Il canto della fortuna - Chiara Bianchi -
recensione a cura di Ornella Donna
Il romanzo inizia con il racconto di vita di Angelo Rizzoli, che a otto anni è costretto a varcare la soglia dell’orfanotrofio a Milano, il motivo della sua entrata è “una vita di stenti”. Con questo ingresso si sanciva il suo far parte di quelli che a fine Ottocento venivano chiamati i “Martinin”:
“Quando si è nati nella miseria più
nera, attanagliati dai morsi della fame, la promessa di un pasto caldo è motivo
sufficiente per piegarsi alle regole, all’ordine e alla disciplina. Angelo sa
bene che cosa significa.”
I
Martinin erano ragazzi poveri, di umili origini, che venivano messi in questo
istituto, per poter aver una vita più serena, avevano vitto e alloggio e
venivano avviati ad una professione. Certo la disciplina era molto rigida, ma
il piccolo Angelo si adatta molto bene. Viene avviato alla professione orafo,
per la quale fa un piccolo apprendistato, ma sente immediatamente che questo
non è il mestiere che fa per lui. Per caso riesce a prendere una piccola
tipografia, e:
“Inebriato dall’odore di inchiostro, e
stregato da tutti quei caratteri ordinati nei cassetti dei compositori, trova
il suo mestiere.”
Da
qui in avanti la sua vita sarà tutta un’ascesa prolifica, sempre aiutato dalla
moglie Anna, che nel frattempo è riuscito a sposare dopo tanto desiderio:
“La cerimonia si svolge nella chiesetta a
pochi passi da casa Marzorati. Il prete non bada ai convenevoli, deve celebrare
altre unioni: giovani coppie pronte a mettere su famiglia.”
L’unione
sarà fortissima, e darà ben presto i suoi frutti: tre figli, Andrea, Pinuccia,
e Giuditta. Sarà poi la terza generazione a non essere più all’altezza della
prima, come si vedrà.
Da
lì in poi l’impero piano piano sarà costruito con saggezza e merito. La regola
inossidabile, a cui non si dovrà mai sgarrare sarà:
“Le spiego. Io costruisco, mio figlio
mantiene, i nipoti distruggono. E’ la regola.”
Succederà
proprio così?
La
saga racconta della costruzione di un impero enorme, che va dalla editoria, ai
giornali e i libri, ai film e quanto altro. E’ il racconto, sagace e preciso,
di una grande epopea che vede un unico protagonista fondamentale: il
capostipite Angelo Rizzoli. E sarà difficile tenere testa a un personaggio così
unico, così intraprendente e anche… un po’ fortunato. Che non guasta.
Il
romanzo è un racconto preciso e minuzioso della vita e delle gesta di un uomo,
che parallelamente diventa il racconto dell’epopea della storia italiana, dei
suoi progressi, delle sue cadute, dei suoi insuccessi. Il tutto descritto con
una prosa fluida, che però a tratti dovrebbe essere un po’ più descrittiva, per
non cadere in un mero racconto senza emozione né pathos. Questo è forse l’unico
difetto in un libro, che per tutto il resto si rivela essere immediatamente una
lettura avvincente e di grosso impatto narrativo. Ottima prima prova
letteraria. Complimenti all’autrice.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2024
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