Nessuno può volare - Simonetta Agnello Hornby -
recensione a cura di Patrizia Zara
"...oltre a dilettare la scrittura può aprire nuovi
orizzonti e contribuire a migliorare la società in cui viviamo".
Quando qualcosa ci tocca da vicino, molto vicino, è come se aprissimo gli occhi
per la prima volta e vedessimo cose o situazioni di cui non sapevamo neppure
l'esistenza oppure non ce ne preoccupavamo affatto. Quel senso di
intoccabilità, l'illusione di essere immuni perfetti o immortali ci avvolge
come uno scudo fintantoché uno squarcio ci trafigge e ci accorgiamo che nulla è
immune, che nulla è perfetto, che nulla è immortale.
"Nessuno può volare" è il racconto a due voci di come improvvisamente
un fulmine irrompe nella quiete della normalità capovolgendo esistenze e
ribaltando certezze.
Simonetta Agnello Hornby ci racconta con leggerezza, umanità e intelligenza
come ha dovuto affrontare la malattia del figlio Giorgio, colpito
inaspettatamente dalla sclerosi multipla.
Le sue iniziali paure, la sua ansia materna, la consapevolezza dei suoi limiti
ma, nel contempo, la forza di trovare percorsi alternativi, rivoluzionare la
propria vita per amore.
Giorgio ci racconta la sua iniziale fragilità, il terrore della malattia,
l'angoscia della sua disabilità sempre più imminente.
"Nessuno può volare" non è un romanzo, è la testimonianza di quanto
la vita possa presentare situazioni inaspettate e spiazzare la normalità e
accorgersi di quanto tutti siamo imperfetti e fragili.
Ma Simonetta è una donna che non ama la compassione e la pietà, è una
guerriera, è una madre. Ha la forza di non cedere alla terribile diagnosi. Dopo
il dolore e la paura riprende le redini del suo coraggio e lo trasmette al
figlio e insieme a lui attraverserà paese dopo paese, da Londra sino alla
Sicilia, per testimoniare che le disabilità non devono impedire di vivere
dignitosamente.
E ci dice che un paese si può considerare civile e progredito soltanto quando
da la possibilità a tutti di svolgere una vita funzionale, indipendentemente
dalla propria condizione. Che un paese è civile e progredito soltanto quando
supporta le persone ferite dalle avversità della natura e dagli eventi.
Che un paese è civile e progredito quando investe sulle risorse dei più deboli
fornendo pari opportunità e uguaglianza.
Che un paese è civile e progredito quando investe sulla ricerca scientifica per
sconfiggere le malattie e fornisce supporto alle persone cosiddette disabili
rintegrandoli nella quotidianità.
Il libro è scritto con delicatezza ed eleganza e non scade mai nella lamentela
e nel vittimismo. Ma, appunto perché non è pietosamente melenso, denunzia con
travolgente chiarezza le mancanze di una società spesso vergognosamente assente
verso i più colpiti dalle avversità.
E nell'elogiare l'umanità e la solidarietà dei singoli, una sottile ma
tagliente accusa verso quelle istituzioni (gradasse e vergognosamente
individualistiche soprattutto italiane e soprattutto al sud), che
dovrebbero garantire pari opportunità (*) ai propri cittadini in situazioni
difficili a causa di malattie e disabilità poiché tutti, proprio tutti siamo
sotto lo stesso cielo.
Un libro sicuramente da leggere.
"Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto
camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi.
Nella vita c'è di più di volare, e forse anche nel camminare. Lo avremmo
trovato, quel di più"
(*) Le pari opportunità sono un principio giuridico inteso come l'assenza di
ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi
individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali,
razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2017
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