Recensione a cura di Miriam Donati
Dopo
La sorella di Sandor Marai, un altro libro che parla di malattia. Una
coincidenza? Può darsi. La malattia rimane un tabù come la morte. Se poi la malattia
ha a che fare con la mente mette ancora di più a disagio. Ci sono però libri,
romanzi soprattutto, che hanno affrontato dalla parte del paziente vicende,
particolari contingenze e momenti che hanno permesso al lettore di comprendere,
almeno in parte, la sofferenza mentale vista dall’interno.
Questo
libro ci mostra la visione di questa sofferenza dalla parte del medico. Non è
un romanzo, non è un saggio, è piuttosto un diario fatto di brevi appunti,
frammenti di vita, all’interno di un reparto psichiatrico, mescolati ai
frammenti della vita che abita l’esterno.
Milone,
nonostante scriva che «la poesia non frequenta la Psichiatria ma si
ferma sulla soglia», ha scelto una forma di scrittura poetica, inusuale, spiazzante,
composta da ritratti fulminei e fulminanti scegliendo parole inconsuete per la
quotidianità. La narrazione di quarant’anni di reparto psichiatrico messi su
carta unisce la vita degli altri ai suoi pensieri, dove racconta le sue fragilità,
le contraddizioni, l’esperienza, la passione, l’orgoglio e gli errori
soprattutto dell’uomo oltre che del medico, insomma una vita spesa a «guardare
l’abisso con gli occhi degli altri».
Con
uno stile lirico e struggente si racconta e si svela disegnando, seppur in modo
discontinuo con dubbi e meraviglia, una linea immaginaria spezzata dal vuoto
stretto dalle mani del bozzetto di Egon Schiele della copertina, alla ricerca
di un incontro.
Negli
appunti lirici ci sono i medici, gli infermieri, i pazienti, i visitatori, i
conoscenti, caduti da una parte e dall’altra di quella linea invisibile che
separa i sani dai malati. C’è tutta la vita del reparto, la mancanza di una
sala colloqui, l’intimità di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati e
quella dei colleghi, il peso di quelle chiavi nella tasca del medico che
chiudono porte, ma possono anche aprire universi, la morte sempre in agguato, i
sensi di colpa, gli amori inconfessabili, la sete di umanità, i carrugi del
centro storico di Genova magnificamente descritti e i segreti bellissimi del
mare.
Ci
pone davanti a pratiche che richiedono riflessione, solleva problemi non
indifferenti che richiedono al lettore di approfondire: quello della
contenzione per esempio. Milone lo affronta raccontando le proprie esperienze.
Rimane
a fine lettura la sensazione di aver aperto una finestra su un mondo poco
conosciuto e stimolante e di essere stati trascinati in una esperienza emotiva
particolarmente coinvolgente e preziosa.
Genere: Narrativa
Anno
di pubblicazione: 2021
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