giovedì 8 febbraio 2024

UN DIVORZIO TARDIVO

 




Un divorzio tardivo - Abraham B. Yehoshua

Recensione a cura di Miriam Donati

 

Nove capitoli che si svolgono nell’arco di nove giorni per raccontare la storia di una famiglia al ritorno in patria dall’America del capostipite Yehudà Kaminka per divorziare dalla moglie ammalata Na’omi.

La narrazione è fatta a più voci che si differenziano tra loro sia per il modo di raccontare attraverso monologhi, dialoghi o flusso di coscienza, sia utilizzando la maniera di esprimersi diversa per ognuno di loro. Una sperimentazione da parte dell’autore che affascina e nello stesso tempo coinvolge nei punti di vista dei vari membri della famiglia. Essi affrontano nei giorni che precedono la Pasqua ebraica, a causa della presenza del padre, il peculiare personale “passaggio che li porti oltre”  incrociando la relazione e il confronto con l’altro attraverso il proprio vissuto e la propria psicologia.
Questo crea contemporaneamente amore e odio, apprezzamento e biasimo nei rapporti aumentando conflitti e incomprensioni.  
Ogni personaggio appartiene a un ceto sociale diverso ed esprime una varietà di convinzioni differenti, ma il legame che li vincola è talmente stretto da accrescere a dismisura i dissidi.

Non esiste una vera e propria trama perché l’autore privilegia il modo di raccontare e ciascun personaggio in ogni capitolo aggiunge la propria realtà soggettiva che accresce quindi di nuovi particolari e nuovi spunti la storia complessiva.

Via via conosciamo la realtà di Gadi, bambino tenero e introverso, allevatore di bachi da seta, quella nobile e irrequieta di Dina, il sarcasmo allo stesso tempo sprezzante e attento di Kedmi, la dolcezza e la devozione di Yael, il razzismo e il maschilismo del marito, l’insicurezza di Assa e la disinvoltura di Zwi.
Un capitolo è dedicato alla moglie Na’omi e sorprende la sua coerenza rispetto a quanto di lei hanno raccontato in precedenza gli altri personaggi. Nasce così il dubbio su chi sia il vero malato. "Spesso la follia di una persona serve ai suoi parenti per sentirsi normali.”  E, in effetti, i ruoli a poco a poco si invertono rivelando sia l’inquietudine segreta che affligge ciascuno dei personaggi, sia la profonda nevrosi del padre, che, deciso a divorziare per poter sposare la donna che lo aspetta in America, insieme al figlio che deve nascere, è pian piano fagocitato dall’ambiente familiare, dall’angoscia di dover tagliare tutti i legami con Israele, la vecchia casa, figli e parenti e persino con la vecchia moglie e giunge così a comporre un finale inatteso.

 Genere: narrativa

 Anno di pubblicazione: 1982

 


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