mercoledì 27 novembre 2024

UNA GIOIA FEROCE

 




Una gioia feroce - Sorj Chalandon -

Recensione di Miriam Donati


Mi aspettavo tutt’altro da questo autore che mi ha abituato in alcuni dei libri precedenti ai ritorni improvvisi sul luogo del delitto inteso non come ambientazione poliziesca, bensì come luogo della tragedia dimenticata o comunque rimossa dove ritornare per sciogliere l’irrisolto. Da Beirut all’Alta Francia mineraria ha usato la Storia per approfondire le storie dei suoi protagonisti facendo comprendere con intensità e splendore le guerre e il capitalismo meglio di cento saggi.

In questo libro si immedesima invece per la prima volta in una donna, anzi, in quattro donne e trasforma un argomento drammatico come è la malattia in un viaggio di conoscenza di queste donne: le capisce, le comprende, le accarezza, le ammira e ce le restituisce persino con allegria.

Imbastisce una storia che, è vero, ha persino dell’incredibile, ma è un incredibile che si accetta proprio in funzione della congiuntura data dalla malattia che non dà scampo, dalla necessità contingente e dai caratteri delle nostre personagge che le inducono a gesti imprevedibili e fuori dall’ordinario.

Tutto ruota intorno alla libraia Jeanne, la protagonista, con una vita semplice e all’apparenza soddisfacente, solo il marito sembra essersi allontanato dopo che hanno perso il loro bambino; scopre durante un controllo di routine che “qualcosa” non va. A partire da quel momento inizia il suo percorso di ricerca. Ricerca di forze per affrontare il suo problema identificato sulla cartellina del medico con una grande K a indicare il cancro, ricerca di un senso alla reazione-negazione del marito che la lascia.

Sul suo cammino tre donne: Brigitte, Assia e Melody che, in modo e misura diversi, l’aiutano, l’una con l’affetto e la cura, l’altra con la determinazione e l’esempio e l’ultima distogliendola dal suo problema e mettendola di fronte al proprio. Si trasferisce da loro e inizia una convivenza cementata dalla malattia comune che le fa scoprire vite e realtà precedenti e decidere di partecipare a un’avventura impensabile per lei fino a poco prima.

Non è un libro solo sulla malattia, nonostante se ne parli e racconti anche il calvario affrontato da queste donne, è piuttosto un libro sul cambiamento radicale che questa innesca. Mi è piaciuta molto la “gioia feroce” del titolo che così bene identifica l’atteggiamento di queste donne che resistono, si ribellano a un percorso già scritto e dimostrano un coraggio che, nel suo dispiegarsi anche inconsapevole, illumina tutta la vicenda e la conclusione del libro.  Mi è piaciuta la leggerezza con cui l’autore ha affrontato l’argomento rendendolo prossimo al lettore. Ha saputo avvicinarlo nonostante ci sia sempre uno scarto anche inconscio ad affrontare questa materia o per timore o per scaramanzia, e chi è stato colpito direttamente o indirettamente riconosce nelle pagine lette un’esperienza dolorosa raccontata con garbo e delicatezza, con dolcezza partecipata persino.

La lotta contro la malattia si assomma alla lotta per la libertà delle donne del libro (la malattia rende il quotidiano aleatorio e riduce la libertà economica) sempre da conquistare e mantenere.

Una bella storia d’amicizia e non solo, forse non all’altezza dei libri precedenti dell’autore perché affrontata con meno grinta e più pudore, ma sempre vibrante e alla ricerca della luce e della speranza.

 

Genere Narrativa

Anno di pubblicazione 2019

In Italia 2023


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