Di cosa è fatta la speranza - Emmanuel Exitu -
recensione a cura di Connie Bandini
Emmanuel
Exitu mostra il potere di uno dei
sentimenti più intensi attraverso la storia di un gruppo di allieve infermiere
che operano in un ospedale da campo allestito fuori Londra. Tra tutte, però, è
una quella su cui l’attenzione dell’autore si concentra. È una spilungona che
le colleghe Giraffa. È Cicely Saunders, allieva infermiera della Scuola
sperimentale per infermiere Nightingale a Londra che, insieme alle
compagne di corso raggiunge, il 15 ottobre 1943, un ospedale in cui comincia a
prestare servizio ai feriti di guerra. Le notti insonni in corsia, tra le
sofferenze di giovani corpi martoriati, spingono Cicely a realizzare che troppo
spesso si resta impotenti di fronte al dolore e alla morte.
La
giovane donna si ricicla come assistente
sociale sanitario e finisce per occupars idi pazienti oncologici, presso il St.
Thomas Hospital.
A
contatto con disperazione ed emarginazione, la giovane si rende conto di cosa
davvero possa arginare la sofferenza in chi non ha più alcuna speranza di
guarigione. Capisce che «prima di ogni terapia, la medicina è uno
sguardo all’altro pieno di rispetto» e, una volta conseguita la laurea in
Medicina, apre nel 1967 in primo hospice. Non si tratta di un luogo dove
semplicemente si va a morire, ma di una casa-ospedale: una casa specializzata
come un ospedale e un ospedale caldo come una casa. Una realtà, quindi, in cui
il malato terminale possa vivere fino all’ultimo istante con la dignità che
ogni esistenza merita.
Il
risultato è un percorso luminoso, che va oltre la biografia, colpisce ciascun
lettore e racconta la speranza dietro al dolore, l’empatia dietro la fatica, la
luce dietro alla sofferenza.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2023
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