Indipendenza – Javier Cercas –
recensione a cura di Lilli Luini
Torna Melchor Marin, protagonista di Terra Alta. Torna anche
nella sua città, Barcellona, richiamato per indagare su un ricatto alla sindaca
che forse coinvolge tutto il suo entourage. La chiamata a Barcellona coglie
Melchor impreparato: la perdita della moglie lo ha prostrato e si fa molte
domande sul proprio futuro come poliziotto. Eppure accetta e torna in città con
la figlia Cosette, dall’unica famiglia che ha, l’avvocato Vivales, forse
mentore, forse padre. È un’estate torrida e le giornate di Melchor si dividono
tra l’indagine e le serate con Vivales e i suoi amici.
L’inchiesta è popolata di personaggi foschi, rampolli di
famiglie di antica potenza e agiatezza che hanno fatto di ciò il centro delle
proprie vite e avrà per il protagonista risvolti inattesi.
In questo secondo romanzo della seria, Cercas approfondisce
l’ambientazione sociale, la Catalogna indipendentista, e tocca in profondità il
tema della responsabilità individuale nel fare, ma anche nel non impedire o nel
trarre vantaggio da ciò che altri hanno fatto, giusto o sbagliato che sia in
questo secondo romanzo, a parere mio migliore di Terra alta, Cercas mette in
scena la nostra società, con tutte le sue miserie e il suo marcio e le sue
ingiustizie, senza tuttavia trascurare le storie personali, il sentire e le
emozioni dei protagonisti. Perché questo è un romanzo più corale, rispetto a
Terra Alta, e anche la vicenda poliziesca non è lasciata al ruolo di sotto
trama ma si sviluppa insieme a tutto il resto.
Eccellente la scrittura, essenziale eppure ricca, perfetta
per la storia.
genere: thriller
anno di pubblicazione: 2021
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