Nessun luogo è più casa - John Boyne
recensione a cura di Ornella Donna
John Boyne,
autore del famoso bestseller Il bambino con il pigiama a righe, approda in
libreria con un nuovo, toccante, romanzo intitolato Nessun luogo è più casa, edito da Rizzoli. Un libro che affronta
nella sua storia un tema delicato: i figli dei mostri, che hanno compiuto ogni
sorta di abominio nei campi di concentramento, quanto sono a loro volta
colpevoli? Devono espiare una colpa non loro? O , come dice il cristianesimo,
le colpe dei padri devono ricadere sui figli?
E’
quello che per tutto il cammino si è domandata la signora Gretel Fernsby,
novantun anni. Lei che ora abita in una bella casa, nel centro di Londra, ove:
“La mia dimora di Mayfair tecnicamente è
un “appartamento”, ma sarebbe un po’ come definire il castello di Windsor
“casetta in campagna della regina”. Tutti gli appartamenti del palazzo- sono
cinque in totale, uno al piano terra e due ciascuno dei due piani superiori –
consistono di 140 metri quadrati nella creme de la creme del mercato
immobiliare londinese con tre camere da letto, due bagni più uno di servizio e
una vista su Hyde Park che ne attesta il valore.”
Lei
ha girato il mondo, pagando un tributo pesante per essere la figlia di un
padre, che ha perpetuato grossi crimini a Berlino:
“Se esaminavo il mio viso vi scorgevo
l’ombra di mio padre, la sua espressione indifferente, la determinazione a
restare fedele alle convinzioni che avevano forgiato la sua vita adulta.”
E
a lei non è rimasto altro da fare che vivere una perenne fuga, con la paura
ossessiva di venire scoperta:
“Andando in capo al mondo o quasi, avevo
fatto tutto ciò che potevo per lasciarmi il passato alle spalle, ma ora sapevo
che era impossibile. (…) quelle cicatrici stupende di cui aveva parlato Kurt mi
avrebbero sempre trascinata in quell’altro posto. Non sarei mai riuscita a
sfuggirgli.”
Ma
il passato torna, ovunque:
“Il mio ultimo gesto fu imbucare una
lettera . (…) nella quale esponevo nel dettaglio tutta la mia storia con suo
marito, dalla mattina in cui la mia famiglia aveva lasciato Berlino. Non
tralasciai nessun particolare, ammisi chiaro chi ero, chi erano stati i miei
familiari.”
Forse
è giunto il momento di chiudere con il passato, ed espiare la propria colpa, tramite un gesto
estremo, che andrà ad aiutare una persona in difficoltà. Che farà?
Un
romanzo che colpisce al cuore; una lunga riflessione su un tema delicato,
trattato con precisione, senza mai giudicare, che induce ad una profonda
riflessione:
“Nessun luogo è più casa è un romanzo
sulla colpa, sulla connivenza e sul dolore della perdita, un libro che si
propone di esaminare quanto colpevole possa essere una persona giovane alla
luce degli eventi storici che avvengono attorno a lei, e se tale persona possa
mai mondarsi dei crimini commessi da altre persone a cui voleva bene.”
Un
libro che ruota intorno alla figura di donna, così ambivalente, così difettosa,
ma anche così stupefacente che il lettore non può che restare incantato
dinnanzi al suo cospetto perché la libertà e il suo valore possono sempre
essere realizzati, ed è necessario anche passare attraverso la lettura di
storie come queste. Potente, lucido ed incantevole! Buona lettura!
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