Testimone inconsapevole - Gianrico Carofiglio -
recensione a cura di Edoardo Todaro
Un magistrato prestato alla scrittura. Scrittura che
Sellerio ha colto, giustamente visto quanto di buono esce dalle pagine scritte da
Carofiglio. Dobbiamo, nel suo caso, andare a ritroso ed evidenziare “Testimone
inconsapevole “, certamente datato, ma di sicuro importante per far comprendere
il perché Carofiglio è riuscito ad inserirsi tra gli scrittori più letti
arrivando all’ultimo, “Rancore“. Carofiglio ha dato vita oltre alla figura
dell’avvocato Guerrieri, anche a quello che ormai si può considerare un genere:
il romanzo giudiziario, anzi il “legal thriller“. Detto questo non ci rimane
che mettere le mani sulle 324 pagine di “testimone inconsapevole”. Abbiamo a
che fare con l’avvocato Guerrieri un penalista in crisi con la propria
attività, oltre ad altre crisi personali/affettive, che addirittura gli produce
ansia. Una vita, la sua, senza regole, con gli attacchi di panico che portano
un po’ di novità a giornate sempre uguali e con notti caratterizzate
dall’insonnia. Un Guerrieri che è ben consapevole del fatto che le sorti di
molte persone dipendono dal suo lavoro, anzi sono nelle mani di un
irresponsabile psichicamente disturbato che piange senza un motivo reale. In
sostanza disturbi di adattamento la cui cura è rintracciabile nel connubio
whisky/nicotina, oltre ad una bella dose di pugilato che aiuta non a star bene,
ma un po’ meglio sì. Pugilato che tornerà utile quando dovrà fare i con dei
“teppisti di periferia“. Ma all’interno dei casi che deve seguire e portarli ad
una soddisfacente conclusione, ha a che fare con Abdou Thiam, senegalese, in patria maestro, in Italia
ambulante, indiziato di un crimine efferato, sottoposto a custodia cautelare in
carcere. Il capro espiatorio giusto che va incontro alle fobie diffuse, il
colpevole e/o un colpevole. Guerrieri che tenta di riprendersi, superando anche
le remore nel prendere un ascensore, ne assume la difesa, nonostante giochi a
suo favore, tenendo in considerazione, tra l’altro, che Thiam dopo aver subìto
i pestaggi di routine dalle forze dell’ordine, secondini compresi, ed essere
stato gettato nella sezione speciale riservata a stupratori, pedofili e
pentiti, non è per niente collaborativo, con il suo avvocato.
Carofiglio/Guerrieri ci mette al corrente, senza assolutamente stancarci, delle
dinamiche che caratterizzano le norme giudiziarie, di nozioni basilari che ci
permettono di conoscere il sistema penale; ad esempio: cos’è il giudizio
abbreviato, quando questo può essere richiesto e perché in casi di soggetti
come Thiam può essere l’ideale, quindi se da un punto di vista economico può
essere utile all’inquisito, lo è anche per lo stato. ”Testimone inconsapevole“
ci porta a confrontarci con la misera esistenza degli immigrati che vivacchiano
in vecchi palazzi popolari in 6/7 per stanza e con il mondo dei combattimenti
tra cani e le scommesse clandestine che vengono fatte su di loro; ed il mondo
del carcere, oltre a quanto già scritto con quanto deve fare i conti Thiam, i
corridoi squallidi e l’autolesionismo. Un avvocato che dal pugilato impara non
solo a stare più tranquillo, a difendersi ma anche come strategia
professionale: provocare per trovare un punto debole, trovare uno spiraglio,
attaccare e piazzare un bel colpo. Tirando una conclusione, si potrebbe dire che
ci troviamo di fronte ad uno scrittore prestato alla magistratura, prestito che
ci auguriamo vada avanti anche in futuro.
genere: giallo (legal thriller)
anno di pubblicazione: 2011
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