giovedì 26 dicembre 2024

L'ARTE DI LEGARE LE PERSONE

 




L’arte di legare le persone - Paolo Milone

Recensione a cura di Miriam Donati

 

Dopo La sorella di Sandor Marai, un altro libro che parla di malattia. Una coincidenza? Può darsi. La malattia rimane un tabù come la morte. Se poi la malattia ha a che fare con la mente mette ancora di più a disagio. Ci sono però libri, romanzi soprattutto, che hanno affrontato dalla parte del paziente vicende, particolari contingenze e momenti che hanno permesso al lettore di comprendere, almeno in parte, la sofferenza mentale vista dall’interno.

Questo libro ci mostra la visione di questa sofferenza dalla parte del medico. Non è un romanzo, non è un saggio, è piuttosto un diario fatto di brevi appunti, frammenti di vita, all’interno di un reparto psichiatrico, mescolati ai frammenti della vita che abita l’esterno.

Milone, nonostante scriva che «la poesia non frequenta la Psichiatria ma si ferma sulla soglia», ha scelto una forma di scrittura poetica, inusuale, spiazzante, composta da ritratti fulminei e fulminanti scegliendo parole inconsuete per la quotidianità. La narrazione di quarant’anni di reparto psichiatrico messi su carta unisce la vita degli altri ai suoi pensieri, dove racconta le sue fragilità, le contraddizioni, l’esperienza, la passione, l’orgoglio e gli errori soprattutto dell’uomo oltre che del medico, insomma una vita spesa a «guardare l’abisso con gli occhi degli altri».

Con uno stile lirico e struggente si racconta e si svela disegnando, seppur in modo discontinuo con dubbi e meraviglia, una linea immaginaria spezzata dal vuoto stretto dalle mani del bozzetto di Egon Schiele della copertina, alla ricerca di un incontro.

Negli appunti lirici ci sono i medici, gli infermieri, i pazienti, i visitatori, i conoscenti, caduti da una parte e dall’altra di quella linea invisibile che separa i sani dai malati. C’è tutta la vita del reparto, la mancanza di una sala colloqui, l’intimità di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati e quella dei colleghi, il peso di quelle chiavi nella tasca del medico che chiudono porte, ma possono anche aprire universi, la morte sempre in agguato, i sensi di colpa, gli amori inconfessabili, la sete di umanità, i carrugi del centro storico di Genova magnificamente descritti e i segreti bellissimi del mare.

Ci pone davanti a pratiche che richiedono riflessione, solleva problemi non indifferenti che richiedono al lettore di approfondire: quello della contenzione per esempio. Milone lo affronta raccontando le proprie esperienze.

Rimane a fine lettura la sensazione di aver aperto una finestra su un mondo poco conosciuto e stimolante e di essere stati trascinati in una esperienza emotiva particolarmente coinvolgente e preziosa.

 

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2021

 


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