Le vite nascoste dei colori - Laura Imai Messina
recensione a cura di Patrizia Zara
Voglio andare a Kyoto. Voglio cercare Mio, la stravagante
principessa dei colori e Aoi, il sensibile principe del trapasso: i due numeri
primi nipponici.
Accompagnata da Mio voglio risposarmi per indossare il Shiromuku, l'abito
tradizione giapponese con i suoi innumerevoli strati e i suoi preziosi ricami.
Voglio infarinarmi di bianco il volto e dipingere le labbra in verticale di
rosso.
Con Aoi voglio assistere a una cerimonia funebre con il rituale buddhista e
piangere con i "Rimasti", in un rispettoso silenzio, nel momento del
trapasso di un'anima verso l'infinito.
Voglio guardare con gli occhi di Mio, che ha uno spettro di percezione elevato
al quadrato, e vedere tutti i colori e le tonalità del mondo e le loro
innumerabili sfumature. Voglio percepire con gli occhi di Aoi il colore, quel
solo colore, che contenga tutti i colori dell'amore.
Ecco che cosa ho desiderato dopo la lettura di questo romanzo dal sapore
orientale. Già, poiché è diverso nel ritmo, nelle parole, nei suoni, nei
modi.
L' Oriente è opposto all'occidente. L'Est e l'Ovest. L'alba e il tramonto.
L'aurora e il crepuscolo. Il giorno e la notte. L'inizio e la fine. La vita e
la morte.
Tuttavia ogni forma contiene il suo contrario. Ogni opposto include il suo
complementare. E viceversa.
Da ciò, sebbene il romanzo sia ambientato in una terra del Sol Levante, dopo le
lettura mi sono resa conto che comunque i colori delle emozioni, delle paure,
della gioia e del dolore, dell'amore, del tradimento e della fedeltà, della
vita e della morte non hanno confini, né tradizioni, né riti.
Per questo ho avuto il desiderio di specchiarmi per individuare il colore
che mi definisse, anche qui, nel mio luogo occidentale (un pasticcio di tinte
accecanti).
Ho guardato mio marito e gli ho dato un colore (non so se è contento che lo
chiami verde acqua!) E mi sono chiesta: ma qual è il colore che ci unisce? (Ci
sto pensando ancora).
"La vita nascosta dei colori" è un romanzo magico, è un saggio sui
riti giapponesi, è un insieme di riflessioni.
Ma è soprattutto un romanzo d'amore e di cauti colpi di scena; di segreti
celati fra le stoffe e i ricami.
Con il suo ritmo cadenzato e morbido, simile allo sfogliare di un album di
ricordi, in un'intima deflagrazione di emozioni, è il rivelarsi delle
vite, così tremendamente umane, nascoste fra le innumerevoli tinte dei colori
È il dolce sapore di un Chupa Chups succhiato fra le labbra per addolcire
l'ineffabile destino di ogni essere vivente.
È l'incontro delicato di due corpi impauriti dalle loro diversità, l'uno che
immerge l'anima nei colori dell'altro, e questo ne beve l'arcobaleno dal calice
dell'amore.
E' la sconfitta della paura poiché "se non tolleri che tutto
finisca, come puoi accettare che inizi?"
Da leggere malgrado qualche passo ripetitivo di troppo.
"A Sabrina, la mia amica color rosa pesca, che mi ha regalato il libro.
Un dono graditissimo”
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2021
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