La Regina dei colori - Valeria Corciolani
recensione a cura di Patrizia Zara
"Perché perfetti lo siamo tutti senza esserlo nessuno e qui sta la
meraviglia nelle impagabili e splendide differenze"
"La regina dei colori" di Valeria Corciolani è uno dei libri che mi è
stato regalato il 9 novembre 2023 giorno del mio 59mo compleanno.
Chi me lo ha regalato è una persona molto speciale, per me.
Da questa personale premessa è facile dedurre che, al di là della trama, dello
stile, della scrittura e del genere, al di là del romano nel suo insieme, il
libro in questione ha un valore non solo aggiunto ma inestimabile.
L'ho letto in giorni felicemente frenetici, diciamo vivaci, in cui la famiglia
mi ha assorbito con il suo gioioso e laborioso tran tran.
E allora che dire. In definitiva il romanzo della Corciolani, pur non essendo
il genere che preferisco in quanto prediligo storie più profonde che scavano
dentro gli abissi dell'animo umano, storie psicologiche ed esistenziali, l'ho
gradito per la leggerezza con cui l'autrice ha affrontato tematiche importanti
giocando con sincerità e ingenuità con la sua eclettica cultura: sfoggio di
citazioni cinematografiche e letterarie, l'appropriarsi di tecniche strutturali
utilizzate da grandi della letteratura (ogni nuovo capitolo inizia con l'ultima
frase del capitolo precedente) e via dicendo.
È un romanzo che si legge con piacere, con semplicità poiché nulla è celato o
lasciato in balia all'immaginazione o alla personale interpretazione e per
questi motivi non richiede alcun sforzo celebrale.
Scorre così, come scorre la vita nei suoi traumi quotidiani.
La quotidianità, spesso, può essere talmente banale nella sua tragicità tanto
da perdere la sua inestimabile profondità esistenziale.
Clotilde, la protagonista, la regina dei colori, è stata un'indiscussa interior
design, star internazionale per la capacità di fare suoi i colori del mondo e
saperli accoppiare con occhio infallibile.
Ma un incidente mette fine, dopo sessant'anni di brillante carriera, alla sua
parabola lasciandola in vita con il crudele contrappasso di una cecità
selettiva ai colori.
Da quel tragico momento il suo mondo diventa bianco e nero: acromatopsia da
trauma, la chiamano i medici.
Con il grigio negli occhi ritorna nella terra natia, la Liguria, dalle sue
sorelle.
Da qui si snodano storie su storie che hanno tutto un sapore femminile.
Il finale, sorprendente, ripaga dalla superficialità baldanzosa con cui il/la
lettore/lettrice si scontra, l’innocenza nell’affrontare temi scottanti e nel
candore della loro risoluzione.
E si perdona anche all'autrice di aver costruito la storia su storie già
scritte (il personaggio giapponese, Hotaka, sa tanto di "L'eleganza del
riccio") e delle citazioni a iosa dal film "kung Fu Panda".
Sembra un romanzo scontato e di frasi fatte, cliché da effetto, per poi
scoprire che tutto sommato di scontato non c'è nulla e che i cliché è bene
sottolinearli ogni tanto per non dimenticarli perché, a quanto pare, fanno bene
all'anima.
"Strano come a volte passino anni in cui ti muovi a tentoni, poi basta una
manata sull'interruttore giusto che tutto si accende, facendoti trovare cose
che avevi perso e altre che non avevi riconosciuto"
genere; narrativa
anno di pubblicazione: 2023
Nessun commento:
Posta un commento